Musica e coscienza: quando la musica crea un campo di coerenza collettivo
di Fabio Bottaini – 28/11/2016
Musica e coscienza: quando la musica crea un campo di coerenza collettivo
Quando si crea musica, possiamo farlo in 2 modi:
la possiamo pensare, provare, verificare, correggere ed infine decidere, una volta soddisfatti, che il lavoro è giunto a compimento;
oppure la improvvisiamo, cioè la creiamo sul momento, componendo in maniera istantanea.
Per riuscire ad improvvisare, il musicista/compositore non solo deve possedere un bagaglio
tecnico/teorico, ma deve avere la capacità di calarsi nel flusso creativo e non farsi paralizzare
dal proprio spirito critico: non cè spazio per la riflessione, non si può tornare indietro e correggere un eventuale nota che non piace.
Quando si esegue musica dal vivo possiamo quindi attenerci ad una partitura oppure possiamo improvvisare.
Che cos’è l’improvvisazione in musica
Limprovvisazione può essere vincolata da parametri armonici, melodici o ritmici oppure può essere
totalmente libera. Quando si improvvisa in assoluta libertà, si suona in maniera diretta e immediata
quello che si percepisce intuitivamente nel qui ed ora, senza attingere alla memoria cosciente e
si può accedere a un particolare stato di coscienza non ordinario, una vera e propria estasi
(ex-stasis = uscire dal corpo inteso come dimensione fisicamente statica) in cui si instaura un
contatto speciale, una sorta di fusione con il proprio strumento e con lambiente circostante, compresi eventuali ascoltatori.
Musica e coscienza
Utilizzando varie tecniche, il musicista e gli ascoltatori possono essere preparati per raggiungere
uno stato di rilassamento profondo in cui è stato dimostrato, con strumenti come il Brain Olotester,
che si arriva ad uno straordinario aumento della coerenza tra le onde elettroencefalografiche dei
presenti, con punte vicine al 90%. Esiste quindi la possibilità di attivare un campo di coscienza
collettivo e lo strumento musicale può diventare la stampante sonora di questa coscienza
collettiva: la musica che viene fuori, Ecto Musica (dal greco ektós = fuori o da fuori) è creata
contemporaneamente da tutti i partecipanti. La musica viene quindi creata anche da chi ascolta.
È chiaro che questo può avvenire solo quando il musicista improvvisa totalmente libero da qualsiasi
vincolo: altrimenti gli ascoltatori, seppur preparati, possono solo seguire, e non certamente creare, la musica pensata dal musicista.
Ecto musica e terapia
Questo nuovo approccio allesecuzione musicale ha notevoli potenzialità terapeutiche. Nella
cosiddetta musicoterapia di terreno (Léon Bence Max Méreaux) si afferma che: “la musica creata
da un autore sia la sua terapia e se la sua musica è terapeutica per se stesso, lo deve essere
anche per i tipi umani a lui simili”. Infatti, tale metodologia prevede che, nel programmare la
musica per un determinato paziente, venga selezionato il compositore che meglio corrisponde alle caratteristiche caratteriali, costituzionali, diatetiche del paziente stesso.
E nellincontro di Ecto Musica, chi ascolta diventa lui stesso compositore insieme a chi suona, con tutti i benefici che ne derivano.
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