Oltre l’illusione dell’Io – 2
< RAPHAEL >
– OLTRE L’ILLUSIONE DELL’IO –
Sintesi di un processo realizzativo
(parte seconda)
– TRASCENDERE LA MENTE.-
18. In che modo, ad esempio, possiamo dominare e poi trascendere il pensiero
individuato? Per comprendere questo processo prima di tutto è bene capire il
funzionamento della mente. Raffiguriamoci la mente come una sostanza-energia
vibrante che, tramite il suo ritmo, può assumere diverse forme con
caratteristiche qualitative indefinite. Paragoniamola all’argilla con cui
possiamo plasmare molteplici forme come vasi, giare, statuette e così via. La
sostanza mentale plasma e ritma immagini che poi vengono concettualizzate o
rappresentate mediante idee e concetti.
E’ bene soffermarci sulla parola immagine; infatti, quando pensiamo formuliamo
dei ritmi-immagini aderenti ai vari oggetti. Così, osservando un albero
plasmiamo la nostra mente a immagine dell’albero; in altri termini, adeguiamo
la nostra sostanza ai ritmi dell’albero.
Possiamo anche chiudere gli occhi e vedere questa immagine nella nostra
spazialità mentale (tale procedimento si chiama visualizzazione); quindi, la
nostra sostanza mentale non fa altro che assumere la forma degli oggetti
percepiti e osservati.
Abbiamo detto che la mente svolge anche un’altra funzione: quella di ideare e
concettualizzare; cioè trasforma l’immagine o l’oggetto in termini di concetto
e poi di linguaggio per poter comunicare e trasmettere verbalmente.
Inoltre, la mente per ideare l’immagine dell’albero e afferrare la forma
dell’albero, per impossessarsene e plasmarsi convenientemente, occorre che
esca da sé, dalla sua quiete.
Abbiamo quindi questa sequenza:
Sostanza mentale.
prima fase = Immagine.
seconda fase = Concetto.
terza fase : Parola, Suono.
19. L’immagine mentale dell’albero, ovviamente, assume la funzione di oggetto
e se esiste un oggetto deve pur esserci un soggetto. I due sono sempre
interrelati, interdipendenti. Se, ancora, facciamo esperienza diretta
dell’intero processo, notiamo che questo soggetto cambia col cambiare degli
eventi-cose; lo stesso soggetto può essere allegro, triste, euforico, ecc.
Quel soggetto che è stato triste viene contraddetto dal soggetto che diventa
allegro, ecc. Un oggetto può prima rallegrare poi rattristare lo stesso
soggetto. L’io e il non io sono sempre dati di relazione, sono in movimento e
quindi aleatori.
Possiamo concludere che il soggetto e l’oggetto rappresentano momenti
psicologici, quindi sono tempo spazio. Se sono movimenti ci dev’essere di
conseguenza un qualcosa di stabile che percepisce i differenti movimenti e li
collega: questo qualcosa non è altro che la coscienza la quale, appunto, è
cosciente dell’alternarsi dei vari moti del soggetto e dell’oggetto.
Abbiamo perciò: Coscienza = soggetto = oggetto.
Così, dei tre, la coscienza risulta la costante essendo presente nelle varie
modificazioni mentali e, anche quando la stessa mente tace; difatti
riconosciamo di non aver alcun pensiero, cioè di non aver proiettato il
soggetto e l’oggetto. E’ lo stato della coscienza pura di là dal tempo, dallo
spazio e dalla causa.
20. In che modo, dunque, possiamo dominare e trascendere la mente di relazione
e quindi individuata?
Da quanto abbiamo esposto si può dedurre che il risultato può ottenersi
separando il soggetto oggetto dalla coscienza per poi “fissare” la stessa
coscienza su se stessa. Così facendo la coscienza consapevolezza diventa
assoluta padrona del movimento dualistico fino a fermarlo, se lo desidera. E’
a questo punto che si può riconoscere che dei tre l’unica realtà-costante è la
consapevolezza la quale è ipseità; vale a dire, non dipende da altro se non da
se stessa. L’io mondo è sparito; i due fattori, che sono divenire e
relatività, vengono risolti, integrati, trascesi.
