MARCO TODESCHINI: L’OPERA 2

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MARCO TODESCHINI: L’OPERA 2

di F.Zampieri (18/03/2004)

Questo studio lo portò ad una scoperta grandiosa è cioè che le radiazioni dello spettro
caratterizzate da onde trasversali, avendo la stessa velocità di propagazione sono prodotte tutte
nello stesso mezzo (spazio fluido-ponderale) e perciò esse pur producendo in noi sensazioni diverse
a seconda della loro frequenza, sono costituite tutte ed unicamente da movimenti di spazio aventi la
stessa densità. Scoperta questa che dà la certezza che fuori di noi vi è solo spazio in movimento,
privo cioè di quelle speciali forme di energia che percepiamo sotto forma di sensazioni, le quali
perciò devono sorgere nel nostro spirito. Ciò che viene trasmesso da un punto all’altro
dell’universo non è la luce né i suoi colori, non è l’elettricità, né il magnetismo, né il calore,
ecc., ma solamente il movimento dello spazio o di un fluido molecolare (aria) per le sensazioni
acustiche.
Tutto questo spinse Todeschini ad analizzare le relazioni fondamentali dell’elettromagnetismo,
riuscendo ad identificarle con le equazioni spazio-dinamiche, svelando l’essenza intima
dell’elettricità e del magnetismo come effetti giroscopici dei costituenti primi della materia,
effetti provocati da circolazione di spazio fluido continua od alterna.

Scoprì, perciò, che il campo magnetico e quello elettrico si unificavano ed erano l’apparenza di un
campo risultante di spazio mobile, unica realtà fisica sussistente. Da ciò la conseguenza che il
magnetismo è una apparenza degli effetti dinamici di particolari movimenti dello spazio, e che
l’elettricità è un’apparenza dei conseguenti effetti giroscopici degli atomi della materia immersi
in quello spazio mobile. Scoprì che la perpendicolarità tra il piano in cui giacciono le forze
magnetiche, e quello in cui giacciono le forze elettriche si identificava e si spiegava con la
perpendicolarità tra il piano in cui giacciono le forze tangenziali del campo rotante di spazio, ed
il piano in cui giacciono le reazioni giroscopiche degli atomi immersi in tale campo. Ricostruì e
svelò le leggi ed il meccanismo di tutti i fenomeni elettro-magnetici che risultano così spiegati
nella loro intima essenza come semplici fenomeni spazio-dinamici.

Giunto a questo punto, Todeschini volle andare avanti nella ricerca per svelare e spiegare altri
fenomeni ed entità rimasti ancora misteriosi quali la forza, la pressione, il lavoro, l’energia, la
potenza. Scoprì così che tali entità sono impossibili ad essere realizzate nel mondo fisico, nel
quale si riscontrano sempre ed unicamente delle quantità di moto. Questa scoperta lo portò ad
ammettere solo la conservazione della quantità di moto, negando la conservazione dell’energia e la
sua degradazione come irrealizzabili, dando di tale ipotesi dimostrazione fisico-matematica.
Per primo al mondo scoprì che la forza non esiste, se non dura un certo periodo di tempo ed in
questo caso diventa impulso, il quale è tuttavia irreperibile nell’universo fisico, dove invece si
riscontra solamente la quantità di moto corrispondente. Da ciò consegue chiaramente
l’irrealizzabilità fisica dell’equazione di inerzia del Newton, e la necessità di sostituirla con
l’espressione da essa dedotta per integrazione nel tempo che esprime l’uguaglianza dell’impulso alla
quantità di moto. L’aver scoperto poi che la forza è una sensazione che sorge in noi, come il dolore
fisico, ed alla quale non corrisponde nel mondo fisico altro che un’accelerazione di masse fu una
scoperta assolutamente originale.

