Non esistono problemi senza soluzione

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Non esistono problemi senza soluzione

di Marco Ferrini

Qual è il punto di svolta verso la risoluzione dei problemi esistenziali che ci affliggono?

Secondo la prospettiva del Bhakti Yoga, è l’attivazione di un atteggiamento di fiducia, esattamente
il contrario dello sprofondare nel proprio male immaginandolo inguaribile.

L’atteggiamento rinunciatario predispone al fallimento, mentre la consapevolezza che ognuno possiede
le risorse per superare le crisi che lo assillano, è il propellente di ogni successo nella vita, ed
è il famoso punto di svolta, ovvero di risalita coscienziale ed esistenziale.

I primi passi di risalita sono indubbiamente faticosi, quanto può esserlo uscire da una palude o da
sabbie mobili, poi, proseguendo nella direzione della luce, dall’interno riemerge la gioia di vivere
e la forza vitale di cui è portatrice.

Fondamentale è l’atteggiamento: come ci poniamo verso la vita, la vita ci risponde, così come accade
nelle relazioni con altri umani.

Ognuno di noi è regista del proprio scenario mentale: può toglierne uno identificato come involutivo
e sostituirlo con uno luminoso e costruttivo, e immediatamente vediamo che l’umore cambia. Dipende
da noi.

I pensieri e le emozioni sono strumenti per la degradazione o per l’evoluzione della coscienza.
Possiamo utilizzare pensieri ed emozioni per fare un salto di qualità nella percezione e visione del
mondo, mentre più spesso rappresentano i nodi che incatenano le persone ad un’esistenza
condizionata, carica di sofferenza. Sta a noi scegliere di quali pensieri ed emozioni nutrirci.

E se nel nostro campo psichico hanno ormai preso dominio emozioni e pensieri disecologici?

Un pensiero si contrasta con un altro pensiero di segno contrario, così come un’emozione si
contrasta con un’altra emozione di segno contrario.

Questo principio è stato espresso millenni fa da Patanjali nel suo celebre trattato degli Yoga-Sutra
(Sadhana Pada II.33), che suggerisce la meditazione su pensieri ed emozioni opposti a quelli
parassitari, per liberare la psiche della persona da tutto ciò che ostacola la sua serenità e il suo
processo evolutivo.

Bisogna allora tener pronti, come in una valigetta di pronto soccorso, una serie di emozioni e
pensieri luminosi ben collocati nella memoria e che, nel momento in cui si desidera evocarli, siano
immediatamente a disposizione.

Questi pensieri ed emozioni possono derivare da insegnamenti spirituali che abbiamo ricevuto,
esperienze belle della vita, di crescita interiore, momenti di elevata comprensione da parte nostra
verso gli altri, o da parte degli altri verso di noi… memorie preziose se riusciremo ad evocarle
al momento giusto, quando occorre elaborare un trauma o superare una crisi.

Occorre inoltre tener presente che le emozioni positive hanno una carica energetica forte, ancor più
dei pensieri, ed essendo così espansive e penetranti, possono rifinire l’operazione di risanamento
che il pensiero può fare solo in parte.

Se sperimentiamo nel laboratorio della vita quotidiana la pratica del “dimorare nell’opposto”,
spiegata da Patanjali Rishi, potremo capire e toccare con mano che i problemi risultano privi di
soluzione solo quando noi li consideriamo come tali.

da www.marcoferrini.net

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