Parlare in silenzio
dialogo tra Maestro Huang (Puro Spirito) e l’ Imperatore
(Il Maestro Huang coltiva fiori nel suo giardino nel cielo. E spesso parla, come fanno i cinesi, attraverso le allegorie della Natura)
Quando vengo a parlare con voi vi porto i fiori di pesco, che da voi sulla Terra fioriscono a primavera.
Noi qui, non essendo legati alle stagioni, abbiamo sempre i fiori, perché nascono dalla nostra mente, dal nostro pensiero, dalla nostra volontà.
I tulipani. Il pesco. Il girasole. E tanti altri fiori, qui non muoiono mai. Anche quelli che sulla Terra si sono estinti, qui esistono, perché possono ritornare.
Il mio giardino è pieno di fiori in questo periodo.
I fiori sono la rappresentazione dello spirito.
Abbiamo camminato, con il Saggio Mo-Tzu, nei vialetti di questi giardini.
E abbiamo parlato tanto. Senza però capirci.
Poi un giorno ci siamo guardati, e senza dire nulla, da quel momento siamo stati insieme senza parlare.
In silenzio.
E abbiamo capito che comunicavamo più nel silenzio, che con la parola.
I fiori, quando camminavamo vicino a loro, erano più belli.
Imparate dal silenzio. Acquetate la mente. Acquetate lo spirito. Acquetate il corpo. Acquetate le pulsioni, le tensioni.
Rimanete un minuto, un’ora in silenzio.
Questo è lo scopo della vita. E questo è ciò che noi abbiamo capito in questo tempo. Ci siamo lasciati senza salutarci.
Semplicemente guardandoci e sorridendo.
Io penso di aver comunicato a lui tante cose.
Come lui le ha comunicate a me.
Poi ci siamo incontrati ancora.
Molte altre volte, con il grande saggio.
Che per me ha un difetto: “Ascolta, ma non parla”.
Lui vuole che io parli e il suono della mia voce, entrando dalle sue orecchie, dentro di lui, lo rende sereno.
Ha passato un periodo molto difficile. È stato imprigionato, legato. Poi slegato. E incatenato. È difficile capire chi non parla.
Lui parla solo con gli occhi. Con le mani. Ma ascolta. E ciò che ascolta spesso non gli piace.
È strano che io riesca attraverso i miei fiori, la natura, i miei vestiti, la mia vita che io riesca a comunicare con lui. Perché quando ci incontriamo lui sorride. E mi fa cenno di parlare. E allora
Allora parlo. E così a volte passiamo le nostre giornate io parlo e lui ascolta.
Oppure ci guardiamo in silenzio, sorridendo. E riusciamo a comunicare così molto di più di quando io parlo.
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