NEUROSCIENZE e ADVAITA

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NEUROSCIENZE e ADVAITA

di Toshan Ivo Quartiroli

Dove il termine Advaita sta per “non dualità”. In questo senso la visione Advaita si presta ad
essere punto d’incontro tra la scienza e il mondo dell’indagine interiore. Per dirla con il fisico
Vittorio Marchi nelle Upanishad, da cui la via Advaita scaturisce, è già insita quella che lui
chiama, supportata dalle più recenti scoperte della fisica Quantistica – la scienza dell’Uno, la
scienza del futuro: ogni cosa che esiste è espressione e risultato dell’Unità. L’articolo seguente,
per vie diverse e prendendo il filo da un recente esperimento scientifico approda all’evidenza di
tale accostamento. Scienza e conoscenza l’ha scelto a proposito per i suoi lettori. Inoltre, è
importante aggiungere – laddove l’articolo si chiede quale sia l’apporto di altri cervelli (pancia e
cuore) oltre a quello anatomicamente nominato, che secondo l’antica scienza di Ermete Trismegisto,
come riportata da O. M. Aivanhov in “Centri e corpi sottili” (edizioni Prosveta): “il vero cuore, il
cuore iniziatico, è il plesso solare, cioè quello che sente, capisce e afferra le grandi verità
cosmiche.[…]. Bisogna sapere non solo che il plesso solare controlla la maggior parte delle funzioni
del corpo fisico, ma soprattutto che è il plesso stesso che ha creato e che alimenta il cervello.”

New Scientist(www.newscientist.com/home.ns) ha pubblicato un articoletto su un esperimento
effettuato da John-Dylan Haynes del Bernstein center for Computational Neuroscience a Berlino.
L’esperimento è stato anche divulgato da Wired(www.wired.com/) e da altre fonti di
informazione per la sua singolarità.

Le conseguenze di questo studio è che mentre stai leggendo queste parole il tuo cervello potrebbe
avere già deciso di cliccare su qualcosa d’altro o anche di allontanarti dal computer. A questo
infatti approda uno studio che ha scoperto che una persona decide di premere un pulsante fino a 7
secondi prima di diventarne consapevole.

Il suo team ha chiesto a dei volontari di premere uno di due pulsanti a piacere, con un dito della
mano destra o sinistra, mentre la risonanza magnetica funzionale monitorava i loro cervelli. Hanno
notato che alcune parti della corteccia prefrontale, dedicate ai pensieri esecutivi e alla
coscienza, si “accendevano” circa 7 secondi prima che il volontario premesse il pulsante. Inoltre,
la decisione di premere il pulsante destro o quello sinistro veniva rivelato da una forma
caratteristica, consentendo al team di prevedere anche il bottone che sarebbe stato premuto.

Lo scienziato autore dello studio afferma che “le nostre decisioni sono predeterminate
inconsciamente molto prima che la nostra coscienza intervenga”, e dice poi “credo significhi che non
vi è libero arbitrio”. Non è la prima volta che la neuroscienza afferma che non vi è il libero
arbitrio, sulla base di analoghi esperimenti.

Chi ha una certa dimestichezza con la filosofia Advaita o anche con gli insegnamenti di maestri di
altre tradizioni, conosce le affermazioni per cui le nostre azioni partono dalla Consapevolezza
universale e non hanno una fonte individuale. L’identificarsi stesso con il corpo-mente come
artefice delle proprie azioni è parte dello stato di non-illuminazione. Insegnamenti profondi,
affascinanti e inquietanti allo stesso tempo.

E’ singolare come le neuroscience più materialiste e la spiritualità più elevata condividano le
stesse affermazioni. L’una sulla base di esperimenti scientifici “oggettivi” e l’altra sulla base
dell’esperienza cosciente. Però se le science si fermano all’affermazione che non esiste il liber
arbitrio, privando quindi l’essere umano di una sua componente, la spiritualità toglie sì la
componente individuale, ma allo stesso tempo eleva l’essere umano all’incontro con la Consapevolezza
universale.

Ma ci potrebbe essere anche un’altra ipotesi, altrettanto scientifica. Le neuroscienze si ostinano a
cercare l’origine di ogni atto cosciente in qualche zona del cervello, tuttavia sono stati trovati
dei “cervelli” anche nel cuore e nella pancia, con tanto di propri sistemi nervosi e neuroni, che
comunicano con il cervello “della testa” tramite mediatori ed ormoni. I ricercatori di
Heartmath(www.heartmath.org/index.php?option=com_content&task=view&id=28&Itemid=51/soh_4.html
) sono stati dei pionieri nello studio del cuore come organo intelligente. Avevo scritto un articolo
sui vari cervelli anche in relazione ai media su Indranet(www.indranet.org/brains/).

La scienza è solo all’inizio nello studio delle capacità cognitive di cuore e pancia, ma queste sono
note ai meditatori e a chi opera sui piani integrati corpo/mente. Non escluderei che la spinta a
premere il pulsante nell’esperimento giungesse da una parte del corpo diversa del cervello (che
comunica comunque con il cervello) oppure, come affermano i maestri Advaita, che il cervello è un
semplice ricevitore della Consapevolezza non individuale e che la decisione giunga da una fonte che
rimarrà forse sempre oscura al piano della scienza.

Fonte: www.innernet.it – 11 Mag 2008

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