Massime del Maestro Han Shan 2f
(parte seconda e fine)
37. È più facile andare dalla povertà al lusso che dal lusso alla povertà. Tutti lo sanno. La
povertà è come esser gettati nelle acque agitate. Se una persona è vigile, può trovare una via di
uscita. Ma il lusso è come andare dolcemente alla deriva nella corrente del fiume. Ci si
addormenterà e non ci si sveglierà finché non si è nell’oceano. Benvenuta la fatica. Considera la
pioggia così come la rugiada del mattino. Sta’ in guardia dai giorni assolati. È duro scalare col
sole ardente che batte sulla schiena.
38. La nostra Natura di Buddha è sempre chiara e luminosa. Se noi non possiamo vederla è perché i
nostri occhi sono velati e oscurati dalla polvere delle emozioni. Non possiamo pulire la polvere con
la polvere e non possiamo calmare le emozioni con altre emozioni. Quindi come possiamo rimuovere
quei veli? Dobbiamo usare la saggezza del Dharma. L’illuminazione solleva il velo ed illumina il
nostro Volto di Buddha.
39. La grande qualità della saggezza è che risponde sempre con precisione a ciò di cui si ha
bisogno. Come una ben-affilata spada, puntuta ed acuminata – essa colpisce sempre il punto. Quando
cresciamo in saggezza, noi possiamo capire e controllare la nostra mente.
Una persona saggia è sempre gentile e premurosa. Essa vede sempre ciò di cui c’è bisogno. Essa è
come fiocchi di neve che cadono su un corpo surriscaldato. E’ come offrire acqua fresca per spegnere
una disperata sete.
40. Il sentiero facile è sempre così gradito. Quindi perché io preferisco la via ardua? Sul sentiero
facile noi diamo le cose per scontate. Diventiamo annoiati e pigri. Questa è una formula per la
perdita ed i guai. Quando prendiamo la via difficile, sappiamo di non poter abbassare la guardia
nemmeno per un momento. Noi dobbiamo essere vigili nell’incontrare gli ostacoli. Risolvere i
problemi rende la nostra mente più acuta ed il nostro carattere più forte. Questa è realizzazione!
Questo è il vero ottenimento!
41. Noi tutti siamo portati a gradire coloro che ascoltano i nostri consigli e provare antipatia per
quelli che li ignorano. Dovremmo cautelarci contro questa tendenza.
Se permettiamo alle nostre emozioni di influenzarci, siamo colpevoli di ignorare il consiglio del
Dharma. Amore ed odio possono infettare la coscienza e mettere in pericolo la nostra capacità di
percepire chiaramente e di vedere con occhi privi di pregiudizi. Nell’oscurità possiamo inciampare.
Quando noi controlliamo le nostre emozioni, noi preserviamo la luce.
42. Le persone anelano gli stimoli sensoriali. Esse godono per questi tipi di eccita-zioni esterne.
Ma io considero tale bramosia come una forma di sofferenza. Questi stimoli sensoriali si nutrono di
se-stessi, aumentando sempre di più, e sviluppano un sempre crescente appetito. Le persone
distruggeranno se-stesse ed anche gli altri, tentando di soddisfarli. Invece, il piacere derivato
dalla saggezza del Dharma è una eccitazione interiore. La felicità cresce insieme alla capacità di
goderlo. Quando c’è da scegliere tra i vari godimenti, le persone illuminate scelgono sempre il
Dharma.
43. Guardate, tutti i successi mondani hanno il loro lato negativo. Più ricchi si di-venta e più
orgoglio si avrà. Più il rango è elevato, più si agirà in modo autoritario. Più grande sarà
l’ambizione, più sarete mal-considerati.
Nel Dharma, il successo funziona in modo differente. Migliori si diventa, e migliori si sarà.
44. Le onde increspano il mare e la ruota del mulino gira, a causa del vento. Se si elimina il
vento, il mare diventa calmo ed i mulini a vento restano fermi. Per ogni effetto vi è una causa.
Le onde del desiderio per le cose del mondo materiale stimolano le nostre menti e, propagandosi in
tutte le direzioni, le mantengono in un continuo stato di agita-zione. Cosa pensate che possa
accadere se noi eliminiamo il desiderio?
45. Il flusso di un ruscello è scarso se la sorgente è poco profonda. Una ruota ad acqua non potrà
girarvi. Un alto edificio non durerà a lungo se le fondamenta sono tremolanti. Le mura si
sgretoleranno e presto vi sarà il crollo di soffitti e pavimenti. Profondità e fermezza sono
indispensabili per avere un buon lavoro e la durata. I santi lo sapevano. Ecco perché essi si
radicavano profondamente nel Dharma. Essi divennero torri di bontà che nulla poteva far traballare.
La loro Illu-minazione è stata un faro che ha guidato ed ispirato gli altri per generazioni.
Non contentatevi solo di studiare il Dharma, di memorizzarlo superficialmente. Immergetevi in Esso.
Andate più in profondità che potete.
46. L’illimitato Cielo e l’enorme terra sono viste facilmente dall’occhio; ma un piccolo pezzo di
garza può distruggere la visione di quell’occhio. Un cuore pieno d’amore può espandersi
nell’universo; ma un solo pensiero di odio può trafiggere quel cuore e far sì che l’amore ne
fuoriesca. Non sottovalute mai il potere delle piccole cose. I santi diedero sempre la loro massima
considerazione perfino ai più piccoli pensieri.
47. Anche se cento persone di grande erudizione predicono il fallimento, il saggio che ha fiducia
nelle sue proprie abilità, persevererà e riuscirà nell’intento. Anche se le stesse cento persone
predicono il successo, la persona che ha solo una certa conoscenza e non la stessa fiducia nata
dalla saggezza, fallirà nel suo scopo.
Basarsi solo sulla conoscenza genera dubbi e i dubbi causano confusione. In tali condizioni, nessuna
fiducia in se-stessi si potrà sviluppare. Ma la saggezza porta ad aver fiducia e la fiducia ispira
l’intuizione ed il pensare in modo chiaro. I seguaci del Dharma intraprendono il sentiero della
saggezza per eliminare i dubbi e mettere a buon frutto la conoscenza.
48. Non troppo tempo fa, se una persona cadeva in un fosso, si sarebbe sentita come se dovesse
offrire il proprio sangue per correggere il suo cammino e non dover precipitare mai più. Oggi,
quando una persona si trova in una fossa, manda inviti agli altri per venire a raggiungerlo. Non è
veramente triste questo?
49. L’unica cosa di cui possiamo essere sicuri, è che noi non possiamo essere sicuro di niente.
L’unico fatto che non cambia è il fatto che tutte le cose cambiano continuamente. I santi
coltivarono la pazienza. Non importa in quale situazione si trovassero, essi sapevano aspettare con
calma. Essi comprendevano anche che nelle questioni di cuore non c’è un solo oggetto che si altera,
ma che è il soggetto, piuttosto, ad essere incostante. Proprio il desiderio potrebbe essere la più
mute-vole di tutte le cose.
50. Coltivate l’abitudine di andare a dormire presto. Questo è il miglior regime per mantenere una
mente forte e pacata. Le persone che stanno su fino a tardi hanno bisogno di mostrarsi ed
intrattenere i loro amici. Esse hanno bisogno di essere continuamente eccitate, altrimenti si
annoiano. Anche se poi dormono fino a tardi, esse sono ancora stanche quando si svegliano, ancora
indolenti nel corpo e nella mente. Poi non possono affatto lavorare né pensare bene. Le persone che
prati-cano il Dharma conducono una vita più sana, più ricca. Esse non hanno bisogno di altre persone
per appoggiarvisi. Le buone abitudini sono come i muscoli, che più vengono esercitati, più diventano
forti.
51. Tutti i fiumi, grandi o piccoli, puliti o infangati, fluiscono nell’oceano e l’oceano risponde
producendo vapori che diventano nuvole che fanno piovere e di nuovo riempiono i fiumi. Questo è il
ciclo naturale.
I santi mostrano amore e rispetto per tutte le persone, ricche o povere, buone o cattive. Le
persone, vedendo una bellezza così squisita, rispondono venerando i santi e tentando di emularli.
Anche questo, è un ciclo naturale.
Considerate il Dharma come un fiume considera l’oceano, la fonte della sua stessa natura ed il suo
destino che si rinnova senza fine. Considerate il Dharma come i santi considerano le persone,
oggetto di amore e ritorno di amore.
52. Se tratti le altre persone come altro, come separato, o come persone diverse da te, non sarai
disponibile ad essere equo o misericordioso nel tuo giudizio verso di loro. Ma se tratti le altre
persone come se esse fossero solo tue copie, capirai i loro errori ed apprezzerai le loro qualità.
Non siamo fortunati, che questo sia il modo in cui il Cielo considera la terra?.
53. Se uno vede solamente superficiali forme materiali, e non penetra la vera natura della realtà
visiva, egli è spiritualmente cieco.
Se uno sente solamente la provvisoria funzione del suono, e non penetra la vera natura della realtà
uditiva, egli è spiritualmente sordo.
Forme e suoni sono soltanto illusioni. Noi dobbiamo usare la vista e l’udito per determinare la loro
essenza e per capire la vera natura della realtà.
54. L’inarrestabile flusso dei pensieri consapevoli dell’ego non può essere fermato abbastanza a
lungo per poter comprendere la verità. Eppure le persone cercano sempre di mettere una barriera al
flusso, usando i pensieri per fermare i pensieri. I pensieri sono come gatti selvatici. Noi non
useremmo mai un gatto selvatico per addomesticarne un altro.
Come poter entrare allora nello stato di non-pensiero? Dobbiamo capire la natura non-sostanziale sia
di colui che pensa che del pensiero stesso. Dobbiamo capire che in realtà non c’è neanche l’ombra di
un solo pensiero, o di un pensatore. Quando noi diventiamo testimoni di questa realtà, la nostra
propria testimonianza ci libera dalla schiavitù di avere pensieri di non aver pensieri.
55. La vera natura di mente e corpo è calma e chiara e non possiede un solo pensiero. È l’ego che
pensa, proprio come è l’ego-che-pensa che desidera non pensare. L’ego provoca i problemi che tenta
di risolvere. Essere vuoti di ego vuol dire avere l’udito del non-suono, avere la vista
dell’invisibile, avere il pensiero non-pensiero.
56. Quando si giunge allo stato del non-pensiero, si pensa di essersi risvegliati al Dharma. Si
riflette sulla propria esperienza meditativa e di come essa potrà cam-biare i propri pensieri
sull’ambiente circostante. Si pensa che sia assolutamente meraviglioso poter controllare la propria
mente. Non sarebbe corretto dire che si ha di più da pensare. In realtà, se ne ha di meno.
57. Più luminoso è il corpo, più risplende la propria Natura di Buddha. All’inizio, noi abbiamo
ancora bisogno del corpo. Esso è come una lampada. La Natura di Buddha è la sua fiamma. Ma noi
possiamo ancora essere consapevoli delle ombre. Allorché avanziamo, noi sentiamo che il corpo è
l’universo stesso e che il nostro Sé-Buddha splende attraverso di esso come il sole.
58. Non c’è inizio a ciò che venne prima, e nessuna fine per ciò che verrà dopo. E’ il pensiero che
interrompe il flusso del tempo e lo calibra. E’ il pensiero che decide che la notte segue il giorno,
che la morte segue la vita, che alcune cose sono piccole mentre altri sono enormi. Cosa,
nell’universo, è grande o piccolo, luminoso o buio, passato o futuro?
59. Le azioni sono piccole; il Principio è grande. Gli atti sono molti; il Principio è uno. Quelli
che vivono il Principio, che lasciano fluire il suo significato attraverso la circolazione del loro
stesso sangue, non agiscono mai in contrasto a lui. Qualun-que cosa facciano, essi adempiono al
Principio. Che siano occupati o a proprio agio, essi non sono mai ingannevoli, mai manipolativi. Non
hanno motivi nascosti e mai nessun bisogno.
60. Nulla nel mondo è ottenuto senza desiderio, senza motivazione. Puoi prendere la strada
dell’onestà ed essere sincero nel perseguire il tuo desiderio, o puoi prendere la strada della
falsità e trovare quello che vuoi con false pretese. In un modo o nell’altro, quando ottieni
l’oggetto del tuo desiderio tu sarai legato ad esso – almeno finché non ti prende il desiderio per
qualcos’altro. Ma tra le strade della sincerità e della falsa astuzia c’è un sentiero in cui nessuna
strategia è necessaria. Questo è il sentiero che conduce a comprendere i desideri mondani per quello
che sono. Su questo sentiero le tue motivazioni perdono le loro tracce, mentre tu avanzi
speditamente diritto.
61. Quando pensi ad una cosa, tu le dai subito esistenza. Oggetti che causano il sorgere dei
desideri scompaiono quando l’occhio della mente si chiude ad essi. Essi si mescolano nello sfondo.
La stessa cosa avviene con le emozioni. Speranze, paure, sentimenti di piacere o disagio, e giudizi
di giusto e sbagliato, anche svaniscono quando la mente rimane non-coinvolta negli eventi mondani
che li ebbero causati. La mente vuota, quando è sgombra da rifiuti mondani, può contenere lo spazio
infinito. La pace pervade la sua purezza, il cielo vi riluce, e l’armonia delle sfere risuona
dappertutto.
62. Più le persone tentano di usare la forza di volontà per annullare un desiderio, e più esse
rinforzano quel desiderio. La forza extra serve soltanto a confonderle. Esse sono ossessionate dal
problema. Più le persone parlano del Dharma senza sapere che cos’è, e più esse rafforzano la loro
ignoranza. Esse sviluppano questa ignoranza e presto saranno portate a considerarsi torri di
rettitudine. Esse sono come pesci fuor d’acqua che cercano di insegnare a nuotare agli altri, o come
uccelli in gabbia che offrono lezioni per imparare a volare.
Se volete conquistare il desiderio, gettate via la sua maschera e vedetelo per quello che è.
Immediatamente, esso diventa insignificante – non vale nemmeno un secondo pensiero. Se volete
parlare sul Dharma, fate in modo che esso diventi il vostro habitat naturale. Familiarizzate con
esso e con la natura umana, in modo da riconoscere i vostri errori e desideri fondamentali.
Immediatamente essa per-donerà gli altri per i loro errori. Siate umili e gentili amando tutta
l’umanità. Quello è il modo di creare un esempio per gli altri. Il rigido orgoglio non è
rettitudine. È il rigor-mortis spirituale.
63. Quelli che nel Dharma sono seri cercano intuizioni di saggezza in tutto quello che fanno. Che
siano occupati o a riposo, da soli o in mezzo ad una folla, essi si trovano a loro agio in ogni
situazione, e si sforzano di rimanere consapevolmente coscienti. Tale vigilanza non è facile. Ma una
volta che si sono abituati alla pratica, quest’attività diventa così naturale che nessuno vicino a
loro sospetta ciò che essi stanno realizzando.
64. Se sottraete un solo filo d’erba dall’universo, non si può più dire che l’universo sia
onniconclusivo. Se solo mettete un piccolo pensiero di avidità o concupiscenza in una mente pura, la
mente non può più pretendere di essere incorrotta.
Siate accurati nelle piccole cose. La loro assenza o presenza può cambiare tutto.
65. La mente si espande nell’universo; il corpo si restringe fino alla misura di un topo. Essere
illuminati vuol dire apprezzare le dinamiche del Dharma. Quando la mente si eleva nello spazio
illimitato, il corpo rimane confinato in un habitat terreno. Di solito si cerca di correre veloci
nel buio.
66. Sforzarsi di ottenere gli oggetti materiali del desiderio è un vero spreco di tempo e di
energia. Il risultato della loro acquisizione non dà nessuna durevole soddisfazione, poiché una
volta che li si è ottenuti essi hanno cessato di essere oggetti del desiderio. Essi vengono
consumati come legna da ardere e “offerte da bruciare”. Noi sputiamo fuori le ceneri dalla nostra
bocca e cerchiamo di tagliare un altro albero da bruciare.
I santi si sforzavano con l’intuizione spirituale. Essi si interrogavano sul significato della vita.
Realizzando queste intuizioni, essi guadagnarono l’universo. Poiché non avevano nient’altro da
desiderare, essi non accendevano fuochi sacrificali.
67. L’universo, vasto com’ è, ben si adatta nella mente. Il corpo, piccolo com’ è, non c’è
abbastanza nel creato che possa soddisfarlo.
68. Tutto nell’universo ha un’Unica Natura. Le persone che vivono nella Natura hanno tutto ciò che
potrebbero possibilmente volere. L’Illuminato possiede già, i non-illuminati desiderano
continuamente
.
69. La persona che si considera superiore agli altri, esprime continuamente giudizi e percepisce le
differenze. Egli tratta rigidamente con gli opposti: buono o cattivo, bene o male, giusto o
sbagliato. Se dovesse seguire i suoi propri standard della bellezza, dovrebbe rifiutare almeno la
metà della creazione.
Una persona che segue il Dharma si sforza di unificarsi col resto dell’umanità. Egli non discrimina
ed è indifferente alle distinzioni qualitative. Egli sa che la Natura di Buddha è Una Sola
Indivisibile Realtà. Una persona che segue il Dharma si sforza di rimanere sempre-consapevole della
sua inclusione in quell’ Unica Unità.
70. Montagne, fiumi e la stessa Terra sono parti di Quell’Unità. La mente chiara è trasparente; ogni
esistenza può esservi vista attraverso. La mente rannuvolata a causa delle illusioni dell’ego non
vede nient’altro che se-stessa.
Sforzatevi di comprendere che voi siete inclusi in Quell’Unità! Il vostro corpo può indulgere nel
mondo materiale, ma la vostra mente dovrà comprendere che non c’è nulla di separato da essa che
possa desiderare.
71. Nella calma perfetta del Dharma, il cuore percepisce, e capisce tutto. Per la lingua non ci sono
parole da dire, nessun suono da sentire per l’orecchio, nessuna visione da vedere per l’occhio.
Quelli che vivono nel Dharma vivono nei loro cuori. È strano che benché i loro corpi possano
invecchiare, il loro respiro è sempre come una brezza fresca e fragrante. Come deve essere
meraviglioso stare vicino a loro!
72. Sì, è vero. Io ho così tanto imparato dalle persone che sono state evitate dalla società.
Ascoltate il mio consiglio. Se volete trovare buoni insegnanti, cercate quelli che sono stati
rifiutati, perché poveri, ciechi, sordi o ignoranti.
73. Gli oggetti del mondo materiale sono il telone, il set e i caratteri di un dramma -onirico.
Quando uno si sveglia, il palcoscenico svanisce. Anche gli attori ed il pubblico scompaiono.
Svegliarsi non è la morte. Quante vite di sogno possono morire in un sogno!; ma il sognatore ha una
vera esistenza che non perisce col sogno. Tutto ciò che gli è necessario per smettere di sognare,
per cessare di restare affascinato dalle immagini del sogno e comprendere che egli è stato solo un
sognatore.
74. La maggior parte delle persone percepiscono solamente il cambiamento. Per esse, le cose entrano
ed escono dall’esistenza. Prima o poi, ciò che è nuovo diventa vecchio, ciò che è un oggetto di
valore diventa indegno. E’ l’ego delle persone che determina la natura del destino di tutto quanto.
Quando l’esistenza è definita in termini così limitati ed effimeri, il potere di controllare persone
e cose è naturalmente considerato come un esercizio dell’ego. E perché no? L’ego non è forse
un’autorità per quanto riguarda il cambiamento? Ovviamente, quando arriva a Quella Cosa Che non
Cambia Mai, l’ego è straordina-riamente ignorante. Oggi le persone non apprezzano l’Immutabile. Esse
si danno da fare per tenersi al corrente di qualunque moda e capriccio. Esse sono come un
commediante, che cerca disperatamente di acquisire nuovi scherzi. La sua vita dipende dal saper
trattenere il pubblico e farlo ridere.
Ciò che è veramente divertente è la loro convinzione di essere liberi, potenti e in grado di sapersi
controllare. In realtà sono tutti semplicemente indifesi e schiavi di una illusione.
75. Ci sono due modi di percepire il Dharma: il Metodo Improvviso, la via in cui l’ostacolo
dell’illusione è eliminato da un’ eccezionale consapevolezza; ed il Metodo Graduale, la via in cui è
l’illusione viene progressivamente dispersa grazie ad uno sforzo continuato. In un modo o nell’altro
l’ostacolo deve essere distrutto.
