Meditazione e gioia – di Osho

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Meditazione e gioia

Tratto da: “Il Libro Arancione” – di Osho

Edizioni Mediterranee

“La gioia più grande della vita”

Innanzitutto si deve comprendere cosa è la meditazione. Tutto il resto
viene di conseguenza. Non posso dirti che devi meditare, posso solo
spiegarti cos’è la meditazione. Se mi capisci sarai in meditazione:
non si tratta di « dover essere ». Se non mi capisci, non sarai in
meditazione.

– Cos’è la meditazione –

La meditazione è uno stato di non-mente. La meditazione è uno stato
di pura consapevolezza, priva di contenuti. Di solito la tua
consapevolezza è sovraccarica di scorie, assomiglia a uno specchio
coperto di polvere. La mente è un traffico continuo, un estenuante
flusso di pensieri, di desideri, di ricordi, di ambizioni: é un
traffico inarrestabile! Giorno dopo giorno, perfino quando dormi, la
mente è sempre in funzione, sogna. Continua a rimuginare, è sempre
immersa in ansie e preoccupazioni. Si prepara per il domani:
preparativi segreti sono in atto.

Questa è una condizione non-meditativa. La meditazione è esattamente
l’opposto. Quando il traffico si è dissolto e il pensiero è cessato,
quando nessun pensiero si muove più, non vi è più un agitarsi di
pensieri e tu sei in totale silenzio: quel silenzio è meditazione. E
in quel silenzio si conosce la verità, mai prima. La meditazione è
uno stato di non-mente.

Ed è impossibile giungere alla meditazione tramite la mente, perché la
mente perpetua sempre se stessa. Si può giungere alla meditazione solo
mettendo la mente da parte, restando calmo, indifferente, privo di
identificazioni con la mente; osservando il dipanarsi del processo
mentale, ma senza esservi identificato, senza credere di essere la
mente.

Meditazione è la consapevolezza di non essere la mente. Quando la
consapevolezza scende in profondità dentro di te, lentamente, molto
lentamente, giungeranno alcuni istanti: attimi di silenzio, momenti di
puro spazio, momenti di trasparenza, istanti in cui nulla in te si
muove e tutto è quiete. In questi istanti di quiete realizzerai chi
sei e comprenderai il mistero di questa esistenza.

E verrà un giorno, un giorno di profonda beatitudine, in cui la
meditazione diventerà la dimensione naturale del tuo essere..

La mente è una cosa innaturale, non potrà mai diventare la tua
dimensione naturale. Invece la meditazione è una condizione naturale
che abbiamo perso. E’ un paradiso perduto, ma il paradiso può essere
riconquistato. Guarda negli occhi di un bambino, osserva e vedrai un
silenzio straordinario, vedrai l’innocenza. Ogni bambino, nasce in uno
stato meditativo. Ma, deve essere iniziato agli schemi della società:
gli si deve insegnare come pensare, come fare i suoi calcoli, come
ragionare, come discutere; gli si devono insegnare le parole, il
linguaggio, i concetti. E pian piano, egli perde contatto con la sua
innocenza. Viene contaminato, corrotto dalla società. Diventa un
meccanismo efficiente: non e più un uomo.

Occorre soltanto riconquistare quello spazio. L’hai conosciuto in
passato, per questo quando ti affaccerai alla meditazione per la prima
volta, rimarrai sorpreso, perché in te affiorerà la sensazione
fortissima di averlo già conosciuto. Ed è una sensazione vera: l’hai
conosciuto in passato. L’hai solo dimenticato. Il diamante si è
smarrito sotto un mucchio di rifiuti. Ma se riesci a riportarlo alla
luce, lo riavrai — ti appartiene!

In realtà non lo si può perdere; lo si può solo dimenticare. Siamo
nati in meditazione e in seguito abbiamo appreso le vie della mente,
ma la nostra vera natura rimane nascosta in un luogo profondo, simile
ad un flusso sotterraneo: in un giorno qualsiasi, basta scavare un
poco per ritrovare la sorgente che ancora fluisce, la sorgente di
fresche acque. E questa riscoperta è la gioia piú grande della vita.

– La meditazione non è concentrazione –

La meditazione non è concentrazione. Nella concentrazione vi è un sé
che si concentra e un oggetto su cui si concentra. Esiste una dualità.
Nella meditazione non esiste nessuno all’interno e nulla all’esterno.
Non è la concentrazione. Non si ha divisione tra interno ed esterno.
L’interno continua a fluire verso l’esterno, l’esterno continua a
fluire verso l’interno. La linea di demarcazione, il confine non
esiste più’. L’interno è esterno, e l’esterno è interno: è una
consapevolezza non dualista.

La concentrazione è una consapevolezza dualista; per questo la
concentrazione produce stanchezza; per questo quando ti concentri, ti
senti stanco. E non puoi concentrarti per ventiquattro ore a! giorno,
devi prenderti dei periodi di riposo. La concentrazione non potrà mai
diventare la tua natura.

