OTTENERE UN CORPO SPIRITUALE

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OTTENERE UN CORPO SPIRITUALE

È possibile ottenere un corpo eterno,
fonte di beatitudine e conoscenza?

Srila Prabhupada risponde.

da: Una lezione tenuta a Città del Messico, il 14 Febbraio 1975 da Sua Divina Grazia A.C.
Bhaktivedanta Swami Prabhupada Fondatore-Acarya dell’ Associazione Internazionale per la Coscienza
di Krishna.

matra-sparsas tu kaunteya
sitsna-sukha-dukha-dah
agamapayino – nityas
tams titiksasva bharata

“O figlio di Kunti, l’apparire impermanente di felicità e dispiacere, e il loro sparire a causa del
loro corso, è simile all’apparire e allo sparire dell’estate e dell’inverno. Ciò sorge dalla
percezione sensoriale, o figlio di Bharata, e bisogna imparare a tollerarlo senza esserne
disturbati”.
Bhagavad-gita 2.14

Nella nostra discussione di ieri sera è stato concluso che noi non siamo destinati alla morte.
Krishna dice che non solo Lui, ma anche Arjuna e tutte le altre persone presenti sul campo di
battaglia avrebbero continuato ad esistere. Come esisteremo? Nel modo in cui noi esistiamo ora: noi
abbiamo accettato un particolare corpo materiale e stiamo esistendo. In modo analogo, quando questo
corpo finirà, noi accetteremo un altro corpo e continueremo ad esistere.
Adesso la questione è in quale tipo di corpo io esisterò una volta che questo corpo sarà finito?
Anche questo è spiegato nella Bhagavad-gita. Se vogliamo, possiamo prendere esistenza nei pianeti
spirituali superiori, dove la durata della vita è molto, molto lunga e la sensazione di piacere più
perfetta che in questo mondo. Noi possiamo ottenere un tale genere di esistenza. Similmente possiamo
esistere in gradi di vita più bassi, ossia come gatti, cani, insetti, alberi e acquatici. Possiamo
prendere esistenza anche nello stesso modo in cui esistiamo ora? E possiamo addirittura esistere
esattamente come Dio: in una vita eterna, fonte di beatitudine e conoscenza.

Avere un corpo spirituale significa avere una vita eterna colma di beatitudine e conoscenza. Il
corpo che attualmente possediamo, il corpo materiale, non è né eterno, né fonte di felicità, tanto
meno di conoscenza. Ognuno di noi sa che il corpo materiale dovrà finire e che è fonte di ignoranza.
Noi non possiamo dire, cosa c’è dietro questo muro. Abbiamo dei sensi, ma essi sono limitati e
imperfetti. Qualche volta siamo molto orgogliosi di vedere e sfidiamo: “Puoi mostrarmi Dio?” Ma
dimentichiamo che tanto presto come l’andar via della luce del giorno, se ne va anche il nostro
potere di vedere.
L’intero corpo materiale è imperfetto e colmo di ignoranza, invece il corpo spirituale è colmo di
conoscenza, proprio l’opposto. Possiamo avere un tale corpo nella prossima vita purché noi vi
lavoriamo.

Possiamo lavorare per avere il nostro prossimo corpo nei sistemi planetari superiori, possiamo
lavorare per avere un corpo di cane o di gatto, o possiamo lavorare per un corpo di eternità,
felicità e conoscenza. Quindi la persona più intelligente lavorerà per cercare di avere un prossimo
corpo colmo di felicità, conoscenza ed eternità. Questo è spiegato nella Bhagavad-gita. Yad gatva na
nivartante tad dhama paramam mama. Quel posto, o pianeta o cielo, dove vai e dal quale mai ritorni
nel mondo materiale è il mondo spirituale. Nel mondo materiale, persino quando hai raggiunto il più
alto sistema planetario, Brahmaloka, ancora è possibile tornare indietro. Ma se fate del vostro
meglio per andare al mondo spirituale, indietro a casa, indietro da Dio, voi non dovrete tornare ad
accettare un corpo materiale.
Quindi la questione è: “Se io sono eterno, perché vi sono delle condizioni di vita così miserevoli.
E perché sono costretto a morire?”