SOLUZIONE DEI COAGULI ENERGETICI.
21. Può avvenire che nella nostra spazialità si presentino contenuti
psicologici o, meglio, coaguli energetici qualificati che hanno una certa
forza e persistenza da condizionare il centro coscienza non stabilizzato.
Anzi, ci sono particolari contenuti coaguli che possono rendere l’ente
completamente aggiogato e frustrato; ogni individuo ha un suo guardiano della
soglia con cui deve fare i conti, a volte possono essercene più di uno con
grave difficoltà della coscienza a gestire il proprio equilibrio.
Che cosa occorre fare in questi casi? Proponiamo alcune modalità operative:
a) Con la potenza del suono (mantra) disgregare il coagulo. E’ un atto
dinamico, preciso e immediato.
b) Accettandolo e integrandolo nella pura coscienza; occorre naturalmente
avere adeguata posizione solare coscienziale.
c) Rallentando il ritmo del contenuto e sottraendogli energia fino a
neutralizzarlo completamente.
d) Operando con una qualità energetica opposta a quella del contenuto. In
questo caso si ottiene una sorta di trasmutazione alchemica.
22. Però ciò che occorre non è combattere in modo frontale il contenuto. I
quattro modi di operare vanno espressi in termini di calma determinata, di
consapevole amorevole fermezza; non è la volontà egoica, ma la consapevolezza
decisa a essere arbitro dell’evento. Inoltre non bisogna giudicare, biasimare
oppure giustificare il contenuto.
La Visione che tutto ciò che si percepisce nella propria spazialità non è
altro che un secondo relativo, per quanto di particolare consistenza, può
favorire una maggiore coscienza solare. Assoluto è solo colui che percepisce,
colui che osserva, che è consapevole, colui che è testimone di ogni movimento
qualitativo; e quando si prende consapevolezza della propria assolutezza
l’atteggiamento verso il secondo cambia completamente e la soluzione
dell’evento diventa certezza.
Sotto questa prospettiva si può dire che la Conoscenza tradizionale
rappresenta una quinta modalità operativa; anzi, per chi è predisposto basta
la Conoscenza a svitalizzare, neutralizzare e sciogliere ogni possibile
secondo che può presentarsi all’orizzonte della circonferenza psichica. Il
mantra disintegra la forma, la Conoscenza svilisce e scioglie, l’Amore (che
parte dal purusa incarnato) trae a sé tutto ciò che tocca integrando e
risolvendo.
NASCITA DEI CONTENUTI O COAGULI ENERGETICI.
23. Ma come nasce un contenuto psicologico o un coagulo energetico? Per
comprendere meglio tale processo possiamo rifarci alla visione Vedanta,
soffermandoci, per il momento, sulla polarità purusa e prakrti. Il purusa è
l’aspetto positivo, è l’Essenza, mentre la prakrti rappresenta la sostanza,
l’energia (la chora platonica) con cui si modellano le forme. La maya è la
sostanza mediante cui le forme appaiono alla percezione.
Ora, un contenuto psicologico, abbiamo detto, è un coagulo energetico
qualificato; ciò vuol dire che il purusa incarnato (quel Raggio di luce
immanente) tramite la mente formatrice, che è sostanza, modella il contenuto
qualificandolo secondo l’intenzione conscia o inconscia.
Così, un pensiero qualificato di qualsivoglia natura ripresentato, reiterato
persistentemente crea, appunto, una condensazione della sostanza, fino a
formare un ente, direbbe Plutonio, tale da condizionare il riflesso del
purusa.
Si diventa ciò che si pensa, questo è l’eterno mistero, afferma la Maitry
upanisad o, in termini occidentali, l’energia segue il pensiero. Si comprende
quindi la necessità di disciplinare la mente, in modo che possa diventare uno
strumento docile nelle mani dell’Ente essenziale.
24. Occorre ricordare che il processo realizzativo consiste nello sciogliere
le forme coagulate (contenuti qualitativi individuati), rallentare il moto
della prakrti e infine risolverla nel purusa; la sostanza non è altro che una
semplice polarità. A questo riguardo la simbologia di Adamo e di Eva è
significativa.
Lascia un commento