Maestro e discepolo 1

pubblicato in: AltroBlog 0
MAESTRO E DISCEPOLO 1

(parte prima)

(di Ghislaine Guardi)

Revisione del testo: Dr. Mario Rizzi

– Come essere un centro di bontà? –

DOMANDA: Come essere un centro di buona volontà, a qualsiasi livello si
appartenga, affinché la nuova Era apporti una messe abbondante?

RISPOSTA: Siate i benvenuti, sia in relazione al discorso che faremo, sia
per il sentimento che voi su­scitate nel mio cuore. Parlo del mio cuore, e
dei sentimenti che ne scaturiscono nei vostri confronti, perché quando ci si
affida ad una guida; una guida che vive ancora in un corpo fisico, oppure
una che lo ha deposto ed utilizza una forma astrale, bisogna tener ben
presente che la relazione Mae­stro/studente si articola su un rapporto che
si svolge tra intelligenza ed intelligenza.
L’intelligenza stessa, però, può sussistere ed operare soltanto grazie
all’amore e, proprio questo amore, è la caratteristica presentata da ogni
vera “guida”, non importa quale sia il livello che ha raggiunto nella sua
evoluzione. Una guida, infatti, non è unicamente qualcuno che dispensa
inse­gnamenti, buoni pro­positi ed altre cose allo scopo di migliorare
l’intelletto dei suoi allievi; una guida deve essere motivata ed agire
sospinta dalla fiamma dell’amore.

Perché è importante che una guida sia permeata d’amore?

E’ importante che ognuno di voi capisca quanto sia importante che chi
propone un messaggio, al fine di aiutare l’evoluzione spirituale, lo offra
permeato d’amore. Se, un domani, accadesse anche a voi di es­sere chiamati
ad insegnare, educare od informare, sappiate che il vostro messaggio sarà
tanto più ap­prezzato e compreso tanto più lo saprete proporre in modo
chiaro, intelligente e perme­ato dai senti­menti del vostro cuore. Ricordate
che ciò che rende potente la parola (sia essa utilizzata in un rituale, un
esorcismo, un servizio di guarigione, oppure nell’insegnamento), non è
l’argomento in sé ma l’amore che la pervade.

Perché proprio l’amore?

Per darvi una spiegazione devo prima spendere qualche parola su come noi
intendiamo l’amore. L’amore non è semplicemente scegliere o preferire una
persona piuttosto che un’altra. E’ infatti un er­rore generale chiamare
“amore” quel qualcosa che ci spinge ad avvicinarci ad una determinata
persona; questo non è amore ma bensì un desiderio di pace, sicurezza,
armonia. Andiamo infatti ri­cercando nell’altro le qualità che ci permettano
di abbassare le nostre difese per godere di un pe­riodo senza ti­mori e di
pace emotiva. Questo, nel migliore dei casi, potrà anche essere un affetto
profondo ma non certamente amore!

L’amore vero, quello che porta con sé le qualità che provengono dal cuore, è
un’altra cosa. Sono solo queste qualità che ci pongono al di sopra di ogni
discriminazione religiosa, politica o razziale; ci ren­dono capaci di
evitare pregiudizi e preconcetti; ci aiutano a non fare mai delle preferenze
e donare ad ognuno ciò di cui ha veramente bisogno.

Questo è il vero amore! Non basta sentirsi bene con qualcuno per amarlo:
bisogna essere totalmente di­sponibile per lui quando ne avrà bisogno;
questo è l’amore secondo noi! Ma siccome esistono pa­recchie realtà,
ciascuno di voi è libero di calarsi in quella che più gli si addice. Io
descriverò come noi vediamo la “realtà dell’amore” a beneficio di coloro che
oggi sono intervenuti proprio per ap­profondire questo concetto.

Per noi l’amore è uno stato di apertura: il nostro amore è un sentimento
uguale per tutti, senza al­cuna distinzione. Discepoli, iniziati e profani,
troveranno sempre presso di noi cibo, acqua, conforto e quell’entusiasmo
vitale necessario per poter dare un profondo significato alla vita.

La Gerarchia vi ama e lavora per voi

Nel corso degli anni, e per molto tempo ancora, la Gerarchia, proprio perché
ama l’umanità intera, continuerà a trasformare le diverse energie
provenienti dal Cosmo, da altri sistemi solari e da altre co­stellazioni
assai lontane, affinché la loro distribuzione sulla superficie terrestre
avvenga senza ar­recare alcun danno. Questa è “l’acqua di vita” che noi
doniamo agli uomini, è una sorgente vitale sulla quale si può sempre fare
affidamento!

Se questa è l’acqua, vi sarà spontaneo chiedere, quale sarà mai il cibo sul
quale poter fare un conti­nuo affidamento. In primo luogo questo “cibo di
vita” ci viene rappresentato dai “segni” lasciati dai grandi Iniziati e dai
grandi Maestri; da coloro che voi chiamate i Messia, i grandi Esseri che
of­frono la loro vita a beneficio dell’umanità. Il Signore Cristo, ad
esempio, rappresenta un sacrificio perenne perché il suo Corpo,
rappresentato da un’ostia pura e immacolata, viene immolato ogni volta che
viene celebrata la santa Eucarestia.

