Nuova terapia contro il dolore

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Nuova terapia contro il dolore

Data articolo: ottobre 2008

Fonte: salute.agi.it

Messo a punto un nuovo trattamento contro il dolore che è ben otto volte più forte della morfina. Si
tratta di una tecnica rivoluzionaria che consiste nell’iniezione di una proteina in grado di
combattere il dolore per più di tre giorni, circa 14 volte più a lungo della morfina. Ad annunciarlo
è stato un gruppo di scienziati della University of North Carolina Chapel Hill School of Medicine in
uno studio pubblicato sulla rivista Neuron.

La proteina ‘miracolosa’ si chiama ‘fosfatasi acida prostatica’ (Pap) e, senza provocare effetti
collaterali, sembra capace di neutralizzare la sostanza chimica nel corpo che invia i messaggi di
dolore al cervello. “Questa proteina – ha detto Mark Zylka, coordinatore dello studio – ha il
potenziale per diventare un trattamento innovativo contro il dolore”. “Siamo rimasti – ha aggiunto –
davvero colpiti che una semplice iniezione possa avere un effetto così potente sul dolore. Non solo,
sembra lavorare addirittura meglio del farmaco comunemente usato, la morfina”.

Gli scienziati hanno iniettato la Pap nella spina dorsale di topolini geneticamente modificati
affetti da dolori molto forti. Ebbene, la proteina ha soppresso il dolore molto di più di quanto ha
fatto la morfina. Non solo: l’effetto è durato molto più a lungo del farmaco. Una dose di Pap,
infatti, può durare massimo 3 giorni, molto più delle cinque ore della morfina. Questo perché la
proteina agisce proprio sugli agenti che provocano il dolore.

Le cellule nervose, infatti, rilasciano una sostanza chimica nota come ‘adenosina trifosfato’ (Atp),
che a sua volta, stimola la sensazione di dolore. La Pap converte l’Atp eliminando il dolore. “E’
del tutto possibile – ha spiegato Zylka – che Pap possa essere usata come un trattamento contro il
dolore, attraverso delle iniezioni proprio come avviene con la morfina”. Lo scopo dei ricercatori è
però quello di modificare le modalità di assunzione. “Vorremmo cambiare e trasformare – ha detto lo
scienziato – il trattamento in pillola”.

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