La meditazione non stanca, la meditazione non ti esaurisce. La
meditazione può diventare un fatto quotidiano: giorno dopo giorno,
anno dopo anno: può diventare eternità. E’ rilassamento puro.

La concentrazione è un atto, un atto di volontà. La meditazione è una
condizione di assenza di volontà, uno stato di inazione. È
rilassamento. Ci si deve semplicemente abbandonare al proprio essere,
e questo essere è identico all’essere della Totalità. Nella
concentrazione la mente funziona partendo dal presupposto che si sta
facendo qualcosa. La concentrazione ha origine nel passato.

La meditazione invece non cela alcuna finalità. Non stai facendo nulla
in particolare, ti limiti a essere. Non implica un passato, è scevra
dal passato. Non implica futuro, è incontaminata da ogni futuro.
E’ ciò che Lao Tzu ha chiamato wei-wu-wei, azione attraverso la non
azione.

.E’ ciò che i Maestri Zen hanno ripetuto: siedi in silenzio, senza
far nulla, viene la primavera e l’erba cresce da sola. Ricorda: da
sola — non viene fatto nulla. Non tiri i fili d’erba verso l’alto:
viene la primavera e l’erba cresce da sola. Quella condizione — in
cui permetti alla vita di seguire il suo corso, quando non cerchi di
imporle un orientamento, quando non vuoi imporle un controllo, quando
non la stai manipolando, quando non la sottoponi a qualche disciplina,
quella condizione di spontaneità pura e priva di disciplina, quella è
meditazione.

La meditazione è nel presente, solo nel presente. La meditazione è
immediatezza. Non puoi meditare, puoi solo essere in meditazione. Non
puoi essere in concentrazione, ma ti puoi concentrare.

La concentrazione è umana, la meditazione è divina.

– Scegliere una meditazione –

Come primo passo scegli qualcosa che ti attira. La meditazione non
dovrebbe essere uno sforzo che ti imponi. Se è una cosa imposta, sarà
un fallimento in partenza. Una cosa imposta non ti condurrà mai alla
naturalezza..

Non serve creare conflitti inutili. Lo si deve capire, perché la
mente ha una capacità naturale, una tendenza verso la meditazione, è
sufficiente che le siano offerti oggetti che la attraggono.

Se in te il corpo è l’elemento dominante, esistono mezzi che ti
possono far raggiungere Dio attraverso il corpo, perché anche il corpo
appartiene a Dio. Se senti che il cuore è l’elemento dominante dentro
di te, allora prega. Se senti che l’intelletto é in te l’elemento
dominante, allora medita.

Ma le mie meditazioni hanno una peculiarità: ho tentato di creare
metodi che siano utili a tutti e tre i tipi di individui. In essi si
usa molto il corpo, ma si usa molto anche il cuore e l’intelletto. Ho
riunito questi tre elementi per lavorare su persone diverse in modi
diversi.

Corpo cuore mente: tutte le mie meditazioni hanno lo stesso
orientamento. Partono dal corpo, passano attraverso il cuore,
raggiungono la mente, per poi andare oltre.

Ricordati sempre che qualsiasi cosa, quando ti diverte, può scendere
in profondità dentro di te. Il fatto che ti diverte significa
semplicemente che è adatta a te. Il suo ritmo è in sintonia con il
tuo. Tra te e il metodo esiste una sottile armonia. Quando ti diverti
con un metodo, non provarne altri, non essere avido: approfondisci
quel metodo quanto più ti è possibile. Puoi praticarlo una volta ogni
giorno e, se ti è possibile, due volte.

Piú lo metti in pratica, più divertirà. Abbandona un metodo solo
quando non ti dà più alcuna gioia: a questo punto la sua funzione si è
esaurita. Cerca un altro metodo: nessun metodo ti può portare diritto
alla meta finale; durante il viaggio dovrai cambiare diversi treni.
Un metodo ti porta solo fino a un determinato stato dell’essere; da
li in poi non ha pizi alcuna utilità, si è esaurito. Quindi devi
ricordare due cose: quando un metodo ti diverte, approfondiscilo
quanto più ti è possibile, ma non fissarti li, perché un giorno dovrai
abbandonare anche questo. Se ti fissi troppo sul metodo, si
trasformerà in una droga: non riuscirai più ad abbandonarlo. Non ti
darà più alcuna gioia, non ti darà pili nulla, ma ora sarà diventato
un’abitudine. Per cui se continuerai ad usarlo, non farai altro che
muoverti in cerchio: il metodo non potrà portarti pù lontano.

Lascia che iI criterio per decidere sia la gioia. Se ancora un metodo
ti dà gioia, persisti, va avanti fino all’ultima goccia di felicità:
devi spremerla totalmente. Neppure una goccia di quei nettare deve
andare sprecata… neppure una! E alla fine devi essere in grado di
lasciarlo cadere: scegli un altro metodo capace di recarti nuova
gioia. Si deve cambiare molte volte. Per ogni persona è diverso, ma è
rarissimo che un metodo funzioni per tutta la durata del viaggio.

Praticare molte meditazioni non serve, perché potresti fare
confusione, fare cose che si contraddicono tra loro e ottenere solo
sofferenza.

Scegli due meditazioni e attieniti a queste. In realtà ti suggerirei
di sceglierne una sola: questa sarebbe la cosa migliore. E’ meglio
ripeterne una, che ti si addice, molte volte. In questo caso scenderà
sempre più in profondità. Spesso si vogliono provare diversi metodi,
un giorno uno, il giorno dopo un altro; infine se ne inventa qualcuno
e ci si ritrova nella confusione. Nei Libro del Tantra sono raccolti
centododici metodi di meditazione: puoi impazzire, sei già pazzo!

Le meditazioni non sono uno scherzo. Talvolta possono essere
pericolose.. Stai giocando con un meccanismo della mente delicato,
molto sottile: a volte una piccola azione di cui non eri consapevole
può diventare pericolosa. Dunque non cercare di inventare un metodo
tuo né di combinare più metodi insieme: scegline due e provali per
alcune settimane.

– Crea uno spazio dove meditare –

Se puoi scegliere un luogo particolare, un tempietto o un angolo della
casa dove meditare ogni giorno, non usarlo per altri scopi, perché
ogni azione porta con sé vibrazioni particolari: usa quell’angolo solo
per meditare e non per altri motivi_ Così quell’angolo « si caricherà
» e ogni giorno ti aspetterà. Quell’angolo ti sarà utilissimo,
quell’ambiente creerà una vibrazione particolare, un’atmosfera
specifica in cui ti sarà facile scendere sempre più in profondità. Per
questo motivo furono creati templi, chiese e moschee: solo per avere
un luogo destinato soltanto alla meditazione e alla preghiera.

E’ anche utilissimo stabilire un orario fisso di meditazione, perché
il tuo corpo e la mente sono un meccanismo. Se mangi ogni giorno alla
stessa ora, a quell’ora il tuo corpo inizia a richiedere cibo. A volte
è possibile ingannarlo: se mangi sempre all’una e l’orologio indica
che ormai è l’una, avrai fame, anche se l’orologio è rotto, e di fatto
sono solo le undici o è mezzogiorno, Guardi le lancette, indicano che
è l’una, e all’improvviso senti gli stimoli della fame: il corpo è
solo un meccanismo.

Anche la tua mente è un meccanismo. Medita ogni giorno nello stesso
posto, alla stessa ora, e produrrai una fame di meditazione nel tuo
corpo e nella mente. Ogni giorno a quell’ora il tuo corpo e la mente
ti chiederanno di entrare in meditazione. Sarà utilissimo: si creerà
in te uno spazio che diventerà farne, sete di meditazione.

All’inizio è utilissimo. Finché la meditazione non ti sarà diventata
naturale e potrai meditare ovunque, in ogni luogo, in ogni istante,
fino a quel momento usa le risorse meccaniche del corpo e della mente
come un appoggio.

Alcuni elementi creano un’atmosfera: spegni la luce, bruci
dell’incenso, indossi abiti particolari, ti rilassi, l’ambiente
assume sfumature delicate, usi uno speciale tappetino, stai in una
posizione particolare. Queste sono tutte cose utili, ma non sono
elementi fondamentali: per altre persone possono trasformarsi in
ostacoli. Ognuno di voi deve scoprire il proprio rituale. Un rituale
serve solo come aiuto per renderti piú agevole l’attesa… e quando
sei a tuo agio e aspetti, la cosa accade: proprio come i! sonno, Dio
viene a te. Proprio come l’amore, Dio viene a te. Non dipende dalla
tua volontà, non Io puoi costringere.

Quando ti dico di meditare, sono perfettamente cosciente che nessuno
si realizza attraverso la meditazione; ma con la meditazione si può
raggiungere un punto oltre il quale nessuna meditazione esiste più.

Sii rilassato e spontaneo

Ci si può lasciare ossessionare anche dalla meditazione. E
l’ossessione è un guaio: prima eri ossessionato dai soldi e ora Io sei
dalla meditazione. Il problema non è il denaro, l’ossessione è il
problema. Eri ossessionato dal mondo degli affari, ora sei
ossessionato da Dio. Il problema non è il mondo degli affari, ma
l’ossessione. Si deve essere rilassati e spontanei e non farsi
ossessionare da nulla, né dalla mente, né dalla meditazione. Solo
così, quando sei inattivo, privo di ossessioni, non sei altro che un
flusso, l’assoluto ti accade.

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