Meditazione sulla gentilezza amorevole e sugli altri stati sublime 4

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Meditazione sulla gentilezza amorevole e sugli altri stati sublime 4

(di Sujiva)

(parte quarta)

I CHE TU SIA LIBERO DAI PERICOLI

La sicurezza è uno dei prerequisiti più importanti per la felicità. Tuttavia nel Buddhismo si sa che
non c’è una sicurezza permanente in questo ciclo impermanente di esistenze, eccetto che nel Nibbana.
E’ qualcosa che ci sconcerta ma è una realtà che dobbiamo imparare ad accettare. Se la si accetta ci
porterà sulla via del progresso. Anche l’aspirazione indica la direzione della propria spiritualità.
I pericoli cui si riferisce sono sia quelli interiori che quelli esteriori. Quelli esterni
concernono la gente che ci vuol fare del male o le disgrazie e i pericoli che ci possono essere
fatali. Quelli interni riguardano le nostre impurità e il kamma negativo. Entrambi sono
interconnessi. Ma quando la mente è consapevole o sta irradiando Metta è in uno stato di completa
purezza. In quel momento, e anche dopo per un po’, è libera dalle impurità, che sono la radice
stessa della sofferenza e del ciclo del samsara. Quando uno è consapevole e puro, quando uno ha
amore e compassione, è come se creasse uno scudo esterno contro i pericoli.

Metta è una forza protettiva e ci sono apposite recitazioni protettive di Metta. Si narra che quando
il Bodhisatta stava praticando Metta perfino le frecce non riuscivano a colpirlo, ma lo ferivano
invece quando non aveva Metta. Perciò quando si dice che il fuoco, il veleno e le armi non possono
fargli del male, lo si dice con cognizione di causa. Però il tutto deve essere sostenuto da una
forte concentrazione.

IN OGNI AUGURIO C’È UN ASPETTO POSITIVO E UNO NEGATIVO. QUI L’ASPETTO POSITIVO

STA NELLA SICUREZZA, CHE NON SIGNIFICA SOLO ASSENZA DI PERICOLO MA ANCHE LA PRESENZA DI UN SENSO DI
BENESSERE, AGIO E FACILITÀ NELLA VITA E NELLA PRATICA. SOLO ALLORA UNO SI PUÒ DEDICARE AD UNA
PRATICA SPIRITUALE PIÙ SUBLIME E RAFFINATA.

II CHE TU SIA IN PACE E LIBERO DALLA SOFFERENZAMENTALE

Ho usato la formulazione “in pace” invece che “felice” per sottolinearne l’aspetto spirituale. La
pace è più simile alla tranquillità ed è in relazione alla purezza mentale. La sofferenza mentale è
l’aspetto negativo che si vuole superare e comprende gli stati di paura, di frustrazione, di
depressione, di disperazione, rabbia, preoccupazione, bramosia, illusione, opinioni sbagliate e così
via. La cosa interessante è che bisogna riconoscerne la presenza prima di poterli veramente
eliminare. Il negarli continuamente dicendo che non vi è un “io” o un “mio” non funziona a meno che
questa intuizione sia veramente profonda e genuina. Altrimenti indica la necessità di esercitare una
Metta forte e attiva.

III CHE TU SIA SANO, LIBERO DALLA SOFFERENZA FISICA

Questa aspirazione riguarda il benessere fisico di una persona. Come ho già detto più sopra, prima
dobbiamo riconoscere che c’è una sofferenza fisica reale, poi vederne l’aspetto positivo consistente
nella possibilità di curarlo e di recuperare la salute. Riguarda soprattutto le energie fisiche e
fattori quali il riposo, la vitalità, la lunga vita e così via.

IV CHE TU POSSA PRENDERE CURA DI TE STESSO E VIVERE FELICE

E’ un’aspirazione generale che copre tutti gli altri aspetti. Estende le benedizioni della pratica a
tutta la vita e le attività della persona a cui si indirizza. Prendersi cura significa accudire ai
propri bisogni quali lavarsi, mangiare, lavorare e dormire, insomma vivere serenamente e
felicemente.