Un’altra forma di nutrimento ci viene dai consigli offerti da qualcuno
sufficientemente sensibile da poter parlare seguendo qualche sua ispirazione
interiore, magari senza essere neppure consapevole di questo fatto. Egli,
infatti, pensa di poter dare certe indicazioni soltanto perché possiede un
piz­zico di buon senso in più.
Vedete perciò come anche i messaggi che provengono dalle persone più
semplici possono essere ispi­rati da Dio. Può anche accadere che, alcune
volte, l’ispirazione che viene da Dio venga coperta dal “frastuono del
mondo”. Ci sono comunque delle occasioni in cui questi messaggi ci giungono
così na­turali e spontanei da non farci neppure dubitare che essi provengano
proprio da Dio.

Purtroppo, assai spesso, non siamo in grado di sentire la voce di Dio in noi
e allora, piuttosto che of­frire un aiuto personale ed un conforto amorevole
a chi si sente depresso, andiamo magari a smuovere uno Yoghi dell’Himalaia
e, avendone la possibilità, gli facciamo prendere l’aereo, gli fac­ciamo
perve­nire la cartina e una bussola affinché possa arrivare fino al nostro
quartiere. Questo ac­cade perché la nostra mente è sempre occupata con gli
impegni del mondo e, al massimo, ci può suggerire di andare a far visita a
qualche sofferente.

Tutto ciò che Dio compie avviene in modo naturale

Tutto ciò che Dio compie avviene in un modo talmente naturale da passare
inosservato. Dio, infatti, non usa colpi di scena e non si vanta mai del suo
operato! Egli agisce attraverso gli uomini e perciò “chiunque” mantiene il
cuore puro, ed è disponibile nei confronti di “tutti” i suoi simili, potrà
dive­nire un Suo strumento di pace. Bisognerebbe che ognuno di noi fosse
disponibile per un lavoro per­sonale.

Ecco che, allora, andremo personalmente dal vicino bisognoso di affetto, e
gli diremo in modo amore­vole: “Non ti inquietare, mio vicino, pensa a tutti
gli amici che hai, pensa al calore dell’amicizia che ri­corda quello del bel
sole estivo, e tu vedrai che ti ritroverai con la forza necessa­ria per
attendere i giorni migliori”. Ognuno di noi può operare in questo modo
perché la Gerarchia è sempre pronta ad aiutare coloro che dimostrano buona
volontà. Il modo migliore per poter “sentire” la voce di Dio è co­munque
quella di mantenersi con il cuore puro ed aperto.

La comunicazione non è solo verbale, anzi…

Molti pensano erroneamente che comunicare significhi necessariamente porre
una domanda verbale ed ottenere una risposta dello stesso tipo. Non vi è
nulla di più errato: quando si comunica con la propria anima, con Dio o con
la Saggezza universale la nota dominante sarà il silenzio ed è proprio
questo fatto che confonde il discepolo o chiunque cerchi la comunicazione
con i mondi spirituali o l’ispirazione dall’alto.

Questo silenzio non è una “mancanza di risposta”, ma bensì il preludio alla
vera comunicazione! Im­maginate di lanciare un sasso in uno stagno: dal
punto in cui il sasso cade si creeranno e si allar­gheranno parecchi cerchi
concentrici che in breve tempo occuperanno tutto lo specchio d’acqua! Voi
dovete fare la stessa cosa con i vostri interrogativi: permeate la vostra
sostanza mentale con i vostri in­terrogativi e quindi “lanciatela” nello
spazio e lasciate che in esso si diffonda. Come un sasso lanciato nell’acqua
crea dei cerchi concentrici così la vostra mente si amplifica nello spazio
ed è proprio nello spazio che la domanda troverà la sua risposta.
E’ infatti nello spazio che avviene la vera comunicazione. Non cercate la
risposta in segni tangibili e tantomeno aspettatela immediatamente,
continuate invece questo vostro esercizio, ripetetelo ogni giorno per
qualche minuto, senza aspettarvi alcun riscontro, nulla di nulla.

Prendete l’abitudine di ripetere la richiesta ogni sera, poi, lungo la
giornata seguente non vi preoc­cupate più di questa questione. Fatelo per
tre giorni e vedrete che dopo tale tempo avrete una rispo­sta. La ri­sposta
vi giungerà inaspettata sotto forma di sogno, intuizione, ricezione
cosciente o tele­patica. Potrà anche essere una pulsione inconscia che vi
spinge verso qualcuno che ha vissuto la vo­stra stessa espe­rienza, oppure a
comperare un libro che vi possa illuminare o approfittare di qualche
opportunità, per strana che vi possa sembrare. Mantenete perciò una estrema
apertura anche verso ciò che non rientra nel comune e nell’usuale.
Perché bisogna essere aperti?

