Parole di Yoganandaji 010706

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Parole di Yoganandaji 010706

Due giovani discepoli stavano spesso insieme nell’eremitaggio. Il Maestro
disse loro: “E’ limitante essere attaccati solo ad una o a poche persone,
escludendo tutti gli altri. Tale comportamento inibisce lo sviluppo della
simpatia universale. Voi dovete allargare le frontiere del regno dei vostri
affetti.Disseminate ovunque il vostro amore offrendolo a Dio in tutte le
cose”.

Guardando le stelle durante una passeggiata serale con un gruppo di
discepoli, il Maestro disse: “Ognuno di voi è composto da molte piccole
stelle: stelle d’atomi! Se la vostra forza vitale venisse liberata dell’ego,
vi trovereste consapevoli dell’intero universo. Quando dei grandi devoti
muoiono, essi sentono la loro coscienza espandersi in tutto l’infinito
spazio. E’ una bellissima esperienza”.

Alla congregazione della chiesa dell’Autorealizzazione a San Diego, il
Maestro disse: “Che la chiesa vi ricordi la cattedrale che ciascuno di voi
ha dentro di sè, dove dovete andare nel cuor della notte e all’alba. Là
potete ascoltare il potente organo dell’Om e udire il sermone della
divina saggezza”.

Una sera, parlando con i discepoli, il M. disse: “Il possesso non significa
nulla per me, ma l’amicizia mi è molto cara. Nella vera amicizia si coglie
un barlume dell’Amico Supremo”.

Dopo una pausa, egli continuò: “Non siate mai falsi verso un amico e non
tradite mai nessuno. Questo è uno dei più grandi peccati di cui dovete
render conto davanti al Tribunale di Dio”.

Y. stava partendo dal Centro di Mount Washington per andare a fare una
conferenza, ma si fermò alcuni minuti per parlare ad uno dei discepoli. Il
M. disse: “E’ una buona idea tenere un diario mentale. Ogni sera, prima di
coricarti, siediti per un pò di tempo e passa in rivista la giornata
trascorsa. Vedi cosa stai diventando. Ti piace il tuo modo di vivere? Se
no, cambialo”.

Al M. fu regalato un apparecchio televisivo, che fu collocato in una stanza
dove poteva essere usato da tutti i discepoli. Essi vi andavano così di
frequente che il M. disse loro: “Finchè non avrete trovato Dio, è meglio non
essere interessati al divertimento. Cercare le diversioni significa
dimenticare Lui.

Imparate prima ad amarLo e a conoscerLo. Allora non importerà che cosa
farete, perchè Egli non uscirà mai più dal vostro pensiero”.

“L’indulgere nelle gioie dei sensi si trascina dietro le sazietà e il
disgusto”, disse il M. “Queste costanti esperienze della dualità rendono
l’uomo instabile, vittima dei suoi umori. Maya, il piano dell’illusione, è
caratterizzato dagli opposti. Attraverso la meditazione su Dio, la Sola
Unità, il devoto bandisce dalla propria mente le onde alterne del piacere e
del dolore”.

“M., quando sarò più vecchio e avrò veduto qualcosa di più nella vita,
rinuncerò a tutto e cercherò Dio. Adesso ci sono troppe cose che voglio
sapere e sperimentare”, disse uno studente. Dopo che fu ripartito
dall’eremitaggio, P. disse: “Egli crede ancora che il sesso sia amore e che
le ‘cose’ siano la ricchezza. Diventerà come quell’uomo abbandonato dalla
moglie e la cui casa era bruciata. Pensando a quanto aveva perduto, l’uomo
decise di ‘rinunciare a tutto’. Al Signore non fa grande impressione una
tale ‘rinuncia’. Lo studente che ha appena abbandonato la via della
disciplina qui dentro non sarà pronto a ‘rinunciare a tutto’ fintanto che
avrà ancora qualcosa cui rinunciare!”.

“Non sembra una cosa pratica quella di pensare a Dio”, osservò un
visitatore. Il M. rispose: “Il mondo è della vostra opinione, ed è forse il
mondo un luogo felice? La vera gioia elude l’uomo che abbandona Dio, perchè
Egli è la gioia stessa: Sulla terra i Suoi devoti vivono in un paradiso
interiore di pace; ma coloro che lo dimenticano passano i loro giorni in un
auto-creato inferno d’insicurezza e di delusioni. ‘Fare amicizia’ col
Signore vuol dire essere veramente pratici”!.

P. chiese ad un certo discepolo di fare alcuni lavori in un ritiro SRF nel
deserto. Il giovane vi andò con riluttanza, preoccupandosi per i lavori che
doveva lasciare incompiuti al Centro di Mount Washington. “Il tuo nuovo
lavoro nel ritiro del deserto “, gli disse il M., “dovrà essere ora la tua
unica preoccupazione. Non sentire attaccamento per alcuna cosa. Accetta i
cambiamenti con equanimità, e svolgi con spirito di divina libertà qualsiasi
compito tu riceva lungo la tua strada. “Se Dio mi dicesse oggi: ‘Vieni a
Casa!’, io lascerei tutti i miei obblighi qui senza gettare uno sguardo
indietro, all’organizzazione, agli edifici, ai
piani, alla gente, e mi affretterei a obbedirGli. Far andare avanti il mondo
è responsabilità Sua. Egli è Colui che fa, non tu o io”.

“Guruji”, disse un discepolo, “se poteste tornare indietro nel tempo fino al
punto in cui il vostro Maestro vi chiese di intraprendere il lavoro
organizzativo, acconsentireste lietamente, sapendo ciò che sapete ora del
fardello di responsabilità che portate per molte altre persone?”. Il M.
rispose: “Sì, questo lavoro insegna ad essere altruisti”.

La millenaria domanda: perchè Dio permette la sofferenza, veniva posta
spesso a Y. Egli spiegava pazientemente: “La sofferenza è causata dal
cattivo uso del libero arbitrio. Dio ci diede la facoltà di accettarLo o di
rifiutarLo. Egli non vuole darci dei dolori, ma non interferirà se noi
scegliamo di compiere delle azioni che ci procurano l’infelicità. “Gli
uomini non ascoltano la saggezza dei santi, ma si aspettano che circostanze
straordinarie o miracoli vengano a salvarli quando si pongono nei pasticci.
Il Signore può fare qualsiasi cosa; ma Egli sa che l’amore e la buona
condotta dell’uomo non possono essere acquistati con dei miracoli. “Dio ci
mandò fuori quali figli Suoi, e in questa divina qualità noi dobbiamo
ritornare a lui. L’unico modo per riunirci a Lui è attraverso l’esercizio
della nostra propria volontà. Nessun altro potere sulla terra o in cielo può
farlo per noi. Ma quando inviamo a Dio un vero richiamo dell’anima, Dio ci
manda un Guru affinchè ci guidi dal deserto del dolore alla Sua casa della
gioia eterna. “Il Signore ci ha dato il libero arbitrio, perciò non può
agire da Dittatore. Benchè Egli sia il Potere Onnipotente, non dispone che
noi siamo liberati dal dolore se abbiamo scelto la via delle cattive azioni.
E’ forse giusto aspettarsi che Egli rimuova i nostri fardelli, se i nostri
atti e pensieri sono in contrasto con le Sue leggi? Nell’osservanza del Suo
codice etico, quello ch’Egli diede nei Dieci Comandamenti, sta il segreto
della felicità”.

Y. metteva spesso in guardia i discepoli contro i pericoli della pigrizia
spirituale. “I minuti sono più importanti degli anni”, soleva dire.”Se voi
non riempite i minuti della vostra vita con i pensieri di Dio, gli anni
scivoleranno via; e quando avrete più bisogno di Lui, sarete incapaci di
sentire la Sua presenza. Ma se riempite i minuti della vostra vita di divine
aspirazioni, gli anni ne saranno automaticamente saturi”.

Nell’India antica il termine ‘guru’ si usava solo per Maestri simili al
Cristo, capaci di trasmettere ai discepoli la divina realizzazione. Seguendo
i comandi delle Scritture, i devoti si rendevano spiritualmente ricettivi
attraverso l’obbedienza cieca alla disciplina del loro santo precettore.
Talvolta gli occidentali sollevavano obiezioni a questo assoggettare
volontariamente la propria libertà personale alla volontà di un’altra
persona; ma Y. disse: “Quando uno ha trovato il suo guru, deve avere per lui
una devozione incondizionata, perchè il guru è il canale di Dio. L’unico
intento del guru è di portare il discepolo all’autorealizzazione. L’amore
che un guru riceve dal devoto, viene offerto dal guru di Dio. Quando un
precettore spirituale trova un allievo in sintonia con lui, egli è in grado
di istruirlo più rapidamente possibile che non un allievo che gli resiste.
“Io non sono il vostro capo, ma il vostro servo. Sono come la polvere ai
vostri piedi. Io vedo Iddio rappresentato in voi, e m’inchino a voi tutti.
Voglio soltanto dirvi della grande gioia che sento in lui. Non ho ambizioni
personali, ma ho la più grande ambizione di condividere la mia gioia
spirituale con tutti i popoli della terra”.

