MA STO PERDENDO TEMPO!?

pubblicato in: AltroBlog 0
MA STO PERDENDO TEMPO!?

di Guido da Todi

È una domanda soggettiva, forse tra le più sane ed oneste che ognuno di noi possa indirizzarsi allorchè essa va a cogliere la propria attenzione, così, all’improvviso, mentre si sta vivendo la nostra solita sadhana quotidiana.

“Sto perdendo tempo? Me ne rimango immerso in sogni piacevoli – forse inebrianti – che mi procurano una “tana” mentale, un conforto nelle dure avversità della vita? I miei studi, i miei interessi metafisici, le mie meditazioni, le mie posizioni yoga. In fin dei conti, cosa mi hanno donato, in pratica; dove mi hanno portato, in una solida analisi di quel principio che dice: “Ad ogni azione corrisponde una reazione, di natura simile alla causa che la provocò”?

Badate, che è una domanda – se fatta con le sue più vive motivazioni – “da spiritualisti adulti”, e non da chi voglia giocare con se stesso e con argomenti – in fin dei conti – più robusti di lui. In ogni caso, essa costituirà un incredibile vantaggio di tempi e di acquisite chiarezze valutative, su voi medesimi, che neppure immaginate, ora, mentre mi state a leggere. Interrogativi psicologici di tal genere hanno in sé la valenza di fare guadagnare balzi evolutivi, che portano avanti – chi li esprime – di anni, sul proprio sentiero spirituale.

Intanto, servono a “saggiare” la validità ed il ritmo dei propri sforzi. Sono, codesti, sottili e sofisticate chimere teoriche, da noi ripetuti, senza avere il coraggio di affrontarne i contenuti, nella nostra vita esteriore? Saperlo può anche significare accettare giustamente – dei nostri limiti, ed un nostro momento di assimilazione reincarnativa. È già un successo, riconoscerlo. Tuttavia, se tale “esame approfondito del nostro atteggiamento spirituale” ci mette a fuoco, innegabilmente, un lungo periodo di studi teorici, di simpatia generica e istintiva – privi di evidenti e migliori cambiamenti nella nostra vita, dovremo allarmarci. Ciò, però, non riguarda – strettamente parlando – l’ottica degli studi spirituali, in genere. Riguarda, piuttosto, le migliaia, i milioni di “vite spente”, in ideali non realizzati, ma solo alimentati da un desiderio generico di “libertà” e di “felicità all’esistere”.

Ricordiamoci che le “sottili brezze” costanti, rappresentate dai nostri interessi, dalle nostre idee sublimali, dalle nostre ricerche del vero, se non realizzate – almeno in una loro parte – nel mondo oggettivo che ci circonda (e tramutate in qualità dell’io), sono destinate a potenziare, con il tempo, una “camera stagna” esistenziale, la cui pressione interna – sempre in crescita lenta, ma costante non riuscirà a sfogare, se non rivolgendosi contro lo stesso “abitante della stanza” (voi!), ed asfissiandolo, depauperandolo, negli anni, delle sue energie vitali. Inutile, a quel punto, smettere di occuparsi della propria attenzione “di spettatore” del mondo dello spirito. Sono interessi – ricordatelo! – che fanno parte della vostra natura più alta; e che vi invia, sommessamente e ad intermittenza, il vostro Sè Superiore Divino.

Non potrete mai spegnere questa Voce, questo costante “titillamento” interiore. Non illudetevi, quindi, in proposito. Potrete solo “strozzarli”, per questa vita. O, sottovalutarli. Eppure, credetemi, l’esigenza più importante e il “colpo decisivo”, onde evitare i molti, seri danni provocati dall’essere innamorati di quell’aspetto di maya, chiamato “la viltà nell’azione spirituale”, sono rappresentanti, per la massima, nel proprio desiderio di fare chiarezza in sè, con la domanda-chiave: “Sto perdendo tempo?.”

Da questo punto in poi, ci si troverà in discesa. Da qui, in avvenire – se fervidamente convinti di avere iniziato ad aiutare lo sforzo misterioso della Natura Cosmica, che si esprime come “la realizzazione della gioia e della libertà”, che parte dall’interno e si attesta nelle posizioni esterne – da qui, in avvenire ci verranno proposte tutte le soluzioni vantaggiose della “presa di coscienza dell’Iniziato”. Dopo avere onestamente riconosciuto che abbiamo utilizzato un più, o meno, lungo periodo della nostra vita, occupati solo a saggiare con la punta del piede, lì dove la spiaggia tocca il mare, per provare se l’acqua fosse calda o fredda; e che mai avemmo, in fin dei conti, la volontà decisiva di gettarci nell’oceano, dovremmo cominciare, intanto, ad essere felici! Perchè una prima “nota”, “un accordo” con la Grande Legge di costante trasmutazione del piombo in oro (in noi) lo avremo raggiunto! Qual è la direzione da prendere, a questo punto?

