del dr. Giancarlo Rosati
Continuiamo nell’approfondimento della Figura di Sai Baba, descritta tramite
la testimonianza del dr. Giancarlo Rosati, uomo – a dire il vero – molto
coerente e pragmatico, pur se profondamente innamorato della Figura
dell’Avatar.
Giancarlo Rosati e’ nato in Etiopia. Dopo avere conseguito il diploma di
maturita’, presso l’Universita’ di Oxford, si laurea in medicina e
Chirurgia, in Italia, dove consegue sei specializzazioni. E’ socio fondatore
del Centro Esperienze Psichiche di Parma e membro dell’Accademia Tiberina.
Ha partecipato a diversi congressi e incontri televisivi su Sai Baba e,
sulla scia della sua ricerca, ha pubblicato uno studio sulla vita e sulla
paranormalita’ di Gesu’, dal titolo “L’Uomo dei miracoli”. Vive a Parma ed
esercita la professione medica.
(da “Sai Baba, l’Uomo venuto dal Cielo” – di Giancarlo Rosati)
– I MIRACOLI SUL PIANO BIOLOGICO –
A questo livello dobbiamo prendere in considerazione le guarigioni e le
rianimazioni di cadaveri.
Baba dichiara: ” Il mio compito non è soltanto quello di curare, consolare o
rimuovere le miserie ed i dolori degli uomini. Questo e’ soltanto
occasionale. La mia missione e’ quella di ristabilire la retta via in tutto
il mondo secondo l’insegnamento dei Vedanta”.
Se nel valutare il meccanismo attraverso il quale si verificano le
guarigioni cosiddette miracolose abbiamo potuto invocare una spinta
cerebrale destinata a controllare il sistema immunitario nel suo insieme,
quando ci troviamo di fronte agli interventi chirurgici paranormali operati
da Baba ci troviamo di fronte ad eventi che non possono sottostare alla
nostra ipotesi.
I meccanismi sfruttati da Sai Baba per produrre miracoli sul piano biologico
sono diversi e in base al suo modo di procedere possiamo distinguere:
– interventi di chirurgia paranormale;
– interventi di chirurgia astrale;
– guarigioni al tocco della mano o all’ordine verbale;
– guarigioni indirette attraverso la somministrazione di sostanze
materializzate all’istante;
– indicazioni per rintracciare lo specialista in grado di fare una diagnosi
precisa ed attuare una terapia adeguata.
*Chirurgia paranormale*
Una devota presenta un tumore addominale. Sai Baba decide di operarla di
fronte a testimoni, tra i quali un medico.
La donna viene posta in posizione orizzontale su un lettino. Sai Baba
materializza all’istante un pizzico di vibhuti e la pone sulla fronte della
donna inducendo un’anestesia generale. Ottenuta l’anestesia necessaria per
iniziare l’intervento chirurgico, Sai Baba ruota la mano destra e
materializza dall’aria tutti gli strumenti necessari al chirurgo per aprire
un addome ed asportare un tumore. Bisturi, forbici, pinze e kockers
compaiono all’interno di un contenitore di metallo, proveniente da un’altra
dimensione, lucidi e scintillanti come appena forgiati. Lo Swami apre
l’addome, introduce la mano all’interno della cavità peritoneale ed asporta
una massa che consegna al medico per un eventuale esame istologico del
tumore asportato…
Afferra quindi i lembi della ferita, li unisce, materializza di nuovo un po’
di vibhuti e l’applica alla ferita che cicatrizza immediatamente. La
paziente viene risvegliata. Non ci sono restrizioni alimentari o fisiche e
la donna non ricorda nemmeno di essere stata sottoposta ad un intervento del
genere.
L’ipotesi che avevamo avanzato sulle guarigioni psichiche non trova in
questo caso nessuna applicazione. Si e’ trattato di un effettivo atto
materiale attraverso una tecnica non prevista dalla chirurgia ortodossa, a
parte poi la materializzazione dal nulla di tutti gli strumenti. Il decorso
posto-peratorio e’ anomalo, cosi’ come e’ anomala la cicatrizzazione
istantanea. La cicatrice scomparira’ completamente dopo due giorni senza
lasciare alcuna traccia visibile.