Queste sono al momento domande intelligenti. “Se io sono eterno, perché dovrei stare in un corpo
materiale, soggetto alla nascita, alla morte, alla vecchiaia e alla malattia?”
Krishna istruisce che le miserabili condizioni di vita sono dovute al corpo materiale. Coloro i
quali sono impegnati nella gratificazione sono detti karmi. I karmi non si prendono cura del loro
futuro. Essi vogliono semplicemente facilitazioni immediate per il piacere, proprio come un bambino
privo delle attenzioni dei genitori. Un tale bambino gioca l’intero giorno. Non si preoccupa per il
suo futuro, non trarrà vantaggio da alcuna educazione. Ma nella forma umana di vita, se siamo
attualmente intelligenti dobbiamo fare del nostro meglio per ottenere la vita o il corpo dove non vi
sia più nascita, morte, vecchiaia e malattia. Il movimento per la coscienza di Krishna trova senso
nell’educare la gente in tale proposito.
Ora, si potrebbe dire: “Se io semplicemente devolvo me stesso alla coscienza di Krishna come
provvederò alle mie necessità materiali?”

La risposta è nella Bhagavad-gita: Krishna Si occuperà delle esigenze di vita di chiunque sia
semplicemente impegnato nella coscienza di Krishna. Krishna Si sta già occupando del mantenimento di
ciascuno. Eko bahunam yo vidadhati kaman: “La Suprema Persona sta provvedendo alle necessità di
tutte le entità viventi”. Così per un devoto che sta cercando di tornare a casa, di tornare a Dio,
non vi sarà scarsità. Siatene pur certi.
Krishna dice nella Bhagavad-gita: tesam nityabhiyuktanam (…) yogaksemam vahamyaham. “Quando un
devoto è sempre impegnato nel Mio servizio, lo provvedo a che le sue esigenze di vita siano
soddisfatte”. Un esempio pratico è che in questo movimento per la coscienza di Krishna abbiamo un
centinaio di centri, dove vivono da 25 a 250 devoti. Noi non abbiamo introiti regolari, ma per la
grazia di Krishna non vi è carenza; tutti sono soddisfatti. La gente è sorpresa: “Queste persone non
lavorano, non hanno alcuna professione. Semplicemente cantano Hare Krishna. Come fanno a vivere?”

Ma se i cani e i gatti possono vivere della misericordia di Dio, i devoti possono vivere in maniera
molto confortevole grazie alla misericordia di Dio. Non c’è dubbio.
Ancora qualcuno potrebbe pensare: “lo ho adottato la coscienza di Krishna, ma sto ancora soffrendo
perché voglio così tante cose”. Per una tale persona, o per tutti noi, l’istruzione è matras-sparsas
tu kaunteya sitosna-sukha-dukha-dah: “Queste gioie e dolori sono come l’estate e l’inverno”. In
inverno l’acqua reca dolore, in estate è piacevole. Così qual è il ruolo dell’acqua? È il piacere o
il dolore? Non è né piacevole, né dolorosa, ma in una certa stagione al contatto della pelle essa
appare piacevole o sgradevole. Tali piaceri e dolori “vanno e vengono. Sono impermanenti”. Agama
apayinah anityah significa: “Essi vanno e vengono; quindi non sono permanenti”. Poi Krishna avverte,
tams titiksasva bharata: “Tollerate”. Ma non dimenticate il vostro reale compito, la coscienza di
Krishna. Non datevi pensiero per i piaceri e i dolori materiali.
Naturalmente è possibile fare del proprio meglio per neutralizzare i dolori, ma se non siete in
grado, non lasciatevi ingannare da queste cosiddette gioie e dolori.
Una qualità devozionale è titiksa, “tolleranza”. Dovrebbe proprio essere imparato come tollerare in
ogni condizione di vita.

