Mangiare il tempo

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Mangiare il tempo

di Maha Ghosananda

Che cos’è la vita? La vita è mangiare e bere attraverso i sensi. La vita è
anche stare attenti a non essere divorati. Che cosa ci divora? Il tempo.

Che cos’è il tempo? Il tempo è vivere nel passato o nel futuro, nutrendo la
mente reattiva. Sono rari nel mondo gli esseri che possono dire di essere
stati sani di mente anche per un solo minuto. La maggior parte di noi soffre
a causa della fame e della sete e perché si aggrappa a sensazioni piacevoli,
sgradevoli o neutre. La maggior parte degli esseri viventi deve bere e
mangiare a ogni istante attraverso gli occhi, le orecchie, la lingua, la
pelle, il sistema nervoso.

Mangiamo ventiquattr’ore al giorno, senza tregua. Siamo avidi di cibo per il
corpo, per le sensazioni, per la volontà, per la rinascita. E noi siamo quel
che mangiamo. Siamo il mondo e mangiamo il mondo.

Il Buddha pianse quando vide il ciclo senza fine della sofferenza:
l’insetto
mangia il fiore; la rana mangia l’insetto; il serpente mangia la rana;
l’aquila
mangia il serpente; la tigre mangia l’aquila; il cacciatore uccide la tigre;
arrivano gli insetti e la mangiano; gli insetti depongono le uova nel
cadavere; le uova diventano insetti, gli insetti mangiano i fiori, le rane
mangiano gli insetti…

Nelle storie tradizionali della Cambogia si narra di un gigante con molte
bocche che mangia ogni cosa. Anche il tempo è un divoratore. Quel gigante è
il tempo. Se tu mangi il tempo, consegui il nirvana.

E tu puoi mangiare il tempo vivendo nel momento presente. Se vivi proprio in
questo momento, il tempo non ti può mangiare.

Perciò il Buddha disse: «Io insegno solo due cose: la sofferenza e
l’estinzione
della sofferenza».

La sofferenza, il mangiare e le sensazioni sono esattamente la stessa cosa.
Tutti i tipi di sensazione sono sofferenza, piene di vanità, piene di un «io
sono».

Vedendo con chiarezza la natura delle sensazioni possiamo realizzare la
felicità pura del nirvana. Emozioni e sensazioni ci procurano sofferenza,
perché non riusciamo a comprendere la loro impermanenza.

Il Buddha chiese: «Come può una sensazione essere permanente, dato che
dipende dal corpo, che è impermanente?».

Se non controlliamo le nostre emozioni, sono loro che ci controllano. Se
viviamo il momento presente, siamo in grado di vedere le cose per quel che
sono. Cosí facendo possiamo porre termine ad ogni desiderio, spezzare le
catene e ottenere la pace. Il mondo è creato dalla mente. Se controlliamo le
emozioni, allora controlliamo la mente. Se controlliamo la mente, dominiamo
il mondo. Nella meditazione rilassiamo il corpo, sedendo comunque ben eretti
e, seguendo il respiro o un altro oggetto di concentrazione, arrestiamo gran
parte dei pensieri. Quindi non veniamo piú sbattuti qua e là dalla forza
delle emozioni.

Il pensiero crea le emozioni, e le emozioni creano il pensiero.

Essere liberi dall’aggrapparsi al pensiero e alle emozioni è il nirvana, la
piú alta, suprema felicità. Vivere senza soffrire significa vivere sempre
nel presente. La piú grande felicità è qui e ora.

Il tempo non esiste assolutamente se non ci aggrappiamo ad esso.

Fratelli e sorelle, per favore, mangiate il tempo!

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