Certo voi mi potete dire che si potrebbero ricevere le risposte in modo
molto più facile e semplice, ma­gari per mezzo dell’intuizione o tramite la
telepatia. Questo non sempre è possibile: non dipende infatti dall’essere
umano in sé ma da tanti fattori tra cui il suo destino e dal tipo di energia
da cui è circondato. Per l’individuo che nel corso delle vite precedenti si
è formato un suo proprio destino con caratteristi­che particolari, ed ha già
sviluppato determinate facoltà, la cosa si presenta abba­stanza semplice: la
sua relazione con ciò che è cosmico ed anche il suo potere ricettivo sono
già pronti e possono essere facil­mente utilizzati.

Questo significa che ogniqualvolta un tale individuo si aprirà al Cosmo, per
iniziare qualche tipo di relazione, il rapporto stesso sarà caratterizzato
dalle energie che lo accompagnano sin dalla nascita. Questa è la ragione per
cui ognuno di noi, fin dalla nascita, è orientato verso un determinato tipo
di ca­pacità ricettiva: ciascun individuo percepisce infatti le risposte ai
suoi interrogativi nel modo con­sentitogli dalle energie che gli sono
proprie!

Tenete comunque presente che ogni metodo si equivale: l’importante è
raggiungere lo scopo. Ogni contatto è possibile, ma ciascuno di noi ha una
sua chiave di accesso unica e particolare. Questa “chiave” può essere la
parola, un libro, la visione, l’intuizione, la definizione. Solo al termine
del nostro cammino, quando tutti avremo sviluppato le qualità animiche
necessarie, la chiave di accesso sarà uguale per tutti e sarà costituita
dall’intuizione superiore.

Prima che ogni individuo abbia sviluppato la facoltà animica dell’intuizione
superiore (una qualità dav­vero fantastica), occorre che ognuno lavori con
gli “strumenti” di cui dispone: l’importante, co­munque, è svolgere il
lavoro giusto! Mantenete la vostra identità e vedrete che utilizzando ciò di
cui potete di­sporre attualmente presto giungerete a sviluppare questa
grande intuizione.

Cosa cerca un discepolo in realtà…

In realtà cosa va cercando un discepolo allorché medita, prega, vuole aprire
un chakra, desidera in­contrare Dio, oppure sarebbe disposto a pagare
qualsiasi cifra, ed a correre qualsiasi pericolo per poter, ad esempio,
aprire il chakra coronale? Cosa cerca in effetti? Egli cerca le qualità
conferite dall’intuizione superiore; qualità proprie dell’anima.

In cosa consiste questa grande intuizione?

Per poter comprendere i vostri slanci di spiritualità, i vostri impeti, i
vostri entusiasmi, i rischi che vi sentite in grado di correre e superare,
occorre che comprendiate bene ciò che state cercando. Tutti cer­cano questa
famosa intuizione senza sapere che cosa esattamente essa sia ed a cosa serva
in re­altà.Eppure a livello inconscio tutti sanno che serve a “toccare” il
dito di Dio ed a sfiorarne lo sguardo. Tutti, interiormente, conoscono che
si tratta di una esperienza diretta che permette all’essere umano di
tuffarsi nel Cosmo e diventare uno con il Tutto.

Intuizione, comunque, non significa soltanto capacità di comprendere o di
presagire qualcosa. L’intuizione animica, quella superiore a tutte le altre,
rappresenta infatti l’unico “senso” dell’uomo che gli permette di superare
la condizione altamente limitante propria di un “essere incarnato” e
sperimen­tare uno stato in cui può prendere piena coscienza della sua
natura divina.

Come risvegliare questa intuizione?

Si dovrebbe cominciare dalle cose più semplici ma, sfortunatamente, gli
uomini vogliono passare su­bito alle cose complicate, come aprire i chakras,
assistere ad interminabili seminari, leggere libri te­diosi. Vogliono
gettarsi ai piedi di un Maestro o ripetere e ripetere un mantra segreto.

Le cose più semplici non interessano perchè sono anche le più dure da
mettere in pratica, sono rap­presentate dai suggerimenti concernenti il
dominio della personalità: non giudicare; non rubare nel senso più ampio del
termine e non comportarsi male con il proprio prossimo. La necessità di
colti­vare incessantemente all’interno del proprio cuore un briciolo di
fede: una piccola fiammella senza la quale non potremo mai realizzare la
Luce e tantomeno il calore animico che dona il benessere.

Quando parlo di fede intendo anche la speranza fiduciosa nella possibilità
di realizzarsi, magari nel tempo, ma comunque arrivare al traguardo finale
della realizzazione spirituale. Ogni uomo che porta con sé questa speranza,
questa minuscola fiammella, appare ai nostri occhi come un “uomo di fede”.

Condividi:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *