Medicina allopatica e medicine non convenzionali: quando usare gli antibiotici?
Il dottor Vincenzo Valesi ci spiega le differenti applicazioni delle medicine non convenzionali e della medicina allopatica, il loro rapporto e la loro auspicabile integrazione
Vincenzo Valesi – 06/11/2012
Gentile Dottore,
la settimana scorsa ho tolto il dente del giudizio e siccome il dentista mi disse che c’era un’infezione estesa mi ha prescritto l’antibiotico “AUGMENTIN”.
Gli effetti collaterali, come Lei ben saprà, sono piuttosto sgradevoli a livello di nausea, vomito, mal di testa ecc. ecc.
Volevo sapere se c’era un rimedio diverso dagli antibiotici chimici in quanto ho sentito parlare molto bene dell’argento colloidale.
Volevo sapere inoltre come usarlo ed eventualmente dove acquistare un buon argento colloidale. Grazie!
Penso e spero che quando riceverai la mia risposta avrai risolto il tuo problema. La domanda
comunque mi offre lo spunto per affrontare un tema scottante: quello del rapporto con la medicina
tradizionale o convenzionale, e i limiti che ci sono fra un consiglio generico e una ben precisa indicazione terapeutica.
Sono profondamente convinto che si tratti di due modi di curare diversi e nello stesso tempo simili.
Mi piace paragonare le due medicine alle rotaie che in un binario della ferrovia corrono
parallele senza ostacolarsi, verso una stazione che si chiama salute. Ognuno dei due metodi ha
specifici campi di azione, potenzialità e limiti, e non esiste tutto il bene e tutto il male da una
parte piuttosto che dallaltra. La medicina non convenzionale rappresenta a mio avviso una
bellissima opportunità che non è necessariamente in conflitto con quella accademica: solo che
bisogna capire quando è più opportuno, dal punto di vista terapeutico, utilizzare luna o laltra, o
insieme, o in successione; proprio perché non necessariamente si escludono, ma possono, anzi
dovrebbero, sempre integrarsi. Verso questa integrazione va la storia della scienza, sia per le
scoperte rivoluzionarie della fisica quantistica, sia per alcune interessanti esperienze di cui
poco si parla, forse perché sconvolgono molti paradigmi e intoccabili dogmi, di cui luomo ha
bisogno per non essere sopraffatto dallangoscia che deriva dalla consapevolezza del non sapere (Socrate).
Fatta questa premessa, sperando di non scandalizzare i puristi, delluna e dellaltra chiesa, credo
di potermi permettere come medico che pratica lomeopatia, e non solo, da quasi 30 anni, di fare
questa affermazione: rispetto loperato professionale di chi, avendoti visitato, e avendo preso atto
della sussistenza di unestesa infezione a livello dei tessuti peri /parodontali, ha ritenuto
opportuno e necessario lutilizzo di un farmaco antibiotico. Lo so, gli antibiotici, come quasi
tutti i farmaci, hanno anche effetti collaterali a volte sgradevoli. Non è il loro corretto uso,
generalmente per periodi brevi, che va demonizzato, ma se mai un loro abuso o incongruo uso magari
in infezioni come quelle sostenute da virus (che sono la maggior parte delle forme febbrili) che agli antibiotici sono totalmente resistenti.
Questo nel massimo rispetto e considerazione che ho per le interessantissime azioni terapeutiche
dellargento colloidale, di cui ha parlato in maniera estremamente informata e professionalmente
esemplare il dottor Graziani nellarticolo della rivista Scienza e Conoscenza n.41, argomento sul quale, dopo di lui, avrei ben poco da aggiungere.
Se vuoi inviare una domanda al dottor Vincenzo Valesi scrivila a redazione@scienzaeconoscenza.it specificando nell’oggetto “domanda per il dottor Valesi”.
Vincenzo Valesi
I Rimedi Naturali del Medico di Famiglia >> http://goo.gl/ibV7n Macro Edizioni
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