Osservazioni sul letto di morte 1

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Osservazioni sul letto di morte 1

Tratto da “Morire è bello”
di Paolo Vita

“Osservazioni sul letto di morte”

(prima parte)

Quando una persona muore, spesso accanto a lei si trovano medici,
infermieri, parenti o amici. Talora il morente, prima di chiudere gli
occhi per sempre, dice delle cose che descrivono cosa gli sta
accadendo.

Uno degli studiosi più famosi, dediti a questo tipo di ricerche è
stata Elizabeth Kübler-Ross, psichiatra svizzera che lavorò a lungo
negli USA nel ventesimo secolo, dagli anni ’60 ai ’90; fu tra i
maggiori tanatologi (studiosi della morte) contemporanei, esaminò
circa ventimila casi di persone morenti, o passate attraverso morte
apparente e poi rianimate, di diverse etnie e religioni (anche atee),
in varie parti del mondo. Le sue scoperte sono riassunte più avanti,
essendo relative anche ad esperienze di “risorti”. Essa sostiene – tra
l’altro, in base alle sue esperienze di conferenziera – che in una
platea di 800 persone, mediamente circa 12 hanno avuto esperienze del
genere.

Parecchi individui hanno avuto esperienze di DBV o NDE in età
infantile, a riprova del fatto che tali esperienze non sono
condizionate da molti dei fattori che possono interessare un
adulto.[16]

Questa ricercatrice sostiene anche che talora, inconsciamente quanto
intuitivamente, i morenti incoraggiano i parenti ad allontanarsi, con
una scusa qualunque, per poter morire in pace, senza la disperazione
dei presenti, la quale renderebbe loro più difficile il trapasso. La
stessa cosa risulta dalle ricerche di altri studiosi, come Bozzano.

Il professore olandese L. Van de Meerbek, dopo trent’anni di pratica
negli ospedali e dopo aver assistito ai momenti di agonia di centinaia
di pazienti, sosteneva che circa un quarto di essi mostrava qualche
tipo di manifestazione di chiaroveggenza.[17]

Nel libro di Bozzano sono riportati alcuni racconti di visioni di
morenti; ne riassumo qui qualcuno.

Il primo contiene anche una predizione sull’ora della morte:

“Un veterano della guerra di secessione americana, ateo e libero
pensatore, era moribondo; il suo caro fratello era morto di vecchiaia
quattro mesi prima. Una mattina il veterano fece chiamare il
professore e – con aria molto gioiosa – gli volle raccontare la sua
esperienza: aveva visto formarsi un fantasma ai piedi del suo letto,
percependo un benefico conforto; il fantasma si completò e lui vide
che si trattava di suo fratello, che lo salutò con cenni della mano;
egli ne ebbe un gran benessere. Vide scorrere davanti ai suoi occhi le
scene della vita trascorsa con suo fratello, che gli disse che la
domenica successiva alle undici sarebbe morto e sarebbe andato a
vivere con lui, in un ambiente di pace e felicità ineguagliabili. Poi
il fantasma si dileguò ed il paziente restò in lieta attesa della
morte. La domenica alle undici meno un quarto, il paziente alzò la
mano destra, indicando il lato sinistro del suo capezzale e disse:
<
bello …>>. Scoccarono le undici ed il paziente spirò.

Il secondo racconto, uno dei più remoti, risale al 1864; anch’esso
contiene una predizione sull’ora del trapasso:

“La piccola Daisy, californiana di dieci anni, malata di tifo, ebbe
una serie di visioni durante i suoi ultimi tre giorni di agonia. Daisy
disse ai suoi genitori di vedere il mondo degli spiriti, insieme a
quello terreno e di conversare telepaticamente col fratellino Allie,
morto di scarlattina sette mesi prima di lei. Allie era vestito di una
sorta di mantello bianco, simile alla luce. Riferì anche che vedeva
gli angeli, dicendosi sorpresa che non avessero le ali, come
nell’iconografia tradizionale; essi non volavano, ma si
“trasportavano”. Le entità disincarnate le si manifestavano
periodicamente numerose ed era come se le pareti della stanza
scomparissero, ampliando la sua visione all’infinito; solo alcune di
loro le erano familiari. Il giorno della morte volle guardarsi allo
specchio, riconoscendo lo stato debilitato del suo corpo e disse che
ormai stava già indossando un corpo spirituale assai più bello,
mediante i cui occhi poteva vedere il mondo spirituale. Disse di amare
ancora il mondo terreno, che salutò lungamente, ma di non desiderare
di restarvi. La sera alle otto e trenta disse che alle undici e trenta
sarebbe venuto Allie a prenderla. Alle undici e quindici chiese che si
cantasse ed alle undici e trenta protese le braccia in alto, dicendo
<> e spirò.”

