Meditare in Dio

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Meditare in Dio

di Roy Eugene Davis

(Tratto dal libro: “Satisfying the heart’s sincere desire to know God as God
is” – Csa Press 1995)

Nel punto più profondo di noi stessi, siamo permanentemente calmi,
consapevoli e completi. La pratica della meditazione contemplativa ci
permette di sperimentare coscientemente la nostra realtà innata. Raggiungere
con successo il culmine della meditazione ci permette di risvegliarci da
illusioni ed errate percezioni, e di conoscere Dio come realmente è. La sola
circostanza che può interferire con la piena realizzazione di noi stessi e
di Dio, è di essere distratti dalla consapevolezza della completezza. E’ di
grande valore, perciò, imparare a meditare efficientemente e con abilità.

Ogni persona ragionevolmente consapevole può imparare a meditare. Benché i
molti effetti secondari psicologici e fisiologici siano migliorativi, lo
scopo principale della pratica è di sviluppare le qualità dell’anima. Con
questo sviluppo, la conoscenza innata e la consapevolezza di Dio diventano
sempre più evidenti, e tutti gli aspetti delle nostre vite sono regolati e
migliorati.

La meditazione è il processo semplice e naturale di ritirare l’attenzione
dalle condizioni esterne e di dirigerla interiormente verso l’origine della
consapevolezza: la coscienza dell’anima. Quando siamo stabili in questa
coscienza, siamo soddisfatti. Dimorando in questo stato, si può dirigere l’attenzione
verso le realtà trascendentali e comprendere direttamente la verità sulle
stesse. La conoscenza del Sé ci permette di avere quella di Dio e dei
processi cosmici, partendo dai livelli più sottili della manifestazione fino
ad arrivare a quelli osservabili dei sensi.

Se si sperimenta con successo, la meditazione ci rimuove dai ciechi
coinvolgimenti con le circostanze fisiche e mentali, permettendoci di
percepire accuratamente noi stessi in relazione ad esse.

Meditare non è difficile. Per procedere scegliete un posto e un orario per
la pratica regolare. Sedete con la schiena diritta e chiudete gli occhi.
Siate centrati e in pace. Dirigete la vostra consapevolezza nella parte alta
del cervello. Osservando interiormente, dirigete lo sguardo attraverso il
punto in mezzo alle sopracciglia nella distanza dello “spazio interiore”.
Lasciate che il vostro respiro fluisca naturalmente.

Pensate a Dio e alla vostra relazione con lui. Dopo un po’, smettete di
pensare continuando a contemplare Dio. State seduti, aspettando e
osservando, tanto quanto siete propensi a farlo, lasciando che il processo
meditativo sia diretto dalla vostra inclinazione innata di avere la
consapevolezza chiarita e ristabilita nella completezza. Se potete, sedete e
aspettate fino a che non sarete in grado di discernere una mutazione nella
vostra consapevolezza, e di sperimentare un grado di tranquillità e di
contentezza dell’anima.

Praticando regolarmente, senza essere ansiosi di avere risultati immediati o
specifici, diventerete bravi nella pratica della meditazione. Non cercate di
far accadere nulla. Rinunciate a desideri di avvenimenti soprannaturali,
magici, o di altri effetti drammatici. Restare nella consapevolezza dell’anima,
senza limiti dell’ego, sperimentando sempre di più la realtà di Dio. (

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Commento del traduttore / integrazioni

Questo articolo è tratto da un libretto che la CSA Press pubblicò nel 1995.
Non è un libretto specifico sulla meditazione, ma in ogni caso l’argomento è
ampiamente trattato.

L’esempio riportato dal sig. Davis può essere considerato come la “vera”
esperienza meditativa, in quanto le tecniche di meditazione come ad esempio
l’hong-sau (pronuncia: “Hon’ – so”) sono “attrezzi” che hanno il solo scopo
di concentrare l’attenzione in preparazione, appunto, alla vera esperienza.
Non è raro, infatti, che i praticanti confondano le tecniche con la
meditazione vera e propria. Solitamente, le tecniche si fanno all’inizio; la
meditazione vera e propria viene dopo.

Per permettere a chiunque legga questo articolo di poter sperimentare la
pratica della meditazione, vi suggerisco una routine semplice che chiunque
può fare. Prima di iniziare la descrizione, vorrei però specificare che la
pratica di lunghe meditazioni introspettive non è consigliata a chi ha
problemi gravi di depressione, allucinazioni ecc. Per queste persone, una
breve pratica di 5 o 10 minuti con lo scopo di rinfrescare mente e
consapevolezza, è più che sufficiente.

– Iniziate con una preghiera. Rivolgetevi a Dio come siete in grado
di comprenderlo.
– Respirate profondamente qualche volta, con lo scopo di allentare
le tensioni.
– Praticate la tecnica “Hong-sau” come indicato:
1. Concentrate l’attenzione nel punto in mezzo alle sopracciglia.
2. Respirate regolarmente senza forzare in alcun modo il ritmo del
respiro.
3. Ripetete mentalmente la sillaba “Hong” (pronuncia “ Hon’ ”) mentre
inalate e “ So “ mentre esalate. Osservate il flusso del respiro, non
forzatelo.
4. Andate avanti così per 10/15 minuti circa.
– Concentratevi ora sull’occhio spirituale come suggerito nell’articolo
del sig. Davis e procedete come descritto.
– Quando vi sentite propensi, potete chiudere la sessione con una
preghiera o un canto.

IL sig. Davis consiglia questo rimedio qualora l’attenzione “cada” durante
la pratica:

– Aprite gli occhi, osservate un punto preciso davanti a voi.
– Non pensate a nulla su quello che state fissando, limitatevi ad
osservare per qualche secondo senza pensieri.
– Riprendete con la pratica dell’Hong-Sau.

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Traduzione a cura di Furio Sclano – Aprile 2005

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