di Jon Kabat Zinn
Da “Vivere momento per momento” – Edizioni Pratica
Tornare a casa
Probabilmente ti sei reso conto, a questo punto, che introdurre la consapevolezza in qualsiasi
attività, trasforma quest’ultima in meditazione. Illuminata dalla consapevolezza, qualsiasi attività
diventa un’occasione per espandere la tud visione della realtà e la tua conoscenza di te stessa. In
questo senso, la pratica della meditazione è soprattutto ricordare, ricordarti di essere
completamente sveglia, anziché immersa nel sonno bell’automatismo e nelle nebbie della mente.
Mi piace la parola ricordare’ in questo contesto, perché suggerisce qualcosa che il cuore già
conosce e va solo riconosciuta Io credo che una delle ragioni per cui i nostri pazienti si
appassionano tanto rapidamente alla meditazione, è che essa induce a ricordare qualcosa che già
sanno, ma in qualche modo non sanno di sapere o non sono in grado di contattare, e cioè il fatto di
essere già interi È facile ritrovare la nostra integrità perché non abbiamo bisogno di andare a
cercarla lontano. Di fatto è sempre presente in noi, magari solo come una vaga sensazione o un
ricordo dell’infanzia. Ci è profondamente familiare: è un ricordo che si riconosce immediatamente,
come tornare a casa dopo una lunga assenza. Essere perduti nel mondo del fare e sconnessi dal nostro
essere è come essere lontani da casa.
Quando ci ricolleghiamo con il nostro essere, anche per pochi istanti, lo sentiamo immediatamente: è
come tornare a casa.
Un aspetto importante di questo ritorno a noi stessi, è sentirci a casa nel nostro corpo. Essere
presenti nel nostro corpo è il primo passo per prendercene cura, sia che siamo malati oppure sani.
Ci sono molti modi per coltivare questa presenza nel corpo. Osservare il respiro e praticare
l’esplorazione del corpo sono due metodi efficaci che abbiamo già incontrato. Un altro metodo
meraviglioso, sia per la sua potenza nel trasformare il corpo sia per il senso di benessere che ci
dà, è lo hatha yoga.
Hatha yoga come meditazione
La pratica consapevole dello yoga è la terza meditazione strutturata fondamentale di cui ci serviamo
nella clinica, assieme alla meditazione seduta e all’esplorazione del corpo. Essa consiste In una
serie di delicati stiramenti dei muscoli e delle giunture, eseguiti lentamente e con una continua
attenzione al respiro e alle sensazioni. Questi movimenti portano il corpo ad assumere varie
posizioni, che vengono mantenute per un certo tempo.
Molti dei nostri pazienti preferiscono lo yoga sia alla meditazione seduta sia allesplorazione del
corpo. La sua attrazione deriva in parte dal rilassamento, dalla forza e dalla flessibilità del
corpo che risultano dalla sua pratica regolare. Ma n pregio non trascurabile è anche il fatto che,
dopo alcune settimane di pratica della meditazione seduta e dell esplorazione del corpo in quasi
totale immobilità, lo yoga rappresenta una forma di meditazione in movimento!
La pratica consapevole dello yoga non produce solo rilassamento, forza e flessibilità. Essa è anche
un ulteriore metodo per conoscerti più profondamente e per vivere l’integrità del tuo essere,
qualsiasi siano le tue condizioni di salute.
Lo yoga si presenta all’apparenza come una forma di ginnastica e apporta tutti i benefici della
ginnastica, ma è molto più che ginnastica: praticato consapevolmente è meditazione, esattamente come
le altre tecniche che abbiamo incontrato.
Nella pratica consapevole dello yoga, assumiamo lo stesso atteggiamento assunto nella meditazione
sedata e nell’esplorazione del corpo: lo facciamo senza forzare e senza proporci alcuna meta. Ci
esercitiamo ad accettare il nostro corpo così com’è nel presente, momento per momento.
Nello stiramento dei muscoli e nella ricerca di equilibrio impariamo ad avvicinarci ai nostri limiti
senza mai attraversarli, con una consapevolezza costante. Pratichiamo la pazienza con noi stessi.
Portiamo ciascun movimento fino al nostro limite, respirando nella posizione e soffermandoci in
quella delicata e creativa regione di confine che sfida il corpo a esplorare nuove possibilità senza
violarne i limiti.
Questo è molto diverso da quel che si fa nella maggior parte dei corsi di ginnastica o di aerobica,
e anche in molti corsi di yoga. In questi ambiti, solitamente si tende a sottolineare il progresso,
il risultato, senza prestare particolare attenzione alla dimensione del vivere il momento presente e
alla consapevolezza delle sensazioni. L’esercizio fisico orientato verso il corpo tende di solito a
trascurare la dimensione dell’essere, che è invece tanto importante nel lavorare con il corpo quanto
nel lavorare con la mente.
Anche la fisioterapia, che mira specificamente ad aiutare il recupero del corpo dopo operazioni
chirurgiche o ad alleviare il dolore, spesso ignora l’importanza del respiro e del rilassamento. Non
di rado i nostri pazienti (e i loro fisioterapisti) riferiscono straordinari miglioramenti nelle
loro sessioni di fisioterapia, quando cominciano a trasferire anche in quel contesto l’attenzione al
respiro e l’atteggiamento generale, imparati nella prati a consapevole dello yoga.
Quando coltiviamo attivamente la dimensione dell’essere nell’esercitare il corpo, quella che viene
di solito considerata ginnastica si trasforma in meditazione. In questo modo, fra l’altro, essa
diviene fattibile e piacevole anche per persone che non sarebbero in grado di affrontare lo stesso
livello di esercizio in un contesto più accelerato e più orientato verso i risultati.
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