Omeopatia? Sì, grazie!
di Pino Marinaro
Ultimamente sembra che il sinistro muro fatto di interessi e privilegi, che per lungo tempo ha
diviso le terapie alternative dalla medicina tradizionale, si stia lentamente sgretolando. La vera,
sostanziale differenza, in realtà, esiste solo tra medicina buona e medicina cattiva.
Nell’ultimo decennio il numero di persone che nel nostro paese ha fatto ricorso a terapie
alternative è praticamente raddoppiato; questo aumento si spiega soprattutto con l’interesse
suscitato da metodi di cura che si basano più sulla prevenzione, sullo stile di vita del paziente e
su tutti i fattori ambientali e psicologici che influiscono sulla sua salute.
Tuttavia è utile ricordare che l’Italia resta ai livelli più bassi della media europea. E c’è anche
da aggiungere che l’informazione in materia scarseggia. Ma un balzo di interesse e risultati
effettivamente c’è stato. E’ un dato Istat, infatti, a segnalare che 9 milioni di italiani hanno
utilizzato di recente metodi di cura non convenzionali, un numero superiore al 15% della
popolazione.
Un fenomeno in continuo aumento come in tutti gli altri paesi occidentali. Negli Stati Uniti, ad
esempio, sono decine le università, tra cui le blasonatissime Harward, Stanford e Yale, che da tempo
offrono un corso facoltativo di medicina alternativa.
Gli italiani appaiono conquistati dall’omeopatia, che risulta il rimedio naturale più diffuso,
seguita a ruota dai trattamenti manuali e ancora dalla fitoterapia e dall’agopuntura. In percentuale
sono le donne più degli uomini a far ricorso alla naturopatia, ovvero a quell’ampia gamma di
tecniche e terapie che dà rilievo all’impiego di agenti naturali o mezzi fisici per condizionare
l’organismo malato e permettergli di guarire da sé.
Una sensibilissima connotazione territoriale, inoltre, riguarda coloro che utilizzano metodi non
convenzionali per curare asma, allergie o quant’altro: una persona su quattro vi ricorre nelle
regioni del Nord-est, solo una su quindici al Sud. Ma il livello di soddisfazione di chi utilizza
queste terapie è comunemente alto. E senza dubbio molte persone sono attratte da esse perché hanno
l’intima convinzione che i prodotti e i modi di cura utilizzati sono più “dolci” e meno rischiosi di
quelli impiegati dalla medicina imperante.
L’AUTORE
Pino Marinaro
Giornalista freelance ha collaborato con riviste specializzate in musica e spettacolo, quotidiani
locali e nazionali (come “Il Lavoro” di Genova e “La Repubblica” di Roma), periodici culturali e
agenzie stampa.
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