Non riesci a chiudere occhio? Colpa dello stress: attiva i neuroni che disturbano il sonno
Un’altra notte in bianco da stress? Questo stato emotivo fa andare “fuori tempo” un gruppo di
neuroni, causando microrisvegli che funestano il riposo.
13 gennaio 2024 – Elisabetta Intini
Dopo una notte trascorsa a rigirarsi nel letto con mille preoccupazioni la memoria vacilla e le
emozioni sembrano sregolate: colpa dello stress, che con il sonno interrompe molti processi cruciali
per la salute. Uno studio pubblicato su Current Biology svela come. Lo stress attiva in modo non
ritmico una popolazione di neuroni dell’ipotalamo, causando microrisvegli che tranciano e accorciano
le normali fasi del sonno.
RIPOSI… ATTIVI. Il sonno è una successione ciclica di cinque fasi, suddivise a loro volta in due
macro-categorie: sonno non-REM e sonno REM. Ogni ciclo del sonno ha la durata di circa 90 minuti ed
è caratterizzato da quattro fasi di sonno non-REM di profondità crescente (da leggero a profondo),
seguite da una fase REM (Rapid Eye Movement: quella in cui si sogna).
INTERRUZIONI NOTTURNE. Un gruppo di ricercatori dell’Università della Pennsylvania ha monitorato
l’attività nell’ipotalamo (una struttura del sistema nervoso centrale che regola numerose attività
involontarie, come il sonno e la veglia, la fame e la sete) concentrandosi su una popolazione di
neuroni dell’area preottica, i cosiddetti neuroni glutammatergici (VGLUT2).
Essi sono attivati in modo ritmico durante il sonno non-REM, anche se sono di norma più attivi in
fase di veglia. Lo stress sembra mandarli “fuori tempo” e questa attività si intensifica prima dei
microrisvegli notturni. Quando gli scienziati hanno stimolato questi specifici neuroni in topi che
dormivano, immediatamente è aumentata la quantità di microrisvegli e di veglia notturni.
NOTTI AGITATE. Per dimostrare l’esistenza di una connessione tra i neuroni VGLUT2 e l’agitazione, il
team ha esposto i roditori a una fonte di stress, che ha aumentato i microrisvegli e la veglia,
facendo diminuire il tempo totale trascorso in sonno non-REM e in sonno REM. I topi stressati
mostravano un aumento dell’attività dei neuroni VGLUT2 in fase non-REM; quando invece l’attività dei
neuroni è stata inibita, i microrisvegli in fase non-REM sono diminuiti, e le fasi del sonno sono
risultate più lunghe.
SOGNI D’ORO? Regolare con l’aiuto di farmaci l’attività di questi neuroni dell’ipotalamo potrebbe
cambiare la qualità del sonno delle persone che soffrono di insonnia da stress o da disturbo da
stress post-traumatico.
da focus.it
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