Passi dal ‘Commento alla Bhagavad Gita’ 20a – Yogananda

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Passi dal ‘Commento alla Bhagavad Gita’ 20a

di Paramahansa Yogananda

LA BHAGAVAD-GITA
(CON IL COMMENTO DI PARAMAHANSA YOGANANDA)
PREFAZIONE EDITORIALE
Ed. Vidyananda

(Parte 20a.)

Verso 23°

“Quest’anima non può essere ferita dalle armi; quest’anima non può essere
bruciata dal fuoco; quest’anima non può essere bagnata dall’acqua; quest’anima
non può essere seccata dal vento”.

Versione Poetica

Le stoccate crudeli delle armi non possono trafiggere l’essenza sottile
dell’anima; le fiamme fameliche non possono consumare o digerire l’anima; sì, le
labbra delle acque non possono macchiare la sacra anima; né il dolce vento può
bere il suo sangue e farla seccare.

Interpretazione Spirituale

Lo Spirito crea due tipi di cose differenti. 1) I poteri invisibili della
vita, della mente e della saggezza; 2) Le forme visibili della materia
vibratoria.
L’anima è Spirito individualizzato, come l’onda non è altro che oceano
individualizzato. Lo Spirito è beatitudine sempre-nuova, immortale, onnisciente
ed onnipresente. Perciò l’anima è beatitudine sempre-nuova individualizzata,
onnisciente ed immortale. Con le vibrazione più sottili lo Spirito creò l’anima,
l’intelletto, la mente, la vita. Con le vibrazioni più grossolane lo Spirito
creò la materia, i solidi, i liquidi, i gas e l’energia, proprio come la
coscienza dell’uomo nel sogno può creare volontà, pensiero e sentimento, ed
anche solidi, liquidi, gas ed energia.

Vibrazione di Gioia

L’anima risvegliata diventa una sola cosa con lo Spirito. E proprio come lo
Spirito l’anima percepisce il suo potere onnicreativo. L’anima consiste di
vibrazioni sottili di gioia. Le armi della terra o i solidi, il fuoco o
l’energia, l’acqua o i liquidi, l’aria o il vento – tutte queste cose sono fatte
di vibrazioni grossolane. Lo Spirito, o l’anima, è costituito dalla vibrazione
della Gioia al di là delle vibrazioni; perciò non può essere disturbato dalle
vibrazioni grossolane dei solidi, dei liquidi, dell’aria o all’energia. Il
ghiaccio collide col ghiaccio, l’acqua si scontra con l’acqua, l’energia,
s’oppone all’energia; ma le pietre non possono colpire l’aria o il fuoco. Quindi
le vibrazioni grossolane, i solidi, i liquidi, i venti o l’energia non possono
in alcun modo collidere con la coscienza dell’anima.
Come la coscienza del sognatore non può essere ferita o distrutta da nessun
oggetto di sogno, quali armi, acqua, fuoco o energia, allo stesso modo tutti gli
oggetti che sono stati creati dalla coscienza di sogno dello Spirito non possono
colpire il sognatore, lo Spirito.

L’Anima Non è Toccata

Nel sogno ci possono essere combattimenti con armi, alluvioni, incendi,
tempeste, ma queste cose non toccano la coscienza del sognatore. Similmente
l’anima non è toccata dagli oggetti creati dal suo sogno cosmico, e cioè dai
solidi, dai liquidi, dal vento e dal fuoco. E come la coscienza del sognatore
non è bruciata dal fuoco del suo sogno, così l’anima non è toccata dagli oggetti
emessi e vibrati fuori da essa. Un’alluvione o una tempesta nel sogno non
toccano la coscienza del sognatore; allo stesso modo, la coscienza spirituale
del creatore non è toccata dagli oggetti da lui creati.
Quando la coscienza fisica dell’uomo cambia, grazie alla meditazione, egli
vede tutti i solidi, i liquidi e le energie, come un gioco di forze, come
immagini di sogno che si muovono nella mente cosmica del Sognatore Cosmico.
Allora la spada di sogno non può uccidere il corpo di sogno, né ci sono altre
cose che possano riuscire a distruggerlo.
Come un sognatore non è mai colpito dai fuochi, dalle armi, dalle alluvioni
o dalle tempeste del sogno, e si ritrova sano e salvo alla fine del sogno, allo
stesso modo l’anima che sogna in effetti non è colpita dalle armi di sogno,
dalle alluvioni di sogno, dai fuochi di sogno o dalle tempeste di sogno di cui
fa esperienza durante il suo sogno cosmico. Queste cose possono temporaneamente
impaurire il sognatore, ma quando questi si sveglia in Dio, si ritrova sano e
salvo.

Verso 24°

“L’anima è immortale, onnipervadente, sempre calma, immutabile ed eterna”.

Versione Poetica

Non c’è nulla sulla terra o nei cieli che possa fendere, bruciare, bagnare
o disseccare l’anima. Quest’anima misteriosa esisterà sempre, anche quando la
bolla del cosmo si fonderà nell’oceano dello spazio. Quest’anima sempre sottile
è segretamente assopita in ogni filo della creazione, in ogni angolino dello
spazio. Essa si nasconde nella struttura a nido d’api degli atomi. Neanche i
pensieri più sottili possono agitarla. Essa ama vivere nelle grotte del
mutamento, e tuttavia è ferma ed immutabile. Essa non sogna mai altro che
l’eternità.

Interpretazione Spirituale

Nella stanza precedente l’autore della Bhagavad Gita ha detto che nessun
oggetto esterno, sia esso arma, fuoco, acqua o vento, può in qualche modo
toccare o creare qualche cambiamento nell’anima. Osa egli continua a spiegare
che la stessa anima possiede quelle misteriose qualità d’esistenza
autoconsapevole che non sono vulnerabili a nessun cambiamento esteriore.
Ogni individuo ha un’anima e un corpo. A causa dell’illusione, la sua anima
s’identifica costantemente con tutte le condizioni del corpo; e così l’individuo
attribuisce a se stesso tutte le condizioni del corpo. Il corpo può essere
tagliato, bruciato, bagnato e seccato, cambiato o spostato da un posto
all’altro, ed inoltre è delimitato da un piccolo spazio ed è di breve durata.
Perciò l’individuo che s’identifica con le suddette limitazioni del corpo pensa
che possa essere tagliato, bruciato, bagnato, seccato, cambiato o spostato, e
soggetto a un’esistenza di breve durata.

Identificazione Sbagliata

Però l’individuo che s’identifica con la casa corporea dimentica che come
anima egli non può in alcun modo essere tagliato, bruciato dal fuoco, bagnato
dall’acqua o seccato dal vento. L’individuo che s’identifica col corpo non
realizza che, essendo fatto a immagine dello Spirito, egli è onnipresente,
sempre calmo ed eterno, e sempre vivo ed indisturbato nelle grandissime e
piccolissime grotte delle vibrazioni.

Con i desideri del mondo un individuo s’identifica sempre più con le
debolezze e le limitazioni del corpo, sempre temendo e lamentandosi della morte
e delle limitazioni. Perciò il grande autore della Bhagavad Gita dice ad ogni
anima di distogliere la propria attenzione dalle limitazioni corporee che
producono infelicità, e meditare finchè non svanisce la propria illusione del
sogno fisico e non ci si riscopre come l’anima eterna che vive nella fortezza
dell’onnipresenza, inespugnabile ed invulnerabile ai effetti dell’illusorio
mutamento vibratorio. Mentre agisce col corpo ogni persona deve ricordare di
essere immortale, non esposta all’invasione del mutamento o della morte neanche
quando, a causa dell’illuso, il suo corpo sembra essere colpito dai mutamenti
delle malattie, delle disgrazie o della morte.

