Pareidolia e diavolo

pubblicato in: AltroBlog 0

Pareidolia e diavolo

by Paolo Attivissimo

Si tratta di un fenomeno ben conosciuto, che ha un nome preciso: pareidolia, ossia la tendenza
istintiva e automatica a trovare forme familiari in immagini disordinate.

Tutti abbiamo giocato da piccoli a trovare forme note nelle nuvole. Molti guardano la Luna e vi
riconoscono un volto umano, anche se un’occhiata in un qualsiasi telescopio smonta immediatamente
l’illusione. Da sempre raggruppiamo le stelle in costellazioni: la Croce del Sud è storta, ma si
sembra lo stesso una croce; Cassiopea è solo vagamente a forma di W, ma la identifichiamo lo stesso
come una W. Ci piace trovare ordine nel disordine, insomma.

Il nostro cervello è dotato di meccanismi innati e molto sofisticati per il riconoscimento delle
forme. Sono meccanismi rivelatisi utilissimi per la sopravvivenza dei nostri antenati, quando era di
vitale importanza, per esempio, capire se delle macchie irregolari nell’erba alta erano in realtà il
contorno mimetizzato di una tigre affamata.

Riconoscere forme nascoste anche dove non c’erano era più vantaggioso che non vederle dove c’erano:
chi non si accorgeva della tigre nascosta finiva mangiato, mentre chi la scorgeva anche dove non
c’era faceva sì la figura del fifone, ma sopravviveva comunque per riprodursi. In altre parole, c’è
stato un forte premio evolutivo per chi individuava regolarità nascoste nelle forme casuali e per
chi errava per eccesso trovandole anche dove in realtà non c’erano. Ora il premio non c’è più, ma il
meccanismo è rimasto.

Non stupisce, quindi, che ancor oggi abbiamo tutti una spiccata tendenza a “trovare” forme familiari
quando guardiamo un oggetto in realtà irregolare: una nuvola, una macchia sul muro, il profilo di
una collina, le venature del legno. Non ci possiamo fare niente: è un comportamento troppo
istintivo.

Inoltre il volto umano è una delle forme familiari “predefinite” nel nostro cervello sin dalla
nascita. I neonati non sono in grado di mettere a fuoco, eppure sono attratti subito da un viso,
anche se è fortemente stilizzato. Noi internettari non abbiamo problemi a riconoscere un volto nelle
cosiddette “faccine” o “emoticon”, come questa (da guardare ruotando la propria testa a 90 gradi
verso sinistra):

:-)

In sostanza, qualsiasi disposizione di macchie che assomigli vagamente a due occhi, un naso e una
bocca viene istintivamente “riconosciuta” come un volto e salta subito all’occhio. Per questo ci
pare di scorgere un volto nelle foto mostrate sopra. Ma se le guardiamo da vicino, l’impressione
scompare, proprio come quando guardiamo la Luna con un binocolo e la faccia dell’Uomo nella Luna
svanisce.

Ma come mai così tanti “volti” proprio nelle foto dell’11 settembre? Gli attacchi terroristici di
quel terribile giorno sono fra gli eventi in assoluto più fotografati della storia. Esistono decine
di migliaia di fotogrammi di filmati e di fotografie che ritraggono ogni istante di quella tragedia.
Il campione di immagini di nubi di fumo a disposizione per ricercare forme familiari, insomma, è
vastissimo. La stragrande maggioranza delle immagini non mostra alcuna forma riconoscibile (lo so,
io stesso ne ho esaminate circa ottomila, raccolte su Internet). Le immagini contenenti “volti” sono
soltanto una manciata in questo mare di fotogrammi, per cui in realtà siamo nella media.

Se facessimo altrettante foto alle volute di fumo di un incendio o di un’eruzione vulcanica, ne
troveremmo prima o poi qualcuna contenente una disposizione di macchie simili a un volto. Ma
ovviamente a nessuno passa per la testa di fare migliaia di foto a una nube di fumo e guardarle una
per una, mentre nel caso dell’11 settembre quelle volute di fumo e fuoco sono state fotografate e
viste, e con intensissima emozione, da milioni di persone migliaia di volte.

Inoltre non va trascurato il potere della suggestione. Una volta che ci viene suggerita la presenza
di una forma familiare in un’immagine, ci viene spontaneo dire “sì, è vero, la riconosco”, anche se
di primo acchito non l’avevamo scorta.

Per esempio, guardate ancora la prima immagine, quella tratta dal filmato della CNN: il “volto del
demonio” l’avete probabilmente visto subito, ma vi siete accorti che ci sono anche il corpo
accucciato, la coda e una falce, con tanto di mano che la impugna?

www.attivissimo.net/antibufala/11settembre_demonio/demonio_figura_intera.jpg

Ora che ve l’ho suggerito, le vedete, vero? E le vedete anche nell’immagine originale, senza
l’ausilio del contorno giallo.

Oppure guardate quest’altra immagine: scorgete anche voi la figura dell’angelo ad ali aperte? O è un
cavallo alato che sta spiccando il volo?

www.attivissimo.net/antibufala/11settembre_demonio/angel.jpg

Ma perché vediamo volti di diavoli e angeli? E’ comprensibile che un volto che compare in una nuvola
o in una macchia sul muro venga interpretato come un segno soprannaturale: di conseguenza, queste
forme in realtà abbastanza vaghe vengono sovente “identificate” come Dio, la Madonna o il demonio, a
seconda della situazione, ma mai come ritratti di Che Guevara o di Pippo Baudo, per esempio.

In un evento così carico di significato tragico come gli attentati dell’11 settembre è comprensibile
che si ricerchino segnali mistici. Una voluta di fumo che somiglia vagamente a un viso viene
“identificata” come il volto del demonio, perché gli attentati sono il simbolo del male e quindi chi
è religioso si aspetta, in un certo senso, lo zampino di Satana. Altri “riconoscono” in quella
macchia il viso di Osama bin Laden. Un’altra voluta di fumo viene “identificata” come il volto di
Dio perché ha un’espressione neutra e quindi serena, confacente a una divinità.

Insomma, ognuno vede in quelle volute di fumo quello che vuole vedere: e quasi sempre vuole vedere
un segno religioso. Eppure sarebbero altrettanto “riconoscibili”, in quelle stesse volute di fumo,
altre forme ben conosciute. Permettetemi di mostrarvi un controesperimento.

Nel fotogramma della CNN, sopra la “testa” c’è chiaramente una sorta di corno verticale, e il corpo
del “demonio” è molto tondeggiante, con arti corti e cicciottelli. E’ una descrizione che ha molti
più punti di contatto con i Teletubbies che con il demonio.

Potrebbe anche trattarsi del logo di Napster: le “corna” sarebbero in realtà orecchie.

Perché non riconosciamo i Teletubby o Napster, e anzi il suggerimento sembra addirittura di cattivo
gusto? Perché in una scena tragica non ci aspettiamo simboli allegri o commerciali. Dal punto di
vista emotivo, stonano completamente.

E’ emotivamente molto più calzante suggerire la presenza di Dio o del diavolo, che dà una parvenza
di senso a un gesto insensato. Ci permette di pensare che non sia stato un essere umano a concepire
un piano così spietato e che Dio sia comunque presente ad occuparsi delle vittime. E’ un pensiero
fortemente consolatorio.

In altre parole, anche qui vediamo ciò che i nostri sentimenti e pregiudizi desiderano vedere. E
questo è uno dei meccanismi più classici alla base delle bufale.

www.attivissimo.net/antibufala/11settembre_demonio/volto.htm

Condividi:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *