L’Universo amico
di Marco Ferrini
Secondo la legge del karma, ad ogni azione corrisponde una reazione dello stesso segno.
In questo mondo tuttavia non è raro sperimentare che persino unazione virtuosa possa sul momento
produrre risultati dolorosi, anche perché siamo circondati da individui fortemente condizionati, che
ad un’azione benefica potrebbero reagire con ostilità. In ogni caso, anche se unazione corretta
potrebbe immediatamente non produrre risultati piacevoli, possiamo avere la certezza che questi
siano già assicurati come nostri su di un piano superiore, in una prospettiva lungimirante, perché
così avviene quando lazione è fondata sul dharma, ovvero sulle leggi universali della vita.
Il saggio agisce secondo il dharma, senza preoccuparsi troppo se per brevi o lunghi periodi dovrà
sopportare temporanee conseguenze disagevoli (tapas), anche perché al contempo sperimenta nel
proprio intimo serenità e soddisfazione impagabili, non dipendenti da cause esterne.
Ciò che invece accade a chi vuole godersi il risultato a tutti i costi e subito, anche a scapito del
dharma, è che al momento ottiene qualche fugace soddisfazione, salvo poi questa trasformarsi nel suo
esatto contrario.
La Bhagavad-gita (XVIII.38) insegna, infatti, che il piacere determinato dal contatto dei sensi con
il loro oggetti, allinizio sembra nettare ma alla fine è veleno, essendo una pseudo-felicità
indotta da rajoguna, ovvero dalla bramosìa dell’ego empirico.
Assumendo invece un corretto punto di vista, quello dellio metafisico, e unazione ad esso
coerente, possiamo testimoniare piccoli prodigi anche nella nostra vita di tutti i giorni: un
disagio o un ostacolo possono essere percepiti come unopportunità per superare i propri limiti e
provvidi aiuti per sviluppare una consapevolezza più elevata.
Se leggendo ti chiedi qual è la necessità di sviluppare una consapevolezza elevata, ti rispondo che
senza di essa non si può sperimentare lautentica felicità.
Se riusciamo a guardare al mondo in questottica, vedremo un prodigio continuo, una dimensione in
cui gli ostacoli non esistono, se non nella nostra immaginazione a causa dei condizionamenti. Al
loro posto vedremo occasioni per colmare le nostre carenze affettive, emotive e comportamentali.
In una corsa ad ostacoli latleta non è né sorpreso né dispiaciuto nellaffrontarli, perché essi
fanno parte del gioco. Analogamente, solo chi è passato attraverso unadeguata maturazione
interiore, può vedere che la vita stessa è una sequenza interminabile di crisi (lutti, abbandoni,
tradimenti, malattie, morti e rinascite); la giusta attitudine consiste nel cogliere lorizzonte di
senso di tutto ciò, ovvero considerarle uninfinita serie di preziose opportunità per fare un
percorso di individuazione di sé e scoprire la nostra essenza spirituale, situata oltre il cangiante
mondo dellimpermanenza.
Sentirsi soli, abbandonati o senza cose o persone di cui godere, può momentaneamente apparire una
privazione o un ostacolo al raggiungimento della felicità, ma piuttosto che sprecare preziose
energie nellauto-compiangersi, possiamo imparare a vedere la stessa situazione come una prova da
superare per coglierne lopportunità nascosta. Seneca diceva ignis aurum probat, miseria fortes
viros, il fuoco testa loro e le prove [della vita] la forza morale degli uomini.
Se la mente è educata e guidata dal sé spirituale non vedremo più ostacoli davanti a noi, ma uno
spazio luminoso da percorrere con gioia, che ci confermerà di volta in volta la grandezza della
misericordia divina e la natura intelligente del mondo e della vita…e che, come scriveva
S.Francesco nel cantico delle creature:
Laudato sie mi Signore, cum tucte le tue creature, spetialmente messor lo frate sole, lo qual è
iorno, et allumini noi per lui. Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore,de te, Altissimo,
porta significatione.
Laudato si, mi Signore, per sora luna e le stelle, in celu lài formate clarite et pretiose et
belle.
Un altro modo per dire che luniverso ci è amico.
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