Pensiero Azione Destino

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Pensiero Azione Destino

del prof. Marco Ferrini (CSB)

Potere e Uso del Pensiero

E’ possibile costruire il nostro destino, progettare il nostro domani?
La forza del desiderio e del pensiero possono tanto.
“L’uomo non è che desiderio; come desidera, così egli diventa”. Questo è quanto affermano le
Upanishad e quanto sostiene tutta la scienza psicologica indovedica. Noi siamo la causa, remota o
recente, delle nostre vite, della nostra appartenenza sociale, della nostra parentela, delle nostre
relazioni. Noi siamo dove ci siamo collocati; non siamo in un certo modo e in un certo luogo
casualmente bensì causalmente. Il nostro futuro si sta strutturando su di un piano sottile. Non si è
ancora cristallizzato, manifestato, ed è per questo che qui, nel nostro attuale presente, siamo in
grado di modificare le dinamiche che lo stanno forgiando, attraverso l’orientamento dell’energia del
pensiero. “

[Libro – 160 pagine – cm 14,5×21; codice ISBN: 88-547-0001-0]

Estratto da “Pensiero Azione Destino”

[…] Cerchiamo anzitutto di dare una definizione di pensiero, di capire di cosa si tratti. Un pensiero è
un oggetto psichico, così come un’idea, un desiderio o un’emozione. Tramite complesse elaborazioni,
che avvengono nell’encefalo, i loro effetti si possono manifestare sul piano corporeo con
sudorazione, tremito, pallore, rossore, brividi e via dicendo, ma la loro genesi è sempre psichica.
Se i pensieri sono oggetti, dove risiedono? Esiste un deposito nel quale sono collocati? Chi li
produce e da dove vengono? Come la luce e il suono si trasmettono nell’etere, come gli odori vengono
trasportati dall’aria, così i pensieri si manifestano e si propagano nella mente. Secondo la scienza
psicologica dell’India classica anche la mente è un elemento costitutivo del cosmo, definito nei
Veda con il termine Mahat o Buddhi, la Mente cosmica.

La mente individuale è parte minutissima della Mente cosmica ed è un importante strumento a
disposizione del sé, una sorta di ricetrasmittente che riceve dati dai sensi e a sua volta li
trasmette alle aree più profonde della psiche, individuale e collettiva. Il luogo fisico di
ricezione coincide con i lobi temporali, situati nelle zone laterali dell’encefalo, sedi deputate al
linguaggio e al pensiero astratto. I lobi temporali però non producono il pensiero, semplicemente lo
veicolano. Il pensiero è una realtà pre-esistente rispetto agli strumenti neurologici; è come il
suono, sempre presente nell’etere. Così come per captare il suono abbiamo necessità di una radio o
comunque di un apparecchio adatto a recepire e a tradurre quel tipo di segnale acustico, allo stesso
modo per recepire un pensiero già presente nell’etere della mente, abbiamo necessità di una
strumentazione adeguata, che in questo caso è costituita dai lobi temporali.

Abbiamo detto che un pensiero è un oggetto psichico con una sua realtà e una fondamentale rilevanza
nella formazione del carattere e della personalità; questi saranno infatti ben differenti a seconda
che noi siamo portatori di pensieri di un certo tipo o di un altro. Pensare non è assolutamente
qualcosa di astratto e ininfluente, poiché da ciò dipende la buona o la cattiva direzione della
nostra vita. Ognuno è ciò che pensa; a tal proposito le Upanishad affermano: “così come pensi,
diventi”.
[…] […] Il pensiero si suddivide inoltre in due fasi: la fase in corso, mentre viene pensato, che produce
effetti in genere sotto controllo da parte di chi pensa – che è quindi in grado di modellarlo – e
una seconda fase in cui il pensiero, una volta che è stato “ospite” o creatura del soggetto
pensante, scivola nell’inconscio, dove lascia una traccia latente, una registrazione mentale
inconscia detta samskara.

Cosa succede quando un oggetto psichico scivola nell’inconscio? Si aggrega a contenuti mentali di
analoga caratteristica emotiva: paura con paura, rancore con rancore, complessi di colpa con
complessi di colpa, altruismo con altruismo, gioia con gioia, e così via. Da quel momento in poi, il
“pensiero pensato” diventa autonomo rispetto al soggetto pensante e può agire inaspettatamente anche
contro la sua volontà. Nella fase in cui il pensiero viene pensato, si può ancora intervenire, lo si
può plasmare; ma una volta scivolato nell’inconscio ciò non è più possibile, se non con tecniche
speciali che diano accesso a quella parte blindata della psiche profonda.
[…]

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