Pensare troppo ostacola la felicita’

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Pensare troppo ostacola la felicita’

Pensare troppo sfinisce, soprattutto quando i pensieri hanno un tono negativo e il sapore dello
sconforto. Bisogna evitare il sovraccarico mentale e concentrarsi su stati di calma ed equilibrio.

Spesso pensare troppo provoca un sovraccarico mentale che ostacola il raggiungimento della felicità.
Ciò accade soprattutto quando i pensieri, le idee e le riflessioni sono di pessima qualità, dannosi
e tossici e che avvelenano l’autostima, le speranze e i progetti futuri. Non vi è niente di più
utile per il proprio benessere che coltivare una mente più rilassata, pacifica e centrata.

La mente è una macchina instancabile. I neuroscienziati affermano che abbiamo una media di circa
trentamila pensieri al giorno e circa l’80% di essi non serve assolutamente a nulla. Si tratta di
semplici idee ripetitive e ruminanti, ricordi evocati e, in sostanza, processi cognitivi che non
offrono particolari benefici.

Come ben sappiamo, tuttavia, il flusso di idee, valutazioni, ricordi e frasi spesso può trasformarsi
in una pioggia di dardi avvelenati. Stati che aumentano il disagio e che ci confinano in spazi di
malessere psicologico. L’aspetto più importante non riguarda la quantità di pensieri generati, ma
piuttosto la loro qualità. Vediamo, a seguire, perché pensare troppo ostacola la felicità.

«Pensate da uomini saggi, ma parlate come la gente comune.»

-Aristotele-

Pensare troppo sfinisce il cervello

Quando un atleta si prepara a una gara, sa bene che la parte del corpo che deve tenere controllare è
il cervello. Pensare troppo potrebbe influire sulle prestazioni o addirittura far commettere errori.
La migliore strategia da adottare nelle situazioni in cui si prova nervosismo o ansia, è quella di
essere centrati, calmi e concentrati sull’obiettivo.

Il pensiero, così come la maggior parte dei processi cognitivi, si trova nel lobo frontale. È in
quest’area che pianifichiamo, mettiamo a confronto informazioni, facciamo inferenze, riflessioni e
analisi.

Ebbene, ciascuno di questi processi richiede una grande quantità di energia. È dunque necessario
sapere quando è il momento giusto per attivarli e quando è meglio “lasciarsi andare” e semplicemente
affidarsi.

Il cervello ai tempi del multitasking

Gran parte degli atleti, nel corso della loro carriera, imparano l’importanza di allenare la mente,
domare i pensieri e focalizzare l’attenzione su un obiettivo. Tuttavia, raggiungere un controllo
così preciso dei processi cognitivi non è affatto facile in un’epoca dominata dal multitasking.

Psicologi cognitivi come David. E Mayer, dell’Università di Manchester, affermano che, sebbene il
cervello sia in grado di dedicarsi a diverse attività contemporaneamente, ha comunque dei limiti.

Abitudini quotidiane come guidare mentre si ascolta la radio, pensare a ciò che dovremo fare al
lavoro o il giorno dopo, a cosa abbiamo dimenticato di fare e a cosa avremmo dovuto fare, generano
un forte stress mentale.

Lo stress protratto nel tempo finisce per pregiudicare il nostro umore.

Pensare troppo, di continuo, non solo produce stati di forte esaurimento mentale, ma plasma, che si
voglia o meno, un cervello poco efficiente.

I cervelli più efficienti e la loro curiosa attività neurologica

Probabilmente siamo portati a pensare che le persone straordinariamente abili in qualcosa abbiano un
cervello più attivo. In realtà, la questione non è avere una mente più attiva, ma piuttosto un
approccio mentale più efficace. Non si tratta, pertanto, di “pensare di più” ma di “pensare meglio”,
di generare pensieri più produttivi, diretti e utili.

Ebbene, è necessario rilevare un aspetto interessante. In media, le persone dotate di un quoziente
intellettivo più alto non mostrano pensieri specificamente più “efficaci”.

Più di frequente, applicano una modalità di pensiero denominata ad albero. Ovvero, un’idea porta
all’altra, un dubbio li porta a formulare diverse ipotesi e da esse nuove riformulazioni…

Questa è la ragione per cui tendono a impiegare più tempo nel formulare una risposta, così come
pensare più del necessario spesso provoca loro ansia e malessere.

Pensare meno e meglio per essere felici

Pensare bene equivale a vivere meglio. Tuttavia, come allenare l’attenzione e domare una mente
abituata a nutrirsi instancabilmente di paure e problemi? Albert Ellis, padre della terapia
razionale emotiva, nelle sue opere affermava che ad vere un forte impatto su di noi non sono gli
eventi, bensì il modo in cui li interpretiamo.

Il segreto, pertanto, è essere più gentili con se stessi, dare un valore diverso alle cose,
permettere alla mente di rallentare e di riposare ogni tanto. A tal proposito, diamo un’occhiata ad
alcune strategie.

Quattro strategie per pensare di meno

Gli psicologi cognitivi ci ricordano che è possibile modificare il nostro umore cambiando il nostro
dialogo interiore. Volersi più bene, dunque, aiuta a ridurre i pensieri incessanti. Bisogna
eliminare la negatività, il peso della paura, i limiti dell’angoscia.

La gestione della sfera emotiva è un’altra strategia che può rivelarsi utile. Possiamo convincerci
di essere al sicuro, di star bene, che non esistono pericoli imminenti che possano farci male.
Bisogna lavorare sulla calma interiore.

Allo stesso modo, poche pratiche come la mindfulness sono in grado di ridurre la voce di una mente
iperattiva. Essa ci aiuta a concentrarci sul qui e ora, una risorsa essenziale per ridurre il
sovraccarico delle preoccupazioni.

C’è un tempo per pensare e un tempo per lasciar andare. In alcuni momenti le riflessioni, le
analisi, la ricerca di alternative e l’inferenza sono necessarie. Tutti questi processi portano a
prendere decisioni migliori. Tuttavia, dedicare essi troppo tempo rischia di rivelarsi
controproducente. Ricordiamo che ci sono momenti per pensare, ma anche momenti per lasciar andare…

In sintesi, è possibile ottenere maggiore benessere e felicità tenendo sotto controllo i pensieri e
la loro qualità. Raggiungere tale obiettivo non è affatto facile, quantomeno non lo è se siamo
condizionati da rigidi schemi mentali quali “devo”, “e se..?”, “dovrei”, “sarebbe meglio se…”.

Lasciarsi andare, godere del momento, scansare le preoccupazioni e lasciare la presa è un’arte che
dovremmo praticare giorno dopo giorno.

www-personal.umich.edu/~smeyer/demeyer/

da lista mente

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