nel seguente articolo l’autore coglie l’assonanza di tali campi con la saggezza di Aristotele.
Nell’intervista su Scienza e Conoscenza in uscita il prossimo gennaio 2009, il 27, Shaeldrake stesso
ne puntualizza la vicinanza. Sincronie di lettura… ovvero attingiamo tutti ad uno stesso
campo-informativo di forze?
La causa formale di Aristotele sotto una nuova denominazione?
Il biologo britannico Rupert Sheldrake ritiene che i sistemi siano regolati non solo dalle leggi
conosciute dalla scienza, ma anche da campi da lui definiti morfogenetici, introducendo la nozione
di causazione strutturale o formativa. In base alla sua teoria, quando emersero per la prima volta,
le molecole di proteine avrebbero potuto ordinarsi in un numero qualsiasi di modelli strutturali:
non esistono, infatti, leggi conosciute che implichino la produzione di una sola di queste forme.
Tuttavia quando un numero bastevole di molecole assume una determinata configurazione, tutte le
molecole successive, anche in tempi e spazi diversi, acquisiscono la medesima forma. Una volta in
cui una molecola si organizza in un pattern, esso sembra influire sui patterns simili.
Inoltre questi campi emersero come novità creative della natura, ma in seguito diventarono abitudini
cosmiche in grado di agire su elementi inanimati ed animati. Questo spiegherebbe la
cristallizzazione sincronica di molecole complesse, l’apprendimento simultaneo o quasi di nuovi
percorsi in un labirinto per opera delle cavie, ma anche la coniazione di nuovi termini,
l’apprendimento di tecniche (si consideri il caso della centesima scimmia). La teoria di Sheldrake
suppone che, se l’individuo di una specie impara un nuovo comportamento, il campo morfogenetico
cambia, mentre la risonanza morfica, con una sorta di vibrazione, si trasmette all’intera specie. Lo
scienziato distingue anche tra causazione morfogenetica e causazione energetica: la prima è un arké
che si concreta attraverso un substrato di materia-energia. Secondo la ricercatrice Maria Caterina
Feole, poiché la vita è coscienza e tutto è collegato, applicando le idee della Sheldrake allo
sviluppo degli stati di coscienza, si può arguire che anche tali stati siano connessi ai campi
morfogenetici. In tale contesto, le cosiddette forme-pensiero sarebbero in grado di fungere da
calamita verso altre forme-pensiero simili, attirando persone con caratteristiche analoghe.
L’elaborazione concettuale concisamente presentata mostra degli addentellati con la filosofia
aristotelica, in ordine a quelle che lo Stagirita definì causa formale (campo morfogenetico) e causa
materiale: la prima è, infatti, il modello, il principio generatore, la legge di una cosa; la
seconda è la materia. Anzi pare proprio che, mutatis mutandis, Sheldrake rivisiti i concetti
aristotelici passibili di stabilire un collegamento tra un quid immateriale e la sfera energetica.
Anche l’espressione campo morfogenetico richiama il pensiero del maestro di color che sanno: il
vocabolo greco morphé vale forma, intesa in tutta la sua gamma di possibili significati, anche
piuttosto difficili da concettualizzare. Il nesso tra campo morfogenetico e campo energetico ricalca
il sinolo aristotelico, unione di elemento formale e materiale. Ancora una volta Nil novi sub sole.
È comunque significativo che varie ricerche di frontiera tendano, in questi ultimi decenni, a
convergere verso acquisizioni risalenti all’antichità.
Fonti:
Enciclopedia di filosofia, Milano, 2002, s.v. Aristotele e causa M. C. Feloe, Dalla fisica dei
quanti alla realtà, Macerata, 2007
R. Sheldrake, A new science of life, 1981
Lascia un commento