*Chirurgia astrale*
Un medico dentista affetto da cancro nel naso-faringe deve essere sottoposto
ad intervento chirurgico. La notte prima dell’intervento sogna Baba che lo
rassicura: «Non ti preoccupare. Ti operero’ io stesso». Durante il sogno il
medico viene sottoposto, cosi’ ha l’impressione, ad un intervento, fatto
secondo tutti i canoni della chirurgia. Al mattino si accorge che le
lenzuola sono sporche di sangue. Si guarda allo specchio e una lunga
cicatrice gli da’ la conferma che durante la notte e’ successo qualcosa di
straordinario e di inspiegabile. Quando andra’ al darshan di Baba, lo Swami
confermera’ di essere intervenuto durante il sonno per salvarlo attraverso
quell’operazione.
Il secondo caso e’ altrettanto misterioso e suggestivo. Lo abbiamo gia’
accennato.
Una devota di Madras deve sottoporsi ad un intervento demolitore per cancro
della mammella. La sera prima dell’intervento prega intensamente lo Swami.
Chiede soltanto di essere aiutata e non si rende conto che il suo appello
avra’ un risultato più che straordinario.
La donna si addormenta e sogna che Baba interviene chirurgicamente sulla sua
mammella asportando completamente il tumore. Al mattino la donna si sveglia
e si accorge che un liquido nerastro fuoriesce dal capezzolo della mammella.
II piastrone che denotava la presenza del cancro e’ completamente sparito.
gli accertamenti eseguiti dimostrano che effettivamente il cancro non c’e’
più. Se non fossero stati eseguiti tutti gli accertamenti del caso, compreso
un ago-aspirato e relativo esame istologico, potremmo pensare che non si
trattasse di un cancro…
Guarigioni al tocco e all’ordine verbale
Una donna paralitica proveniente dagli Stati Uniti e’ al darshan di Baba a
Puttaparthi.
Sai Baba esce dal Mandir e si avvicina in maniera decisa verso la donna. Va
proprio verso di lei. Il cuore della donna comincia a pulsare all’impazzata.
Sai Baba si ferma a qualche metro, la guarda e la invita a seguirlo: «Vieni!
Alzati e vieni con me!».
La donna prova a muoversi. Gli arti cominciano a sollevarsi. E’ un momento
drammatico. Le gambe, dopo dieci anni, fanno alcuni movimenti. La donna
scende da sola dalla carrozzella sulla quale e’ arrivata in India, si
affianca a Sai Baba e insieme raggiungono il tempio che dista circa 40
metri.
Un bimbo spastico si trova tra la folla, tra le braccia del padre. Sai Baba
si ferma proprio davanti a lui e lo invita a camminare. Il bimbo ci prova,
ma i movimenti non sono ben coordinati. « Cammina meglio». L’ordine dello
Swami arriva perentorio e riecheggia nella testa del bambino come una bomba.
Ed ecco verificarsi ancora una volta l’incredibile. Il bimbo sembra
espandersi, allarga le braccia, distende le gambe e cammina spedito verso
Baba.
Nel dicembre 1989 Sai Baba fa avvicinare la carrozzella di un’americana. La
donna vive in quella situazione da 5 anni per una grave degenerazione
articolare. La carrozzella viene sospinta verso il porticato dove Sai Baba
attende. Scambia alcune frasi scherzose con la donna, poi tocca le ginocchia
e le fa cenno di alzarsi. Sai Baba se ne va senza piu’ preoccuparsi della
risposta motoria della donna, che rimane un attimo disorientata.
Superato il primo momento di sgomento, si rende conto che non puo’ perdere
questa grande opportunita’ che le concede lo Swami. Appoggia le mani sui
braccioli della carrozzella, si solleva… e cammina. La folla dei devoti
applaude e piange.