COME HO GIÀ DETTO, ECCETTO CHE PER L’ULTIMA ASPIRAZIONE, CI SONO SIA GLI ASPETTI POSITIVI CHE QUELLI
NEGATIVI DI OGNI SITUAZIONE. ENTRAMBI VANNO RICONOSCIUTI E AFFRONTATI. PER ESSERE PIÙ SEMPLICE E
CONCISO USO SOLO GLI ASPETTI POSITIVI: “CHE TU SIA AL SICURO, IN PACE, SANO, FELICE”, ANCHE PERCHÉ
LO TROVO PIÙ EFFICACE E INCISIVO DELLA CONNOTAZIONE NEGATIVA. TUTTAVIA SE CI SONO IMMINENTI PERICOLI
E ALTRE COSE DEL GENERE, È PIÙ PRATICO USARE LA CONNOTAZIONE NEGATIVA.

POTETE PERCIÒ, MENTRE PRATICATE METTA, METTERVI DI FRONTE MENTALMENTE QUALCUNO CHE VI STA A CUORE.
SE SIETE RIUSCITI A FAR FLUIRE METTA, L’ASPIRAZIONE SOSTERRÀ LA CONTINUITÀ DI QUESTO FLUSSO.
ALTRIMENTI, CONTINUANDO A RIPETERE L’ASPIRAZIONE CON LO STATO MENTALE GIUSTO POTETE SUSCITARE METTA,
CHE È COME UN’ENERGIA CHE FLUISCE DA VOI VERSO L’ALTRO.

QUANDO FORMULATE IL PRIMO AUGURIO “CHE TU SIA LIBERO DAI PERICOLI” QUESTA FORZA FLUISCE VERSO LA
PERSONA E FORMA UNO SCUDO PROTETTIVO, NON SOLO ESTERNO MA ANCHE INTERNO NELLA MENTE E NEL CORPO.
AVVILUPPA SIA VOI CHE L’ALTRO, ED È ACCOMPAGNATO DA GIOIA, AGIO E PACE.

FORMULANDO IL SECONDO AUGURIO, SENTITE LA GIOIA E LA PACE CHE ESCE DALLA VOSTRA MENTE/CUORE VERSO IL
CUORE DELL’ALTRO; POTETE COSÌ SENTIRE ANCHE LA GIOIA DELL’ALTRO. PRIMA DI FORMULARE IL TERZO AUGURIO
IMMAGINATE CHE UNA FORZA STIA SATURANDO IL CORPO DELLA PERSONA CREANDOLE UN BENESSERE FISICO,
ALL’INIZIO PIACEVOLE E RILASSANTE E POI RINVIGORENTE E VITALE. SE QUALCHE PARTE DEL CORPO HA BISOGNO
DI CURA, BISOGNA INDIRIZZARE UNA ASPIRAZIONE SPECIALE VERSO QUELLA PARTE.

L’ULTIMO AUGURIO, IL QUARTO, È PIÙ GENERICO. LASCIATE SEMPLICEMENTE CHE UN CONTINUO FLUSSO DI METTA
SCORRA VERSO LA PERSONA, SATURANDOLA, FINO AL PUNTO DA AVVOLGERE E SOMMERGERE SIA VOI CHE L’ALTRO IN
UN MARE PROFONDO DI METTA. C’È UN PUNTO DA TENERE IN CONSIDERAZIONE: LA FORZA O ENERGIA CHE SI
PERCEPISCE

MANDANDO METTA PUÒ ESSERE SIA FISICA CHE MENTALE. ALCUNI POSSONO PERSINO VISUALIZZARLA. E’ UNA FORMA
DI IMMAGINAZIONE AMMISSIBILE, MA BISOGNA TENER SEMPRE PRESENTE CHE LO SCOPO PRINCIPALE È METTA E LA
COSA PRINCIPALE È MANTENERLA PURA, GENUINA E CONCENTRATA PER POTER RAGGIUNGERE MAGGIORI PROFONDITÀ.
GLI ASPETTI PIÙ CONCRETI POSSONO ASPETTARE, PER NON DISTRARRE E INDEBOLIRE LA PRATICA.