Sembrerà, forse, ai più, strana l’affermazione, ma ve ne sono poche; e, comunque, già codificate da millenni, all’orizzonte del Sentiero che tutti noi stiamo seguendo. Ne continueremo a parlare assieme, con una certa cura, in seguito. Affrontiamo, intanto, alcuni primi aspetti del problema. ……. Simile al timore patologico di “realizzare” in sè le qualità suggerite dalla Morale Metafisica Tradizionale (amore verso tutti e tutto; innocuità; polarizzazione sul modulo “energia”, piuttosto che su quello “materia”; percezione reale e realistica di Dio, nella natura; positività…) è, al polo opposto, il desiderio “faccendiere” di volere a tutti i costi “aiutare il prossimo”, “insegnare le verità yoga a tutti”, dare la rivelazione a più non posso, in un continuo sfibramento delle proprie forze.

Attenzione! Tutto ciò è nobile e morale! Si tratta solo – molte volte – di comprendere come, in effetti, “prima di noi ci fosse Dio.”, e che “Dio adombra, sia tutti coloro che ne insegnano il Verbo, che coloro che lo assimilano.”. Si tratta – da parte di chi si sente “unto” e “toccato dalla Rivelazione interiore” – di guardare un pò “fuori dalla finestra del treno”, ed osservare la campagna, i fiori ridenti, gli uccelli, le case umane a gruppo, sui monti e nelle vallate. Forse, avranno più tempo di occuparsi di Dio, in loro stessi, piuttosto che correre sempre ad “infilarne” la rivelazione (magari, dimenticandosi dei figli, dei mariti, degli amici e della famiglia..), lì dove l’Uno già esiste e dove già Egli sa come portare nel proprio Cuore tutto il resto del creato Ci dimentichiamo, difatti, troppo spesso che l’Uno “sta già, lì, radicato, dove noi vogliamo, a tutti i costi, portarne il Verbo”. Sta già in coloro che nulla sanno di Yoga; nulla di Paramahansa Yogananda; nulla della reincarnazione; nulla… di Dio… Il ritmo di Dio, una volta conquistato, saprà suggerirci, sempre, al momento giusto, quale azione dovremo portare, in Suo Nome, nel mondo.

Perchè – ciò è fondamentale – è Dio che agisce attraverso l’Uomo; non il contrario.. Quindi, ecco già le due direzioni da non assumere: – inerzia nell’azione spirituale; ma, anche, meccanicismo e espressione “faccendiera” ed egocentrica, nella stessa. (continua) …. Parlando del Suo Guru, Paramahansa Yogananda ne ha sempre evidenziato la , che permetteva a quell’Uomo di Dio di – per così dire – grattar via, con noncuranza e
facilità, dalla umile ghiaia che componeva il selciato della quotidianità più immediata di ognuno, la polvere d’oro divina, che screziava ogni particolare delle cose relative. Ecco l’importanza inesprimibile di un Guru! Il suo colpo , dato sulle spalle del discepolo, procura un ‘improvvisa sfiammata, nell’animo del medesimo, che ha il potere di mostrargli – all’improvviso – l’immediatezza della Presenza di Dio, in ogni più piccolo atto che egli compone, nell’apparentemente modesto arazzo del mondo relativo. Ecco… Dio.. Forse, varrebbe la pena di parlare un poco solo del di tanto Fiore Solare, che pulsa nelle vene e nell’animo di ogni ricercatore sul Sentiero.

Poiché è unicamente il Profumo di Dio che noi siamo, e saremo capaci di percepire – quale naturale qualità d’animo di ogni Figlio dell’Uno – Uno stesso, a sua volta Come dice la Dottrina Segreta: < È solo tramite la forma, e indirettamente, che Parabrahaman si mostra - in modo parziale - al suo universo> La rivelazione della Scuola Tradizionale Hindu (in modo molto più aperto di quella evangelica) ci parla di della natura universale>, che è, semplicemente, Dio.

Proprio così! La Scuola di Paramahansa Yogananda non spinge l’umanità a credere in alcunchè di fideistico. Essa indica – senza indugi e senza tentennamenti di sorta – il mistero della presenza di Dio, nelle nostre vene, nell’ambiente che ci circonda, nei cieli e nelle stelle, inteso quale risonanza del Sacro Suono: . Forse – almeno a livello teorico – un numero di individui molto minore di quanto si creda s’è soffermato, abbastanza a lungo, nell’approfondire il magistrale e determinato , che tale rivelazione ha portato, e continua a portare, ad ogni .

