Musicoterapia: Definizioni e origini

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Musicoterapia: Definizioni e origini

compilato da Marco Stefanelli

dal libro “Suono, Meditazione e Psicoterapia”
Il suono e la meditazione nella trasformazione dei contenuti inconsci per l’evoluzione della
coscienza

Ed. Amadeux Multimedia www.sublimen.com

[…]

Citiamo alcune definizioni di “musicoterapia” relative ad associazioni internazionali autorevoli in
materia:

“La musicoterapia è l’uso della musica e/o degli elementi musicali (suono, ritmo, melodia e armonia)
da parte di un musicoterapeuta qualificato, con un individuo o un gruppo, in un processo atto a
facilitare e favorire la comunicazione, la relazione, l’apprendimento, la motricità, l’espressione,
l’organizzazione e altri rilevanti obiettivi terapeutici al fine di soddisfare le necessità fisiche,
emozionali, mentali, sociali e cognitive. La musicoterapia mira a sviluppare le funzioni potenziali
e/o residue dell’individuo in modo tale che il paziente o la paziente possano meglio realizzare
l’integrazione intra e inter personale e consequenzialmente possano migliorare la qualità della loro
vita grazie ad un processo preventivo, riabilitativo o terapeutico”.
(Federazione Mondiale di Musicoterapia)

“La musicoterapia è l’uso della musica per favorire l’integrazione fisica, psicologica ed emotiva
dell’individuo e nella cura di malattie e disabilità. Può essere applicata a tutte le fasce d’età,
in una varietà di ambiti di cura. La musica ha una qualità non – verbale, ma offre un’ampia
possibilità d’espressione verbale e vocale. Come membro di un’équipe terapeutica, il musicoterapeuta
professionista partecipa all’accertamento dei bisogni del cliente, alla formulazione di un approccio
e di un programma individuale per il cliente e poi offre specifiche attività musicali per
raggiungere gli scopi. Valutazioni regolari accertano ed assicurano l’efficacia del programma. La
natura della musicoterapia amplifica l’approccio creativo nel lavoro con gli individui handicappati.
La musicoterapia fornisce un approccio umanistico possibile che riconosce e sviluppa le risorse
interne del cliente spesso non sfruttate. I musicoterapeuti desiderano aiutare l’individuo per
spingerlo verso un migliore concetto di sé, e, nel senso più ampio, per far conoscere ad ogni essere
umano le proprie maggiori potenzialità”.
(Associazione Canadese di Musicoterapia)

“La musicoterapia è l’uso della musica nella realizzazione degli scopi terapeutici: il
ristabilimento, il mantenimento e il miglioramento della salute mentale e fisica: E’ l’applicazione
sistematica della musica, diretta dal musicoterapeuta in un ambito terapeutico, per portare i
cambiamenti desiderati nel comportamento. Tali cambiamenti permettono all’individuo di affrontare la
terapia per arrivare ad una maggiore comprensione di sé e del mondo intorno a lui, e di ottenere
quindi un più adeguato adattamento alla società. Come membro della squadra terapeutica il
musicoterapeuta professionista prende parte all’analisi dei problemi dell’individuo e alla
formulazione degli obiettivi del piano generale di trattamento, prima di progettare ed elaborare
specifiche attività musicali. Valutazioni periodiche vengono fatte per determinare l’efficacia delle
procedure impiegate”.
(Associazione Nazionale di Musicoterapia U.S.A.)

“La musicoterapia è una forma di trattamento in cui s’instaura un mutuo rapporto fra paziente e
terapeuta, che permetta il prodursi di cambiamenti nella condizione del paziente e l’attuazione
della terapia. Il terapeuta lavora con una varietà di pazienti, sia bambini che adulti, che possono
avere handicap emotivi, fisici, mentali o psicologici. Attraverso l’uso della musica in maniera
creativa in ambito clinico, il terapeuta cerca di stabilire un’interazione, un’esperienza ed
un’attività musicale condivise che portano al perseguimento degli scopi terapeutici determinati
dalla patologia del paziente”.
(Associazione Professionale dei Musicoterapeuti della Gran Bretagna)

Il neurologo Oliver Sacks scrive in un suo libro: “Il potere della musica di integrare e curare… è
un elemento essenziale. (è) il più completo farmaco non chimico”.
Il fisiologo francese Féré de la Salpetriere fu il primo a misurare l’influenza del suono/musica
sull’organismo umano, osservando che sono soprattutto gli stimoli ritmici a fare aumentare il
rendimento corporeo e la resistenza muscolare.
Oswald, Taylor e Treisman hanno indotto un sonno profondo su alcuni volontari e praticato un
elettroencefalogramma mentre essi dormivano. Contemporaneamente diffondevano una registrazione di
diversi brani musicali, uno dei quali era particolarmente amato dal paziente. Nel momento in cui
compariva quel brano, benché il soggetto dormisse, si produceva sull’ EEG un’onda esclusiva a questo
stimolo chiamata “complesso K”.
Esperienze biochimiche dimostrano che, con determinati suoni, si può persino alterare la biosintesi
del DNA e dell’RNA, che sono gli elementi fondamentali della vita cellulare.

[…]

www.sublimen.com/store/cat/libri-e-manuali/

Video Relax: http://www.youtube.com/watch?v=ExYfnrlpILo

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