In un discorso tenuto ai residenti dell’eremitaggio, Y. disse: “Nella vita
spirituale si diventa come i fanciulli: senza risentimenti, senza
attaccamenti, pieni di vita e di gioia. Non lasciate che alcuna cosa vi
ferisca o vi turbi. Mantenete il silenzio interiore, rimanete calmi e
ricettivi alla Voce Divina. Passate il vostro tempo libero in
meditazione. “Io non conobbi mai alcun piacere al mondo che eguagliasse la
gioia spirituale del Kriya Yoga. Non vi rinuncerei per tutte le comodità
d’Occidente o per tutto l’oro del mondo. Fu il Kriya Yoga a consentirmi di
portare la mia felicità sempre con me”.

Il M. creava molte colorite immagini di parole per illustrare dei concetti
spirituali “La vita è così”, osservò un giorno. “Avete preparato un picnic,
e improvvisamente sopraggiunse un orso che rovescia la tavola e vi fa
scappare. Gli uomini conducono le loro vite in questo modo: lavorano per
avere un po’ di gioia e sicurezza: poi viene l’orso della malattia, il loro
cuore si ferma, ed essi se ne vanno.

“Una persona pigra non troverà mai Iddio”, disse il M. “Una mente pigra
diventa l’officina del diavolo. Ho visto molti sannyasin (monaci) che
rinunciarono al lavoro, diventare soltanto dei mendicanti. Ma le persone che
lavorano per vivere, senza alcun desiderio dei frutti dell’azione che
bramano soltanto Dio, quelli sono veri rinuncianti. E’ molto difficile
praticare tale rinuncia, ma quando amate Dio tanto che ogni cosa che fate è
per piacere a Lui, allora siete liberi. “Se pensate: ‘Io lavoro per Dio
soltanto’, il vostro amore diverrà così grande che non avrete in mente
nessun altro pensiero, nessun altro obiettivo, se non quello di servirLo e
adorarLo”.

“Vedete l’altare di Dio nelle stelle, sotto terra, nel pulsare dei vostri
sentimenti”, disse il M. “Egli, la realtà negletta, è celato ovunque. Se
seguirete il sentiero con costanza e mediterete regolarmente. Lo vedrete nel
Suo dorato manto di luce che si estende su tutta l’eternità. Dietro ogni
vostro pensiero sentirete la Sua beata presenza. “Dio non è cosa di cui si
possa soltanto parlare. Molti hanno parlato di Lui, e molti hanno letto di
Lui. Ma pochi hanno gustato la Sua gioia. Solo quei pochi Lo conoscono; e
quando Lo conoscerete, non ve ne starete più in disparte a adorarlo, ma
diverrete Uno con Lui. Allora potrete dire, come dissero Gesù e tutti gli
altri maestri: ‘Io e il Padre mio siamo Uno'”.

Il M. disse: “Tuffandovi profondamente attraverso l’occhio
spirituale, vedrete la quarta dimensione, sfolgorante dei miracoli del mondo
interiore.
E’ difficile entrarvi, ma quanto è meraviglioso! “Non accontentatevi di un
po’ di pace nata dalla vostra meditazione, ma anelate sempre e sempre di
nuovo alla Sua beatitudine. Notte e dì, mentre gli altri dormono oppure
sprecano le loro energie appagando i propri desideri, voi dovete
sussurrare: ‘Mio Signore, mio Signore, mio Signore!’. E a tempo debito Egli
eromperà dal buio e voi Lo conoscerete. Questo mondo è un posto brutto in
confronto al bellissimo regno dello Spirito. Rimuovete gli ostacoli che si
oppongono alla vista interiore con determinazione, devozione e fede”.

“Nella stagione natalizia vi sono nell’aria fortissime vibrazioni di
Coscienza Cristica”, disse il M. “Coloro che sono in sintonia con esse
grazie alla loro devozione e profonda meditazione scientifica, riceveranno
le divine vibrazioni. E’ della massima importanza spirituale per ogni essere
umano, quale che sia la sua religione, sperimentare entro se stesso la
nascita del Cristo universale. “Il cosmo è il suo corpo; presente ovunque in
esso, e fuori di esso, è la Coscienza Cristica. Se sapete chiudere gli occhi
e per mezzo della meditazione, espandere la vostra coscienza finchè
sentirete l’universo intero come il vostro corpo, il Cristo nascerà dentro
di voi. Tutte le nubi dell’ignoranza si dilegueranno, quando vedrete dietro
il buio degli occhi chiusi la divina cosmica luce. ” Il Cristo deve essere
adorato nella verità: prima in spirito, con la meditazione, e poi nella
forma percependo la sua presenza perfino nel mondo materiale. Voi dovete
meditare sul vero significato della venuta del Cristo, e sentirete la sua
coscienza attirata in voi dalla calamita della vostra devozione. Questo è
il vero scopo del Natale”.