Proseguendo poi l’indagine sull’acustica, sulla termodinamica, sull’elettromagnetismo, sull’ottica,
sull’olfattodinamica, sulla gustodinamica, lo portarono alla scoperta che il suono, il calore,
l’elettricità, il magnetismo, gli odori ed i sapori, al pari delle forze, non esistono nel mondo
fisico, nel quale invece si manifestano solamente le accelerazioni di massa equivalenti. Tutti i
fenomeni accennati sono quindi apparenze del mondo fisico che trovano esistenza reale solo come
sensazioni relative suscitate nella psiche delle equivalenti accelerazioni di masse del mondo
fisico, quando, e solamente quando, queste vengono comunicate agli organi nervosi del corpo degli
animali. In conseguenza di questa scoperta Todeschini pervenne alle 10 equivalenze psico-fisiche, i
cui membri contengono l’espressione di una particolare sensazione, ed i cui secondi membri
contengono l’espressione del prodotto di una massa per una accelerazione. Tali equivalenze essendo
simili dimensionalmente a quella della forza d’inerzia del Newton, anzi comprendendola come prima
relazione, potevano riguardarsi tutte come equazioni d’inerzia, sicchè apparve chiaro e dimostrato
con ciò che le varie sensazioni sono equivalenti a forze. Ognuna di tali sensazione si poteva quindi
pesare in chilogrammi, suoi multipli o sottomultipli, e viceversa una certa entità di ogni
sensazione poteva essere presa come unità di misura di tutte le altre.

Così le 10 equazioni potevano essere unificate in una sola espressione generale d’inerzia contenente
al primo membro il simbolo Se indicante una qualsiasi di quelle sensazioni, forza compresa, e nel
secondo membro il prodotto di una massa per un’accelerazione. Giunto a questo traguardo Todeschini
fece la sua più grande scoperta: scoprì cioè il principio unifenomenico, il quale dice che nel mondo
fisico l’unico fenomeno possibile è quello del movimento e dell’urto della materia e di conseguenza
le sensazioni, forze comprese, sono dei fenomeni irreperibili in tale mondo essendo attività che
sorgono solamente nella psiche. Dimostrò matematicamente la validità di tale principio, il quale
dice chiaramente che il primo membro delle 10 equivalenze psico-fisiche si verifica nel mondo
spirituale, mentre il secondo membro si verifica nel mondo fisico. Forza, elettricità, suono,
calore, luce, odore e sapore, sono fenomeni propri ed esclusivi del mondo spirituale, in quanto sono
tette sensazioni che sorgono solamente nel nostro spirito, e sono irreperibili nel mondo fisico, nel
quale invece si riscontrano solamente le equivalenti accelerazioni di massa. In base a questa
eccezionale scoperta è stato possibile comprendere chiaramente che escluse le sensazioni dal mondo
fisico, restavano in esso solamente le vibrazioni corpuscolari o di spazio fluido equivalenti,
vibrazioni che costituivano un semplice fenomeno fluido-dinamico e perciò a Todeschini, fu possibile
ricostruire con la fluido-dinamica tutte le leggi dell’elettrotecnica, della termodinamica,
dell’ottica, dell’olfattodinamica, della gustodinamica e dell’acustica.

Questo risultato conferma la sua teoria anche sui banchi di prova di quelle particolari branche del
sapere umano. Inoltre risultavano chiaro che avendo dimostrato che le leggi della fisica atomica,
della chimica, delle radiazioni e della meccanica si potevano dedurre anch’esse dalla
spazio-dinamica, ne conseguiva che tutte le leggi di tutte le scienze si identificavano con quelle
della spazio-dinamica, e tutti i fenomeni contemplati da tutte quelle scienze si riducevano e si
identificavano a movimenti di spazio. Tutte le scienze sopracitate non erano quindi che rami
particolari di una stessa pianta: la spazio-dinamica. Solamente l’illusione che le sensazioni siano
fenomeni del mondo fisico ha spinto l’uomo a costituire e mantenere molteplici scienze, precisamente
a porne una speciale per ciascuna delle sensazioni che percepisce l’anima sotto lo stimolo degli
organi di senso. Se l’uomo avesse scoperto che nel mondo fisico non vi è che spazio in movimento.
Avrebbe posto una sola scienza: la spazio_dinamica!

L’irreperibilità nel mondo fisico di tutte le sensazioni, forze comprese, rivela chiaramente che
anche nel corpo umano, come all’esterno di esso, quelle sensazioni non potevano sorgere, poiché gli
organi di tale corpo essendo costituiti di materia che pure appartiene al mondo fisico, non potevano
che ricevere e trasmettere movimenti e ciò in base al principio unifenomenico. Tale principio
assicurava quindi, che tutti gli organi nervosi del corpo dell’uomo e delle bestie dovevano essere
costituiti e funzionare come apparati adatti a ricevere, trasformare, trasmettere e riprodurre
vibrazioni o movimenti corpuscolari, e non delle sensazioni, le quali essendo irreperibili nel mondo
fisico, non potevano che sorgere in un organo spirituale: la psiche.

