OLTRE IL CORPO MATERIALE

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OLTRE IL CORPO MATERIALE

Un Corpo Libero dalla Sofferenza

Una conferenza di SDG A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada

na tv evaham jatu nasam na tvam neme janadhipah na caiva na bhavisyamah sarve vayam atah param

Mai ci fu un tempo in cui non esistevamo, Io, tu e tutti questi re; e mai nessuno di noi cesserà di
esistere. (Bhagavad-gita 2.12) Da questo verso capiamo che non moriremo. Krishna dice qui che non
solo Lui ma anche Arjuna e tutti gli altri presenti sul campo di battaglia continueranno ad
esistere. E come potremo continuare ad esistere? Noi esistiamo come anime spirituali eterne -abbiamo
preso un particolare tipo di corpo, e viviamo con questo- così quando questo corpo morirà, ne
prenderemo un altro e continueremo a vivere.

Ora la domanda è: “Che tipo di corpo avrò quando questo sarà morto?” La Bhagavad gita lo spiega.

Krishna dice che se vogliamo possiamo vivere nei sistemi planetari superiori, dove la durata della
vita è molto più lunga e i piaceri che si provano sono di gran lunga più intensi di quelli sulla
Terra.

Se lo desideriamo potremo avere tutto questo. Possiamo anche vivere in specie inferiori come i cani,
i gatti, gli insetti, gli alberi o i pesci. Possiamo anche vivere nello stesso modo in cui viviamo
ora. Oppure possiamo vivere esattamente come Dio, godendo della vita eterna piena di beatitudine e
di conoscenza.

Ottenere la vita eterna piena di beatitudine e di conoscenza significa ottenere un corpo spirituale.
Il corpo che abbiamo ora è un corpo materiale, non è né eterno, né pieno di beatitudine, né pieno di
conoscenza. Ciascuno di noi sa che un giorno questo corpo materiale morirà, e che è pieno di
ignoranza perché, per esempio non ci permette di sapere nulla al di là di questo mondo. I nostri
sensi sono limitati e imperfetti. A volte siamo molto orgogliosi e chiediamo con aria di sfida se ci
possono mostrare Dio, dimenticandoci quanto sia limitata la nostra capacità visiva. Se appena manca
la luce non riusciamo a vedere nulla. Il corpo materiale è imperfetto e pieno di ignoranza.

Un corpo spirituale invece è pieno di conoscenza, proprio l’opposto.

Possiamo avere un corpo spirituale nella prossima vita ma dobbiamo sviluppare la coscienza giusta.
Possiamo sviluppare la coscienza in modo tale da avere il prossimo corpo nei sistemi planetari
superiori, o da avere il corpo di un cane o di un gatto, o altrimenti in modo da poter essere
eterni, beati e pieni di conoscenza.

Chi è intelligente cercherà di avere un corpo eterno, pieno di beatitudine e di conoscenza in modo
da non tornare in questo mondo materiale: yad gatva na nivartante tad dhama paramam mama
(Bhagavad-gita 15.6).

Anche se si riesce ad andare a Brahmaloka, il pianeta più elevato del mondo materiale, bisognerà
ritornare qui. Ma se invece facciamo del nostro meglio per raggiungere il mondo spirituale, per
tornare a casa, a Dio, non saremo più costretti a prendere un altro corpo qui nel mondo materiale.

Ci si può poi porre un’altra domanda: “Se siamo eterni, perché la vita ci costringe a subire tante
miserie? Perché siamo soggetti alla nascita, alla malattia, alla vecchiaia e alla morte?” Queste
sono domande intelligenti. Krishna insegna che queste condizioni di vita infelici dipendono dal
corpo materiale e che, se in futuro avremo un corpo spirituale nel Suo regno, saremo liberi da
questa sofferenza. Chi si dedica solo alla gratificazione dei sensi, non si interessa al futuro,
vuole solo benefici immediati di cui godere subito. Come fanno i bambini quando sono senza i
genitori. I bambini giocano tutto il giorno senza minimamente interessarsi alla propria vita futura
e senza preoccuparsi di istruirsi.

Nella vita umana, se davvero siamo intelligenti, dobbiamo fare del nostro meglio per avere un corpo
che non ci faccia subire nascita, malattia, vecchiaia e morte. Il movimento per la Coscienza di
Krishna cerca di insegnare questo.

A questo punto ci si può chiedere: “ma se mi dedico solo alla Coscienza di Krishna, chi provvederà
alle mie necessità materiali?” La risposta è nella Bhagavad-gita (9.22) in cui Krishna dice ananyas
cintayanto mam ye janah paryupasate… yoga-ksemam vahamy aham: “Io provvedo a tutte le necessità di
chi si dedica sempre al Mio servizio”.

Krishna mantiene tutti. Eko bahunam yo vidadhat kaman: “La Persona Suprema soddisfa le necessità di
tutti gli esseri viventi”. Così a un devoto che cerca di ritornare a casa, di ritornare a Dio, non
mancherà nulla. Statene certi.