“DIO PUÒ VENIRE ASCOLTATO E SPERIMENTATO!”

Dio non è unicamente uno straziante desiderio di Lui, da parte dei suoi figli; Dio è Presenza! Dio è ; Dio è prova a Se Stesso!

Avete mai visto quei vecchi film western, in cui gli indiani poggiavano l’ orecchio per terra e, tramite delle profondissime e lontanissime vibrazioni – assolutamente impercettibili all’orecchio di chi non fosse nato in quelle praterie – captavano l’avvicinarsi, a chilometri di distanza, del trotto di un cavallo? È così, per chi medita; e lo fa, seguendo le indicazioni della millenaria Scuola Orientale. Le sottili facoltà interiori vengono risvegliate; e costui diviene capace, proprio come quegli indiani, di poggiare il suo senso di ineffabilità, sull’ovunque, e di ritrarsi, imbevuto dalla vibrazione dell’Eterno Aum: dalla Vibrazione di Dio Stesso! Non mi azzarderei a dire che, all’inizio, affrontare la sperimentazione dell’AUM appare come un gioco, a colui che si addentra in essa.. Ma non si tratta mai di un gioco, quando è il Sè Superiore dell’individuo a sospingerlo verso le Infinite Esperienze dell’Universale.

Tuttavia, la mente inferiore dell’uomo ne combina molte delle sue, allorché approccia – ancora infantilmente – l’ Immensa Esperienza della ‘Sacra Percezione. Potranno passare degli anni; o, a volte, dei mesi; o, forse, dei giorni, prima che l’animo sbigottito del ricercatore si trovi dissolto nel ‘Suono Puro di Diò; che gli appare come l’ovunque, e sorgente da tutte le direzioni; ove non esiste più dietro, avanti, sotto e sopra. Ma, solo il Fragoroso e Incantevole Ronzio dell’Ape Divina..

L’esperienza di ognuno, a questo punto, è che egli – oramai trasumanato – identifica la realizzazione , in modo completamente simile a quelle di ogni Guru, quando lo stesso gliele indicava. Dio, di conseguenza – ed è, questo, il messaggio che vorrei affermare solidamente a tutti voi! – non significa e una . ù

DIO È UN SUONO SACRO, che noi possiamo sperimentare in noi stessi, quando vogliamo e come vogliamo – solo che ci si decida a farlo! Dio è una , che si estende nell’ ovunque, e, dall’ovunque, si effonde, in noi e fuori di noi! Si tratta solo di . Dolcissime, e ripetute, e cantate sono le numerose descrizioni che Yoganandaji fa del , che . E millenaria è la Rivelazione dei Veda, in proposito. Potrete non sentirlo, ancora, l’AUM. Potrete non crederci. Nè immaginare esattamente come la sua risonanza in voi sia capace di staccarvi da ogni corpuscolo del relativo. Ma, vi prego, qui, di accogliere almeno, nel vostro animo, la Verità che Dio può venire , al di fuori di ogni ragionevole dubbio.

Tramite il Suo Verbo, che è l’AUM. Solo in tal modo, saprete dissolvere ancora uno dei massimi ostacoli alla Libertà vostra e di coloro che servite, nel vostro ambiente, e vi allontanerete da un nuovo dei vostri tempi creativi: quello, ancora, che riguarda . La nostro giornata quotidiana è paragonabile – per gli occhi di quell’ape ronzante indicibilità, che è il nostro Sè Superiore – alla pulsante e fervida notte di una giungla equatoriale. Forse, questa monografia non dovrebbe venire letta da chi preferisce sprofondare la propria esistenza nella di una saggezza epicurea; di un buon senso, che si adatta ad ogni affermazione tangibile della materia; e che ascolta il sobbollire costante dei propri..: ..

.per conto loro. Allora, crederò. Crederò di sicuro.> La notte della giungla equatoriale divina è sicuramente ancora lontana da essi. Lo squittire improvviso, qui è là, degli affascinanti uccelli notturni – che sono la Voce di Dio – non lo sentiranno. Il rumore ovattato delle tante sorgentelle notturne, che cantano, dietro i rami, e lontane, e vicine, e che rimbalzano nelle pieghe della Veste di Dio, non il diniego al Nuovo, che fodera i loro animi. La stretta vorace che le loro braccia portano al tronco dell’albero più vicino ad essi, timorose di lasciarne la che propone, continuerà ad rendere il corpo di questi individui – anchilosato a continue promesse di dolore e di assenza d’ ogni vittoria spirituale.. Perchè, infatti, le nostre giornate quotidiane, dipinte di automobili, di negozi, di camere d’ufficio, di sorrisi dei nostri figli – e delle loro strilla e delle loro urla; delle passioni d’amore, e delle mille, mille piccole, grandi cose che le compongono, ebbene, esse sono esattamente la parvenza esteriore della.