Il Paradosso dell’Illusione

Il paradosso dell’illusione è che ogni individuo è un insieme composto
dall’anima immutabile e dal corpo mutevole. Se vuole evitare permanentemente
ogni forma d’infelicità, egli deve concentrarsi sull’anima immortale e non sul
corpo mutevole. Concentrandosi sul corpo, l’anima deve patire incarnazioni
d’oblio della sua natura immortale, e ed incarnazioni di nascite e rinascite e
le conseguenti miserie. Mentre concentrandosi sull’anima, l’individuo può
sbarazzarsi dei desideri mortali che si reincarnano, e trovare la libertà
eterna.
Non importa per quanto tempo avete meditato, se venite ancora sopraffatto
dalla sofferenza fisica o avete paura delle malattie del corpo o della morte, e
non avete realizzato l’immortalità dell’anima, siete avanzato di poco e avete
realizzato poco. Dovete meditare sempre più profondamente, finchè non
raggiungerete la comunione estatica con Dio e dimenticherete le limitazioni del
corpo. Durante la meditazione dovete non solo pensare, ma realizzare, che siete
senza forma, onnipresente, onnisciente, molto al di sopra di tutti i mutamenti
fisici, dimenticando così le limitazioni illusorie del corpo.
Durante l’estasi, ogni devoto avanzato realizza l’onnipresenza,
l’onniscienza e la gioia sempre-nuova dello Spirito. E dopo essere uscito
dall’estasi, egli deve cercare di ritenere coscientemente quelle esperienze
spirituali nella mente cosciente. La Coscienza Cosmica dev’essere stabilita
nella coscienza umana, affinchè quest’ultima si possa espandere nella prima.

Verso 25°

“L’anima è inconcepibile, non manifesta ed immutabile. Perciò, conoscendola come
tale, non devi affliggerti”.

Versione Poetica

Prima che i lampi della creazione battessero i loro occhi luminosi, prima
che il sogno cosmico fosse manifestato, l’anima non era manifestata e era sempre
desta nello Spirito. Prima che lo Spirito spumeggiasse in onde pensiero, l’anima
rimaneva nel Suo seno non concepita dal pensiero e non distrurbata dal
mutamento. Chiunque conosce l’anima come immagine dello Spirito immortale non
deve affliggersi scioccamente, pensando che possa essere distrutta col corpo
deperibile.

Interpretazione Spirituale

Soltanto le persone sciocche, ignoranti della natura immortale dell’anima
ed identificate col corpo mortale, credono che l’anima perisce insieme al
deperibile corpo. Quando l’autore della Bhagavad Gita dice che l’anima non è
manifesta, mentre essa è chiaramente manifestata nel corpo di ogni individuo,
sorge una grande controversia metafisica. Questo paradosso può essere spiegato
soltanto analizzando il sognatore e il suo stato mentre sogna. Se Giovanni
sognasse d’essere diventato un mitico gigante che inghiotte elefanti vivi,
durante il sogno la sua coscienza subirebbe un cambiamento temporaneo, ma
svegliandosi dal sogno scoprirebbe che la sua coscienza è rimasta immutata
dall’assurda esperienza del sogno; e mentre la coscienza di Giovanni sognava il
suddetto sogno, l’essenza della sua coscienza rimaneva in disparte e non
manifestata nel sogno.

L’Anima Rimane Immutabile

Mentre Giovanni stava sognando il sogno suddetto, la sua coscienza non
nasceva o veniva manifestata col sogno, né la sua coscienza essenziale veniva
mutata durante il sogno, e i pensieri di sogno non potevano essere consapevoli o
coscienti della coscienza del sognatore Giovanni. Similmente, l’anima sogna il
corpo ed attribuisce a se stessa tutti gli Stati del corpo. Ma di notte l’anima
dimentica temporaneamente tutti i suoi sogni riguardanti il corpo e il mondo, e
rimane racchiusa nella sua natura di beatitudine. Perciò possiamo dire con
certezza che quando durante il giorno l’anima sogna del corpo, nel suo sé rimane
immutata, non manifestata col sogno. Il sogno viene e va, ma l’anima rimane la
stessa.

Come i fiori in un giardino vanno e vengono, mentre il terreno rimane lo
stesso, allo stesso modo i fiori di molte vite possono andare e venire
susseguendosi sullo stesso terreno, mentre l’anima rimane la stessa.

Come un uomo nel corso della sua vita indossa molti vestiti, mettendo ogni
volta i nuovi al posto dei vecchi, allo stesso modo l’anima può indossare i
vestiti di molti corpi in molte incarnazioni successive, lasciando il corpo
vecchio per uno nuovo. E come un uomo rimane sempre lo stesso, malgrado cambino
i suoi vestiti nel corso della vita, così l’anima rimane la stessa, immutata,
malgrado cambi la sua residenza fisica. Quando un uomo cambia un vestito vecchio
per uno nuovo, egli non nasce o muta col cambiamento di vestito; allo stesso
modo, l’anima non nasce o muta quando entra in un corpo appena nato o quando ne
esce al momento della morte. Come attraverso uno schermo una persona può
osservare una folla di gente che gli sta di fronte, senza che sia vista lei
stessa, così l’anima osserva tutti i suoi pensieri attraverso lo schermo
dell’intuizione; ma i pensieri non possono conoscere l’anima finchè non si
dissolvono nel silenzio dell’intuizione. Per questo motivo l’autore della
Bhagavad Gita parla dell’anima come inconcepibile.

Come in un cinema il fascio di luce che cade sullo schermo produce molte
immagini, così il raggio dell’anima proveniente dallo Spirito produce l’immagine
del corpo sullo schermo della coscienza umana e dello spazio. Se una persona che
guarda le immagini in movimento sullo schermo distogliesse la sua attenzione da
esse, e guardasse in alto, vedrebbe sopra la sua testa un fascio di luce
trasparente in cui non c’è alcuna immagine. Perciò si potrebbe dire che il
raggio elettrico che produce le immagini sullo schermo è immutabile e non-nato,
anche se le immagini che provengono da esso cambiano ed originano da esso.

L’Immagine del Corpo

Similmente, quando un uomo s’identifica col suo corpo, egli non sente altro
che le sensazioni di vista, tatto, gusto, udito, odorato, peso e movimento del
corpo. Ma se con la meditazione egri ritirasse dentro la sua coscienza,
scoprirebbe una luce silenziosa, più fine e sottile dei raggi-x, che proviene
dallo Spirito e proietta l’immagine del corpo sullo schermo della coscienza
umana e dello spazio. Il devoto che attraverso il suo occhio intuitivo può
vedere il raggio dell’anima, non vedrà in esso né il corpo né le sue
complessità.
Perciò si può dire che il raggio invisibile dell’anima può produrre sullo
schermo della coscienza umana l’immagine mutevole del corpo, senza nascere o
mutare con l’immagine corporea. Il corpo non è materia: esso è costituito da
parecchie forze emanate dal raggio dell’anima e proiettate sullo schermo della
coscienza umana, producendo così la coscienza fisica. Il corpo emanato
dall’anima non è consapevole dell’anima, ma l’anima sa che il corpo proviene da
lei.

Onde Elettro-Magnetiche

Secondo la scienza moderna il corpo è considerato un insieme di onde
elettro-magnetiche. Ecco perché possiamo vedere che, pur emanando dall’anima, il
corpo non è consapevole dell’anima, e quindi i pensieri che ha non possono
concepire l’anima. L’autore della Bhagavad Gita dice che come cambiano le
immagini sullo schermo, senza che cambi la luce che le produce, allo stesso modo
può cambiare l’immagine fisica, ma non cambia il raggio dell’anima che la
produce.

Come cambiano i sogni di una persona, mentre il sognatore sopravvive a
tutti i suoi sogni, così l’anima sopravvive ai sogni temporanei di nascite e
morti del corpo in molte incarnazioni. L’autore della Bhagavad Gita dice che
tutti gli uomini devono sapere che come una persona cambia i suoi vestiti, allo
stesso modo è natura dell’anima cambiare corpi. Sapendo che l’anima è eterna,
nessuno dovrebbe concentrarsi sui cambiamenti fisici e soffrire a causa loro,
anche se cambiano i numerosi corpi. Dio mandò l’uomo sulla terra perché fosse
deliziato dai sogni fisici, e non certo perché colpisse la sua coscienza
d’immoralità identificandosi col corpo. Perciò è sciocco che uno s’addolori per
i cambiamenti fisici che testimonia l’anima immutabile.

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