Mia madre e’ sconvolta e al termine del darshan mi abbraccia e dice: “
Grazie per avermi portato qui. E’ stato il regalo piu’ bello che tu mi abbia
fatto. Sto vivendo l’esperienza più straordinaria della mia vita» e
singhiozza per un giorno intero…
Sono ormai moltissimi i pazienti guariti dal tocco del Maestro. I dolori
scompaiono; scompaiono i tremori determinati da un morbo di Parkinson,
mentre le dermatiti sembrano svanire sotto l’influsso divino del Maestro.
Sai Baba agisce sempre con una certa teatralita’, minima, e’ vero, ma il
devoto deve rendersi conto di quello che sta per succedere, altrimenti non
riuscira’ mai a capire di essere stato guarito dalla parola, dal tocco o
dalla sostanza materializzata dallo Swami.
E’ evidente, e le indagini sembrano darcene conferma, che la maggior parte
delle guarigioni avvengono attraverso la somministrazione di sostanze
materializzate, come la vibhuti e l’amríta.
Questa sembra essere la strada preferita da Baba, ma chissa’ quante
guarigioni vvengono nel silenzio delle case piu’ lontane e delle quali non
avremo mai notizia. Ogni devoto che si reca a Puttaparthi ha qualcosa da
raccontare e ogni racconto nasconde la straordinarieta’ dell’intervento di
Sai.
Ogni volta che parlo in pubblico di Baba qualcuno si alza e racconta la
guarigione dì una sua malattia dichiarata incurabile dalla scienza
ufficiale: molti tumori maligni, alcune distrofie, alcune forme
demielinizzanti, oppure, forme croniche che i pazienti si portavano dietro
da anni. Sembra che il tocco del Maestro riporti vitalita’ agli arti
paralizzati, dia forza alle cellule difettose, restituisca energia ai
depressi, rinnovi i tessuti, dia una spinta all’organismo nella sua totalita
‘.
“lo posso fare quello che faccio perche’ conosco il passato, il presente ed
il futuro di ciascuno di voi” e da questa sorgente infinita ed eterna di
energia sgorga la grazia che fa guarire e conduce sul sentiero della
Conoscenza. E chi conosce non dovra’ più temere le avversita’ del mondo.
Baba ti rassicura: “Perche’ temere, se io sono con voi?”.
Una guarigione avvenuta in maniera inconsueta e’ capitata ad un mio
paziente. Dì rìtorno dal mio primo viaggio in India cercai di soddisfare la
curiosita’ del paziente il quale mi domandava i risultati di questa
esperienza. Senza saperlo, tutti e due, come tantissimi altri, cercavamo la
strada della Conoscenza. Quando terminai il mio racconto, l’uomo disse
semplicemente: «Adesso, sa che cosa faccio? Vado a casa, convinco mia moglie
e parto per Puttaparthi».
II destino lo ha fatto partire invece a distanza di qualche mese. Cosi’
nell’agosto del 1988 si reca a Puttaparthi. Un anno fa era comparsa una
paralisi dei piede dovuta ad una compressione spinale. Il neurochirurgo
consultato aveva dichiarato l’impossibilità di intervenire.
Giunto a Puttaparthi cerca una sistemazione e poi si reca al suo primo
darshan. Entra nel cortile del Mandir e non appena i suoi piedi nudi vengono
in contatto con la sabbia sulla quale normalmente cammina Sai Baba l’uomo
avverte una strana sensazione. II piede recupera improvvisamente la propria
vitalita’. La paralisi scompare. E’ qualcosa di straordinario, di
eccezionale e misterioso quello che gli succede e non ne parla nemmeno con
la moglie, pensando ad una forma di suggestione o ad un miglioramento
passeggero, nonostante le dichiarazioni pessimistiche del neurochirurgo.
Soltanto dopo una settimana decide di rivelare la sua incredibile
guarigione.
Nel momento in cui ì suoi piedi nudi sono entrati in contatto con il campo
bioenergetico creato da Sai Baba il suo organismo ha recuperato la vitalita’
perduta.
