Non ti autocommiserare mai!

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Non ti autocommiserare mai!

di Sri Daya Mata

da SOLTANTO AMORE

Casa Editrice Astrolabio

*L’identificazione con il mondo rende ciechi *

Se chiudete un occhio e tenete una monetina molto vicina all’altro, non potete vedere il mondo al di
la’di quel minuscolo oggetto, che vi rende ciechi. Se allontanate la monetina dall’occhio aperto vi
accorgete di quanto il mondo sia vasto. La stessa cosa si puo’ dire di Dio. Quando vi identificate
troppo col mondo ne rimanete accecati e non potete vedere Dio. Sopraffatti da ansie, preoccupazioni,
paure, insicurezze ed incertezze, non riuscite nemmeno a immaginare che Dio esista.

Soltanto quando allontanate da voi la ‘monetina del mondo’ vedete la vastita’ di Dio dentro la
creazione. Solo allora il mondo vi apparira’ nella sua giusta prospettiva. Dovete mantenere
esattamente nel vostro campo visivo la cosa piu’ importante: Dio. Quando Lui e’ in primo piano,
tutto andra’ correttamente a fuoco.

Per questa ragione il Cristo disse: “Cercate piuttosto il regno di Dio, e queste cose vi saranno
date in aggiunta”.

E Paramahansaji non si stanco’ mai di ripetere a tutti questo messaggio. Ogni essere umano sente
nel cuore il bisogno di qualcosa. Noi abbiamo bisogno di Dio; abbiamo bisogno di afferrarci a
qualcosa di immutabile, che ci dia la forza di affrontare i problemi particolari, le prove e le
esperienze che ci attiriamo. Non incolpate gli altri per cio’ che vi succede. Date la colpa a voi
stessi; ma non punitevi, perche’ sarebbe sbagliato.

E non lasciatevi mai andare all’autocommiserazione; anche questo e’ sbagliato. Ricordate sempre che
siete figli di Dio e che la meditazione e’ la via per capire che Gli appartenete.

La meditazione e’ l’affermazione costante di cio’ che siamo. Quando meditiamo, affermiamo: “Sono
l’anima, una con Dio”.

Quando seguite i metodi di meditazione della Self-Realization Fellowship vi sforzate di ricordare la
vostra vera natura. Come in qualsiasi altra cosa, quanto piu’ vi eserciterete e farete progressi
nella meditazione, tanto piu’ che trarrete dei benefici e tanto piu’ ricorderete ed esprimerete la
vostra eredita’ divina.

L’importanza e il valore della meditazione stanno nella sua inviolabile promessa, che alla fine
comprenderete la natura della vostra anima. Non e’ sufficiente partecipare alle funzioni religiose,
o ascoltare le belle parole dei monaci della Self-Realization Fellowship. Le loro parole sono utili
ed ascoltarle e’ importante. Se vi e’ possibile, dovreste frequentare i servizi regolarmente. Ma,
oltre a questo, vivete ogni giorno la presenza di Dio, entrate ogni giorno in comunione con Lui
nella profonda meditazione e mettete ogni giorno tutti i vostri problemi nelle Sue mani.

*Non aspettate che la vita vi costringa a cercare Dio*

Non so come il mondo possa vivere senza la comunione con Dio. Potrebbe darsi che il mondo si riduca
ad un tale stato di prostrazione da essere costretto a pensare a Dio. Ma persino questo sarebbe un
bene, perche’, in definitiva, non importa se si arrivi in ginocchio dinanzi al Signore, purche’ si
giunga davanti a Lui. Non lamentatevi mai per quello che vi accade.

Non sentitevi sconfitti in nessuna circostanza della vostra vita. Sforzatevi sempre di pensare:

“Signore, confido che non dovro’ affrontare nessuna prova e nessuna esperienza, se Tu non lo
permetti. Per grazia Tua, so di avere in me la forza di superare tutto cio’ che accadra’”.