Con ciò si ammetteva per la prima volta al mondo che il funzionamento del sistema nervoso fosse
basato, non su stimoli misteriosi, ma bensì sopra una chiara dinamica di corpuscoli, e perciò
diveniva subito logico e naturale esaminare tale sistema con lo spirito di un ingegnere che cerca di
comprendere un complesso di organi collegati tra di loro, in base alla logica tecnica della loro
costituzione, del loro funzionamento e degli scopi da essi conseguiti. Todeschini si accorse però
che l’ingegneria non aveva enunciato i principi basilari di tale logica tecnica, cioè essa a
differenza delle altre scienze e pur sfruttando le leggi da esse trovate, non aveva posto i propri
assiomi basilari atti a chiarire che l’uomo e la natura non potevano conseguire determinate azioni e
tanto meno trasmetterle a distanza senza mezzi materiali adatti allo scopo, atti a chiarire almeno
in linea generale quali dovessero essere tali mezzi per conseguire determinati scopi. Senza tali
principi si poteva incorrere nella illusione che la natura e l’uomo potessero compiere delle magie,
potessero conseguire cioè delle azioni e trasmetterle a distanza senza i mezzi adatti per ottenere
ciò.

L’indispensabilità e l’importanza somma di tali principi si può misurare considerando che senza di
essi dei geni eccezionali come Newton e gli altri grandi scienziati che lo seguirono, sono giunti ad
introdurre nel mondo fisico le sensazioni, forze comprese, che non esistono in tale mondo,
ammettendone per giunta la magica trasmissione a distanza: dei geni eccelsi come quelli che
indagarono sul corpo umano sono giunti ad ammettere che quelle sensazioni dal mondo esterno possano
incidere sugli organi di senso periferici e che possano essere trasmesse al cervello come un’azione
di organi la quale appare tanto più magica tanto più si constata la nostra ignoranza sulla
costituzione e sul funzionamento di tali organi, il cui meccanismo per altro non è stato mai
scoperto appunto perché la mancanza dei principi basilari in parola non ha consentito agli
scienziati di cercare seguendo la logica tecnica da quei principi stabilita. In conseguenza di ciò
Todeschini ha ritenuto di precisare i principi basilari dell’ingegneria, affinchè servissero da
bussola di orientamento nelle sue indagini sugli organi nervosi del corpo umano, e li ha riassunti
in uno generale, il quale precisa che: nessuna magia è possibile nel mondo fisico, perché per
conseguire in esso determinate azioni, per trasmetterle a distanza e riceverle, occorrono sempre
complessi materiali tecnicamente adatti allo scopo, disposti e collegati in un particolare ordine
tra di loro, ed aventi funzionamento specifico e d’insieme coordinati alla finalità da conseguire.

Applicando tale principio anti-magie intravvide subito che tutti gli organi di senso e di moto
periferici essendo collegati con linee nervose ad altro organi situati nel cervello, il sistema
nervoso del corpo umano si poteva considerare come un complesso di apparecchi tele-informativi e
tele-motori eguali o simili a quelli che l’uomo ha inventato e realizzato per gli stessi scopi, o
che potrà inventare in avvenire.
Con tale concetto chiarificatore Todeschini ha studiato il sistema nervoso del corpo umano e
risalendo dagli organi periferici di senso e di moto lungo le linee nervose sino agli organi
disposti entro la scatola cranica, ha fatto una serie di numerose scoperte importantissime.
Ha scoperto innanzitutto e dimostrato che tutti gli organi periferici di senso sono costituiti e
funzionano come apparecchi atti a ricevere specifiche sollecitazioni meccaniche dal mondo esterno, a
trasformarle in correnti elettriche, ed inviarle al cervello tramite le linee nervose e che tutti
gli organi periferici di moto sono costituiti e funzionano come motori teleazionabili da correnti
elettriche provenienti sa loro dal cervello tramite linee nervose.
Ha scoperto e dimostrato che le fibre nervose sono costituite e funzionano come conduttori di
elettricità, rivestite o meno, come questi, di guaine isolanti e protettive, e che le cellule dalle
quali diramano tali fibre, sono costituite e funzionano come stazioni intermedie alimentatrici,
indispensabili a rinforzare le correnti transitanti indebolite dalla resistenza eccessiva delle
lunghe linee che collegano gli organi estremi.