L’equilibrio era una parola-chiave negli insegnamenti di Yogananda.

“Se praticherete profondamente la meditazione”, egli diceva, “la vostra
mente si rivolgerà con sempre maggiore intensità a Dio. Tuttavia non dovete
trascurare i vostri doveri nel mondo. Mentre imparate a svolgere tutti i
vostri compiti con la mente in pace, sarete in grado di fare tutte le cose
più celermente, con maggior concentrazione ed efficienza. Scoprirete allora
che qualunque cosa facciate, le vostre attività saranno permeate della
divina coscienza. Questo stato viene solo dopo aver praticato profondamente
la meditazione e disciplinato la mente perchè si rivolga a Dio non appena
avete compiuto i vostri doveri, e facendoli col pensiero di servire Lui
solo”.

Il pentimento non consiste soltanto nell’esser dispiaciuti per aver fatto
qualcosa di male, ma anche nell’astenersi dal farlo di nuovo”, disse il M.
“Quando vi pentite sinceramente, voi decidete di abbandonare il male. Il
cuore è spesso molto duro e non si commuove facilmente. Ammorbiditelo
mediante la preghiera; allora la divina benedizione arriva”.

“Siate guidati da saggezza”, disse il M. “Le azioni sbagliate del passato
hanno lasciato dei semi nella vostra mente. Se date fuoco a questi semi
mediante la saggezza, essi si ‘arrostiscono’ e perdono la loro efficacia.
Non potete conseguire la emancipazione finchè non avrete bruciato i semi
delle azioni passate nei fuochi della saggezza e della meditazione. Se
volete distruggere gli effetti deleteri delle azioni passate, meditate. Ciò
che avete fatto, voi potete disfarlo. Se non crescete spiritualmente
malgrado le prove, dovrete ritentare sempre di nuovo. Quando i vostri sforzi
presenti diventeranno più forti del vostro Karma derivante dalle azioni
passate, allora sarete liberi”.

Durante una conferenza P. disse; “Il Cristo disse a ciascuno di noi di
‘amare il prossimo come se stesso’. Ma senza la conoscenza dell’anima, con
la quale realizzerete che ogni uomo è in verità ‘voi stesso’, non potete
obbedire al comando di Cristo. Per me non c’è differenza tra gli uomini,
perchè io vedo ognuno di essi quale figlio di Dio. Non posso pensare a
nessuno come a un estraneo. “Una volta a New York, fui circondato da tre
rapinatori. Io dissi: ‘Volete denaro? Prendetelo’, e porsi loro il mio
portafoglio. Finalmente uno di loro disse: “Vi chiedo scusa. Non possiamo
farlo’. Ed essi fuggirono. Un’altra sera a New York, vicino alla Carnegie
Hallo dove avevo appena tenuto una conferenza, fui avvicinato da un uomo con
una pistola, che mi disse: “‘Sapete che posso uccidervi?”‘.
“‘Perchè?’, chiesi con calma. La mia mente era in Dio. “‘Voi parlate di
democrazia’. Ovviamente era una persona malata di mente. Restammo in
silenzio per un certo tempo; poi egli disse: “‘Perdonatemi. Voi avete tolto
da me il male’. E corse via giù per la strada come una lepre. “Coloro che
sono in sintonia con Dio possono mutare il cuore degli uomini”.

“Constatare che il mondo è un sogno senza cercare di raggiungere nella
meditazione la realizzazione effettiva di questa verità, può condurre al
fanatismo”, disse il M. “L’uomo saggio comprende che, anche se la vita
mortale è un sogno, essa contiene dolori di sogno. Egli adotta allora dei
metodi scientifici per risvegliarsi dal sogno”.

Quando la cappella al Centro della Self-Realization Fellowship (Fratellanza
d’Autorealizzazione) era in via d’essere decorata a nuovo, un discepolo
suggerì l’idea di mettere in una nicchia una lampada di santuario conosciuta
sotto il nome di ‘luce perpetua’, che avrebbe dovuto essere accesa dal M. Y.
disse: “Io vorrei essere sicuro che la lampada della devozione a Dio che ho
accesa nei vostri cuori, sia eterna. Nessun’altra luce è necessaria”.

Durante l’anno 1951 P. accennò più volte al fatto che i giorni terreni che
gli rimanevano non sarebbero più stati molti.”Signore”, chiese un discepolo
angosciato, “quando non potremo più vedervi,ci sarete vicino come ora ?”. Il
M. sorrise con amore e disse: “A chi mi penserà vicino, io sarò vicino”.

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