Nel mezzo dell’era di Kali

pubblicato in: AltroBlog 0

Nel mezzo dell’era di Kali

Il Kaliyuga, questo terribile periodo nel quale discordia, ipocrisia e degradazione paiono essere le
linee guida di una società alla deriva, avanza inesorabilmente. Di questo, tutti i devoti (e non
solo) sono consapevoli, al punto che, a volte, dai dialoghi traspare una sorta di rassegnazione nei
confronti dell’ “inevitabile”. Certo non è facile parlare di spiritualità ai sempre più indifferenti
umani che come da previsione sastrica preferiscono mettere sé stessi al centro, tentando di
escludere chi invece al centro è posto naturalmente… Krishna. Sei o sette miliardi di terrestri
ego riferiti, non possono che rendere veramente complicate le cose, ognuno cercherà di arrangiare la
vita a proprio beneficio, sopportando gli altri, solo per interesse o per paura, verso i quali
nutrirà però, sostanzialmente, disinteresse. Gli Sastra ci dicono, nondimeno, che all’interno del
Kaliyuga, per un periodo di 10.000 anni, ci sarà una sorta di pausa a questa degradazione e che, in
questo spazio temporale, si ristabiliranno i principi religiosi. Secondo i calcoli astrologici,
stiamo vivendo in questo periodo d’oro all’interno dell’età del ferro, ma allora????…… I casi
sono due, o gli Sastra sbagliano, oppure siamo noi che non riusciamo a cogliere i segnali del
cambiamento.

Succede che:

– Da una parte i mass media dipingono la nostra “civiltà” come sempre più indipendente e
culturalmente avanzata, una società, che, secondo loro, ha sorpassato l’arcaico modo di pensare
moralista che poneva come limiti da non superare l’onestà, la veridicità, la misericordia e la
pulizia fisica e mentale. “Arretratezze culturali” che rallenterebbero la corsa verso il
“benessere”, l’uomo o la donna sempre più belli (grazie ad iniezioni di petrolio sotto forma di
silicone e di tagli e cuciture per sagomarne il corpo) e felici.

– Dall’altra però gli esperti ci dicono che malattie psichiche, manie e malessere esistenziale, nel
giro di pochi anni interesseranno oltre il 40% della popolazione mondiale (dato previsto in continua
ascesa). Se poi prendiamo in considerazione solo il cosiddetto “primo mondo”, ovvero le civiltà
industrializzate, “culla del benessere”, si leggerà probabilmente un dato che rischia di coinvolgere
la quasi totalità dei componenti delle stesse. In mezzo e ai margini del “progresso”,
silenziosamente, avanza il popolo di coloro che, stanchi di una vita fatta d’esteriorità, priva di
consistenza, cerca alternative. Le cerca nell’alimentazione, che chiede sia naturale e priva di
veleni, le cerca in un utilizzo del tempo libero lontano dagli stereotipi, le cerca nel dialogo,
nella lettura di testi più profondi di romanzi o gialli, guarda poco la tv, ecc. Un popolo
sostanzialmente poco interessato a far carriera o ad accumulare denaro, che ha voglia di riscoprire
cose e vita semplici. Ovviamente, questo non ha nulla a che vedere con la realizzazione spirituale,
ma è pur vero che la spiritualità è più facilmente recepita da chi vive in maniera più virtuosa.

