L’udito è selettivo. Una membrana ci isola dai suoni che non ci piacciono

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Ludito è selettivo. Una membrana ci isola dai suoni che non ci piacciono

Una membrana ci isola dai suoni che non ci piacciono: scoperto l’udito selettivo

Ricerca del Mit e dell’università del Sussex: nell’orecchio interno individuata una struttura che fa
da filtro alle frequenze che ci arrivano e ci permettono di ‘concentrarci’ sui suoni che ci interessano ed escludere gli altri.

22 marzo 2014

Una membrana ci isola dai suoni che non ci piacciono: scoperto l’udito selettivo

BOSTON – Il nostro udito è selettivo. Ci fa sintonizzare su alcune conversazioni e su alcune voci
ignorandone altre, tipicamente quelle caratterizzate da suoni che ci infastidiscono. A scoprirlo una
ricerca del Mit (il Massachussets Institute of Techology) svolta in collaborazione con l’Università del Sussex.

La “chiave” sta tutta in un meccanismo che ha alla base una membrana molto sottile che si trova
nell’orecchio interno, chiamata membrana tettoriale: è questa a fare da filtro consentendoci, ad
esempio, di sentire la voce della persona con cui stiamo parlando anche in un posto affollato come
un autobus o un pub e, al contrario, di bloccare i suoni che in qualche modo ci disturbano.

La nostra “selettività”, ciò che in sostanza ci porta a non sentire bene alcuni suoni o alcune voci
e a udirne in maniera chiara altre – concludono gli scienziati – è basata quindi su un meccanismo di
tipo fisico che sembra essere indipendente dalla nostra volontà ed è invece focalizzato sulle
frequenze. Sono le frequenze infatti a farci distinguere un suono dall’altro, e lavorare su quanto
accade all’interno del nostro orecchio potrebbe portare a sviluppare nuove forme di supporto per chi ha problemi di udito e migliorare i microfoni dei telefonini.

da repubblica.it

Ludito è selettivo. Una membrana ci protegge dai suoni indesiderati

22 marzo 2014

Spesso si dice che non cè peggior sordo di chi non vuol sentire. Dietro questa massima potrebbe
esserci anche una verità scientifica: una ricerca condotta dal Massachussets Institute of Techology
(MIT) di Boston in collaborazione con lUniversità del Sussex ha infatti scoperto che il nostro
udito è selettivo. Tutto merito di un meccanismo che ci isola dai suoni indesiderati, aiutandoci a concentrarci solo su quelli che ci interessano.

Gli scienziati che hanno lavorato allo studio i cui risultati sono stati pubblicati su Biophysical
Journal sono riusciti a identificare la ragione per la quale riusciamo, ad esempio, a udire la
voce di qualcuno con cui stiamo parlando, pur essendo in un luogo affollato, senza che i rumori
intorno impediscano la comunicazione. A rendere il nostro udito selettivo è una sottilissima membrana, detta tettoriale, che si trova nellorecchio interno.

La membrana tettoriale è disseminata di minuscoli pori, con un diametro di pochi decimi di
nanometro, che fanno da filtro ai suoni, lasciandone passare alcuni e bloccandone altri. A essere
determinante in questo processo selettivo, che è del tutto involontario, è la frequenza dei vari
suoni. In base a questo criterio il nostro udito stabilisce quali far passare e quali bloccare,
garantendoci unefficienza che non riesce ad essere raggiunta nemmeno dalle più sofisticate apparecchiature elettroniche.

Ed è proprio in rapporto a questa superiorità che ludito umano ha rispetto alle macchine che la
scoperta del MIT e dellUniversità del Sussex assume importanza. Studiando a fondo questo fenomeno
fisico, infatti, si spera di poterlo riprodurre anche a livello artificiale, consentendo di ottenere
microfoni e altoparlanti più sofisticati, in grado di replicare questo meccanismo selettivo. Ma i
risultati della ricerca sono fondamentali anche per capire meglio come nascono e si sviluppano
alcune forme di sordità e, di conseguenza, poter individuare nuove e più efficaci modalità di trattamento dei problemi relativi alludito.

da universita.it

un articolo correlato del 2007:

Scoperto nuovo meccanismo delludito

lunedì, 15 ottobre, 2007 12:05

Un gruppo di ricercatori del MIT (Massachusetts Institute of Technology USA) ha scoperto un nuovo
meccanismo delludito che rivoluziona sostanzialmente le conoscenze sullorecchio interno. Questo
nuovo meccanismo potrebbe essere molto utile non solo per spiegare lincredibile capacità del nostro
orecchio di distinguere con estrema precisione suoni e rumori, ma anche per sviluppare sistemi più efficienti per il recupero delludito.

Schema della struttura dellorecchio interno [photo credit: Wikipedia]La ricerca, pubblicata qualche
giorno fa sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, è stata guidata dal prof.
Dennis M. Freeman del MIT che ha evidenziato come la membrana tettoriale (una sostanza gelatinosa
contenuta nella coclea) rivesta un ruolo molto più importante di quanto immaginato nel percepire e distinguere i suoni.
La membrana tettoriale è infatti in grado di ricevere e trasmettere impulsi in numerose zone della
coclea attraverso particolari onde, del tutto diverse da quelle già conosciute e comunemente associate alludito.

Per oltre un secolo si è ipotizzato che allinterno della coclea le onde sonore fossero trasformate
e condotte attraverso una particolare struttura chiamata membrana basilare, presente nel canale
cocleare. Il team di ricercatori del MIT ha invece scoperto che un diverso tipo di onda, tenuto da
sempre in scarsa considerazione per la sua particolare conformazione, è ugualmente in grado di
trasmettere i suoni. Questa onda agisce sulla membrana tettoriale, una parte della coclea collocata
al di sopra delle cellule sensoriali delludito deputate a ricevere e trasmettere informazioni al
cervello. Secondo i ricercatori del MIT, questo secondo tipo di onda rivestirebbe un ruolo fondamentale nel trasmettere gli impulsi sonori alle cellule delludito.

Spaccato dellapparato cocleare [photo credit: Wikipedia]Banalizzando molto, possiamo dire che il
nostro orecchio interno è in grado di trasformare meccanicamente le onde sonore in due tipi
differenti di onde, caratterizzate da un diverso modo di muoversi nello spazio. Queste onde possono
interagire per stimolare le cellule delludito e migliorarne la sensibilità, tanto da consentirci di udire suoni molto deboli o disturbati.
Linterazione tra i due tipi di onde sonore, create meccanicamente dal nostro orecchio interno,
potrebbe essere la chiave per spiegare lincredibile fedeltà con cui riusciamo a riconoscere suoni e rumori.
Sappiamo che lorecchio umano è estremamente sensibile ha dichiarato il prof. Freeman ma non
sappiamo ancora quale meccanismo consenta al nostro udito di essere così preciso. La nostra ricerca
ha però evidenziato, per la prima volta, un nuovo meccanismo cui nessuno aveva ancora pensato, che potrebbe aprirci nuove strade per risolvere lenigma delludito.

La scoperta del prof. Freeman e del suo team di ricerca ha evidenziato quanto la conoscenza della
struttura intima del nostro orecchio sia ancora da approfondire e studiare. Linaspettato ruolo
della membrana tettoriale nella trasmissione e nel riconoscimento delle onde sonore potrà portare a
una nuova generazione di apparati cocleari artificiali, maggiormente sensibili e affidabili, per
strappare dalloblio del silenzio migliaia di persone affette da gravi patologie uditive.

http://www.rle.mit.edu/rleonline/People/DennisM.Freeman.html

da http://www.blogalileo.com/scoperto-nuovo-meccanismo-delludito/

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