Medicina alternativa e coscienza
Il canto nell’antichità
Dai tempi antichi gli uomini hanno espresso le loro emozioni più profonde attraverso i suoni, la musica e il canto. Le parole, infatti, non bastano ad esprimere l’intensità di stati d’animo quali la gioia, il dolore, la spiritualità, la sensualità, il trionfo, l’orrore, la religiosità. Fa parte della natura dell’uomo esprimere le esperienze più intime attraverso il canto. E’ un sapere innato: il canto ricollega a uno stato di autenticità e di verità del nostro essere profondo. Gli antichi avevano una conoscenza approfondita e puntuale dei suoni, del canto e del ritmo che permetteva loro di creare campi energetici mirati che sostenevano lo svolgersi di attività lavorative e facilitavano la coordinazione di movimenti di gruppo anche nell’uso di strumenti e macchinari. Analogamente sapevano creare, durante i riti religiosi, delle coralità con intrecci sonori particolari, capaci di evocare qualità Essenziali appartenenti alla sfera del divino. Anche nella guarigione il suono e il canto erano onnipresenti. Solo recentemente si ricomincia a studiare l’effetto vibratorio del suono sulle cellule e ad applicarlo come mezzo di guarigione.
Il canto oggi
La cultura cosi detta occidentale ha gradualmente perso la comprensione di tutte le possibilità di comunicazione, guarigione e trasformazione psicologica e spirituale della voce. Privilegiare l’attività mentale e la visione meccanicistica della realtà ha finito per relegare la pratica del canto quasi unicamente a un’attività di intrattenimento. Inoltre abbiamo sviluppato idee precise su come si deve cantare. Non poter rispondere a queste modalità ci fa dire di non saper cantare e di credere che solo pochi ne hanno il “dono”. Nel VOICING® si riscopre che il canto è un diritto della nascita così come la pittura e la danza. Ognuno può cantare quando riscopre che il canto può essere l’espressione diretta delle proprie emozioni, del semplice piacere di vivere, e l’espressione ultima del nostro anelo di trascendenza, quando le parole non bastano più.
l’approccio
Il VOICING® si definisce come un approccio che comprende diversi aspetti atti a riattivare la conoscenza e la sensibilità verso i suoni e le proprie capacità canore e a riscoprirne gli effetti. Il partecipante ritroverà la connessione tra il mondo interiore e la voce cantata. Si propongono tecniche e situazioni di gruppo che aiutano a muovere le energie e a permettere di inoltrarsi più facilmente all’interno di sè. Sarà sempre la voce il cavallo sul quale cavalcare per scoprire il territorio interiore, non importa quale sia. La maggior parte dei nostri problemi, stati depressivi, insoddisfazioni, dolori ecc. sono causati da forme energetiche stagnanti, sostenute dal sistema di credenze che, consciamente o inconsciamente, abbiamo adottato. Questi blocchi limitano la nostra spontaneità e il nostro fluire naturale. Durante il VOICING® il partecipante è incoraggiato a incontrare e sfidare i propri giudizi e a passare attraverso le proprie paure, sempre per mezzo del canto. Cantare, infatti, e il modo ideale per rimuovere i blocchi. Il clima di fiducia e accettazione che creiamo permette al partecipante di rivelare a sè stesso e agli altri le varie parti di sè, anche quelle della sua “ombra”. Si riscoprono così timbri e toni inaspettati, a volte sconcertanti e sublimi, di una gamma di comunicazione che credavano a noi inaccessibile. Da molti anni in terapia si usa l’urlo come mezzo di espressione e rilascio emozionale. Con l’urlo si vuole eliminare e buttar via qualcosa che preme dall’interno. A volte ciò è necessario per allentare la pressione, ma la vera cura, il vero effetto terapeutico, stanno nel comprendere e nell’accettare. Il grande tesoro del canto è l’accettazione: non si può cantare quello che non si accetta di vivere. Il dolore, la rabbia, la nostalgia si espandono nel canto, acquistando dignità, per poi dissolversi, lasciando un profondo senso di pienezza interiore.
Il ponte fra la sfera psicologica e quella spirituale
Cantare gli stati repressi di noi stessi è un approccio terapeutico totalmente nuovo. E’ sorprendente che qualsiasi esperienza interiore, anche quelle che critichiamo, è sorgente di creatività che può essere cantata e quindi diventa un’offerta all’esistenza. Il partecipante con più diventa consapevole di come funziona il suo mondo interiore, con più realizza che, non solo gli stati emozionali, ma anche il dialogo interno è vibrazionale e rivela una sua struttura sonora. Esponendola attraverso il canto si attiva così una trasformazione che dal livello psicologico porta agli stati dell’Essere. Cantare la propria personalità, le proprie emozioni e le forme pensiero, permette di prenderne distanza fino alla disidentificazione. Il VOICING® può essere così visto anche come una tecnica di meditazione a cui si aggiunge la bellezza del momento creativo. Il canto in questo modo può essere considerato come un ponte fra la sfera egoica e quella spirituale. La sua novità consiste anche nel fatto che ognuno può diventare il guaritore i se stesso in ogni momento. Il VOICING® è senza dubbio un approccio terapeutico del futuro.
la risonanza
Una proprietà sorprendente del suono è quella della risonanza. Quest’aspetto può essere usato come guida. Non importa, infatti, se il partecipante emette un canto roco, stridulo, inusitato, rotto, impressionante: se avrà il coraggio di persistere e di immergersene totalmente, il suono acquisterà una qualità risonante. Con la pratica si imparerà a riconoscere la risonanza come il segnale che qualcosa di vero è attivato ed espresso. Un suono è risonate quando produce la sequenza degli armonici. Questa è una sequenza particolare che si osserva in varie manifestazioni della vita. Pare sia una proporzione presente anche fra i pianeti. Questo fenomeno ci indica che, quando il canto di un vissuto risuona (non importa quale sia), questa esperienza è in perfetto accordo con il resto dell’Esistenza e ha una sua piena validità di essere.
