Mal di schiena e Integrazione Posturale

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Mal di schiena e Integrazione Posturale

di Massimo Soldati

Creata più di quindici anni fa in California la Integrazione Posturale
si iscrive sin dalla sua nascita nell’ambito delle nuove terapie della
Psicologia Umanistica. Essa è un metodo olistico di crescita del
potenziale umano che trae la sua efficacia dal superamento de facto
della concezione dualistica di corpo e mente e dal riconoscimento
della identità funzionale di tutte le componenti dell’uomo.

La tecnica di base consiste in manipolazioni precise e profonde del
tessuto connettivo unite a respirazione bioenergetica ed a
mobilizzazioni somatiche coscienti ed inconsce. Con ciò si elicitano i
processi emozionali e la loro espressione nell’ambito di una relazione
specifica col terapeuta. Si mira così a liberare le tensioni emotive
accumulate nel corso della storia individuale ed a dissolvere al tempo
stesso la corazza caratteriale mantenuta dalle tensioni medesime. E’
possibile coprire tutte le tappe principali della nostra vita, inclusa
l’infanzia, con lo scopo di riportare in movimento le energie corporee
e psicologiche represse e dare loro una possibilità di
riorganizzazione creativa.

Insomma, la Integrazione Posturale è un sistema terapeutico completo,
volto alla liberazione sinergica di corpo e mente; è un mezzo per
rimuovere strati profondi di tessuto connettivo bloccato e quindi
portare in espressione emozioni primarie e schemi di pensiero
inconsapevoli; un cammino che conduce ad un più completo e ricco
dialogo con il mondo.

Le potenzialità applicative del metodo sono ampie ed interessano vari
settori delle helping professions, da quello psicologico,
psicoterapeutico, fisioterapeutico, rieducativo, sportivo a quello
della crescita delle potenzialità e del benessere dell’uomo, a seconda
delle gradazioni e profondità di intervento.

Per quanto riguarda il problema del mal di schiena, al giorno d’oggi
sempre più diffuso per la scarsa ecologicità dell’ambiente e per la
componente psicosomatica collegata allo stress, la Integrazione
Posturale offre una ampia rosa di possibilità terapeutiche. Da un
punto di vista strutturale essa, liberando le tensioni superficiali e
profonde in tutto il corpo, favorisce il riallineamento di
quest’ultimo rispetto al proprio asse longitudinale, permettendo una
migliore interazione con il campo gravitazionale. Il mal di schiena,
ma anche innumerevoli altri guasti del nostro organismo, derivano da
un insieme di tensioni che si compensano l’una con l’altra nel
tentativo di mantenere la stazione eretta, mentre la spina dorsale
perde la sua flessibilità e si accorcia.

La scoliosi, l’artrosi cervicale o lombare, l’ernia del disco sono
uno dei prezzi che paghiamo allo sviluppo eccessivo nella nostra
civiltà della funzione pensante a spese di una equilibrata
integrazione tra le parti del nostro essere. Simbolicamente la spina
dorsale è il tronco del nostro albero della vita, essa ci sostiene e
ci permette di essere di fronte al mondo eretti, ma insieme
flessibili, di far fluire tutta la nostra energia vitale adattandoci
alle molteplici richieste dell’ambiente. Ecco che quando ci
irrigidiamo di fronte alla vita, “teniamo duro” per troppo tempo,
oppure ci lasciamo andare ripiegandoci in noi stessi ed evitiamo di
affrontare le cose faccia a faccia, la spina dorsale si indebolisce e
perde la capacità di rispondere correttamente alle sollecitazioni;
come una forte quercia od un albero rinsecchito hanno meno possibilità
di resistere ad una tempesta rispetto ad un giunco flessibile.

Mal di schiena di origine sia psicogena che traumatica si cronicizzano
nel tentativo disarmonico di rapportarsi alla forza di gravità. Ecco
che un facile errore può essere quello di agire solo sulla parte
dolente, trascurando un intervento su tutta la struttura corporea. Ma
un errore più grave sarebbe il fermarsi a questo livello, considerando
solo l’aspetto meccanico e tralasciando quello umano.

La IP dedica una particolare attenzione alle componenti emotive e
psichiche connesse con la liberazione delle tensioni fisiche ed alla
loro integrazione in un più armonico atteggiamento verso la vita.
Blocchi anche traumatici della motilità sono sovente indizi di un
rifiuto di vivere pienamente, di abbandonarsi al fluire della vita, ed
è necessario perciò riportare energia e coscienza nelle zone dello
psicosoma che vengono fisicamente liberate.

E’, a titolo di esempio, il caso di Cinzia, che si presenta con un
dolore continuo, localizzato nei tratti cervicale e lombare, e che di
qui si irradia in una gamba. Nonostante una quantità notevole di esami
clinici e di cure fisioterapiche il dolore non scompare ed anzi sembra
aumentare col tempo. Cinzia ha 25 anni e da quando ne aveva venti è
cominciato il suo calvario, che le impedisce ogni movimento, tanto da
farle abbandonare gli studi universitari e portarla ad una specie di
dorato isolamento casalingo.

Il suo bacino, ruotato esageratamente in avanti, sembra nascondere i
genitali, la schiena è accorciata in un atteggiamento di ripiegamento
in se stessa, che diminuisce molto la sua presenza e la sua
attrattiva. Tutto questo è spiegato da lei solo a livello fisico come
una conseguenza della sua “malattia”, ed a livello fisico cominciamo
ad agire. Distendendo in profondità il tessuto connettivo nella zona
del bacino una grossa quantità di energia si sblocca portando un senso
di libertà e leggerezza. Questo diviene un momento catalizzante la
presa di coscienza di alcune memorie represse : un aborto in
conseguenza di un abbandono, la vergogna di fronte a genitori e
conoscenti, la decisione inconscia di non muoversi più per non
mostrarsi, per non apparire nella sua sessualità vissuta come
colpevole. Presto Cinzia si rende conto che nessuna fisioterapia può
migliorare il suo stato se prima lei stessa non decide di lasciarsi
libera, di abbandonarsi al fluire della vita.

La scomparsa del mal di schiena segue, nei mesi successivi, le tappe
della conquista della sua libertà interiore.

Il corpo è un pò la palestra dell’anima e perseguire la sua completa
emancipazione è un modo di sviluppare la propria storia personale al
di là dei vincoli temporali. Il tempo che passa incasella in esso il
ricordo degli arresti del flusso vitale; nel qui ed ora, con la IP, si
recupera il tempo perduto.

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