Meditazione: Le conferme dalla ricerca

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Le conferme dalla ricerca

di Abigaille Barneschi

La meditazione fa bene alla salute: chiunque la pratichi lo sa bene, ora
cominciano ad arrivare conferme anche dalla scienza ufficiale, solitamente
disposta ad ammettere solo i vantaggi derivanti da un generico “stato di
rilassamento”. Le ricerche più recenti hanno cambiato indirizzo, puntando
a valutare i vantaggi della meditazione in pazienti affetti da patologie
gravi come l’AIDS o il cancro.

Le notizie più recenti – provenienti dal centro per la Medicina integrativa
del Thomas Jefferson University Hospital di Philadelphia e pubblicate su
General Hospital Psychiatry – riguardano un’indagine su 104 pazienti,
affetti da patologie croniche di varia gravità, tra cui AIDS, ipertensione,
problemi gastrointestinali e asma, che hanno seguito per otto settimane un
programma di meditazione denominato MBSR.

Quanti hanno completato il corso affermano di sentirsi meglio
psicologicamente; ma, soprattutto, fisicamente, di aver visto diminuire i
sintomi più penosi delle loro affezioni e di aver acquisito una maggiore
lucidità mentale. Tutti vantaggi che sembrano destinati a durare – le
verifiche sono state effettuate ad un anno dall’inizio del programma – tanto
che il 91 per cento degli intervistati ha continuato a praticare più o meno
regolarmente la meditazione anche dopo la fine dello studio.

Altrettanto positivi i risultati emersi da uno studio canadese sugli effetti
di un programma di meditazione specificamente destinato a pazienti
oncologici. Dalle verifiche effettuate sei mesi dopo – presso il Tom Baker
Cancer Center di Calgary – è emerso che i malati che hanno seguito per sette
settimane un gruppo di meditazione di un’ora e mezza alla settimana – più
una breve meditazione quotidiana a casa – hanno visto diminuire
sensibilmente sia disturbi dell’umore -ansia o depressione – che sintomi di
stress quali insonnia o patologie gastrointestinali.

E’ interessante notare che i risultati migliori sono stati ottenuti dai
soggetti – soprattutto, ma non solo, di sesso femminile – che avevano
manifestato i disturbi più rilevanti.

Entrambi i gruppi concordano nell’affermare che i risultati dei loro studi
sono tali da giustificare ulteriori ricerche: la Georgetown University ha
appena varato un nuovo programma di studi che inserisce alcune terapie
complementari – inclusa la meditazione – nel corso di laurea in medicina.

 

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