Molti sono i malati che si recano a Puttaparthi con la speranza di tornare
guariti per quanto grave ed avanzata sia la loro malattia. Molti guariscono,
qualcuno torna nelle medesime condizion i. Qualcuno muore. Quando Sai Baba
non puo’ intervenire e modificare il decorso della malattia per mille motivi
karmici, allora lo Swami interviene in un altro modo: modifica il cammino
verso la morte. Le sofferenze vengono attenuate oppure la morte compara
improvvisa senza costringere il malato a percorrere tutto il calvario dei
dolori terminali, della cachessia, dell’agonia. Malati destinati a terminare
la loro vita, secondo il parere dei medici nell’arco di qualche mese,
trovano invece una morte dolce e rapida molto tempo prima del previsto, al
di la’ di tutte le previsioni.
Qualcuno sosterra’ che non e’ giusto abbreviare la vita di un individuo. Noi
non sappiamo esattamente cio’ che e’ giusto e cio’ che e’ sbagliato e quale
sia il sentiero migliore per il malato. Di fronte alle sofferenze inaudite
di certe forme tumorali disseminate spesso ci auguriamo che il malato
finisca presto le sue sofferenze. Forse l’aiuto che fornisce Baba in questi
casi e’ proprio destinato ad evitare al corpo ulteriori sofferenze.
«Trovero’ io la soluzione migliore per lui», dice Baba riferendosi a qualche
malato. Questo non vuole affatto dire che lo guarira’, ma sicuramente non lo
fara’ soffrire.
Affidandosi a Baba anche la morte diventa dolce.
Le dichiarazioni fatte da Sai Baba sulle guarigioni miracolose si rifanno a
quanto sostenuto dai mistici in generale quando affermano che e’ la mente
che guida il corpo, facendo il bello e il cattivo tempo. In passato questo
concetto venne sostenuto soltanto dalla mente geniale di Groddeck che puo’
essere considerato il padre della medicina psicosomatica.
L’enunciazione di Sai Baba trova oggi conforto nelle scoperte delle
neuroscienze che allargano il concetto ad un sistema più complesso
neuro?endocrino-immunologico. Cosi’, dai comuni cinque sensi siamo passati a
sei e poi a sette. Il sesto senso e’ rappresentato dalla sintesi delle
informazioni raccolte dai comuni organi sensoriali ed elaborati su un piano
preconscio, mentre il settimo senso e’ rappresentato dal sistema
immunologico, che e’in grado di intercettare e codificare stimoli non
cognitivi (sostanze estranee all’organismo e ad esso nocive) in maniera
autonoma.
Piu’ affondiamo il coltello nel microcosmo del corpo umano e piu’ ci
accorgiamo che le guarigioni miracolose altro non sono se non il risultato
di un giro di chiave in piu’ da parte delle strutture (il sistema trino
neuro?endrocrino?immunologico) che custodiscono il segreto del codice che
regola il mondo intero.
Con i mistici l’Atman, relegata in un oscuro angolo del cervello dal limite
dei nostri strumenti e del nostro intelletto, prende la sua rivincita.
Non conosciamo ancora il nostro cervello e i codici segreti che ci
condurranno all’interno di un’estesa vallata dove la fantascienza diventera’
realta’. Le scoperte delle neuroscienze spingono i ricercatori ad avanzare
delle ipotesi azzardate e a lavorare su queste ipotesi che per i mistici
sono, da tempo immemorabile, delle certezze.
Tutto cio’ che fa parte della psiche e non e’ dimostrabile viene rigettato
dalla scienza ortodossa e finisce nel magico e nell’occulto, mentre in
realta’ certi fenomeni fanno parte della nostra fisiologia. Qualche
ricercatore, per fortuna, si ribella agli schemi fissati dalla scienza
ufficiale e inizia un contro-pensiero che valorizza l’unita’ del creato.
Quando l’anestesista inglese guari’ un caso di ittiosi molti non gli
avrebbero creduto se non fosse stata per la testimonianza diretta dei suoi
insigni colleghi.
E’ doveroso ribadire ancora una volta che il ricercatore serio non potra’
mai negare se non in positivo e quando neghera’ lo fara’ perche’ avra’
osservato e verificato in prima persona scoprendo cio’ che esiste alla base
del fenomeno.
