Musica contro il dolore
Rihanna aiuta dopo un’operazione chirurgica
di Silvia Soligon (12/01/2015)
Un’audioterapia di note o parole distrae il cervello dalla sofferenza
Non importa se si tratta di Rihanna o di Taylor Swift, se di pop o di rock, ciò che conta è che sia la musica preferita dal piccolo paziente. In questo modo ascoltandola è possibile ridurre il dolore con cui il bambino ha a che fare dopo un intervento chirurgico. A dimostrarlo è uno studio pubblicato su Pediatric Surgery da un gruppo di esperti della Northwestern University di Chicago.
I ricercatori, guidato dal docente di anestesiologia e pediatria Santhanam Suresh, hanno coinvolto nel loro studio circa 60 pazienti fra i 9 e i 14 anni, dividendoli in 3 gruppi. Al primo è stato consentito di ascoltare dopo l’intervento 30 minuti di una musica a sua scelta, al secondo 30 minuti di una storia a scelta e al terzo di isolarsi dai suoni esterni con un’apposita cuffia, sempre per 30 minuti. Valutando il dolore percepito dai ragazzi prima e dopo l’audioterapia è stato scoperto che nei primi due gruppi era possibile ottenerne una riduzione significativa. “Non importava se alla prima seduta di audioterapia il dolore fosse elevato o basso – ha spiegato Suresh – Ha funzionato per tutti e può essere utilizzata nei pazienti sottoposti a interventi in regime ambulatoriale”.
In tutti i casi il vantaggio sarebbe sia a livello economico, sia a livello di effetti collaterali. Al momento, infatti, i farmaci più utilizzati per controllare il dolore post operatorio sono gli oppioidi, che nei bambini possono portare a seri eventi avversi a livello respiratorio. Per questo spesso i pediatri ne riducono le dosi, con il rischio di non controllare in modo efficace il dolore; per lo stesso motivo “l’audioterapia – ha sottolineato Suresh – è un’opportunità entusiasmante e dovrebbe essere presa in considerazione dagli ospedali”. Per di più i pazienti possono continuare liberamente e autonomamente il trattamento a casa. “Dopo lo studio – ha raccontato Sunitha Suresh, primo nome della pubblicazione – diversi pazienti hanno finito per portare il loro iPod e ascoltare la loro musica”.
Ma quali sono le basi di questo effetto? Secondo Santhanam Suresh potrebbero risiedere in un meccanismo secondario coinvolto nel ricordo del dolore che si realizza nella corteccia prefrontale. “Il dolore – ha spiegato l’esperto – è associato a un certo apprendimento. L’idea è che se non ci si pensa forse non lo si avverte così tanto. Stiamo cercando di imbrogliare un po’ il cervello. Stiamo cercando di rifocalizzare i canali mentali su qualcos’altro”. Per farlo anche gli audiolibri possono essere d’aiuto. I benefici derivanti dal loro ascolto sono infatti risultati del tutto simili a quelli della musica preferita. “Alcuni genitori – ha raccontato Sunitha Suresh – hanno osservato che ascoltando gli audiolibri i loro giovani figli si calmavano e si addormentavano”. Il segreto sarebbe sempre nel riuscire a distrarre dal dolore con un suono calmante, un approccio di sicuro più economico e meno invasivo rispetto all’assunzione di farmaci.
http://link.springer.com/article/10.1007%2Fs00383-014-3649-9
da salute24.ilsole24ore.com
approfondimento: www.audioterapia.net
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