Manuale della Motivazione (parte 18a.)
Manuale della Motivazione
– di Marcello Bonazzola –
(parte 18a.)
SEI FANTASMI DELLA PAURA
Prima di mettere in pratica anche solo una parte di questo insegnamento, la
vostra mente deve essere pronta a riceverlo.
La preparazione non è difficile: comincia con lo studio, la comprensione e
l’analisi dei tre nemici di cui dovete liberarvi, e cioè l’Indecisione, il
Dubbio e la Paura.
Il sesto senso non funzionerà mai se questi nemici, o anche uno solo di
essi, rimarrà nella vostra mente.
I membri di questo antipatico trio sono strettamente correlati, dove ne
trovate uno, anche gli altri due sono a portata di mano.
L’indecisione è la radice della paura.
L’indecisione ricerca il dubbio; i due si mescolano e diventano paure.
Il processo di fusione dei due spesso è lento, e questa è una delle ragioni
per cui i tre nemici sono così pericolosi, essi nascono, crescono e si
sviluppano senza che la loro presenza possa essere notata.
Fate un attento esame di voi stessi, e controllate se vi sia qualche traccia
di paura sulla vostra strada.
Lo scopo di questa introduzione è quello di focalizzare l’attenzione sulle
cause e sulla cura delle sei paure base; prima però dobbiamo conoscere a
fondo il nemico, dobbiamo conoscere il suo nome, le sue abitudini e sapere
dove dimora.
Analizzatevi attentamente e riflettete se queste sei paure sono in voi.
Non fatevi ingannare dalle abitudini di questi sottili nemici: qualche volta
essi rimangono nascosti nella mente subconscia dove sono difficili da
scovare ed ancor più da eliminare.
La paura è solo uno stato mentale.
Ci sono sei Paure base, ed ognuno di noi soffre di una qualche combinazione
delle stesse.
Descritte nell’ordine in cui appaiono più comunemente esse sono:
1° La Paura della povertà;
2° La Paura della critica;
3° La Paura delle malattie;
4° La Paura di perdere l’affetto di una persona cara;
5° La Paura della vecchiaia;
6° La Paura della morte.
Le prime tre sono quelle più angosciose.
Ne esistono poi molte altre di minore importanza, ma possono essere
catalogate sotto quelle principali.
La paura non è niente di più che uno stato mentale, e come tale è soggetto
al controllo ed alla direzione dell’uomo, che non può creare nulla se prima
non l’ha concepito sotto forma di impulso di pensiero, e da ciò deriva un
altro concetto basilare, e cioè che gli impulsi di pensiero nell’uomo
possono essere immediatamente convertiti nel loro equivalente fisico, siano
essi impulsi volontari od involontari (questi ultimi sono quelli raccolti
per puro caso, quelli cioè che sono stati realizzati da altre menti).
Possono essere determinanti per il destino delle persone, siano essi stati
creati direttamente, con proprie mete e desideri, od acquisiti da altri.
Noi stiamo qui gettando le fondamenta per acquisire un nuovo modo di
pensare, vogliamo capire perché alcune persone sembrano essere fortunate
mentre altre, di uguale o maggior abilità, addestramento, esperienza e
capacità mentale, sembrano destinate all’eterna sfortuna.
La Natura ha dotato l’uomo del controllo di molte sue manifestazioni, ed una
di queste è il pensiero.
Se è vero che ogni pensiero ha la tendenza a convertirsi nel suo equivalente
fisico, e questo è vero aldilà di qualsiasi dubbio razionale, è anche vero
che un pensiero di paura non può essere trasformato in uno di coraggio, sono
cose del tutto diverse, e contrarie tra loro.
Non ci può essere nessun compromesso tra povertà e ricchezza, le strade che
vi ci conducono corrono in direzione opposta.
La parola ricchezza è qui usata nell’accezione più ampia, intendendola cioè
quale spirituale e mentale.
Il punto di partenza del sentiero che conduce alla ricchezza è il desiderio.
Nel Capitolo su questo argomento avete già trovato le istruzioni per il suo
uso appropriato.
In questo capitolo sulla paura troverete le istruzioni per preparare la
vostra mente a farne un uso corretto.
Questo è il momento giusto per programmare quanto gli eventi abbiano in
serbo per voi.
Si sta tracciando una mappa della strada che dovrete percorrere, se la
seguirete, essa vi terrà sul percorso giusto, ma se rifiuterete di partire o
se vi fermerete prima di arrivare, dovrete biasimare soltanto voi stessi.
Questa responsabilità è vostra; nessun alibi vi salverà. Dovrete accettare
le vostre responsabilità anche se ora non vi sentite ancora pronti, perché
l’accettazione non è altro che uno stato della mente.
E voi ne possedete una.
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