IL PRINCIPIO CHE GUIDA QUESTE QUATTRO ASPIRAZIONI È LO STESSO DI QUANDO USIAMO LE SITUAZIONI E LE
QUALITÀ VIRTUOSE DI UNA PERSONA PER SUSCITARE METTA. OGNI ASPIRAZIONE PUÒ SUSCITARE METTA E, SE GIÀ
SORTA, MANTENERLA CONTINUATIVA. METTA SORGE E FLUISCE DOPO LA PRIMA ASPIRAZIONE (I), POI RIFLUISCE
MA PRIMA DI CESSARE COMPLETAMENTE, PUÒ ESSERE RICARICATA DALLA SECONDA ASPIRAZIONE (II). LA STESSA
COSA SI FA PER LA TERZA ASPIRAZIONE (III) E PER LA QUARTA (IV), PER RIVITALIZZARE O MANTENERE IL
FLUSSO. DOPO, SI PUÒ RITORNARE A (I) E IL CICLO ANDRÀ COSÌ AVANTI INDEFINITAMENTE.

LA SECONDA COSA DA TENERE PRESENTE È CHE ALCUNE ASPIRAZIONI POSSONO ESSERE PIÙ EFFICACI DI ALTRE.
QUELLE PIÙ EFFICACI SI POSSONO USARE DI FREQUENTE, MENTRE USEREMO BREVEMENTE QUELLE MENO EFFICACI, E
PIÙ TARDI ANZI LE LASCEREMO PERDERE DEL TUTTO. ALLA FINE CI DOVREBBE ESSERE UN FLUIRE DI METTA
PACIFICO E AUTOMATICO, DIRETTO VERSO IL SUO OGGETTO, CIOÈ LA PERSONA PRESCELTA.

SI POSSONO AGGIUNGERE ALTRE ASPIRAZIONI O CAMBIARLE? CREDO CHE QUATTRO ASPIRAZIONI SIANO SUFFICIENTI
PERCHÉ SE SONO TROPPE POTREBBERO CONFONDERE, SOPRATTUTTO IL PRINCIPIANTE. INOLTRE QUESTE QUATTRO
ASPIRAZIONI COPRONO UN PO’ TUTTI I SETTORI DELLA VITA. NATURALMENTE PERÒ SI PUÒ SCEGLIERE,
AGGIUNGERE O ESSERE PIÙ PRECISI A SECONDA DELLA PERSONA A CUI SI MANDA METTA. PER ESEMPIO POTREMMO
AGGIUNGERE, NEL CASO DI UNO STUDENTE CHE STA PER AFFRONTARE GLI ESAMI: “CHE EGLI POSSA PASSARE
L’ESAME…OPPURE NEL CASO DI UN MALATO “CHE POSSA GUARIRE…”

SPESSO IO AGGIUNGO “CHE EGLI POSSA SVILUPPARE PIÙ METTA” O “CHE POSSA PROGREDIRE NELLA MEDITAZIONE”.
ANCHE QUESTE SONO ASPIRAZIONI EFFICACI POICHÉ SONO CONNESSI CON LA PRATICA SPIRITUALE.

I CINQUE OSTACOLI

I CINQUE OSTACOLI SONO CLASSIFICATE TRA LE IMPURITÀ MENTALI, QUELLE FORZE NEGATIVE CHE IMPEDISCONO
LO SVILUPPO DELLA RETTA CONCENTRAZIONE E DELLA TRANQUILLITÀ. SONO FORZE CHE ALLONTANANO DALLA
VERITÀ, DALLA PACE E ALLA FINE CONDUCONO A UNA MAGGIORE SOFFERENZA. ESSI SONO:

1. DESIDERIO SENSORIALE 2.MALEVOLENZA 3. INDOLENZA E TORPORE 4. IRREQUIETEZZA E ANSIETÀ 5. DUBBIO
SCETTICO. NEI TESTI SONO ELENCATI COME LE 5 FORZE CHE SI OPPONGONO AI 5 FATTORI DI CONCENTRAZIONE,
COME MOSTRATO QUI SOTTO:

BRAMOSIA SENSORIALE SI OPPONE ALLA UNIFICAZIONE MENTALE MALEVOLENZA “ GIOIA INDOLENZA E TORPORE “
APPLICAZIONE INIZIALE IRREQUIETEZZA E ANSIETÀ “ FELICITÀ DUBBIO SCETTICO “ APPLICAZIONE SOSTENUTA
SONO ANCHE I NEMICI PROSSIMI E DIRETTI DEGLI STATI SUBLIMI: NEMICO PROSSIMO NEMICO DIRETTO