Per esempio, coloro che sono attualmente brahmana non trascurano il bagno nella prima mattina quando
la temperatura è fredda pungente. Ciò richiede semplicemente pratica. Il bagno potrà essere
sgradevole per il primo o il secondo giorno, ma se si pratica, non vi sarà più dolore.
E così come non bisognerebbe trascurare il bagno la mattina presto perché fa molto freddo, allo
stesso modo in estate, quando c’è un caldo che scotta, non si dovrebbe decidere arbitrariamente:
“Smetterò di cucinare”. In cucina potrebbe esserci troppo caldo, ma non dobbiamo smettere di
cucinare.
Così le regole e i regolamenti per fare avanzamento spirituale potrebbero risultare dolorosi, ma non
possiamo arrenderci. Dobbiamo imparare come tollerare. Quindi Krishna avverte, tams titiksasva
bharata: “Mio caro Arjuna, degno discendente di Bharata Maharaja, cerca di tollerare”.

Sri Caitanya Mahaprabhu ha spiegato che occorre essere molto tolleranti per avanzare nella coscienza
di Krishna. Egli ha detto: trinad api sunicena: “Diventate umili come l’erba”. Sebbene molte persone
calpestino l’erba, essa non protesta. Taror api sahisnuna: “E siate più tolleranti di un albero”.
Qualcuno ne prende i rami, qualcuno ne stacca i frutti, i fiori e le foglie. L’albero è un buon
esempio di tolleranza.
Ognuno che desidera tornare a casa, indietro da Dio, deve imparare a essere tollerante e paziente.
Questa è l’istruzione di Sri Caitanya Mahaprabhu.
Egli disse anche: amanina manadena “Non bisognerebbe desiderare il rispetto per se stessi, ma
offrirlo agli altri”. In questo modo se pratichiamo, diventiamo adatti per tornare dal Signore, a
casa. Ciò sarà spiegato nel prossimo verso:

yam hi na vyathayanty ete
purusam purusarsabha
sama-dukha-sukhlam dhiram
so’mritatvaya kalpate

“Se si pratica, si diviene idonei per tornare a casa, per tornare da Dio”. Quindi praticate. Dopo
ogni cosa sarà tollerabile. Quando al mattino andiamo a fare la nostra passeggiata, la gente pratica
la corsa. lo non sono capace di correre. Ma se facessi pratica per alcuni giorni, anch’io potrei
correre.
In qualsiasi cosa che si pratica si ottiene il successo. Così praticando la coscienza di Krishna
sarà possibile tornare a casa, indietro da Dio, perché dovreste trascurarlo? Risolverà ogni vostro
problema. I problemi reali sono nascita, morte, vecchiaia e malattia, e se tu puoi risolvere questi
problemi semplicemente praticando i principi regolatori, perché non farlo?

Questa è la nostra richiesta. Stiamo aprendo centinaia di centri per educare le persone a praticare
la coscienza di Krishna al fine di tornare a casa, indietro da Dio. Non è possibile tornare a casa
indietro da Dio a basso prezzo; bisogna praticare certi principi regolatori, e poi si diverrà
idonei. Non è molto difficile, e se voi praticate, sarà molto semplice.
Inizialmente occorrerebbe cantare il mantra Hare Krishna per rendersi adatti alla pratica.
Quindi prendete pieno vantaggio dal movimento per la coscienza di Krishna e abbiate successo nella
vita. Non fatevi traviare. Dopo che questo corpo troverà la sua fine ognuno di noi dovrà assumerne
un altro. Se si trascurano le regole e i regolamenti dopo accadrà di dover accettare il corpo di un
cane – immaginate come sarebbe sgradevole! Ma Krishna dice: mad yajino ‘pi yanti mam: “Chiunque è
impegnato nella coscienza di Krishna viene a Me”. Così praticate la coscienza di Krishna e tornate a
casa, indietro da Dio.
Grazie molte.

(da Ritorno a Krishna)

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