Nel terzo e quarto episodio che riassumo, entità disincarnate furono
viste non solo dalla moribonda, ma anche dalla persona che
l’assisteva:

Una ragazza inglese diciassettenne, in prossimità della morte aveva
accanto a se l’infermiera che l’assisteva e che vide formarsi ai lati
del letto due corpi angelici, che riconobbe: erano due amiche della
ragazza moribonda, morte da un anno. La ragazza disse di veder tutto
buio, ma di scorgere le sue amiche e, con grande sorriso di gioia
disse loro: <
stanca>>. Porse le mani alle amiche che le strinsero, sorridendo ancor
più dolcemente; lei le guardava con gioia infinita. Poi le amiche
lasciarono le mani della morente, che ricaddero sul letto. Lei emise
un sospiro e morì, col volto illuminato dal sorriso.”

“Una bambina orfana di dieci anni stava viaggiando su una nave, quando
si ammalò, peggiorando vistosamente. Nella notte, il medico che
l’assisteva percepiva il senso di una presenza nella cabina, che si
illuminò, come il sole all’aurora; la luce si concentrò poi attorno
alla bambina, palpitando e assumendo diverse colorazioni, poi sparì.
Durante quella visione la bambina disse: <>
stringendo la mano del dottore. Poi guardò verso l’alto dove si era
formata una sfera di luce pulsante e ripeté: <>.
Lentamente il globo di luce scese sul capo della bambina, conferendole
una radiosità angelica irripetibile. La bambina stringeva di nuovo la
mano del medico tremando e – sollevando la testa – disse: <
mamma! Si, la scorgo la via radiosa. Com’è bella! Come tutto
risplende!>>. Il globo salì di scatto e sparì; la bambina ricadde sui
guanciali, allentò la presa della mano e spirò. Mentre il medico era
inginocchiato accanto alla morta entrò il capitano della nave, con
quattro ufficiali e disse di aver immaginato che la bambina fosse
morta, perché loro avevano visto un globo di luce nel salottino
ufficiali, che li attirò, dirigendosi verso la porta della cabina
della bambina.”

Le testimonianze degli astanti sono state spesso registrate
episodicamente, ma più recentemente si sono organizzati e svolti veri
e propri studi statistici in varie parti del mondo, classificando ed
analizzando i risultati e pubblicandoli in riviste scientifiche e
libri divulgativi.

Una coppia di autori impegnata in questo sforzo è composta dal
léttone Karl Osis e l’islandese Erlendur Haraldsson. Prima
separatamente e poi insieme, hanno condotto studi sia negli USA che in
India , su migliaia di casi, riportandone interessanti risultati.

Un primo studio, del 1960 coinvolse osservazioni su 35.000 pazienti,
di cui oltre 2000 ebbero visioni o apparizioni. Una seconda inchiesta,
conclusasi nel 1964 esaminò risposte di operatori che avevano
assistito 50.000 pazienti. Ipotizzando che le risposte delle prime due
ricerche potessero essere condizionate dal fatto che riguardavano
soggetti di estrazione prevalentemente cristiana, i ricercatori
vollero svolgere una terza inchiesta, conclusa nel 1973, in un paese
totalmente diverso per tradizioni: l’India. I risultati – a parte
l’adattamento culturale – furono sostanzialmente coerenti con le
precedenti inchieste. I fenomeni registrati sembrano indipendenti dal
sesso delle persone, dalla loro religione, dal grado d’istruzione.
Essi non risultano collegati a stati febbrili, assunzioni di
medicinali e droghe[19], o tipi di patologie.

I risultati ci dicono che il trapasso è piacevole, se non abbiamo
resistenze particolari ed attaccamenti alla Terra. Qualche entità
disincarnata ci viene ad accogliere per accompagnarci nell’Aldilà;
quasi sempre si tratta di cari parenti in aspetto materiale, come se
avessero ancora un corpo fisico, magari soffuso da un’aura luminosa;
spesso vengono anche entità soprannaturali, come angeli, o figure
religiose a cui siamo devoti e che assumono aspetto adeguato alla
nostra tradizione: un cristiano sarà accolto da Gesù o Maria, mentre
un indù vedrà probabilmente Krishna, o Rama. Secondo le testimonianze
queste entità sono molto cordiali, amorevoli, addirittura
spiritose.[20]

La nuova realtà appare attraente: riguarderemo il nostro corpo fisico
come un oggetto ormai estraneo o insignificante, intorno al quale i
medici spesso si agitano invano, mentre le nostre sofferenze
spariranno, sostituite da sensazioni di gioia e visioni di una natura
lussureggiante.

I morenti di cui sono state esaminate le vicende sono quelli che
condivisero le loro esperienze terminali con gli astanti, mediante
avvertimenti di ciò che stava loro accadendo, o semplicemente
esprimendo le loro sensazioni e conversando con le entità disincarnate
accorse.

Uno dei primi rapporti su questo argomento narra di: “Una puerpera
che, dopo il parto guardava verso un punto della sua stanza dicendo di
vedere esseri bellissimi in una luce chiara, riconoscendo tra loro suo
padre e sua sorella, che era morta da poco tempo, ma il cui trapasso
le era stato celato a causa delle sue condizioni di salute precaria.
Nonostante le fosse portato il neonato, lei fu talmente attratta dalla
visione da preferire il trapasso, pur raccomandando suo figlio a suo
marito.”[21]

In un altro racconto dell’inchiesta indiana, si riporta perfino un
effetto fisico della visione del morente:

“Un tubercoloso, in pieno stato cosciente, ma moribondo, esclamò di
vedere degli angeli scendere da una scala, effettivamente situata nel
locale della sua degenza, precisando che un bicchiere poggiato su uno
dei gradini della scala era caduto, rompendosi; gli astanti guardarono
e videro il bicchiere esplodere, senza apparente causa. Poco dopo il
paziente spirò con un’espressione di felicità.”

Un rapporto mostra anche la discrepanza tra le idee del morente e i
fatti, quasi a sottolineare che non c’è immaginazione o
autosuggestione nei racconti:

“Una donna cattolica, affetta da cancro in fase terminale ebbe una
visione di Dio e di sua madre, che le indicavano che sarebbe morta di
lì a poco: il primo venerdì del mese, giorno propizio per i cattolici.
In base a ciò, chiese di vedere il prete la mattina seguente, credendo
che l’indomani sarebbe stato il primo venerdì del mese; invece quella
ricorrenza capitava una settimana dopo, quando lei effettivamente
morì.”

Neppure si può dire che un morente si suggestioni perché è stanco di vivere:

“Un giovane di vent’anni, convalescente ed in via di dimissione
dall’ospedale, disse di vedere qualcuno avvolto in vesti bianche e
disse risolutamente << non verrò con te!>>, ma morì subito dopo.”

“Un musulmano che aveva subìto un’operazione all’anca e stava per
lasciare l’ospedale; disse al medico di sentire un dolore al petto e
che sarebbe morto; il medico lo rassicurò chiedendogli perché pensasse
così. Il paziente riferì di essersi sentito per pochi istanti fuori
dal mondo e che Gesù gli era apparso, facendogli cenno di andare da
Lui. Morì felice poco dopo.”

In un’intervista con la famosa giornalista e scrittrice Paola
Giovetti, il dr. Osis sottolineò il fatto che – secondo una logica
aspettativa – un morente dovrebbe spaventarsi nel vedere apparire
delle persone defunte e poi dovrebbe ringraziare i medici che lo hanno
salvato, rianimandolo. Nulla di tutto ciò risultò dalla loro indagine:
gli incontri con i disincarnati davano gioia e serenità ed i morenti –
una volta rianimati – si rammaricavano coi medici di essere stati
riportati sulla Terra!

