Passi dal ‘Commento alla Bhagavad Gita’ 17

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Passi dal ‘Commento alla Bhagavad Gita’ 17

di Paramahansa Yogananda

LA BHAGAVAD-GITA (CON IL COMMENTO DI PARAMAHANSA YOGANANDA) Ed. Vidyananda – (Parte 17a.)

Verso 13°

“Come l’ego è continuamente consapevole di se stesso nell’infanzia, nella gioventù e nella
vecchiaia, similmente l’anima incarnata è, senza interruzione, continuamente consapevole non solo
dell’infanzia, dell’adolescenza e della vecchiaia, ma anche d’assumere un altro corpo dopo la morte”.

Versione Poetica

L’anima percepisce tutte le bolle degli stati di coscienza, che galleggiano sul fiume del tempo passato, presente e futuro.

Interpretazione Spirituale

Così come i mortali, stando nel corpo, secondo la natura del corpo percepiscono gradualmente
l’infanzia, la gioventù e la vecchiaia senza subire un cambiamento di coscienza, similmente – a
causa della natura del corpo – un corpo dev’essere abbandonato per assumerne uno nuovo. Ma ciò non
porta in nessun modo distruzione all’anima. I saggi considerano la vita e la morte come esperienze
differenti nella coscienza ininterrotta della percezione dell’anima. Il comune mortale non
percepisce la continuità prenatale, i post-mortem della coscienza e dell’esistenza, e quindi ha
paura dell’oscuro passato e dell’ignoto e cupo futuro. Ma il saggio, con la meditazione, sposta la
coscienza dai mutamenti di nascita e morte all’immutabile Essere nel cui seno danzano tutti i
mutamenti. Il devoto, che è uno con lo Spirito, guarda tutti i cambiamenti prenatali, post-natali
senza essere toccato. Quest’esperienza può assicurare la felicità eterna ed immutabile. Coloro che,
immersi nel mutamento, s’aspettano la felicità permanente dai mutevoli oggetti dei sensi,
s’illudono. Non v’aspettate di ricevere la felicità eterna dai vostri amici, dalla vostra amata
famiglia, o dai vostri pari possessi. Essi saranno insignificanti quando vi ci abituerete, e
diventerete vecchio con i sensi impotenti ed indifferenti. Concentratevi sullo Spirito immortale con
la meditazione, e là troverete il frutto al frutto della pace eterna e sempre-nuova.

Verso 14°

“O figlio di Kunti, le idee di caldo e freddo, piacere e dolore, sono prodotte dal contatto dei
sensi con i loro oggetti. Queste idee sono limitate da un inizio e una fine, e se sono di natura transitoria. O discendente di Bharata, sopportale con pazienza”.

Versione Poetica

Quando i fragili sensi si lasciano andare ad esperienza proibite, la mutevole folla eterogenea di
dolore e piacere, caldo e freddo, entra danzando selvaggiamente nel tempio della vita. Queste
fastidiose folle di dualità danzano e sospirano per un po’, e quindi muoiono rapidamente, lasciando
confusione nel sacrario dell’anima. Non temerle, per quanto forti e durevolmente potenti possano
sembrare; esse vanno a vengono, come bolle nel mare del tempo. Ignorale e sopportale con animo coraggioso e lieto.

Interpretazione Spirituale

Gli organi dei sensi sono stati creati sensibili. La loro natura è sentire piacere e dolore. Essi
hanno forti simpatie ed antipatie. Le impressioni dei sensi scorrono lungo i canali dei nervi
sottili, usando la forza vitale e la mente come fiumi che li trasportano. Quando gli oggetti
materiali buoni o cattivi, caldi o freddi, vengono a contatto coi sensibili organi dei sensi, allora
ne risulta piacere e dolore, caldo e freddo, ed altre sensazioni. Tutte le sensazioni che ne risultano sono transitorie; vanno e vengono. Perciò sopportale con pazienza.

Interpretazione Spirituale Elaborata

In Occidente la tendenza generale è quella di rimuovere le cause che producono le esperienze estreme
di caldo, freddo e dolore. Se avete troppo freddo vi comprate una pelliccia, o fate installare un
costoso sistema di riscaldamento, anche se per farlo dovete farvi prestare del denaro. E se il clima è troppo caldo, dotate casa vostra di un sistema ad aria condizionata.