Todeschini ha scoperto e dimostrato che la centrale elettrica di alimentazione generale di tutti gli
organi e circuiti nervosi del corpo umano è costituita dalla materia grigia del midollo spinale i
cui neuroni funzionano da pile voltaiche, e che nella materia bianca del midollo transitano le linee
nervose che vanno agli organi di senso e di moto volontario, alimentato da corrente attinta con
opportune diramazioni inserite nella materia grigia a diversi livelli della spina dorsale a seconda
del potenziale necessario per azionare gli organi suddetti. Ha sgrovigliato tutti i circuiti e ne ha
dato lo schema. Ha scoperto e dimostrato che il midollo allungato è la sede di nuclei che sono
costituiti da stadi amplificatori delle correnti elettriche in arrivo e in partenza su tutte le
linee che fanno capo alle cellule di quei nuclei, cellule che sono formate e funzionano come valvole
termoioniche a liquido.
Ha scoperto e dimostrato che il cervelletto è costituito e funziona come un complesso di
autogoniometri e telepuntatori, i quali consentono di individuare la direzione di provenienza di una
perturbazione esterna che incide sugli organi di senso, o di orientare su di essa l’asse degli
organi bilaterali di senso mediante opportuni movimenti del corpo umano o di talune sue parti
prodotte automaticamente dalla perturbazione stessa, oppure volontariamente mediante correnti
inviate dal cervello.

Ha scoperto e dimostrato che nel diencefalo e nel mesencefalo sono situati gli stadi intermedi degli
apparecchi di ricezione e trasmissione delle correnti elettriche che rispettivamente arrivano dagli
organi di senso periferici e che partono verso gli organi di moto periferici, nonché gli apparati di
regolazione degli organi automatici periferici e quelli ausiliari.
Ha scoperto e dimostrato che il telencefalo è costituito e funziona come un complesso di telemetri
elettromagnetici di senso e di moto, atti, i primi, a concentrare le immagini vibranti bilaterali in
arrivo dagli organi di senso delle parti opposte del corpo umano, nei triplici centri psico-fisici
di sovrapposizione centrale, ed atti, i secondi, a bipartire le vibrazioni elettroniche prodotte nel
centro psico-fisico del moto, su linee bilaterali che vanno ai corpuscoli del moto.
Ha scoperto e dimostrato che l’anima è un’entità spirituale intelligente che ha memoria propria e
che è atta a rivelare le vibrazioni in arrivo ai tre centri psico-fisici, sotto forma di sensazioni,
parole orali o scritte che quelle sensazioni designano o viceversa, e che è altresì atta ad emettere
forze nel centro psico-fisico del moto onde provocare con esse le correnti elettriche necessarie ad
azionare gli organi di moto periferici.

Basandosi poi sul fatto che tutti gli organi di senso e di moto periferici sono collegati tramite
linee nervose agli organi del cervello, e che i centri psico-fisici di senso e di moto sono disposti
in esso, Todeschini ha potuto dimostrare con sicurezza che il cervello è la sede del comando supremo
del corpo umano, e che l’anima, comandante unico di esso, si serve degli apparecchi teletrasmittenti
concentrati nel cervello per avere informazioni sul mondo fisico e per manifestarsi in esso con atti
di moto.
Per primo ha indicato al mondo le prove scientifiche e sperimentali dell’esistenza dell’anima umana,
prove che sino ad allora sembra impossibile trovare. Esse sono 13, basate tutte sulla validità
universalmente dimostrata da principi e leggi naturali, e su fenomeni fisici e psichici la cui
esistenza è inconfutabile. Infatti:
Nessuno può mettere in dubbio l’esistenza delle sensazioni e del pensiero che essendo fenomeni
irreperibili nel mondo fisico ed attività esclusive dell’anima ne dimostrano direttamente la di lei
esistenza.

Nessuno può mettere in dubbio che gli animali possono muovere volontariamente il loro corpo e che la
volontà e la possibilità di muoverlo emanano da un’entità intelligente: l’anima; ergo, quel moto
volontario dimostra la di lei esistenza.
Nessuno può mettere in dubbio il principio unifenomenico del mondo fisico senza cadere in un assurdo
matematico, epperò si deve ammettere che l’unico fenomeno possibile in tale mondo è l’urto della
materia, e che le sensazioni sono attività dell’anima; ergo, tale principio dimostra l’esistenza
dell’anima.
Nessuno può mettere in dubbio la validità universalmente sperimentale delle 10 equivalenze
psico-fisiche le quali ci assicurano che ad ogni decelerazione di masse contro gli organi del corpo
umano corrisponde nell’anima una sensazione specifica; ergo, quelle equazioni dimostrano l’esistenza
dell’anima.
Nessuno può mettere in dubbio che tutti gli organi del sistema nervoso degli animali ricevono,
trasformano, trasmettono e riproducono esclusivamente accelerazioni corpuscolari, se non infrangendo
il principio unifenomenico; ergo, le sensazioni che conseguono a tali moti corpuscolari sorgono
nell’anima, e perciò l’esistenza degli organi nervosi di senso e di moto in un corpo dimostrano che
esso è sede dell’anima.

Nessuno può mettere in dubbio che gli organi di senso e di moto periferici del corpo umano sono
collegati con linee nervose ad altri organi riuniti tutti nel cervello, senza andare contro la
anatomia sperimentale, epperò si deve convenire che al cervello affluiscono tutte le vibrazioni
provenienti dagli organi di senso, e dal cervello partono tutte le vibrazioni corpuscolari atte a
telecomandare gli organi di moto. Ergo, nel cervello deve avere sede l’anima che ha la facoltà di
trasformare le vibrazioni in arrivo in sensazioni e di emettere forze che producono le vibrazioni in
partenza.
Nessuno può mettere in dubbio, senza andar contro la fisiologia sperimentale, che noi conosciamo il
mondo fisico attraverso gli organi di senso e ci muoviamo in esso tramite gli organi di moto, e che
tale conoscenza è costituita di sensazioni, attività esclusive dell’anima, e che tali moti volontari
sono provocati da essa: dunque lo scopo di tali organi è quello di far conoscere all’anima il mondo
fisico e di permetterle di manifestarsi in esso: ergo tale scopo dimostra l’esistenza dell’anima.
Nessuno può mettere in dubbio che l’uomo può percepire dolore fisico, e che tale dolore è
irreperibile nel mondo fisico ed è perciò una sensazione che sorge solo nell’anima: ergo, tale
dolore dimostra la di lei esistenza.

Fino ad oggi nessuno ha pensato che dai fenomeni, dalle leggi e dai meccanismi dell’universo,
compresi quelli del corpo umano e delle bestie, potessero trarsi le prove scientifiche
dell’esistenza dell’anima. Il risultato così raggiunto è di enorme importanza sia agli effetti della
scienza esatta che di quella filosofica, le quali saranno costrette ad aprirsi ad un concetto che
ammetta un mondo spirituale. Todeschini ha infatti dimostrato l’esistenza di tale mondo,
considerando che tutte le sensazioni, forze comprese, nonché il pensiero, sono irreperibili nel
mondo fisico, e sono attività della psiche, cioè di un’entità del mondo spirituale. L’esistenza di
tale mondo resta quindi sperimentalmente provata dall’esistenza delle sensazioni, forze comprese, e
dal pensiero che sono fenomeni spirituali che hanno diritto di essere considerati, come i fenomeni
materiali, dalla scienza e non scartati a priori, come si è fatto sino ad oggi. La reversibilità
delle 10 equazioni psico-fisiche gli faceva scoprire poi che, come l’accelerazione di masse
produceva delle sensazioni nell’anima, questa scatenando una delle sensazioni, e precisamente la
forza, poteva produrre accelerazioni di masse nel mondo fisico, come dimostra il meccanismo che
aziona gli organi di moto del corpo umano. Dall’anima quindi, cioè dal mondo spirituale provengono
le forze che originano il moto dello spazio fluido del mondo fisico, e poiché il moto di tale spazio
forma i vortici che costituiscono la materia e produce le vibrazioni che suscitano nella psiche le
sensazioni, è in definitiva il mondo spirituale che origina e mantiene l’esistenza del mondo fisico.