76. La Mente di Buddha contiene l’universo. In questo universo c’è solamente una pura sostanza, una
assoluta e indivisibile Verità. La nozione di dualità non esiste.
La piccola mente contiene solamente illusioni di separatezza, di divisione. Essa immagina
innumerevoli oggetti e definisce la verità in termini di opposti relativi. Il grande è definito dal
piccolo, il buono dal cattivo, il puro dal contaminato, il nascosto dal rivelato, il pieno dal
vuoto. Cos’è l’opposizione? È l’arena dell’ostilità, del conflitto e del tumulto. Là dove la dualità
è trascesa, vi regna la pace. Questa è la verità ‘ultima’ del Dharma.
77. Benché, in effetti, la Verità del Dharma non possa essere espressa in parole, gli insegnanti ne
parlano, tentando di spiegarla. Suppongo che sia solo la natura umana a dire che qualcosa non può
essere spiegato e poi possa passare ore a tentare di spiegarla. Nessuna meraviglia poi che le
persone si allontanino. Bene, noi potremmo intrattenerle meglio. Potremmo raccontare delle storie
divertenti e adulare il nostro pubblico con false rassicurazioni. Ovviamente, noi staremmo solo
accatastando illusioni su illusioni. Ma cosa avrebbe a che fare ciò col Dharma?
78. Una persona che sta da sola non può sostenere una conversazione. Un tamburo deve essere cavo
affinchè possa rieccheggiare il suo suono. Le assenze contano. Le parole limitano. Le
interpretazioni differiscono. Anche ciò che non è detto è rilevante. La Verità Assoluta non può
essere espressa a parole. Deve essere sperimentata. Ed allora, nell’eloquente silenzio, noi
riveliamo meglio che ci siamo risvegliati al Dharma.
Le Massime di Master Han Shan
(Quest’opera è stata fatta grazie alla cortesia del Gran Maestro Jy Din Shakya.
Nota: A causa di variazioni temporali (differenze internazionali, usi locali, salto di anni, ecc.)
queste date possono variare nel passaggio tra i vari confini nazionali ed internazionali. ©2002 –
2004 – Ordine Zen Buddista di Hsu Yun -(contactus@hsuyun.org)
Giorni di Feste Buddiste: (secondo il Mahayana)- Ogni giorno è un giorno per celebrare la vita. Vi
sono però anche molti giorni speciali di rimembranza e celebrazione: La Nascita di Hui Neng, il
sesto ed ultimo patriarca del Buddismo Chan: Il 17 marzo 2005 (8 Feb. – calendario lunare cinese) il
Compleanno di Maestro Hsu Yun: Il 3 agosto 2005 (luglio 30 – calendario lunare cinese) il Compleanno
del Maestro Jy Din: Dec. 28, 2004, Dec.17, 2005 (Nov. 17 – calendar lunare cinese) il Compleanno del
Bodhisattva Gwan Yin: Il 24 luglio 2005 (giugno 19 – calendario lunare cinese) il Compleanno di
Buddha Shakakyamuni: Il 17 marzo 2005 (febbraio 8 – del calendario lunare cinese) il giorno di
Ullambana Buddha (Celebrazione di tutti i Buddha): il 19 agosto 2005 (luglio 15 – calendario lunare
cinese) il Compleanno di Buddha Amitabha: Dec. 17, 2005 (Nov. 17 – calendar lunare cinese).
L’Ordine Zen Buddista di Hsu Yun (ZBOHY) fu creato nel 1997 dal Gran Maestro Jy Din Shakya per
diffondere gli insegnamenti del Ven. Maestro Hsu (Xu) Yun, il più grande Maestro Zen della Cina del
20° secolo. Poiché il Maestro Jy-Din è tra-passato nel 2003, l’Ordine prosegue sotto la guida del
Maestro Fat Wai Shakya, Abate dei templi sia di Hsu Yun che di Fan Yun. Per informazioni generali
sul Chan, spedire una e-mail a contactus@hsuyun.org.. L’Ordine Zen Buddista di Hsu Yun non è
associato col Fa Lun Gong o altri gruppi che sono stati banditi in Cina.
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