Meditazione sul respiro
di Ajahn Chah
Lascia che la mente si raccolga in un singolo punto e lascia che
l’attenzione così composta rimanga col respiro. Lascia che il respiro sia
l’unico oggetto di cui sei cosciente. Concentrati, finché la mente non
diventa sempre più sottile, finché le sensazioni non siano divenute
insignificanti e ci siano grande chiarezza e vigilanza interiori.
Allora, quando le sensazioni dolorose si presenteranno,
cesseranno gradualmente per conto loro.
Infine osserverai il respiro come se fosse un parente che venga
a farti visita. Quando un parente se ne va, lo accompagniamo fuori e lo
vediamo andarsene. Lo osserviamo finché non se n’è andato o è sparito dalla
vista e allora torniamo dentro. Osserviamo il respiro nello stesso modo. Se
il respiro è pesante, sappiamo che è pesante; se è leggero, sappiamo che è
leggero.
Mentre diventa sempre più fine, continuiamo a seguirlo e, nello
stesso tempo, svegliamo la mente. Finalmente il respiro sparisce
completamente e tutto ciò che rimane è la sensazione di consapevole
vigilanza.
Ciò è detto venire in contatto col Buddha.
(Ajahn Chah, citato da Samuel Bercholzs in Entering the Stream)
Lascia un commento