Ed il tronco a cui s’appoggia è la prima, immediata che ognuno vede, di queste giornate: ossia, i l loro volto esterno, incombente. Ma, vi siete mai soffermati ad ascoltare quel , che ritma i contenuti di ogni più piccola e vostra esperienza, da che vi alzate da letto – la mattina – e tornate a coricarvi in esso, la sera?.. Vorrei, a questo punto richiamare la vostra attenzione sul fatto ch’io non sto riferendomi ad alcuna motivazione e ad alcun codice simbolico, nel dire quanto ho appena detto. Portate il vostro alla voce nervosa di vostra moglie, o di vostro marito, o dei vostri

conoscenti, mentre si rivolgono a voi, rimbrottandovi, rimproverandovi, magari, riempiendovi di ..Smuovete, dolcemente e simbolicamente, la lastra stagnante che poggia – spesso, ahimè, pesante – sulle vostre giornate d’ufficio, di lavoro, d’abitudine ai vostri doveri. Imponetevi quell’aguzzo dono che hanno i minatori e i cercatori di diamanti, nelle latitudini equatoriali, mentre cercano queste rarissime pietre.. .E vi renderete conto – magari senza averne, sulle prime, una consapevolezza completa – di quanto tutto ciò evidenzi il di un Canto Superiore; la di un sangue sacro sottinteso; il dito misterioso che indica delle risonanze infinite, che – e, codesto, è il messaggio che vorrei mandare a tutti voi – possono venire ascoltate, in modo autonomo, dichiarato, pieno! Quando sarete riusciti a frantumare solo un piccolo frammento di questo scenario , che è l’unico ostacolo alla felicità di tutti gli uomini e di tutte le donne; quando avrete macerato e dissolto unicamente una del mondo relativo, che vi opprime, accadrà il miracolo. Ve lo giuro!.. A me è successo!.. Come per chi pone ed affonda il dito in un tratto di sabbia, vicinissimo al mare; e lo ritrae fuori, e vede, piano, uscire dal foro irregolare, una macchia d’acqua – che diviene, ben presto, una pozzetta, e non cessa di sgorgare, e di allargarsi tutt’attorno a quella minuscola apertura, così sarà per voi tutti! Iniziate, dunque, a percepire l’oceano di Dio, che soggiace – vicinissimo! – ad ogni , rappresentata da tutte le situazioni della vostra giornata quotidiana!

Ascoltate quella Eco rombante, giorno dopo giorno, che preme sulle pareti antichissime della Caverna di Maya, in cui l’umanità vive. Abituatevi ad amare questa Eco; a sussultare, pieni di gioia ed allegria, quando la riconoscerete, sempre più e sempre più, come delle cose tutte della vostra vita. Impegnatevi in questa scommessa quotidiana di la maschera che la ricopre.

.Fino a che, dietro di essa, riuscirete, infine, a riconoscere la Vita Infinita dell’Uno; del Logos!.. E, quello che ora considerate diventerà la più immensa e definitiva delle Realtà: il Dolce, Benedetto, Struggente Uno. Non è mai esistita intimità più tenace, completa ed ardente – tra due amanti, nati da genere umano; nè tra Giulietta e Romeo,e nè tra le shakty divine e gli uomini iniziati, di quello che avvince colui e colei che hanno la Vita, che soggiace tra le pieghe del loro dharma battente, continuo, giornaliero! NON PERDETE TEMPO! Dio si trova esattamente accanto a voi tutti, in questo preciso istante! E potrà parlare, se voi glielo permetterete! Non siete stanchi dei dinieghi che l’esistenza continua a darvi, con fare duro e continuo?

Non siete stanchi di soffrire? Non volete, infine, gioire, danzare, urlare il vostro silenzio di gioia e di infinito?! Ed allora, credetemi!. Non sono , quelle che vi propongo! La Voce di Dio, il suo Sussurrio costante permea la .. ù Allungate la mano. Allungate il vostro cuore.. E, se riuscirete a portare, una sola volta, il vostro sguardo sul Suo, non lo ritrarrete più da lì!

Per sempre!

Condividi:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *