L’uomo vive nel corpo come un prigioniero…

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L’uomo vive nel corpo come un prigioniero…

Da L’eterna RICERCA dell’uomo.

Di Paramahansa Yogananda. Edizioni Astrolabio

Lo Yoga trasforma la teologia in esperienza pratica

Lo Yoga pone l’uomo in grado di percepire la verità in tutte le religioni.
I Dieci Comandamenti vengono predicati, con parole differenti, in ogni
religione. Ma i due comandamenti massimi sono quelli sottolineati da Gesù:
“Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con
tutta la tua anima”, e “Ama il prossimo tuo come te stesso”[1] .

Amare Dio “con tutta la tua mente” significa ritirare l’attenzione dai
sensi e darla a Dio, dare a Lui tutta la propria concentrazione nella
meditazione. Ogni ricercatore di Dio deve imparare a concentrarsi. Una
preghiera pronunciata mentre, sullo sfondo della mente, si pensa ad altre
cose, non è vera preghiera e non attira l’attenzione di Dio. Lo Yoga insegna
che, per trovare il Padre, è necessario cercarLo prima con tutta la nostra
mente, con concentrazione esclusiva.

Alcuni dicono che gli indù sono più adatti alla pratica dello Yoga, che lo
Yoga non è fatto per gli occidentali. Questo non è vero. Molti occidentali,
attualmente, sono avvantaggiati rispetto agli indù nella pratica dello Yoga,
perché i progressi scientifici hanno concesso agli occidentali molto tempo
libero. L’India dovrebbe utilizzare in misura sempre maggiore i metodi
avanzati sulla via del progresso materiale d’Occidente per rendere la
propria vita più facile e più libera; e l’Occidente dovrebbe prendere
dall’India i pratici metodi metafisici dello Yoga, per mezzo dei quali ogni
uomo può trovare la propria via verso Dio. Lo Yoga non è una setta, ma una
scienza universalmente applicabile, per il cui mezzo possiamo trovare il
nostro Padre.

Lo Yoga è per tutti, per la gente dell’Occidente e per quella
dell’Oriente. Non diremmo che il telefono non è fatto per l’Oriente solo
perché è stato inventato in Occidente. Così anche i metodi Yoga, benché
siano stati sviluppati in Oriente, non sono riservati esclusivamente
all’Oriente, ma sono utili a tutta l’umanità.

Che un uomo sia nato in India o in America, un giorno dovrà morire. Perché
dunque non imparare a “morire ogni giorno” in Dio, come san Paolo?[2] Lo
Yoga ne insegna il metodo. L’uomo vive nel corpo come un prigioniero: quando
ha finito di scontare la sua condanna, deve sopportare l’umiliazione di
esserne buttato fuori a calci. L’amore del corpo, dunque, non è che amore
per una prigione. Abituati da lungo tempo a vivere nel corpo, abbiamo
dimenticato cosa significa essere veramente liberi. L’essere nato in
Occidente non è una scusa per non cercare la libertà. E’ essenziale per ogni
uomo scoprire la propria anima e conoscere la propria natura immortale. Lo
Yoga indica la strada.

————

[1] Matteo, 22, 37, 39. Anche gli insegnamenti di Krishna nella Bhagavad
Gita pongono l’accento su questi due comandamenti: “Su Me [il Signore] fissa
la tua mente, sii tu il Mio devoto, con adorazione incessante inchinati con
reverenza dinanzi a Me. Essendoti così unito a Me come il tuo più alto
Traguardo, tu sarai Mio” (IX, 34); e “il tipo migliore di yoghi è colui che
sente per gli altri, sia nel dolore che nel piacere, come sente per se
stesso” (VI, 32).

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