*Drastiche risoluzioni*
Non sempre Sai Baba guarisce. Qualche volta non puo’ farlo e non perche’ non
possieda il potere necessario, ma perche’ andrebbe contro una legge di
natura inderogabile ed intoccabile. Noi non sappiamo evidentemente quello
che e’ bene e cio’ che e’ male, per cui chiediamo sempre e comunque la
guarigione, la salvezza, il meglio, la felicità, senza renderci conto che
qualche volta quella potrebbe non essere la strada giusta.
Sai Baba conosce il passato, il presente ed il futuro di ciascuno di noi;
conosce la nostra storia piu’ antica e nessuno meglio di Lui e’ in grado di
stabilire se e’ meglio guarire o soffrire, vivere o morire. Al di la’ della
materia c’e’ qualcosa di molto piu’ importante.
Spesso puo’ capitare che la morte sia la soluzione migliore del momento. La
morte ci toglie dalle sofferenze, ci allontana dal dolore e
dall’umiliazione. Quando chiediamo, Sai Baba risponde, ma puo’ rispondere
facendoci morire in quattro e quattr’otto senza mezzi termini e senza pieta’
. La pieta’ sta proprio nel concederci una morte dolce e rapida. E il colpo
di pistola al sofferente, il dolce veleno al dolorante.
Sembra tutto assurdo, ma non lo e’. Per comprendere tutto questo e’
necessario entrare nell’ottica della reincarnazione, tenere sempre ben
presente questo aspetto, altrimenti rotoleremo per la china dell’ignoranza e
non potremo mai comprendere il meccanismo della nascita e della morte.
Se le condizioni di un uomo sono disastrose e devastate, quando il karma non
puo’ essere interrotto o modificato drasticamente, la soluzione non puo’
essere che una: concedergli la morte per consentirgli di rinascere in
condizioni migliori.
Quando puo’ intervenire Baba? Bisogna chiamarlo? E’ necessario invocarlo?
Perche’ non assiste tutti gli uomini che vivono in questo momento sul
pianeta ed hanno bisogno di lui?
Occorre un contatto, non vi so dire se attraverso un pensiero, ma e’
necessario fare scoccare una scintilla tra voi e Lui, direttamente o
indirettamente. E’ come se Egli rispondesse a chi Gli tende la mano per
avere aiuto. Se Gli tendete la mano avrete sempre il Suo aiuto, in un modo o
nell’altro, ed Egli scegliera’ sempre la soluzione migliore per voi, vi
evitera’ sofferenze, dolori, lungaggini, pene, umiliazioni e ripercussioni
karmiche.
Un collega ha un cancro del polmone. La vita del carcinomatoso non si spegne
in pochi giorni, ma continua per qualche mese, tra umiliazioni, dolori e le
sevizie dei medici che cercano di ritardare il trapasso e di alleviare le
sofferenze. Purtroppo questa e’ la triste realta’ di una situazione che non
si e’ riusciti ancora a risolvere.
La moglie si affida a Baba. Scrive una lettera che non fara’ nemmeno in
tempo a recapitare. Gli amici stessi si affidano allo Swami e chiedono la
guarigione o, al limite, una morte rapida, serena, senza sofferenze. E la
morte viene, rapida, serena, improvvisa, quando ancora il paziente non si
era reso conto del suo dramma polmonare. E rimasto li’, seduto su una sedia,
una sera, mentre un programma televisivo cantava la sua canzone alla vita.
Non si e’ accorto di niente. Se ne andato, cosi’ in punta di piedi, guidato
nel mondo dell’invisibile da una misteriosa presenza, che conduce per mano
lungo i prati verdi dell’aldila’.
Coincidenze? Sono coincidenze strane, molto strane.
Un padre porta i suoi tre bambini al darshan di Baba. Sono tutti e tre
handicappati per una forma ereditaria che non perdona. Il padre chiede a
Baba di aiutarlo. E Baba lo rassicura: ” Trovero’ per tuo figlio la strada
migliore per lui» e cosi’ facendo si riferisce al piu’ grandicello che
veniva indicato dall’uomo.
Il giorno dopo quel ragazzo muore. La sua gravita’ era tale da determinare
sofferenze indicibili a lui e alla famiglia. La soluzione migliore per lui
sarebbe stata la guarigione? Lo sprovveduto risponderebbe immediatamente di
si’. Chi ha affondato la lama nelle legge del karma sa che non sempre la
guarigione e’ la soluzione migliore.