L’esempio è il nostro movimento. Abbiamo moltissimi centri, e in ciascuno ci sono da venticinque a
duecentocinquanta devoti. E Krishna provvede al mantenimento di tutti questi centri. A volte certi
si meravigliano, ma Dio, che con la Sua misericordia dà da vivere ai cani e ai gatti e agli animali
più insignificanti, non fa mai mancare nulla ai Suoi devoti.

Ma per i devoti che pensano di soffrire nonostante seguano la Coscienza di Krishna, Krishna dà
questa istruzione (Bhagavad-gita 2.14):

matra-sparsas tu kaunteya sitosna-sukha-duhkha-dahagamapayino nityas tams titiksasva bharata

“Gioie e dolori vanno e vengono come l’estate e l’inverno, bisogna imparare a tollerarli tutti”.
D’inverno l’acqua fredda crea sofferenza ma d’estate la stessa acqua dà piacere. Qual è dunque
l’effetto dell ‘acqua fredda? Dà sofferenza o dà piacere? Nessuno dei due, ma in stagioni diverse,
al contatto con la pelle, l’acqua fredda dà una sensazione di sofferenza odi piacere. Simili gioie e
dolori vanno e vengono, non sono permanenti. Krishna perciò consiglia: tams titiksasva bharata. “
Bisogna tollerare”. Ma non bisogna dimenticare il nostro vero impegno, la Coscienza di Krishna.
Naturalmente, se c’è dolore, dobbiamo fare del nostro meglio per contrapporlo, ma, anche se non ci
si riesce, non dovremmo essere distolti dalle nostre pratiche devozionali. Quindi una delle
principali qualità devozionali è la tolleranza. Bisognerebbe imparare a tollerare qualunque
condizione di vita. Per esempio, in India, i veri brahmana (ora abbiamo fatto dei brahmana anche in
Occidente) non trascurano di farsi il bagno al mattino presto solo perché fa molto freddo. Allo
stesso modo, durante il caldo bruciante della stagione estiva, non bisognerebbe smettere di
cucinare. La cucina può essere troppo calda, ma non vi si può rinunciare. Questa tolleranza viene
con la pratica. Alcune cose potranno essere difficili da tollerare per qualche giorno, ma con la
pratica presto cesseranno di essere dolorose.

Nella pratica della Coscienza di Krishna bisogna seguire alcune norme e regole. Questo a volte può
sembrare difficile, ma non possiamo assolutamente rinunciarvi. Dobbiamo imparare a tollerare. Sri
Caitanya Mahaprabhu ci ha insegnato che per progredire nella Coscienza di Krishna bisogna essere
tolleranti. Trnad api sunicena: “Diventa più umile di un filo d’erba”. Tanta gente calpesta l’erba,
eppure l’erba non protesta. Taror iva sahisnuna: “Sii più tollerante di un albero”. Si possono
spezzare i rami di un albero o addirittura lo si può abbattere, ma l’albero continuerà a dare
rifugio, legna, frutti e fiori. L’albero è un esempio molto bello di ciò che significa tolleranza. E
ancora amanina manadena: “Non bisognerebbe desiderare rispetto per se stessi, ma dobbiamo offrire il
nostro rispetto agli altri”.

Quindi chiunque voglia tornare a casa, tornare da Krishna, deve imparare a essere paziente e
tollerante. Questi sono gli insegnamenti di Sri Caitanya Mahaprabhu.

Se pratichiamo la Coscienza di Krishna in questo modo, saremo degni di tornare a casa da Dio.
Krishna lo spiega nel successivo verso della Bhagavad-gita (2.15):

yam hi navyathayanty purusam purusarsabhasama-sukha-duhkham dhiram so ‘mrtatvya kalpate

“Chi tollera dolori e gioie diventa degno di tornare a casa, tornare a Dio”. E’ solo una questione
di pratica. In bengalese si dice sarire nam mahasaya jasa habe tayse: con la pratica si può
addestrare il corpo a tollerare quasi ogni cosa. Per esempio al mattino, quando usciamo per la
passeggiata, vediamo molta gente che corre. Io non riesco a correre, ma se mi allenassi per un po’
riuscirei a farlo anch’io. Con la pratica necessaria, si può avere successo in tutto. Così,
praticando la Coscienza di Krishna, si può tornare da Krishna, perché dovreste mai trascurare questa
pratica? Potrebbe risolvere tutti i problemi. I problemi sono la nascita, la malattia, la vecchiaia
e la morte. Se si possono risolvere questi problemi semplicemente seguendo alcuni principi
regolatori, perché non farlo?

Stiamo aprendo centinaia di centri proprio per addestrare la gente nella pratica della coscienza di
Krishna e ritornare a casa, ritornare a Krishna. Non è possibile ritornare a casa, ritornare a Dio,
a buon mercato. Bisogna praticare alcuni principi regolatori, allora si diventerà degni. Non sono
difficili da seguire. All’inizio cantate il mantra Hare Krishna. Allora potrete proseguire con
ulteriore pratica. Ora abbiamo un centro nella vostra città e quindi vi chiedo di trarre pieno
vantaggio da questo movimento per la coscienza di Krishna e aver così successo nella vostra vita.
Siate certi che dopo aver finito con questo corpo, ognuno di noi dovrà accettarne un altro. Se
trascurassimo le norme e regole della vita spirituale e fossimo costretti a prendere il corpo di un
cane, provate a immaginare quanto sarebbe doloroso! Ma se seguiamo i principi della coscienza di
Krishna, allora, come dice Krishna, yanti mad -yajino ‘pi mam:

“Chiunque si impegna nella coscienza di Krishna, ritorna da Me”. Quindi, praticate la coscienza di
Krishna e tornate a casa, tornate a Dio.

Qualche domanda?

Devoto (traducendo dallo spagnolo): Potresti meglio approfondire su come si sviluppa un corpo
spirituale?

Srila Prabhupada: Il tuo corpo spirituale è già lì. Devi purificare la tua coscienza e allora
otterrai il corpo spirituale originale. La coscienza di Krishna è un processo di purificazione che
cura una persona dalle malattie della vita materiale. Supponiamo che tu abbia la febbre. La febbre
non è permanente, cura la febbre e sarai a posto. Allo stesso modo, cura la febbre dell’
attaccamento materiale e otterrai il tuo corpo spirituale..

Devoto: Dicevi che è possibile prendere anche il corpo di un cane. Per quanto tempo bisogna essere
reincarnati in un cane? Per quante nascite?

Srila Prabhupada: Fintanto che non sei in grado di tornare a casa, tornare a Dio, devi accettare il
corpo di un cane o di un gatto o qualche altra specie. Ci sono otto milioni quattrocentomila forme
corporee e dovrai accettarle una dopo l’altra. Ora, deciditi: vuoi accettare questi differenti tipi
di corpi o vuoi ottenere il tuo corpo spirituale originale? Nel corpo spirituale non c’è più
nascita, vecchiaia, malattia e morte mentre nel corpo materiale queste quattro sofferenze sono
presenti continuamente. Puoi avere il tuo corpo spirituale semplicemente coltivando un po’ la
Coscienza di Krishna in questa forma umana di vita. Ma se nella tua prossima vita non avrai una
forma umana , dovrai aspettare forse milioni di anni per riaverla. Dopo tutto siamo sotto la stretta
delle rigide leggi della natura. Non è possibile sfuggire ad esse a meno che non si segua la
Coscienza di Krishna.

Devoto: Le nostre reincarnazioni sono progressive o regressive?

Srila Prabhupada: Entrambe.

Devoto: Perché dovremmo rinascere animali?

Srila Prabhupada: Perché vi comportate da animali.

Devoto: Se qualcuno va male a scuola, è costretto a ripetere l’anno, non può progredire. Ma non
torna indietro.

Srila Prabhupada: No, a volte qualcuno retrocede. E’ piuttosto naturale.

Devoto: Alcuni non credono che sia possibile perdere la forma umana ed essere degradati alla vita
animale.

Srila Prabhupada: Possono non credere nella legge, ma la legge viene applicata lo stesso. Supponiamo
che qualcuno dica: “Posso commettere qualsiasi atto criminale perché non credo nel giudizio della
corte”. Sarebbe una cosa sensata? Si può credere o no, ma la legge agisce comunque. Per esempio, se
si contrae una malattia infettiva, la malattia ci colpirà. E’ la legge della natura. Quindi, noi ci
contaminiamo facendo moltissime attività peccaminose e, secondo le leggi della natura, dovremo
accettare il corpo materiale adatto. Le leggi materiali non sono sotto il nostro controllo: noi
siamo sotto il controllo delle leggi materiali.

Devoto: Chi ha l’incarico di darci il nostro prossimo corpo?

Srila Prabhupada: Dio. lsvarah sarva bhutanam hrd-dese ‘rjuna tisthati: Dio, nel suo aspetto di
Anima Suprema, è situato nel cuore di ognuno, vede tutte le nostre attività e ci dà diversi tipi di
corpo. Così, dobbiamo accettare di essere completamente sotto controllo. Se pretendessimo di essere
indipendenti, sarebbe infantile. Devoto: I sensi, i sensi materiali che abbiamo, originalmente
appartengono all’anima la quale è stata coperta dal corpo materiale?

Srila Prabhupada: Si. Per esempio, se un uomo in condizione normale impazzisce, i suoi sensi
originali sono ancora lì, ma agiscono in modo anormale. Allo stesso modo, quando siamo in questo
mondo materiale, noi usiamo i nostri sensi in modo anormale. Ma quando purifichiamo i nostri sensi
dalla contaminazione materiale, usandoli per servire Krishna, quella è la nostra condizione normale.

Devoto: Quali sono le caratteristiche di una persona che ha realizzato di non essere questo corpo?

Srila Prabhupada: Si impegna al cento per cento nella coscienza di Krishna. Non fa niente che non
abbia a che fare con Krishna ed il servizio a Krishna. Questa è la nostra condizione normale. Hare
Krishna!

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