MEDITAZIONE e STATI DI COSCIENZA – 2

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MEDITAZIONE – 2

da “Enciclopedia olistica”

di Nitamo Federico Montecucco ed Enrico Cheli

RICERCHE SULLA MEDITAZIONE E GLI STATI DI COSCIENZA
AD ALTA SINCRONIZZAZIONE

Ricerche sugli stati di meditazione nei monasteri indiani

Cosa accade nel cervello quando si entra in meditazione, ossia in stato di consapevolezza vigile
senza pensieri? Per rispondere a questa domanda abbiamo condotto due estese ricerche in monasteri
indiani e himalayani, la prima nell’inverno 1991-92 in India, presso l’Osho International Commune, a
Poona nel Maharastra, e la seconda sull’Himalaya indiano, presso l’Ashram di Babaji, ad Hairakan. La
nostra sperimentazione era orientata a scoprire le logiche del funzionamento cerebrale in
meditazione, grazie alle potenzialità dal Brain Olotester.

I cinque stadi di coscienza profonda

Ho cercato di suddividere i quadri sperimentali delle persone ad occhi chiusi, ma ancora svegli, in
cinque categorie, ipotizzando l’esistenza di cinque stadi progressivi di coscienza da quelli più
superficiali e inconsapevoli a quelli più profondi e meditativi, in cui la coscienza entra in stati
di intensa esperienza spirituale.

Primo stadio, fig.**, associato ad uno stato di coscienza a bassa attenzione, un po’ assopito, con
poca ideazione e sensazioni somatiche neutre o negative (senso di stanchezza, fatica). E’
caratterizzato da un quadro “freddo”, con una certa uniformità tra le onde e con assenza del normale
picco alfa sui 10 hertz, con una forma a “colonna” e una sync. normale o bassa.

Secondo stadio, fig.**, associato ad uno stato di maggiore attenzione e moderato senso di benessere
del corpo. E’ caratterizzato da una maggiore varianza tra le onde con un normale picco alfa e una
sync. media.

Terzo stadio, fig.**, associato ad uno stato di attenzione più focalizzata su di sé, concentrazione
interiore, inizio meditazione. Nel quadro eeg appare, oltre al picco alfa, anche un picco sulle beta
3, la sync. è medio alta.

Nella fig. ** osserviamo un tipico esempio di salita continua e regolare della curva di
sincronizzazione da valori vicini allo zero fino a valori prossimi a cento, in persona leggermente
stressata che inizia una tecnica di meditazione utilizzando un mantra, ossia una breve frase
ripetuta, che in questo caso era: “Om Namaha Shivaya”. Il tempo dell’intera registrazione è di circa
12 minuti.

Quarto stadio, fig.**, associato a stati di meditazione più profonda e attenzione interiore espansa.
E’ caratterizzato da un quadro più “caldo” e da picchi “quasi armonici” ossia a distanza
relativamente simile tra loro, da lieve prevalenza delle theta e delta e da alta sync.

Quinto stadio, fig.**, associato agli stati più profondi di coscienza, all’esperienza di totalità o
di esperienza dell’essere. E’ caratterizzato da un quadro “caldo”, da onde armoniche, a volte
sinusoidali, ossia da picchi elettroencefalografici a distanza regolare tra loro, spesso con una
forte attività theta e delta, e da altissima sncronizzazione.

Di questi cinque tipi di quadri i primi tre sono stati spesso rilevati in Italia su soggetti normali
in rilassamento o in meditazione, mentre gli ultimi due, relativi ai quadri con onde armoniche e
altissima coerenza, sono stati registrati in India su soggetti che praticavano meditazione da molto
tempo e in condizioni ambientali e culturali ottimali. Riportiamo ora alcune precisazioni su queste
ricerche indiane.

La scoperta degli stati armonici ad altissima coerenza

Nell’inverno del ’91, presso l’Osho International Commune di Poona, uno dei maggiori centri di
crescita del mondo, dove vivono dalle cinque alle diecimila persone, abbiamo studiato 24 persone in
meditazione, ognuna delle quali è stata monitorizzata durante un’intera seduta di meditazione di
un’ora. Abbiamo così rilevato, per la prima volta, una serie di quadri ad altissima coerenza, con
valori dal 95% al 100%. Questi stati, come potete osservare nella fig.**, sono caratterizzati da
onde armoniche, tipiche degli strumenti musicali, esattamente come le “armoniche” che compongono un
suono o le note tra loro quando formano un accordo.

La coscienza, in quello stato ad altissima sincronizzazione, è silenziosa e vigile; si sperimenta
uno stato di grande pace in cui la mente interrompe il suo ininterrotto parlare o “dialogo
interiore” e la coscienza è lucida e vuota. Il corpo è in grande rilassamento psicosomatico e le sue
energie sembrano fluire con grande piacere e benessere generale. Teoricamente questo dovrebbe essere
il quadro “ideale” dello stato di salute globale a cui riferirsi per ogni valutazione generale. Va
rilevato che le persone studiate erano di differenti età e nazionalità, ed avevano praticato da vari
anni, oltre alla meditazione, varie terapie psicosomatiche individuali e di gruppo.

Abbiamo anche rilevato alcuni quadri ad altissima sincronizzazione in persone creative nel loro
lavoro, ad occhi aperti e in piena attività psicofisica, caratterizzati da una forma “sferica” delle
onde, come potete osservare nella fig. **.

Kundalini cerebrale

Le onde armoniche che abbiamo rilevato nel corso delle ricerche sulla meditazione, nei monasteri
indiani e in Italia, sono caratterizzate da una forma a spirale.

La forma a spirale è affascinante e ci riporta alla terza matrice archetipica, un vortice di
energie.informazioni elettromagnetiche.intelligenti che sale coinvolgendo l’intero cervello in
un’unica danza, un giro di walzer delle energie su se stesse, come si può osservare nelle fig.**.
Sappiamo da sempre che l’onda elettromagnetica armonica è una spirale regolare, ma osservarla sul
monitor del nostro computer è stata un’esperienza fortissima. Di nuovo ci troviamo a constatare la
saggezza delle culture antiche che, per raffigurare ciò che osservavano interiormente, utilizzavano
la spirale o il serpente che sale lungo l’albero della coscienza o il serpente del bastone alato di
Mercurio. Noi scienziati olistici del terzo millennio, in modo più distaccato, osserviamo sul
monitor dei nostri strumenti, una spirale elettromagnetica armonica che sincronizza l’intero sistema
nervoso.

Sincronicità tra cervelli

Vari studi internazionali, tra cui quelli elettroencefalografici condotti presso l’Universitad
Nacional Autonoma del Mexico dal Prof. Jacobo Greenberg-Zylberbaum e Julieta Ramos, confermano la
tesi neurofisiologica secondo cui i campi neuronali possono interagire e influenzarsi a vicenda
senza l’uso dei normali canali di comunicazione esterna. Nel loro esperimento (fig.**) hanno
dimostrato che esiste un fortissimo aumento di sincronizzazione, sia tra le onde
elettroencefalografiche degli emisferi dei singoli soggetti, sia tra i cervelli di soggetti tra loro
sconosciuti, quando entrano in “comunicazione empatica silenziosa” (empatia dal greco: sentire
dentro insieme). Questo dato testimonia come esista una sincronicità di onde che si trasmette e si
riceve a distanza e può quindi provocare l’incontro tra due persone simili per semplice legge di
risonanza o simpatia (dal greco sun, insieme e pathos, sentire). Gli sperimentatori hanno anche
evidenziato che le persone le cui onde interemisferiche erano più armoniche ed equilibrate hanno più
potere di trasmissione e sono più influenti.

Ricerche sulla coscienza collettiva

Sincronicità tra i cervelli (ved. Sommario)

La seconda ricerca è stata effettuata ad Hairakhan, sull’Himalaya indiano, nell’Ashram di Babaji, il
grande maestro spirituale che ha lasciato il corpo nel 1984. Questo magico posto è uno dei luoghi
più sacri della tradizione shivaita, posto ai piedi del monte Kailash e bagnato dal Gotami Ganga,
nell’Himalaya indiano. Abbiamo fatto interessanti rilevazioni sull’attività cerebrale di Yogi, Sadhu
e devoti indiani e occidentali che da anni seguono questo antichissimo cammino di ricerca interiore
chiamato Sanatan Dharma (religione eterna). Oltre ad aver ritrovato gli stessi stati armonici ad
altissima coerenza, abbiamo fatto una scoperta di grande interesse sulla sincronizzazione tra i
cervelli di persone vicine. Con il Brain Olotester, abbiamo rilevato che due persone vicine, in
certi stati, possono avere un’attività cerebrale profondamente interconnessa. Normalmente due
persone che parlano o lavorano insieme hanno una sincronizzazione prossima allo zero (vedi fig. **),
ma se si sintonizzano più profondamente tra loro, se entrano in amicizia, in empatia, se condividono
le stesse emozioni, la curva della sincronizzazione inizia ad aumentare. In meditazione poi la
sincronizzazione raggiunge dei livelli altissimi, i due cervelli “sono sulla stessa onda”.

Sincronicità e cooperazione

Come potete osservare nella fig. **, che presenta i quadri di due persone in meditazione una accanto
all’altra, lo schermo del computer presenta, affiancati, i due quadri di attività
elettroencefalografica di due persone divisi in S1 e D1 (sinistra e destra della prima persona) e in
S2 e D2 (sinistra e destra della seconda persona). Nella parte inferiore abbiamo quattro grafici di
sincronizzazione: il primo a sinistra correla gli emisferi (S1-D1) della prima persona, l’ultimo a
destra gli emisferi della seconda persona (S2-D2) e nel mezzo ci sono i grafici della
sincronizzazione tra gli emisferi sinistri (S1-S2) e destri (D1-D2) delle due persone. Questo quadro
elettroencefalografico mostra due meditatori. Sulla sinistra Pandeva, con più anni di esperienza di
meditazione, ha la sincronizzazione (S1-D1) più alta e regolare, a destra Ayodhya, con solo qualche
anno di pratica, rivela una sincronizzazione (S2-D2) leggermente inferiore e meno regolare. La cosa
sorprendente è la loro sincronizzazione reciproca estremamente alta e significativa. Queste due
persone lavorano ed operano con lo stesso intento e praticano le stesse meditazioni, gli stessi
canti e gli stessi riti che da millenni vengono ripetuti da questa tradizione. Ritengo che questi
risultati non siano da considerarsi limitati a questa specifica tradizione, ma siano certamente
estendibili a ogni pratica spirituale simile, quando sia vissuta con sincerità e profondità. Nella
fig.** una coppia di meditatori tibetani che mostrano di essere realmente “sulla stessa onda”.

Campo individuale e collettivo

Una domanda sorge spontanea a questo punto: come accade questo fenomeno? Abbiamo due ipotesi
possibili. La prima è l’ipotesi elettromagnetica. La scienza sa da molto tempo che ogni nostra
cellula, e quindi anche il nostro cervello, continua ad emettere onde elettromagnetiche che creano
un campo elettromagnetico con differenti livelli di intensità intorno al corpo. Nella zona di pochi
centimetri che circonda il corpo si trova il campo più intenso che via via si indebolisce con il
quadrato della distanza. Ricerche sui campi elettromagnetici umani evidenziano come questo campo
possa essere largo anche qualche metro intorno al corpo. Ogni campo avrà una sua frequenza e
intensità caratteristica e assolutamente individuale, come le impronte digitali. Quando due campi
elettromagnetici entrano in contatto probabilmente accade una reazione positiva o negativa. Può
instaurarsi una sintonia tra le bande d’onda e le frequenze che porta ad una comunicazione empatica
e amichevole, o al contrario una sensazione di disturbo e di incomunicabilità. Riteniamo che le onde
elettroencefalografiche siano come una sorta di emissione sottile che riflette fedelmente la nostra
energia psicofisica del momento, che esse vengono captate da chi ci circonda permettendo una sorta
di comunicazione silenziosa di informazioni.

La seconda ipotesi si basa invece sul fenomeno della “non località” secondo cui ogni evento
energetico neuropsichico del cervello, attraverso il vuoto subquantistico, medium senza dimensione
né tempo, si sincronizza istantaneamente, senza più problemi di distanza, con altri eventi
neuropsichici analoghi. Il Vuoto continuerebbe così la sua opera di presenza creativa e il suo ruolo
di grande sincronizzatore degli eventi empatici dell’esistenza.

L’ineludibile relazione osservatore – osservato

I nostri esperimenti sembrano dimostrare in modo inequivocabile che l’energia.coscienza delle
persone si influenza vicendevolmente. Nella fig. ** vediamo una curva di sincronizzazione di un
soggetto in meditazione che scende bruscamente e poi risale un poco. Questa desincronizzazione
corrisponde al momento in cui una persona estranea si era avvicinata al meditante e, benché nessuno
se ne fosse accorto, il suo campo energetico-psichico, del tutto estraneo a quanto accadeva, aveva
turbato il silenzio, il campo del soggetto in meditazione, e quindi la sua coerenza cerebrale.
L’allontanamento immediato dell’estraneo aveva avuto come risultato altrettanto immediato la
risalita della sync. Lo stesso fenomeno di relazione tra persone (e cervelli) è stato rilevato anche
in molti altri casi analoghi, come nella classica relazione di empatia tra terapista e paziente,
vedi fig ** o di persone amiche tra di loro fig.**. Questi fatti demoliscono uno dei punti
fondamentali della metodologia sperimentale della scienza classica, per cui ogni esperimento
dev’essere svolto senza l’interferenza dello scienziato, che viene considerato un puro osservatore
imparziale e distaccato. In realtà è invece lo sperimentatore non può che influenzare attivamente e
costantemente l’attività del soggetto sperimentale.

La metodologia scientifica futura dovrà quindi necessariamente considerare la sottile influenza
dell’osservatore, del suo stato d’animo e dei suoi giudizi di fondo mentre osserva un fenomeno
neuropsichico o compie un esperimento su soggetti coscienti.

Sessualità e polarità: quantificare la telepatia

Una delle scene più commoventi e significative del famoso film E.T. di Spielberg è legata al momento
in cui i medici e gli scienziati cercano di curare il piccolo extraterrestre che sta morendo e si
rendono conto che è in profonda relazione empatica con il suo amico bambino. Il loro cuore batte
all’unisono… c’è sintonia, amore, amicizia e telepatia. Questa non è solo una fantasia
cinematografica. Letteralmente il termine telepatia (da tele che vuol dire “da lontano” e pathos
emozione) non significa, come spesso si intende, trasmissione del pensiero, ma percezione a distanza
delle sensazioni, dei sentimenti e delle emozioni.

Studiando le interrelazioni sincroniche tra cervelli, abbiamo scoperto che quando esiste forte
attrazione sessuale tra due persone di sesso opposto, la sincronizzazione è altissima ma di segno
opposto (vedi fig. ** ); questo significa che, quando il cervello (altamente sincronizzato) della
ragazza ha una curva “in su”, sincronicamente nel cervello del ragazzo si osserva una curva identica
ma “in giù”. La logica del Tao può offrire una spiegazione: la polarità opposta tra Yin e Yang che
rispecchia quella dell’elettricità, crea attrazione tra esse.

L’analisi della sincronizzazione è quindi in grado di rilevare e quantificare se due persone sono in
profonda comunicazione tra loro o no, il loro livello di relazione e sintonia. Spesso ho osservato
il quadro, purtroppo comune, senza sincronicità di una coppia in crisi.

Buddhafield experiment

In occasione del CyberGaia, un evento di esperienze olistiche di gruppo nell’ottobre 1994, rileviamo
e documentiamo, per la prima volta, l’esistenza di una trasmissione di informazioni tra cervelli
all’interno di un gruppo di dodici persone. Con il Brain Olotester a dodici canali, e i suoi
programmi di analisi dei dati, registriamo simultaneamente le onde elettroencefalografiche di dodici
persone, ponendo un singolo elettrodo sulla parte alta della fronte in posizione centrale (tra F1 e
F2), e seguiamo l’aumento della loro sincronizzazione collettiva durante la pratica di meditazione
Vipassana della durata di trenta minuti (fig.** ). Le dodici persone non erano esperte in questa
meditazione anche se alcune di esse avevano già meditato in passato. I risultati sono evidenti e
significativi: la sincronizzazione collettiva è elevata. Testimoniamo la prima rilevazione
scientifica di un campo di coscienza collettivo, ossia di un Buddhafield.

Secondo le conoscenze e i modelli della scienza ufficiale, l’aspettativa statistica di una
similitudine tra le onde dei cervelli di persone vicine è praticamente nulla. Ogni cervello infatti
dovrebbe avere la sua propria onda elettroencefalografica, una banda assolutamente individuale e
unica non correlata a nessuna delle onde cerebrali delle persone vicine. La scienza non riconosce
nessuna comunicazione di informazioni che non sia quella già conosciuta dei cinque sensi, e spesso
si è opposta con decisione ai vari tentativi di dimostrazione dell’esistenza di altre forme di
comunicazione più “sottile”. Tuttavia, chiunque abbia un minimo di sensibilità sa quanto la
coscienza collettiva sia reale: pensiamo al sentimento di gruppo che si prova quando sentiamo
un’opera a teatro o l’inno nazionale o, più semplicemente, all’emozione che dilaga tra i tifosi di
una partita o in alcune manifestazioni di massa.

Certamente gli stati d’animo collettivi possono anche essere negativi, come quando un dittatore
riesce a influenzare, più attraverso le emozioni che le ragioni, grandi masse di persone. Così hanno
fatto Hitler e Saddam Hussein.

L’esperienza religiosa è un altro chiaro esempio di senso di unità: i canti e le cerimonie, se
vissute profondamente, portano spesso a queste esperienze. Chiunque poi abbia vissuto pienamente
l’esperienza di meditazione in gruppo, conosce l’incredibile sensazione di essere tutti parte di
un’unica energia, come le cellule di uno stesso organismo vivente. Le varie pratiche spirituali e le
cerimonie religiose sembrano proprio essere tecniche collettive per sincronizzare i cervelli e
portarli ai loro massimi livelli di potenzialità e creatività. Tuttavia queste ipotesi sulla
comunicazione sottile tra persone sono sempre state respinte dalla scienza come fatti non
documentabili, illazioni che non potevano essere provate scientificamente.

Arco di Trento

Durante il primo incontro del Comitato Europeo per una Nuova Scienza, tenuto ad Arco di Trento nel
’94, proponiamo un esperimento collettivo di sincronizzazione a cui partecipano, con grande
interesse, un centinaio di persone tra relatori e partecipanti al congresso. Le dodici persone i cui
elettroencefalogrammi sarebbero stati registrati, erano posti in cerchio al centro della sala, senza
contatto fisico tra loro. Si sarebbe fatto un certo periodo di silenzio ad occhi chiusi, poi una
meditazione collettiva fino a percepire il “campo collettivo” costituito dall’insieme delle energie
individuali di tutto il gruppo. Nelle figure ** – ** possiamo osservare l’inizio dell’esperimento ad
occhi aperti, la prima fase di silenzio ad occhi chiusi e nella terza il momento di meditazione e di
percezione del “campo collettivo”. E’ particolarmente evidente l’incremento di coerenza tra i dodici
tracciati, che, nel terzo quadro è elevatissima, sembra quasi di osservare un tracciato di dodici
elettrodi presi dal cervello di una sola persona.

I risultati degli esperimenti condotti e la possibilità di una corretta e ripetibile quantificazione
della sincronizzazione aprono nuove possibilità all’interno della scienza ufficiale. I nostri dati,
più volte ripetuti, sono fortemente indicativi di una reale trasmissione “telepatica”. Tra i
cervelli delle persone sedute ad occhi chiusi e in silenzio è stata registrata una sincronizzazione
con punte superiori all’80%. Tra alcune coppie di persone la sincronicità era superiore al 90%.
Essendo vicino allo zero il valore percentuale atteso, questi risultati sono di grande interesse. Se
gli esperimenti successivi confermeranno i dati da noi registrati, si apriranno nuove prospettive
scientifiche: la misurazione della telepatia in larghi gruppi potrebbe aiutarci a svelare la natura
della coscienza collettiva e le sue logiche di sviluppo verso la coscienza planetaria. In alcune
rilevazioni collettive abbiamo osservato che il gruppo sembra suddiviso in due sottogruppi, che
manifestano una differente sincronizzazione collettiva. (fig,**)

Le ripercussioni sono vaste e di grande significato sociale e umano. La quantificazione della
comunicazione empatica collettiva apre le porte ad una nuova concezione dei principi che regolano
l’educazione e la collaborazione umana, a una più profonda comprensione delle dinamiche di gruppo,
di coppia, familiari, all’interno di staff o equipe di lavoro, tra medico e paziente, tra coppie,
tra persone che lavorano insieme. Fino ad ora questa comunicazione silenziosa è rimasta inconscia e
quindi in gran parte inutilizzata; ora sarà possibile comunicarsi delle informazioni (trasmetterle e
riceverle) in modo più consapevole e deliberato.

Ricerca olistica per l’evoluzione globale

Queste prove scientifiche aprono le porte ad una nuova dimensione della ricerca scientifica dove
medicina psicosomatica, psicologia e ricerca spirituale trovano finalmente una sintesi e una dignità
scientifica. Grazie a questo strumento, dall’estrema facilità di funzionamento e di lettura, ora è
possibile per ogni medico, psicologo o terapista studiare, quantificare e diagnosticare gli
squilibri, gli eccessi e le carenze, la sintonia o la disarmonia generale, gli stati di benessere e
seguirli nel loro sviluppo. Sulla base di queste scoperte è possibile concepire una nuova didattica
e una logica di lavoro basata sulla sintonia e sulla sensazione di appartenenza ad un gruppo. È
logico ritenere che, se si comprendessero a fondo le logiche e l’armonia che la comunicazione
empatica comporta, si potrebbe imparare a vivere meglio insieme, a cooperare e a crescere insieme.

Riassumendo possiamo concludere, in conformità con il modello Cyber e con le ipotesi avanzate, che
le potenzialità della psiche e del cervello umano sono in diretta relazione al suo stato generale,
all’equilibrio tra funzioni istintive del corpo, sensazioni, emozioni, pensieri e coscienza di sé. È
evidente che ogni inibizione dei nostri istinti, delle nostre sensazioni, ogni blocco emozionale,
ogni condizionamento culturale creerà dei blocchi nel nostro cervello impedendoci di vivere la
nostra vera vita e quindi riducendo le nostre potenzialità a livelli sempre più bassi. La sensazione
generale riportata dalle persone con bassa sincronizzazione è di vivere una vita inutile e senza
significato, di non avere piacere di vivere. È fondamentale considerare che ci si può liberare da
tutti questi blocchi e condizionamenti con opportune tecniche terapeutiche psicosomatiche
individuali o di gruppo. Come lo stesso Dalai Lama ha recentemente suggerito, le terapie
psicosomatiche possono rivelarsi preziosi strumenti di liberazione spirituale.

Coerenza e sviluppo del potenziale umano

Viene così confermata l’ipotesi di lavoro secondo cui l’essere umano possiede la capacità di
sviluppare uno stato di coscienza unitario e globale che lo connette con gli altri esseri umani e
con l’esistenza. Queste scoperte sono di evidente importanza per lo sviluppo del potenziale umano,
in quanto permettono di comprendere scientificamente parametri fino ad ora non quantificabili come
la salute, la creatività, il benessere o la depressione, l’apertura o la chiusura affettiva ed
emozionale, gli stati di meditazione e di contatto col Sé, e quindi aprono una nuova dimensione alla
ricerca scientifica, medica e psicosomatica. Gli sviluppi umani e sociali di queste scoperte possono
essere vastissimi: dalla medicina alla psichiatria, dall’educazione, alla psicologia sociale, alla
spiritualità.

La comprensione delle logiche e delle modalità di sviluppo globale dell’essere umano e della
formazione della coscienza collettiva (come comunicazione attiva tra cervelli-coscienze) può quindi
essere considerata una finalità immediata della ricerca scientifica, in modo che possa diventare
parte di una medicina e di un’educazione più globale e consona alle attuali necessità storiche di
trasformazione verso una coscienza planetaria.

E’ particolarmente interessante, dal punto di vista della medicina psicosomatica, considerare
l’opportunità di un’educazione psicosomatica preventiva attuabile già dai primi anni di vita del
bambino. Da una decina di anni, la nostra associazione organizza corsi e gruppi di crescita umana
orientati alla coscienza globale, in cui vengono praticate le maggiori tecniche psicosomatiche
(bioenergetica, gestalt, rebirthing, psicodramma ecc.) per la consapevolezza e la liberazione dei
blocchi, e le principali tecniche di meditazione (vipassana, mantra, yoga, preghiera). I risultati
sono all’altezza delle aspettative, le persone alla fine del corso sperimentano una sorta di
trasformazione interiore e del comportamento e vivono stati di coscienza molto positivi, unitari e
creativi. Ritrovare l’unità e la fluidità interiore è il primo passo verso una visione olistica
dell’esistenza, visione che potrà essere successivamente trasmessa ai bambini in un contesto di
educazione globale.

Tavola riassuntiva delle quattro scoperte sulla coerenza neuropsichica

1) La prima scoperta è relativa all’esistenza di una correlazione tra la coerenza tra le onde
elettroencefalografiche tra i due emisferi e la salute psicosomatica. L’osservazione di più di un
migliaio di pazienti evidenzia che le onde elettroencefalografiche dei due emisferi possono essere
più o meno coerenti in relazione al loro livello di integrità psicofisica: alti valori sono
correlati a stati di salute, bassi valori sono correlati a stati di depressione psicofisica. Il
valore di coerenza viene interpretato come indicatore generale della comunicazione e integrazione
tra i due emisferi e tra le differenti aree funzionali del cervello (tre cervelli). Il campo
principale di applicazione di questa scoperta è in medicina psicosomatica, come quantificazione
globale dello stato di salute.

2) La seconda scoperta è quella degli “stati armonici ad altissima coerenza”, caratteristici dei
momenti di intensa creatività, di profondo benessere e degli stati di meditazione. La coerenza media
durante le sessioni di meditazione è alta, tendente al 95-100%. La coerenza media di un gruppo di
meditanti dopo una sessione di meditazione è significativamente più elevata della loro media prima
della sessione. Due ricerche del 1990 e 1991 hanno permesso di scoprire che, in stati di
meditazione, le onde cerebrali (oltre ad essere ad elevata coerenza) possono generare un’unica onda
armonica, con picchi regolari o a forma di onda sinusoidale, spesso stabile per decine di minuti,
come se tutte le differenti frequenze dei vari centri cerebrali diventassero coerenti e iniziassero
a “suonare un’unica sinfonia comune” indice di profondo benessere psicofisico. Questa seconda
scoperta trova la sua principale applicazione nell’ambito dello sviluppo del potenziale umano come
quantificazione dello stato evolutivo individuale.

3) La terza scoperta è relativa alla “coerenza intercerebrale “, ossia alla “sincronizzazione
interpersonale”. I cervelli di coppie di persone vicine, che normalmente sono caratterizzati da onde
completamente indipendenti e non coerenti, possono sincronizzarsi tra loro anche a livelli molto
alti. Questi dati sono stati da me rilevati e quantificati con una serie di esperimenti su coppie
svolti nel 1991 e 1992, analizzando i valori di coerenza tra i loro emisferi destri e sinistri. La
ricerca ha evidenziato un’inaspettata comunicazione tra persone vicine, con punte di
sincronizzazione tra cervelli superiori al 90%. Questa scoperta dimostra scientificamente una
“comunicazione sottile” tra persone e permette di quantificare fenomeni come l’affetto di coppia,
l’empatia, il feeling e la telepatia.

4) La quarta scoperta, strettamente derivata dalle terza, è relativa alla “sincronizzazione
collettiva”, ossia all’esistenza di un “campo di coerenza collettivo” tra persone in gruppo. Una
serie di esperimenti, iniziati nel 1994, su gruppi di 12 persone, prima e durante una sessione di
meditazione, hanno evidenziato un aumento della coerenza tra le onde EEG dei cervelli di persone
vicine durante la fase di meditazione, con valori che hanno superato il 60% con punte massime che
hanno raggiunto l’82%. E’ la prima dimostrazione scientifica dell’esistenza di un “campo di
coscienza collettiva”. Questi dati permettono di comprendere le basi scientifiche della “telepatia
collettiva”, della cooperazione o delle difficoltà di relazione all’interno di gruppi di lavoro,
classi scolastiche, società.

continua…

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