Qualche tempo dopo l’uomo e’ ancora al darshan e ancora una volta chiede
aiuto per i suoi due bambini. Anche per loro Sai Baba garantisce la
soluzione migliore, ma aggiunge anche: « Quando verrai da me, fra tre anni,
il tuo bimbo mi correra’ incontro felice».
Il padre non riesce a capire subito che la soluzione potrebbe essere
diversa da quella da lui sperata, ma ben presto si rende conto che la
soluzione e’ una e soltanto una: la morte dei suoi figli cosi’ gravemente
handicappati.
I due figli handicappati muoiono nel giro di pochi giorni. Subito dopo la
moglie resta incinta e tre anni dopo l’uomo e’ ancora davanti al Mandir in
attesa che Baba esca per dare il suo darshan alla folla che lo attende. Non
appena Baba esce dal Tempio, il bambino di tre anni si svincola
dall’abbraccio del padre e corre incontro a Baba felice e sorridente, al di
la’ delle regole che governano rigidamente il protocollo. Il miracolo
annunciato da Sai Baba si era realizzato. L’ultimo figlio era rinato in
piena salute fisica e spirituale.
*Decisione drammatica*
Un devoto di Baba, paralizzato da alcuni anni, si trova all’interno
delI’Ashram di Puttaparthi da qualche giorno. Un mattino si presenta per il
darshan. La sua carrozzella viene sospinta nella parte riservata agli
invalidi. Qualcuno sussurra all’orecchio dell’uomo che quel giorno Baba lo
avrebbe guarito. Chissa’ per quale motivo ogni tanto qualcuno si prende la
briga di decidere per Dio. Sai Baba esce offrendo il suo darshan, ma non
guarda in faccia il povero malato. Il giorno dopo l’uomo e’ ancora li’ e
qualcuno, ancora una volta, gli sussurra che lo guarira’. La voce si sparge
per l’ashram, Baba esce e questa volta gli dona un sorriso. Il terzo giorno
l’uomo domanda a Baba:
“Swami, guariscimi!” e Sai Baba gli spiega:
“lo potrei guarirti ora, ma il tuo karma resterebbe sospeso e dovresti
riprenderlo tale quale, allo stesso punto, nella prossima vita. Ora io sono
qui. Quando tu tornerai nella prossima esistenza io non ci saro’. Devi fare
una scelta: guarire ora e ripartire nella prossima vita dal punto in cui hai
lasciato il tuo karma in questa esistenza, oppure riscattare il tuo debito
beneficiando del mio aiuto ora che io sono qui.”
Il paralitico sceglie di riscattare l’intero suo debito in questa vita con
l’aiuto dello Swami.
Un ammalato si trovava in una continua situazione di sofferenza fisica. I
dolori erano tali e tanti che ad un certo punto, disperato, si rivolse a Sai
Baba.
“Swami. I miei dolori sono terribili e vanno al di la’ della mia
possibilita’ di sopportazione. Fai in modo che io possa pagare il mio
debito a rate, un po’ in questa vita, un po’ nell’altra e cosi’ via, in modo
che io possa affrontare la situazione con piu’ serenita’.
Il mio grande desiderio e’ la liberazione, ma non sono in grado di
sopportare tanto. Tornerò ancora a vivere per sdebitarmi con la vita, ma
dammi una mano.
L’uomo guari’ completamente ed ebbe assicurazione da Baba che si sarebbe
liberato in questa stessa vita.
Difficile capire quello che succede al di la’ della cortina di Maya.
Difficile interpretare il karma di un individuo o cio’ che scatta. Inutile
cercare di analizzare o comprendere le decisioni del Maestro. Talora ci
sembrano decisioni strane, ingiuste, drastiche, impietose. Ma non e’ così.
Sai Baba conosce la nostra storia piu’ antica, i debiti e i crediti che
abbiamo accumulato con le nostre vite precedenti e soltanto Lui, quindi, e’
in grado di stabilire a quale punto e’ giunto il nostro risveglio.
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