Metta Attaccamento Odio

COMPASSIONE AFFLIZIONE CRUDELTÀ GIOIA CONDIVISA ALLEGRIA SMODATA GELOSIA EQUANIMITÀ
INDIFFERENZA/INCOMPRENSIONE INSTABILITÀ/AGITAZIONE GLI STESSI IMPEDIMENTI AGISCONO SULLO SVILUPPO
DELLA CONCENTRAZIONE NELLA MEDITAZIONE DI METTA. BISOGNA INNANZI TUTTO RICONOSCERLI E POI PROVVEDERE
AD ELIMINARLI. 1. BRAMOSIA SENSORIALE

LA BRAMOSIA SENSORIALE È LA CUPIDIGIA E L’ATTACCAMENTO CHE SORGONO IN CONTATTO CON OGGETTI PIACEVOLI
O ATTRAENTI. E’ PER QUESTA RAGIONE CHE SI INVITA IL PRINCIPIANTE A NON USARE UNA PERSONA INTIMA O
UNA DEL SESSO OPPOSTO. ANCHE IL SOLO PENSARE A UN ALTRO PUÒ FAR SORGERE IL DESIDERIO SENSUALE, COME
QUANDO SI PENSA A BEI MOMENTI PASSATI INSIEME O A GRANDI BEVUTE DURANTI QUEI “BEI MOMENTI”. QUANDO
SORGONO TALI PENSIERI BISOGNA PRENDERNE SUBITO NOTA E RITORNARE CON LA MENTE ALLO STATO PURO DI
METTA. SE NON CI RIUSCITE, RICOMINCIATE DACCAPO DANDO METTA A VOI STESSI.

LA BRAMOSIA SENSUALE SORGE QUANDO IL CUORE È AFFAMATO. SPESSO UNO NON NE È COSCIENTE E ANZI PENSA
ALLA FELICITÀ CHE CERCA E POI TROVA. NEL NOSTRO MONDO SENSORIALE CI SONO MOLTI PIACERI SENSUALI CHE
NON DANNO UNA VERA SODDISFAZIONE. ANZI, RENDONO ANCORA PIÙ AFFAMATI E LA COSA PUÒ DIVENTARE COSÌ
ABITUALE E INTOSSICANTE CHE CI SI ATTACCA AD ESSA COME AD UNA SECONDA NATURA.

PERCIÒ BISOGNA PRESTARVI MOLTA ATTENZIONE E CAPIRE CHE LA GRATIFICAZIONE NON STA NELL’ATTACCARSI DI
PIÙ, MA NEL LASCIAR ANDARE. L’ATTACCAMENTO SENSORIALE SI PRESENTA MENO IN CHI HA GUSTATO LA GIOIA
DELLA RINUNCIA E DEL DISTACCO DAGLI STATI MENTALI NEGATIVI. METTA, CON LA SUA GIOIA ABBONDANTE E
PURA, È SPESSO PIÙ FACILE DA RICONOSCERE, PER CUI MOLTI LA POSSONO PRATICARE NEL MODO GIUSTO. PIÙ
TARDI, QUANDO SI SONO ABBANDONATI TUTTI GLI ATTACCAMENTI, SI PUÒ PROCEDERE OLTRE PER TROVARE LA

REALIZZAZIONE.

CERTE VOLTE CON LA PRATICA PUÒ ANCHE SORGERE L’ATTACCAMENTO A QUESTA COPIOSITÀ DI SENTIMENTI DI
GIOIA. E’ TALMENTE NATURALE QUESTO ATTACCAMENTO, CHE MOLTI NON SE NE RENDONO NEANCHE CONTO. PERCIÒ I
MEDITANTI DEVONO ESSERE CAUTI QUANDO SORGE LA GIOIA, MA NON DEVONO TEMERLA. IN FONDO LA GIOIA È UN
FATTORE DI CONCENTRAZIONE E SORGE QUANDO LA MENTE È PURA.

CON UN PO’ DI PRATICA, SI RIUSCIRÀ CHIARAMENTE A DISTINGUERE SE CIÒ CHE SORGE È GIOIA O
ATTACCAMENTO. BASTA RIMANERE VIGILANTI RICONOSCENDO LA PRESENZA DI PACE O AGITAZIONE. LA GIOIA CHE
NASCE DALLA BRAMOSIA PUÒ ESSERE MOLTO INTENSA ED È ACCOMPAGNATA DA AGITAZIONE. QUANDO QUESTA È
ASSENTE, LA MENTE SPROFONDA FACILMENTE IN UNA TRANQUILLITÀ PACIFICA, CALMA E RISTORATRICE. LA CHIAVE
È LA CONSAPEVOLEZZA. SE NON SIETE SICURI, RISVEGLIATE UN CERTO LIVELLO DI DISTACCO E VEDETE CIÒ CHE
SUCCEDE. UN ALTRO METODO È QUELLO DI IRRADIARE METTA A UN’ALTRA PERSONA O A TUTTI GLI ESSERI PRIMA
DI TORNARE ALL’OGGETTO SCELTO INIZIALMENTE. IL CAMBIAMENTO MANTERRÀ METTA MA FARÀ LEGGERMENTE
REGREDIRE LA CONCENTRAZIONE.MEGLIO PERÒ FARE LE COSE GIUSTE CHE RIMPIANGERLE.MA SE C’È UN MAESTRO
CHE GUIDA, LE COSE NON ANDRANNO FUORI CONTROLLO. SE LA BRAMOSIA DIVENTA FORTE, PER ELIMINARLA IL
MAESTRO CONSIGLIA DI PRATICARE LA CONTEMPLAZIONE DELL’IMPURITÀ O DEL DISGUSTO DEL CORPO. UN MODO PIÙ
GENTILE È QUELLO DI PRATICARE UNA FORMA DI RETTA CONCENTRAZIONE, CHE PRODUCE PUREZZA MENTALE. DI
PARTICOLARE RILIEVO POTREBBE ESSERE LA MEDITAZIONE VIPASSANA CHE PONE L’ACCENTO SULLA
CONSAPEVOLEZZA.

2.MALEVOLENZA E ODIO

SEMBRA STRANO CHE SENTIMENTI COSÌ POSSANO SORGERE MENTRE SI PRATICA METTA E IN EFFETTI QUANDO METTA
È FORTE, È UN PERICOLO REMOTO, MA ALLO STADIO INIZIALE È IL PIÙ DIRETTO NEMICO. QUESTO VALE ANCORA
DI PIÙ PER COLORO CHE HANNO UN TEMPERAMENTO IROSO, CON UNA STORIA PERSONALE TRAUMATICA. PERCIÒ I
PRELIMINARI CHE CONSISTONO NEL RIPORTARE ALLA MEMORIA, NEL DARE METTA A SE STESSI E NEL SELEZIONARE
L’OGGETTO GIUSTO, DEVONO ESSERE FATTI ACCURATAMENTE. LO SVILUPPO SARÀ PROBABILMENTE LENTO (MA CERTO)
E BISOGNA PERCIÒ ESSERE PAZIENTI. NEI CASI PIÙ DIFFICILI, È BENE PRATICARE LA COMPASSIONE INVECE CHE
METTA. IN QUESTI CASI, E ANCHE IN ALTRI CASI APPARENTEMENTE PIÙ LEGGERI, LE FERITE POSSONO ESSERE
COSÌ DOLOROSE CHE CONTRAGGONO E CHIUDONO IL “CUORE”. PER “RIAPRIRLO” BISOGNA PROCEDERE CON CAUTELA E
ALL’INIZIO PUÒ ESSERE MOLTO DOLOROSO. NEI CASI PIÙ GRAVI BISOGNA RICORRERE ANCHE ALLA TERAPIA O AL
COUNSELING. SE NON C’È UN FLUSSO SPONTANEO DI SENTIMENTI DAL CUORE, LO SVILUPPO DI METTA POTREBBE
ESSERE MOLTO DIFFICILE. PUÒ ESSERE D’AIUTO SAPER PERDONARE E CAPIRE CHE L’ODIO PUÒ ESSERE VINTO SOLO
DALL’AMORE. NON ABBIATE PAURA DEI SENTIMENTI; PIUTTOSTO, RICONOSCETELI E ACCETTATELI COME SI ACCETTA
UN BAMBINO CHE PIANGE, ACCORRENDO PER CALMARLO. TUTTO CIÒ PERÒ DEVE ESSERE GENUINO E SINCERO DENTRO
DI SÉ, ALTRIMENTI LA GUARIGIONE DIVENTA DIFFICILE.

L’ODIO E LA MALEVOLENZA SORGONO IN PRESENZA DI UN OGGETTO DETESTABILE ED È PER QUESTO CHE ALL’INIZIO
SI EVITANO LE PERSONE SGRADEVOLI E OSTILI. ANCHE ALTRI OGGETTI DETESTABILI COME SENSAZIONI
SGRADEVOLI, RUMORE, ECC. POSSONO IRRITARE. IN QUESTI CASI CERCATE DI RICORRERE A CONSIDERAZIONI
SAGGE, PER ESEMPIO RIGUARDO AL KAMMA, AL NON SÉ E CERCATE DI DARE UNA CERTA RAZIONALITÀ ALLE
EMOZIONI CHE SORGONO. SUSCITATE UNA GIOIA MAGGIORE, E QUESTE NON DISTURBERANNO PIÙ QUANDO LA
CONCENTRAZIONE È BENE AVVIATA. SE NON CI SI RIESCE, SI PUÒ RITORNARE ALLA CONSAPEVOLEZZA PER
RIEQUILIBRARE LO STATO DELLA MENTE.

3. INDOLENZA E TORPORE

L’INDOLENZA E TORPORE È UNO STATO MENTALE VISCHIOSO, PIGRO, DEBOLE, INERTE. PUÒ ESSERE INDOTTO DA
FATICA FISICA O DA ALTRI FATTORI QUALI IL TROPPO CIBO O TROPPO SONNO. SE SI CAPISCE CHE LE CAUSE
SONO FISICHE SI INTERVIENE SU DI ESSE PER CORREGGERE LA SITUAZIONE: RIPOSANDOSI QUANDO SI È TROPPO
STANCHI O MODERANDOSI NEL CIBO E NEL SONNO. MA QUANDO LE CAUSE SONO MENTALI, ALLORA SONO DA
ATTRIBUIRSI CHIARAMENTE ALL’INDOLENZA E TORPORE.

PER CHIARIRE: TECNICAMENTE IL SONNO NON È DI PER SÉ INDOLENZA E TORPORE. IL PRIMO È UNO STATO DI
RIPOSO IN CUI NON SORGONO PENSIERI E LA MENTE RITORNA ALLO STATO PRIMARIO DI PASSIVITÀ.MA
GENERALMENTE LA GENTE NON FA DISTINZIONE; L’INDOLENZA E IL TORPORE PORTANO ALLA CHIUSURA DELLE PORTE
DEI SENSI, COSA CHE INDUCE AD ADDORMENTARSI. IN QUESTO CASO BISOGNA CERCARE DI SUSCITARE ENERGIA. LO
SI PUÒ FARE CONSIDERANDO I BENEFICI DELL’ENERGIA E I PERICOLI DELL’INDOLENZA. LA CONTEMPLAZIONE
DELLA MORTE E DELLA SOFFERENZA IN AGGUATO PUÒ SUSCITARE UN SENSO DI URGENZA, MENTRE RIPORTARE ALLA
MENTE IL RICORDO DEL BUDDHA, DEL SUO INSEGNAMENTO E DELLE VIRTÙ DEI SUOI DISCEPOLI PUÒ DARE
ISPIRAZIONE.

PER AIUTARSI NELLE MOTIVAZIONI È BENE RICORDARSI DELLE BENEDIZIONI CHE SI OTTENGONO CON METTA E DEI
PERICOLI DELLA RABBIA. SI PUÒ ANCHE, SE CI SI RIESCE, SUSCITARE EMOZIONI PIÙ FORTI O RIPETERE
SOVENTE LE QUATTRO ASPIRAZIONI. ANCHE CAMMINARE PUÒ ESSERE D’AIUTO.

ALTRI METODI SONO GUARDARE LA LUCE, STROFINARSI LE MANI E LA FACCIA, ANDARE IN UN LUOGO APERTO PER
ESPANDERE LA MENTE O PRENDERE ARIA FRESCA, ECCETERA.

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