Anche quando il vostro compito vi sembra sovrumano, ricordate che il Divino sta solo “tirando
l’elastico” della vostra coscienza per espanderne la capacita’ potenzialmente infinita. Con questo
atteggiamento di fiducia e di abbandono si impara a vivere nel mondo sostenuti da un unico pensiero:
“Tu Signore, Tu, Tu, Tu”.

Il devoto si sente talmente parte di Dio da mettere in relazione con Lui ogni sua esperienza. Che
sia impegnato in problemi sociali, o molto occupato in ufficio, o stia manifestando il suo amore al
marito, alla moglie o ai figli, si rende conto che tutto questo e’ Dio, proviene da Dio ed e’ fatto
per Dio.

Quando l’essere umano, con questo divino atteggiamento, cerca di vedere Dio nei rapporti con il
marito, la moglie, i figli, i fratelli e le sorelle, sapendo che in ciascun contatto umano si puo’
cogliere un altro aspetto della natura di Dio, comincia a comprendere che vive, si muove ed esiste
in quell’unico divino Amato. Questo e’ lo scopo della vita, il traguardo di ogni essere umano.

Se, nell’affrontare tutte le esperienze che la vita porta con se’, restiamo aggrappati alla
coscienza di Dio, ritroviamo la capacita’ di vedere noi stessi e tutti coloro che ci circondano come
parte dell’Assoluto infinito. Allora siamo finalmente liberi.

*Il nostro destino divino*
( India, data e luogo sconosciuti)

L’uomo deve adempiere un destino divino, ma sono pochi coloro che conoscono lo scopo della propria
esistenza, ed ancora meno coloro che cercano seriamente di raggiungerlo. La vita comune e’ dedicata
alla cura del corpo e alle responsabilita’ imposte dalle necessita’ del momento. In questo modo
l’uomo comune vive e muore, senza sapere da dove viene, perche’ e’ qui e dove andra’. Tutte le
grandi Scritture affermano che la piu’ ispirata creazione del Divino e’ l’uomo, il quale in realta’
e’ fatto a immagine del Suo Creatore.

Come puo’ essere l’immagine di Dio un corpo di carne, soggetto alle malattie ed impotente contro la
morte, un’intelligenza immersa in maya e condizionata da stati d’animo e da emozioni mutevoli?

Questa non puo’ essere l’immagine del grande potere che ha concepito e sostiene le complessita’
cosmiche dell’universo! Dov’e’ allora l’immagine divina a somiglianza della quale si presume che
l’uomo sia stato creato? L’uomo ha una triplice natura. E` dotato di un corpo, ma non e’ il corpo
che lo tormenta, che soffre e muore. Ha una mente, ma non e’ la mente, fuorviata dai trucchi
dell’illusione cosmica. La sua vera natura e’ l’atman immortale, l’anima, che dimora invisibile nel
tempio della carne mortale.

L’atman e’ l’immagine di Dio nell’uomo, l’immagine perfetta le cui divine qualita’ sono l’amore, la
saggezza, l’onnipotenza, la gioia eterna.

E` cieco il figlio di Dio che permette la profanazione dell’immagine divina in lui, oscurandola con
le imperfezioni della coscienza della materia e tal punto da renderla irriconoscibile. Cosi’
facendo, l’uomo vive una vita contraria alla sua vera natura. Per questo non e’ mai interamente
soddisfatto e prova sempre nel profondo un’inquietudine che lo porta a percorrere una strada dopo
l’altra, alla ricerca di ‘qualcosa’ di sconosciuto e di inafferrabile.

Quel ‘qualcosa’ che l’uomo cerca e’ Dio: il Divino che palpita proprio dietro il battito del cuore;
l’Amore che si diffonde in tutte le forme di amore, per la famiglia, gli amici, l’amato o l’amata;
la Gioia che accende tutte le fiamme della felicita’; la Saggezza onnisciente che sta proprio dietro
i pensieri della piccola mente umana. Piu’ vicino a noi di qualsiasi altra cosa e’ il divino Potere
che ha dato la vita all’uomo e sa dare significato ed appagamento alla sua esistenza.

tratto da lista Sadhana >> it.groups.yahoo.com/group/lista_sadhana

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