Se esaminiamo cosa è successo storicamente dall’apparizione di Caitanya Mahaprabhu ad oggi,
scopriremo che in maniera lenta ma sistematica, la società si sta preparando sempre più a ricevere
la coscienza di Krishna. A quel tempo Vrindavana, causa l’avanzare del Kali-yuga , si era resa
invisibile; il Signore Caitanya l’ha riscoperta e con l’aiuto dei Suoi fedeli servitori, restituita
a noi. In breve tempo, ha diffuso il canto dei Santi Nomi in tutta l’India. Ha lasciato, attraverso
i suoi discepoli, testi d’inestimabile valore religioso, culturale ed etico. Ha accettato come
discepoli degli “intoccabili”, mostrando alle generazioni future che la coscienza di Krishna deve
essere data a tutti, senza discriminazioni. Ha dato alle masse una cultura che si stava tramandando,
in modo certamente autentico, ma circoscritto. Tutti i Suoi successori, in un modo o nell’altro,
hanno dato il loro contributo alla diffusione del canto dei Santi Nomi e nuovamente, quando sembrava
che vi fosse una situazione stagnante, il Signore ci ha mandato S. S. Bhakti noda Thakura che ha
ritrasmesso il messaggio originario di Sri Caitanya Mahaprabhu, ricontestualizzandolo al periodo
storico. Successivamente, S. S. Bhaktisiddhanta Sarasvati Thakura e S. S. A.C. Bhaktivedanta Swami
Prabhupada hanno raggiunto anche i famosi “civilizzati” dei quali parlavo prima, ed ai quali hanno
dato la possibilità di civilizzarsi veramente.

Krishna non è più uno sconosciuto nel mondo occidentale… è sorprendente vedere quante persone
possiedano in casa Sue immagini e quanti conoscano il Maha Mantra e lo apprezzino. Per chi non lo
sapesse, quest’anno il Signore Jagannath era sulla copertina di un’agenda che il Vaticano vendeva ai
suoi fedeli; come sia finito lì nessuno lo sa, semplicemente ha deciso di esserci e Lo ha fatto.
Jagannath sta diventando un simbolo di pace e amore riconosciuto universalmente, più circola la Sua
immagine, come tutte quelle legate a Krishna ed ai Suoi compagni, più il mondo si purifica. Si
stanno moltiplicando i centri yoga, si parla sempre più di ayurveda, di vastu sastra, di
vegetarianesimo, di armonizzazione del pensiero religioso. La cultura vedica si sta diffondendo
sempre più, con o senza il nostro aiuto! Gli hippy, che Srila Prabhupada ha trovato quando è
arrivato in Occidente, rifiutavano la società in toto, senza però proporre soluzioni serie e
tentavano di risolvere i problemi personali ed altrui consigliando il rifugio negli stupefacenti e
in un confuso concetto d’amore, rivelatosi non essere altro che sentimentalismo o lussuria.

Fortunatamente, la protesta si è evoluta in qualcosa di più serio ed eticamente accettabile. Gli
anticonformisti di oggi difficilmente usano alcolici, fumano, sono moralmente discutibili o hanno
atteggiamenti eccentrici, lo sono dentro e stanno cercando la verità. Rispetto ai tempi di Srila
Prabhupada sembrerebbero quindi esserci condizioni più favorevoli per la diffusione della coscienza
di Krishna. Per portare a reali trasformazioni, questa protesta deve essere guidata da seri
spiritualisti che devono innanzitutto (per essere ascoltati), prima farsi conoscere ed apprezzare
per la loro integrità comportamentale. Noi devoti, per la grazia incondizionata di Srila Prabhupada,
abbiamo avuto l’inestimabile dono della visione spirituale e abbiamo teoricamente le carte in regola
per proporci come soluzione; sta a noi presentarci come modello da seguire. Questo è un compito
tutt’altro che facile.

Concludendo, la cultura popolare ci insegna che un bicchiere lo si può vedere mezzo pieno o mezzo
vuoto, dipende dal modo in cui lo si guarda, se con atteggiamento positivo o negativo; allo stesso
modo possiamo vedere la coscienza di Krishna in espansione o in recessione, dipende dalla nostra
coscienza e dalla voglia che abbiamo di distribuirla. Altrimenti questo bel gioiello rimarrà, anche
se in maniera autorizzata, nelle mani di pochi… ma questa non è la volontà di Caitanya Mahaprabhu.

Vostro servitore,

Parabhakti das

(da Movimento ISKCON di Gennaio-Febbraio 2005)

Condividi:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *