Pensieri automatici: un questionario per individuarli (ATQ-R)

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Pensieri automatici: un questionario per individuarli (ATQ-R)

I pensieri negativi sono alla base di molti dei nostri problemi. Questo tipo di cognizioni possono
dare origine a disturbi dell’umore, con dei limiti importanti. Ecco che è facile capire l’importanza
di individuarli sul nascere, visto che sono pericolosi. In questo articolo vi offriamo uno strumento
per riuscirci.

Avete spesso pensieri negativi, pensieri automatici? Uno di quelli che ossidano un po’ le speranze e
smorzano gli animi? Succede a tutti. Dentro di noi vive uno scrittore di film horror che, di volta
in volta, prende il controllo e crea le trame mentali più angoscianti. Tuttavia, quasi sempre
riusciamo a riformularli e ad applicare loro un approccio più realistico e più sano.

Eppure, negli ultimi anni stiamo assistendo a una realtà preoccupante. Sempre più persone sono mosse
da ragionamenti debilitanti e avversi; da modelli di pensiero automatici, ruminanti ed estenuanti
che possono gettare le basi per più di un problema di salute mentale.

Lungi dal lasciarli passare e dal non dar loro rilevanza, c’è chi lascia loro spazio e li convalida.
Nel momento in cui diamo per vera un’idea irrazionale e catastrofica, perdiamo il controllo delle
nostre vite ed emerge un disagio persistente. Da un punto di vista clinico, sapere come sono i
pensieri di un paziente ci permette di valutare il rischio che sviluppi una forma di depressione.

Numerosi strumenti sono stati progettati a questo scopo, ma tra tutti spicca uno strumento di grande
valore, che analizzeremo di seguito.

Le cognizioni e i pensieri automatici rappresentano un grande rischio per la nostra salute mentale.
Sono i semi che crescono dai disturbi d’ansia alla depressione.

L’Automatic Thought Questionnaire (ATQ-R) può essere uno strumento molto utile nella valutazione
clinica dei pazienti.

Questionario sui Pensieri Automatici (ATQ-R): obiettivo e caratteristiche

I nostri pensieri possono essere come fari per risolvere ogni problema o la pietra che si scaglia
contro di noi. Spesso ci irritano, risvegliano il dolore del passato e ci fanno guardare al futuro
con grande insicurezza. È vero che è impossibile pensare sempre in modo positivo e speranzoso, ma la
cosa fondamentale è averne il controllo e saperli razionalizzare.

Nel momento in cui siamo dominati da percezioni imprecise, fataliste e irrazionali, la mente cambia.
Per quanto sorprendente possa sembrarci, questo è ciò che sempre più persone stanno vivendo negli
ultimi anni a causa della crisi sanitaria, dei cambiamenti sociali e dei problemi economici. Allo
stesso modo, dobbiamo tenere presente un fatto significativo.

L’Università di Regina evidenzia nella ricerca che i sintomi depressivi sono significativamente
correlati con i pensieri automatici negativi. Pertanto, un modo per capire se una persona è a
rischio di soffrire di un disturbo dell’umore è valutare tali cognizioni. I test possono essere
molto utili in questi casi.

La validità che diamo ai nostri pensieri irrazionali è un fattore di rischio per lo sviluppo della
depressione.

Uno strumento utile nella terapia psicologica per individuare i pensieri automatici

Il questionario sui pensieri automatici ATQ-R è uno strumento sviluppato dagli psicologi e
ricercatori Steven D. Hollon e Phillip C. Kendall, allo scopo di rilevare le cognizioni associate
alla depressione.

In altre parole, non si tratta solo di valutare se la persona presenta o meno un ragionamento
irrazionale con valenza negativa. L’obiettivo è sapere se il paziente crede a quelle immagini e
ragionamenti distorti che produce.

Va anche detto che questo test si basa sulla teoria dello psicoterapeuta Aaron Beck e sulla triade
della depressione. Cioè, corriamo tutti il rischio di cadere in questo disturbo psicologico se si
verificano tre fattori:

Avere una visione negativa di noi stessi e interpretare ciò che ci accade in modo negativo.

Mantenere schemi di pensiero estenuanti e inflessibili.

Evidenziare errori di pensiero, come il catastrofismo, il pensiero dicotomico del bianco o del nero,
ecc.

In questi tre casi il questionario elaborato da Hollon e Kendall è molto utile e valido. Uno studio
evidenzia l’importanza di prestare attenzione a quel pensiero e dialogo interno che le persone
dimostrano in contesti clinici.

In cosa consiste questo quiz?

Il questionario automatico dei pensieri (ATQ-R) è composto da 30 autodichiarazioni che la persona
deve valutare da 0 a 4 in base alla propria identificazione con essa. Le domande sono affermazioni
del tipo “nessuno mi capisce”, “vorrei essere lontano da qui” o “ho deluso tutti”.

Allo stesso modo, questa serie di pensieri che la persona deve qualificare è organizzata in quattro
categorie, da cui verrà derivato il punteggio finale. Grazie ad esso, identificherà se la persona è
a rischio o mostra già un disturbo depressivo.

Concetto di sé negativo: immagine debilitante che la persona ha di sé.

Impotenza: convinzione che qualsiasi sforzo o iniziativa che svolgi per cambiare la propria realtà
sia inutile.

Scarso adattamento: incapacità di far fronte ai cambiamenti e ai problemi quotidiani.

Autorimprovero: alta autocritica.

L’Automatic Thought Questionnaire (ATQ-R) è stato aggiornato nel corso degli anni e si pone come
valido strumento per identificare le cognizioni depressogene.

Il questionario automatico dei pensieri (ATQ-R) ci permette anche di verificare come una persona sta
progredendo in terapia.

Quanto è valido e affidabile questo strumento?

L’Automatic Thought Questionnaire (ATQ-R) è stato aggiornato da Netemeyer et al., nel 2002, e
secondo la letteratura scientifica si pone come uno strumento valido ed efficace. La sua
somministrazione è semplice e fornisce indicatori utili per valutare le cognizioni associate alla
depressione.

È anche interessante notare che è una risorsa frequente sia nella terapia dell’accettazione e
dell’impegno (ACT) sia nel trattamento con la terapia cognitivo comportamentale. Non serve solo a
rilevare la presenza di un possibile disturbo depressivo, ma permette anche di valutare il
cambiamento durante il trattamento psicologico stesso.

Lo scopo di questo test non è quello di valutare quanti pensieri distorti e negativi produce una
persona. Con la sua amministrazione, quello che cerchiamo è sapere se dà veridicità a tutte quelle
produzioni mentali avverse che produce. Questo è il vero problema, e quello di cui dobbiamo
occuparci.

Non tutto ciò che pensiamo è valido, utile e razionale. Analizziamo la veridicità di tutto ciò che
ci raccontiamo, perché ciò garantirà buona parte del nostro benessere psicologico.

Bibliografia

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