Questa scoperta orienterà la scienza esatta a considerare, d’ora in poi, anche il mondo spirituale,
ed a tenere conto che non solo i fenomeni fisici delle vibrazioni, ma anche i fenomeni spirituali
conseguenti delle sensazioni e del pensiero hanno validità di prove nel metodo sperimentale.
Seguendo una mentalità anti-spirituale arbitraria e parziale, la scienza sinora non ha voluto tenere
conto né del mondo spirituale, né dei suoi fenomeni pur così tangibili e manifesti, e così ha
ritenuto che questi appartenessero al mondo materiale, ha ritenuto cioè che il suono, la luce, il
calore, gli odori, i sapori, le forza e l’elettricità fossero fenomeni materiali, mentre invece sono
fenomeni spirituali, ed è caduta perciò nell’assurdo matematico di ammettere che una certa quantità
di moto comunicata ad un corpo possa produrre in questo vibrazioni corpuscolari che oltre a
corrispondere alla quantità di moto ceduta potessero generare anche in più uno dei citati fenomeni.
Confondendo così i fenomeni materiali con quelli spirituali la scienza è caduta in mille
contraddizioni, si che non deve meravigliare se essa ai giorni ha confessato apertamente a mezzo dei
suoi più eminenti cultori che non è in grado di spiegare il meccanismo col quale avvengono i
fenomeni e che non può fidarsi nemmeno dei dati numerici delle misure, poiché queste risultano
sempre alterate dai mezzi usati per rilevarle. Così la scienza moderna contraddice alla sua
manifesta finalità di svelare i misteri dell’universo.

La scoperta scientifica del mondo spirituale permetterà quindi alla scienza di uscire dai vicoli
ciechi ove si è cacciata e le permetterà di rivelare in pieno la sua capacità e finalità di spiegare
l’universo, non solo, ma su questo sentiero spirituale costringerà, in base alle sue inconfutabili
scoperte, a camminare anche la filosofia, in pieno accordo con la religione, che ha sempre ammesso
quel mondo spirituale.
Todeschini ha poi scoperto e dimostrato come l’universo fisico e il corpo umano costituiscano prove
dell’esistenza dell’anima, del mondo spirituale e di Dio, come la vita terrena dell’anima sia lo
scopo dell’universo fisico, e come l’esistenza dell’anima provi l’esistenza di Dio. Ha dimostrato
infine l’unità, l’individualità e l’immortalità dell’anima umana, e come, sia il bene che il male,
provano l’esistenza di un Dio. Così cacciando dal mondo fisico tutte le apparenze, e lasciando ad
esso il solo fenomeno del moto dello spazio, e precisando che sensazioni, forze comprese, e pensiero
sono entità esclusive del mondo spirituale, ha avuto, e dà, la possibilità di comprendere a fondo
l’universo ed i suoi fenomeni, nonché la sua genesi e le potenze spirituali che lo mantengono, nel
seguente breve e chiaro pensiero: Il mondo fisico è costituito di spazio fluido ponderale i cui
movimenti rotanti formano la materia ed i suoi campi attraenti e repellenti atomici od astronomici,
ed i cui movimenti ondulatori suscitano nella psiche sensazioni specifiche a secondo della frequenza
di vibrazione. I moti dello spazio del mondo fisico sono impressi e mantenuti fa forze del mondo
spirituale, dovute alla volontà di Dio.

E’ questa una visione semplice, sintetica e grandiosa, mai raggiunta sinora e mai dimostrata
scientificamente come ha fatto Todeschini, visione che è in perfetta armonia ed è confermata sia
dalla religione cristiana, che dagli insegnamenti divini.
La sua teoria, quindi, essendo basata su principi, leggi e prove sperimentali scientifiche
inoppugnabili, ed essendo in perfetta coerenza con le verità della religione cristiana, è di una
solidità e di un’importanza senza precedenti. E’ una visione unitaria grandiosa e feconda, e se è
vero che la pianta buona si conosce dai frutti, la “Teoria delle Apparenze” si può giudicare ottima,
poiché già al suo apparire si presenta come un albero immenso i cui rami si incurvano sotto la
dovizia dei più belli e saporosi frutti, ed ancor migliori ne darà nelle stagioni future.
Sono ben 850 le scoperte fatte dal Todeschini, le quali sia per il numero, che per l’importanza di
ciascuna, costituiscono il più grande contributo al progresso scientifico verificatosi dalla nascita
del pensiero umano ad oggi.

F.Zampieri (18/03/2004)

nuovaricerca.org/todopera.htm

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