L’ascolto
Per poter sviluppare e perfezionare i legami con la propria voce e il mondo interiore, dobbiamo praticare l’arte dell’ascolto. Generalmente non possiamo emettere i suoni che non sentiamo. Il vero ascolto non è affatto meccanico ma è una condizione di consapevolezza olistica del panorama sonoro nel quale siamo immersi. Nel mondo attuale l’eccesso di impulsi visivi, unitamente all’aumento dell’inquinamento sonoro, stanno lentamente atrofizzando le nostre capacità uditive. Il risveglio all’ascolto cosciente ci conduce in una condizione più ricettiva e centrata e apre la porta alla meditazione e uno spazio di cuore. Il VOICING® connette diversi strati della coscienza umana dal livello della personalità alla sfera dell’Essenza, finchè il silenzio diventa l’esperienza ultima che, paradossalmente, a volte si può “sentire”. Diverse tradizioni mistiche spesso hanno parlato “del suono senza suono”.
Strumenti di esplorazione
Il VOICING® offre delle tecniche di uso particolare della voce cantata che però non vogliono interferire con l’unicità della voce di ogni partecipante. In questo lavoro esploriamo diversi timbri e toni dal più basso al più alto. Ciascuna fascia sonora fa emergere tematiche legate alla mappa dei Chakra e del corrispondente livello di coscienza. Ciascuna emozione, ciascuno stato della personalità e dell’essere avrà la sua particolare qualità sonora, di timbro, di tono, e di luogo nel corpo anche se la tessitura sonora sarà diversa per ogni individuo. Tecniche di Bioenergetica, di Centratura e di Respiro nonchè Ipnosi e PNL vengono anche usate per provocare e sostenere l’esplorazione della voce. Lavoriamo molto con diversi tipi di “Jibberish” (gramlot) usati anche nel canto. Il linguaggio in realtà è molto più legato ai condizionamenti che il canto. Per questa ragione preferiamo lasciarlo fuori, nondimeno è necessaria una certa articolazione delle consonanti per essere in grado di esprimere tutta la gamma delle esperienze interiori. Le vocali da sole non offrono questa possibilità. E’ stato interessante osservare, per esempio, che i Giapponesi e altri popoli Asiatici, si collegano al VOICING® molto facilmente e ne possono trarre grande beneficio perchè il loro condizionamento culturale è principalmente circoscritto a un codice linguistico molto complesso. Ciò spiega la loro libertà e passione per il canto e la sorprendente capacità di riconoscere molte dimensioni interiori ed esporle attraverso il canto senza inibizioni. Un”altra parte del lavoro riguarda l’arte dell’ascolto: – l’ascolto della voce degli altri e della propria – l’ascolto da diversi centri nel corpo di musiche e canzoni di varie provenienze culturali – l’ascolto di semplici suoni sia in natura che prodotti da strumenti anche sconosciuti, in uno stato di trance ipnotica, per scoprire come influenzano le cellule del corpo fisico, il corpo emozionale dei corpi sottili e i livelli di coscienza. “Diventa un canto e diventerai un ricercatore della verità. Un canto ha qualità che sono requisiti fondamentali anche per un ricercatore della verità. (…) ha radici nel cuore, affiora dalla sorgente dell’amore”. Osho, da “Musica, meditazione e silenzio”.
chi l’ha fondato
Pratibha de Stoppani, ricercatrice e mistica, ha cominciato a rivolgere le sue ricerche verso la voce e il canto nel 1974 a seguito di esperienze rivelatrici nella foresta pluviale del Sud e Centro America.
Pratibha de Stoppani
L’interesse di Pratibha per la voce e per i suoni comincia nel 1974 mentre si trova nelle foreste vergini dell’America Latina. Nasce qui una forte risonanza con la cultura precolombiana che la porta a fare delle ricerche esperienziali sullo shamanesimo e sugli stati alterati della coscienza. Il potere e i segreti della voce umana e dei suoni cominciano a essergli rivelati durante queste esperienze di trasformazione. Di ritorno in Europa continua ad esplorare il suono, la voce e il canto e partecipa a diversi seminari con gruppi che trattano in un modo o nell’altro la voce come ad esempio Roy Hart Theater Group, Grotowsky Laboratorium, Alain Valade, FrédŽrick Laboyer, Jill Purce, Vemu Mukunda ecc. La differenza fondamentale della sua esperienza personale la fa procedere poi verso un suo cammino proprio. In questo periodo inizia un coinvolgimento nella psicologia umanistica e con l’insegnamento Sufi. Infine, nel ’76, l’impellenza di trovare un Maestro spirituale vivente, la cui visione e le cui tecniche fossero più idonee alla complessità dell’uomo moderno, la spingono da Osho, in India. Alla fine dello stesso anno, in India, porta a termine la gravidanza e il parto di sua figlia seguendo le indicazioni di F. Leboyer e la guida di Osho. Con Leboyer, in seguito, continua ad avere vari incontri e riceve insegnamenti diretti sull’uso della voce durante la gravidanza che integra nel suo lavoro personale per la preparazione al parto naturale. In seguito completa diversi trainings di terapia psicologica e spirituale come Bioenergetica, Rebirthing, Psychic Massage, Ipnosi e PNL, Tecniche di Guarigione, T’ai Chi, Scienze Esoteriche sui Chakra e Diamond Logos.
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