Musicoterapia: curarsi a suon di note

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Musicoterapia: curarsi a suon di note

Martedì 04 Gennaio 2011 11:59

di Alessandro_Ribaldi

Una musica può fare, salvarti sullorlo del precipizio, quello che la musica può fare Ricordate
questa canzone? La cantava Max Gazzè diversi anni fa e, a quanto pare, sembrerebbe proprio che
avesse visto lungo in tempi non sospetti. La musica, infatti, decisamente un potere curativo e sono
sempre maggiori gli studi che lo dimostrano. La musica è in grado di trasformare la nostra bocca in
sorriso, influenzando positivamente il nostro umore, rendendoci felici e facendoci superare
difficili e uggiosi stati danimo. E non stiamo filosofeggiando per nulla! Vi è una vera e propria
modalità di approccio alla persona che prende vita dalla musica: la musicoterapia.

Uno dei maggiori esperti in questo campo è Rolando Omar Benenzon che ha, tra laltro, coniato questa definizione:

“La musicoterapia è un ramo della scienza che tratta lo studio e la ricerca del complesso
suono-uomo, sia il suono musicale o no, per scoprire gli elementi diagnostici e i metodi terapeutici
a esso inerenti. Da un punto di vista terapeutico, la musicoterapia è una disciplina paramedica che
usa il suono, la musica e il movimento per produrre effetti regressivi e per aprire canali di
comunicazione che ci mettano in grado di iniziare il processo di preparazione e di recupero del paziente per la società.”

Questa scienza, quindi, può aiutare in molti e diversi ambienti. Può rilassare le persone che non
sono in grado di addormentarsi o soffrono di insonnia; ridurre i dolori, lansia e i livelli di
tensione muscolare dei pazienti ricoverati per una condizione medica emergente; perfino arginare i
problemi legati allalimentazione, come ad esempio lanoressia. Questi, tanto per citare, sono gli esempi più eclatanti legati allutilizzo di cure fatte di musica.

Altro dato molto importante, è che la musicoterapia, non utilizzando farmaci, non è un rimedio
invasivo e, soprattutto, privo di effetti collaterali dettato dalluso di medicinali. Anche se solo
recentemente si sta cercando di delineare meglio questo tipo di approccio, è in realtà nato
tantissimi anni fa. Già all’inizio del secolo XVIII: il primo trattato di musicoterapia risale,
infatti, alla prima metà del 1700 a cura di un medico musicista londinese, Richard Brockiesby.
Andando più in là con il tempo citiamo, invece, la Seconda Guerra Mondiale, dove infermieri e medici
suonavano spesso per allevare i traumi fisici e mentali degli innumerevoli soldati feriti.

La musica aiuta a stimolare il cervello e degli studi sembrerebbero aver intuito che i suoni
elettrici siano più consoni a portare stimoli positivi al cervello. Per questa ragione per questo tipo di approccio spesso vengono utilizzate sonorità ambient, newage o minimal.

Perfino nel campo chirurgico sono state attuate terapie di questo tipo. Infatti nel periodo
pre-operazione un ascolto musicale può aiutare il paziente a rilassarsi maggiormente una volta sotto i ferri.

Insomma, la prossima volta che avrete anche un solo e semplice mal di testa, prima di sperimentare un farmaco, provate ad accendere lo stereo!

da greenme.it

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