I Maestri orientali non dicono che non sia necessario prendere delle misure per vincere l’estremo
caldo e freddo, o le cose che causano dolore, però insegnano che mentre adottate misure ragionevoli
per vincere il caldo o il freddo o il dolore, dovete sviluppare uno stato di superiorità interiore.
Mentalmente non dovete mai essere toccato da alcuna sensazione. I Maestri dell’India pensano
addirittura che il piacere temporaneo sia la causa del dolore. Il piacere che come un fuoco di
paglia illumina i nostri cuori tenebrosi col messaggio lunare della gioia, e quindi si spegne
improvvisamente, intensifica maggiormente l’oscurità del dolore. Perciò i piaceri eccitanti di breve durata, prodotti dal contatto con cose piacevoli, devono essere evitati.

Una pietra a contatto con un pezzo di ghiaccio diventerà fredda. Un uomo che tiene un pezzo di
ghiaccio sentirà freddo. In entrambi i casi la pietra e la mano diventano fredde, ma la domanda è:
la pietra è sensibile come la mano? Non c’è dubbio che ci sono oggetti caldi e freddi che nel corpo
umano dotato di organi sensibili producono sensazioni di caldo e di freddo, ma è ovvio che la pietra non è così sensibile al freddo come la mano.

La percezione del ghiaccio freddo sulla mano viene comunicata al cervello come una sensazione di
freddo, attraverso i nervi sensori e la forza vitale. Quindi, la mente reagisce alla sensazione
avuta con la percezione e riconosce la sensazione come freddo. La freddezza della carne è materiale,
la sensazione o la percezione del freddo è puramente mentale. Quindi tutte le esperienze materiali
di caldo e freddo, per essere conosciute, devono venire convertite in percezioni mentali di caldo e
freddo. Se il cervello fosse stato addormentato, allora la freddezza del ghiaccio sulla mano non
potrebbe essere percepita come freddo dalla mente. E’ quindi evidente che la mente ha moltissimo a
che fare col riconoscimento delle sensazioni di caldo e freddo che invadono il corpo.

I Maestri orientali dicono che le sensazioni di caldo e freddo sono relative, in quanto la mente è,
o non è, impressionata da esse. Le continue sensazioni mutevoli di caldo e freddo fanno sì che la
mente s’abitui gradualmente ad esse, col risultato che si percepisce solo una minima sensazione di
caldo o freddo. Questo è il motivo per cui la mente dell’uomo sia acclimata alle temperature estreme
di caldo e freddo. E’ perciò evidente che l’attitudine della mente verso le invadenti sensazioni di
caldo e freddo ha molto a che fare nel diminuire o ingigantire la percezione mentale della
temperatura. In altre parole, se avete una mente forte e controllata, sentirete pochissimo le
sensazioni di caldo e freddo, poiché nessuna sensazione del genere può essere percepita senza la reazione della mente.

Per questo i saggi orientali dicono che caldo e freddo, o le sensazioni piacevoli e dolorose, si
producono nel corpo attraverso il contatto degli oggetti con gli organi dei sensi, e la loro
influenza può essere neutralizzata se la mente vi s’oppone con uno stato d’indifferenza. Questa
vittoria mentale e la superiorità nei confronti delle irruzioni temporanee delle sensazioni, pur
mentre si cerca di trovare un rimedio ragionevole contro queste sensazioni, porta al dominio di sé e
alla conoscenza fondamentale che nessun oggetto o sensazione materiale può far male alla mente, a
meno essa non scelga d’essere sensibile e s’simmagini danneggiata a causa della propria ignoranza.
Perciò ogni anima deve fare il grande sforzo di sollevarsi mentalmente al di sopra di caldo e
freddo, dolore e piacere temporaneo, liberando così la mente dalle invasioni temporanee di dolore e piacere, e qualsiasi altra sensazione.

Il problema è che quando una sensazione di caldo o freddo invade il corpo, essa cerca di sopraffare
la mente con l’idea che s’appresta a durare per sempre sotto forma di un influsso che causa
sofferenza. La mente dev’essere soprattutto consapevole di questo e cercare d’adottare un’attitudine d’indifferenza trascendentale verso le irruzioni delle sensazioni.

Quando la mente adotta uno stato di non eccitabilità verso le sofferenze ed uno stato di non
attaccamento verso la felicità temporanea, la paura e la collera, ne consegue uno stato sereno
d’equilbrio divino. Quando il devoto ritira l’attenzione e la forza vitale dai muscoli e dal cuore,
e conduce la sua barca della meditazione sul fiume dell’elettricità spinale, allora le sirene di
suono, tatto, odorato, vista e gusto prendono molte forme e cercano di tentarlo a desistere, come
con l’Ulisse del passato. Se la mente viene impressionata da queste sottili lusinghe, allora la
barca della meditazione dell’anima viene intrappolata nel vortice dell’ignoranza e non può procedere
oltre. Comunque, le lusinghe delle sottili sirene dei sensi non durano a lungo e presto svaniscono.
Soltanto le ultime tracce delle tendenze prenatali rimangono radicate nel cervello.

Il devoto deve ignorare tutti gli impedimenti astrali e mentali, e mantenere la mente concentrata
sul puntino luminoso al centro dell’occhio spirituale, percepito nel punto tra le due sopracciglia
durante la meditazione ad occhi chiusi. Facendo questo il devoto raggiunge la terra celestiale della
permanenza, dalla quale non potrà mai essere rigettato nel vortice delle reincarnazione e delle sofferenze.

Verso 15°

“O fiore tra gli uomini, l’uomo che rimane calmo ed equanime durante il dolore e il piacere, colui che queste cose non possono turbare, lui solo è degno d’ottenere l’immortalità”.

Versione Poetica

O fiore tra le anime, l’essere beato che rimane immutabile come l’incudine sotto i colpi di martello
delle tribolazioni, colui che rimane di mente equanime sia nei giorni di sole che in quelli
nuvolosi, sia sotto la grandine del dolore che nella primavera temporanea dei piaceri, colui che
assorbe calmamente in sé le prove come il mare inghiotte tranquillamente i fiumi, questi è destinato dagli Dei ad ottenere il regno dell’immortalità.

Interpretazione Spirituale

Il principio base della creazione è la dualità. Se uno conosce il piacere, deve conoscere il dolore.
Chi conosce il caldo deve conoscere anche il freddo. Se ci fosse stato solo caldo o freddo, o solo
dolore, o solo piacere, gli esseri umani non sarebbero stati infastiditi dagli scherzi della
dualità. Quindi finchè si è influenzati dall’attacco delle dualità, si è sotto il dominio del mutamento e della creazione.

Per allontanare l’attenzione dai danni del cambiamento, ogni anima deve praticare un’attitudine
neutrale verso tutti i cambiamenti terreni. Molte persone potrebbero pensare: “..ecco, se avessimo
una continua attitudine interiore neutrale, allora come potremmo goderci la vita?”. La risposta è
che sebbene godiamo il piacere dopo il dolore, tuttavia ci sembra difficilmente ragionevole che per
apprezzare la buona salute dobbiamo avere incidenti e malattie, e che per godere la pace dobbiamo
patire terribili sofferenze mentali. L’amicizia tra due anime potrebbe esistere senza passare prima
per una terribile inimicizia. L’amicizia tra loro potrebbe svilupparsi in maniera più profonda e più
dolce, senza mai sperimentare l’amarezza. Perciò il modo mortale di prendere la vita così com’è,
lasciandola soggetta alle incursioni periodiche di piacere e dolore, è la maniera sbagliata di vivere l’esistenza.

I santi hanno scoperto che la vera strada alla felicità consiste nel mantenere un costante stato
mentale di pace imperturbabile che regni nel cuore durante tutte le esperienze delle dualità
terrene. Una volta conseguito quest’imperturbabile stato di pace, allora l’individuo trova la pace
ineffabile visitando il santo sacrario della mente. La mente mutevole percepisce la creazione
mutevole e viene turbata, mentre l’anima immutabile e la mente imperturbabile vedono lo Spirito
immutabile regnare ovunque dietro la maschera del mutamento. La mente oscillante vede tutta la
creazione distorta in onde di mutamento, mentre l’uomo che mantiene fermo il suo specchio mentale
vede calmamente solo lo Spirito che vi si riflette, non turbato dalle onde del mutamento.

Verso 16°

“Ciò che è irreale è inesistente. Ciò che è reale non può essere inesistente. Gli uomini pieni di saggezza conoscono la verità ultima sulla Realtà”.

Versione Poetica

Un fiore mai nato non potrebbe mai esistere e profumare. Le cose che non sono mai state sono
inesistenti. Le stelle che brillano nel cielo possono essere solo reali. Le cose reali non potranno mai essere nulla. Soltanto i saggi conoscono il mistero del reale e dell’irreale

Interpretazione Spirituale

L’oceano può esistere senza le onde, ma le onde non possono manifestarsi senza l’oceano. Quindi e
reale e le onde, sebbene temporaneamente reali, sono irreali nella sostanza. Nella sua essenza
l’oceano non cambia, sia esso calmo o agitato dalle onde; ma le onde cambiano le loro forme e,
nell’essenza, non esistono, a causa del continuo mutamento. Perciò l’Eterna Sostanza è divisa in
due: Sat, o lo Spirito immutabile, e Asat, l’irreale o la Natura eternamente mutevole fatta di ventiquattro attributi.

Ci sono due modi di percepire la Sostanza: lo Spirito immutabile, e la Creazione sempre mutevole.
Guardare la natura dallo Spirito alla materia è il modo ingannevole. In questo modo, poiché la
visione è rivolta verso l’estremità esterna, sono visibili solo le onde dell’illusione creativa.
Guardare dall’estremità esterna della materia alle profondità interiori dello Spirito è il modo
saggio di vedere. Con questo tipo di visione interiore, uno può scoprire le cause di tutte le
attività della Creazione. Con questa visione interiore, la mente è concentrata sul principio
fondamentale che sta alla base di tutta la Creazione. Allora una realizza che la materia grossolana
è il risultato dell’interazione dei fini e sottili elementi astrali di terra, acqua, fuoco, aria ed etere, e che questi elementi sottili si fondono nella Causa Ultima, lo Spirito.

Di conseguenza, coloro che non guardano la materia attraverso i sensi e lontano dall’anima, ma che
attraverso la materia guardano nello Spirito, di fatto conoscono il mistero del reale e
dell’irreale. Il reale, essendo sempre lo stesso per l’eternità, è esistente. Mentre l’irreale,
essendo mutevole, esiste solo relativamente, ovvero è inesistente. La Sostanza esiste. Il fenomeno
non può esistere senza l’esistenza della Sostanza. Quindi il fenomeno non ha esistenza separata, se non in connessione con la Sostanza.

L’individuo comune considera la vita reale (perché manifesta) ed ignora lo Spirito reale come cosa
irreale (perché nascosta). Di conseguenza viene ingannato e gettato nella fossa dell’ignoranza e
della sofferenza. Ma il saggio deve mettere da parte l’apparenza illusoria della realtà e guardare la realtà eterna, vivendo eternamente felice.

Il saggio vede come le onde dell’irrealtà scaturiscono dalla realtà e coprono la sua unità, proprio
come le innumerevoli onde nascondono l’unità dell’oceano. In questo modo i saggi si fissano sullo
Spirito immutabile e ignorano il mutevole, la cosiddetta realtà del mondo. Naturalmente, questa
conoscenza non deve rendere incerti o visionari, facendo evitare i propri doveri. Ciò che è
necessario è che ogni individuo acquisisca questa conoscenza interiore mentre compie i doveri inevitabili della vita.

Verso 17°

“L’Uno che pervade tutte le cose è indeperibile. Nulla è così potente da distruggere lo Spirito immutabile”.

Versione Poetica

L’Uno che alita la vita in tutte le cose temporali è indistruttibile. Nulla può distruggere l’Uno immutabile, sebbene tutti gli oggetti mutevoli della creazione scompaiano.

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