03 dicembre 2015
Se si considerano forma e dimensioni anatomiche delle diverse regioni cerebrali, si osservano
caratteristiche più prettamente maschili e altre più femminili, ma in realtà ciascuno di noi
possiede un certo numero di entrambe. E’ quanto emerge dall’analisi di scansioni di risonanza
magnetica di 1400 cervelli umani che, smentendo l’idea che esistano un “cervello femminile” e un
“cervello maschile”, propone un modello “a mosaico”, in cui coesistono tratti diversi
da lescienze.it
Il cervello delle donne e quello degli uomini sono diversi? A questa domanda si può rispondere solo
in senso statistico: esistono caratteristiche che sono più diffuse nel sesso maschile e altre che
sono più diffuse in quello femminile, mentre altre ancora sono presenti indifferentemente in
entrambi i sessi. Ciascuno di noi, in sostanza, ha un cervello che è un mosaico di caratteristiche
maschili e femminili, secondo un nuovo studio pubblicato sulla rivista “Proceedings of the National
Academy of Sciences” da Daphna Joel, dell’Università di Tel Aviv, e colleghi di una collaborazione
internazionale.
Fin dall’antichità, si è cercato di individuare una differenza biologica tra il corpo umano maschile
e quello femminile che andasse oltre oltre l’apparato riproduttivo. La questione non ha avuto una
soluzione fino ai giorni nostri, in particolare per quel che riguarda la struttura del cervello.
Il problema dev’essere anzitutto definito in termini metodologici: secondo Joel e colleghi, per
dimostrare l’esistenza di un cervello maschile e un cervello femminile occorrerebbe documentare
sia la presenza di un forte dimorfismo sessuale, cioè la scarsa sovrapposizione tra caratteristiche
maschili e femminili, sia la prevalenza di un’elevata coerenza interna, cioè l’elevata probabilità
che un cervello abbia caratteristiche solo maschi o solo femminili.
Joel e colleghi studiano da anni il problema, e in passato hanno scoperto che la sovrapposizione dei
tratti cerebrali presenti nei due sessi è notevole, smentendo l’ipotesi di un forte dimorfismo
sessuale. A completamento di questi risultati, hanno ora analizzato le scansioni di risonanza
magnetica di più di 1400 cervelli provenienti da quattro diversi database, identificando in primo
luogo le regioni cerebrali che mostravano le più ampie differenze tra i due sessi.
Per ogni cervello, hanno poi determinato se forma e dimensioni anatomiche di ciascuna regione
fossero più femminili o più maschili. L’analisi statistica dei risultati ha mostrato che, a seconda
di quale database veniva usato, una percentuale variabile tra il 23 e il 53 per cento dei cervelli
aveva almeno una regione con caratteristiche maschili e una regione con caratteristiche femminili.
Per contro, la percentuale di cervelli con tutte le regioni dotate di caratteristiche maschili
oppure femminili era compreso tra lo 0 per cento e l’8 per cento, indicando che la coerenza interna
per questo tipo di parametri è molto scarsa.
I risultanti quindi indicano che la maggior parte dei cervelli sono un mosaico eterogeneo di
caratteristiche femminili, maschili e intermedie, in piena corrispondenza con quanto emerso dagli
studi sulle differenze di genere dei tratti psicologici e comportamentali.
A ulteriore conferma di questa corrispondenza, Joel e colleghi hanno analizzato alcuni database di
caratteristiche comportamentali, tratti di personalità, attitudini e interessi, come il Maryland
Adolescent Development In Context Study (MADICS) e il National Longitudinal study of Adolescent
Health (ADD Health), relativi a più di 5500 soggetti.
Anche in questo caso i casi di coerenza interna sono estremamente rari. Complessivamente, dunque, lo
studio di Joel e colleghi dimostra che, nonostante l’esistenza di differenze di genere nel cervello,
non è possibile sostenere l’esistenza di due categorie distinte identificabili come cervello
maschile e cervello femminile.
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