Riporto ora alcuni racconti offerti da mia cugina Mary, che ha
praticato, come volontaria, assistenza a malati terminali, presso una
struttura specializzata di Roma:

“Il primo paziente che assistei era un professore di Catanzaro, una
persona dolce, di una religiosità tradizionale, privo quindi di
informazioni avanzate sul trapasso e l’Aldilà. Il giorno della sua
morte sonnecchiava, quando improvvisamente aprì gli occhi, assunse
un’aria rapita e disse: <
lì!>> Poi si riappisolò. La sera, quando di solito chiedeva che fosse
tenuta accesa una luce, disse a sua moglie: <
devo andar via di qui, devo attraversare il tunnel ed andare verso la
luce>>”

“Una signora, con cui si era stabilito un rapporto approfondito, stava
dormendo al mattino, quando io entrai nella sua camera; mi sedetti
presso di lei e cominciai a parlarle mentalmente, cercando di
trasmetterle pensieri positivi. Poi lei aprì gli occhi e mi sorrise,
si voltò dal lato opposto al mio per presentarmi suo marito, morto
vari anni prima e che evidentemente lei vedeva al suo fianco. Io non
lo vidi, ma l’assecondai, fingendo di salutarlo. Lei sorrise, facendo
il gesto di strusciare la sua guancia su quella di lui.”

“La terza esperienza l’ebbi col mio stesso papà, a cui ero
particolarmente legata. Lui era moribondo per l’età avanzata,
ricoverato presso il Policlinico Gemelli. Era ormai in stato comatoso
ed io l’assistevo, a turno con altri congiunti. Anche con lui accadde
che improvvisamente si destò per pochi istanti, spalancò gli occhi e
disse: <>; Mario era suo cognato, morto qualche
anno prima, vissuto nel suo stesso paese, vicino Roma, e con cui aveva
avuto particolare familiarità. Poi si riassopì. Arrivò mia sorella a
darmi il cambio nell’assistenza a papà; io non sarei voluta andar via,
perché quell’episodio mi aveva fatto presumere la morte imminente, ma
mia sorella insisté perché mi andassi a riposare; sicché andai via un
po’ a malincuore. Appena arrivai a casa, ricevetti una telefonata con
l’annuncio del trapasso di papà. Successivamente ebbi a parlare del
fatto con una mia amica sensitiva, rammaricandomi di aver mancato il
momento supremo. Lei mi rassicurò, dicendomi che l’incidente era stato
provvidenziale, dato che il mio forte legame affettivo con papà
avrebbe potuto trattenerlo, rendendogli più difficile il trapasso. “

Potrei ipotizzare che nei morenti, specie se agonizzanti o comatosi,
sembra verificarsi un inizio di distacco, o almeno di andirivieni
dell’anima dal corpo, con conseguente assunzione di alcune proprietà
dell’anima stessa, quando è libera dal corpo, per cui si manifesta il
funzionamento, magari parziale dei sensi sottili, cioè dei sensi
funzionanti senza l’uso degli organi fisici corrispettivi. Questo
potrebbe spiegare le relative manifestazioni parapsicologiche notate,
quali le esperienze fuori dal corpo, la visione di entità
disincarnate, la visione di squarci dell’Aldilà, ecc.

Un fenomeno ancora più sorprendente viene riferito da coniugi Fenwick,
nel loro libro “The truth in the light” : una certa Barbara assisteva
sua sorella morente per un cancro ed era terrorizzata dalla
prospettiva della morte. Tenendola per mano, Barbara poté avere la
visione del viaggio iniziale di sua sorella nel morire: la accompagnò
nel tunnel, giungendo alla sua fine, delimitata da un finestrone; sua
sorella lo attraversò entrando nella luce, rappresentata da un
giardino pieno di fiori, dove l’attendevano vari parenti defunti. La
morente ruotava su se stessa con le braccia alzate e la chiamava,
invitandola a raggiungerla. Barbara rispose che non poteva e si sentì
risucchiare verso il proprio corpo. Guardò sua sorella che riposava
tranquilla e cessò di vivere poche ore dopo.

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