Neuroscienziati sui sentieri cerebrali della musica
A Brescia il 21 e 22 settembre il mondiale di neuromusicologia
La musica come utile terapia nelle piu’ importanti malattie neurologiche quali l’Alzheimer, il
Parkinson, le demenze, ma anche nel coma traumatico e nel trattamento delle afasie e dell’autismo.
Ne discuteranno a Brescia il 21 e 22 settembre neuroscienziati, musicisti, filosofi, psicologi,
neuroriabilitatori di tutto il mondo nell’ ambito del 3/o Congresso Mondiale di NeuroMusicologia Clinica (www.clinical-neuromusicology-brescia.com).
“Le moderne tecniche di neuroimaging – afferma Luisa Monini Brunelli, Presidente del meeting
bresciano – mostrano come le informazioni musicali, di qualsiasi natura siano, dal suono al ritmo,
alla melodia seguano, nel loro viaggio intracerebrale, dei particolari sentieri, per arrivare a
diventare percezioni coscienti. Questi ‘sentieri’ corrono in fasci di fibre nervose, contattano i
nuclei della base del cervello che li colorano di emozioni ed infine arrivano ai lobi frontali dove
si integrano con altre informazioni per dare sensazioni coscienti della loro presenza”.
Il coinvolgimento massiccio e allo stesso tempo differenziato e selettivo di tutto il cervello
“determina alla fine – conclude Monini – una stimolazione multisensoriale, relazionale, emozionale e
cognitiva che si e’ dimostrata utile non solo nel coma traumatico ma anche nel trattamento delle afasie, dell’ autismo e delle malattie neuro-degenerative”.
La Societa Internazionale di NeuroMusicologia Clinica (CNM) e’ stata fondata nel 2008 a Dusseldorf
in occasione del Congresso dell’ Accademia Multidisciplinaria di Neurotraumatologia, al fine di
migliorare lo studio e approfondire le conoscenze dell’ impatto che la musica ha sul funzionamento della cervello e di tutto il corpo umano.
(ANSA).
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