di Paramahansa Yogananda, Inner Culture, 1941
Per avere risposta alle vostre preghiere, dovete pregare con intelligenza,
con un’anima ardente, raramente ad alta voce, soprattutto mentalmente, senza
spiegare a nessuno cosa stia succedendo dentro di voi. Dovete pregare con
estrema devozione, sentendo che Dio ascolta ogni cosa che state affermando
mentalmente. Pregate nel cuore della notte, nella solitudine della vostra
anima. Pregate finché Dio vi risponda con la chiara voce di un’ardente gioia
che vi faccia fremere in ogni cellula del vostro corpo ed in ogni pensiero,
o attraverso chiare visioni che vi mostrino cosa dovete fare in certi casi.
La gioia crescente dopo la meditazione è l’unica prova che Dio abbia
risposto attraverso la radio sintonizzata sulla devozione del vostro cuore.
Più a lungo e più profondamente mediterete ed affermerete, più profondamente
sentirete e sarete consapevoli della gioia che aumenta incessantemente nel
vostro cuore. Allora saprete senza più alcun dubbio che vi è un Dio, e che
Egli esiste da sempre, è onnisciente, in ogni luogo, ed è una Gioia sempre
nuova.
Allora domandate: “Padre, ora, oggi, per tutto il giorno e per i giorni a
venire, in ogni istante, nel sonno, nella veglia, in tutta la mia vita,
nella morte, al di là di tutto, rimani con me come la Gioia del mio cuore
che risponde consciamente”. Il metodo usuale di pregare è per lo più
inefficace perché non facciamo sul serio con Dio. Egli è il segreto
conoscitore dei nostri pensieri; Egli sa quali desideri egoistici abbiamo
nella nostra mente più segreta; quindi non si manifesta. Mentre i demoni
delle sensazioni e dei pensieri danzano nel tempio del corpo e della mente,
è difficile riconoscere Dio, che rimane nascosto dietro il velo del silenzio
interiore. Le preghiere ordinarie consistono nell’indirizzare i nostri
desideri, per metà credendoci e per metà no, ad un Dio sconosciuto. Se le
preghiere sono esaudite, può derivarne una superstiziosa fede in Dio; se
restano senza effetto, può seguire la diffidenza.
La preghiera efficace deve essere scientifica e chiara nell’esecuzione e
deve mostrare un’intelligente comprensione di tutti i suoi fattori. Tutti
coloro che vogliono dimostrare la natura scientifica della preghiera devono
prima essere sicuri che vi sia un Dio a cui pregare. Come lo si può
accertare? Accettando la testimonianza di grandi anime come Gesù, Krishna,
Swami Shankara, Babaji ed altri che hanno detto di avere trovato Dio, di
aver parlato con Lui e di avere risolto l’enigma della vita dopo avere
ascoltato la verità dalle sacre labbra divine.
Questi santi hanno detto che Dio obbedisce alla legge. Essi hanno
sperimentato questa obbedienza e hanno detto che tutti coloro che si
adeguano alla legge possono metterla alla prova e sperimentarla da soli. Le
leggi fisiche devono essere interpretate dai sensi fisici e giudicate dalla
ragione. Le leggi divine devono essere comprese dalla concentrazione, dalla
meditazione e dall’intuizione. Non dovete scoraggiarvi per una cattiva
salute, per la povertà o per la debolezza morale. Ricordate, il peccato è
solo un innesto temporaneo; in realtà voi siete in eterno figli di Dio.
Anche se il mondo vi condanna e vi caccia via, Dio cerca sempre di trovarvi
e di portarvi a casa. Non vi curate se non potete vederLo o sentirLo bussare
al cancello del vostro cuore. Ricordate, per lungo tempo vi siete nascosti a
Lui e siete scappati nella palude dei sensi.
Sono il frastuono delle vostre stesse turbolenti passioni e la fuga dei
vostri pesanti passi nel mondo materiale che vi hanno resi incapaci di
sentire il Suo richiamo interno. Fermatevi, siate calmi, pregate con fede
costante e fuori dal silenzio apparirà la Presenza Divina. Può darsi che
abbiate pregato per una guarigione, e starete meglio. Sapete se la vostra
guarigione sia dovuta a cause naturali o alla medicina o alle preghiere
vostre o di qualcun altro cercando aiuto da Dio? Talvolta può esserci una
relazione non casuale tra la vostra preghiera e la vostra cura. Anche se vi
accade di pregare prima di un inevitabile ricovero, questo non significa che
la vostra preghiera vi abbia guarito. Avreste potuto guarire anche se non
aveste pregato. Questo è il motivo per cui dovremmo trovare se la legge di
causa ed effetto può essere applicata scientificamente alla preghiera.
Si pone allora la domanda: “Potrebbe un Dio consapevole, onnipotente in
natura, assoggettarsi ad essere comandato dalla legge di causa ed effetto
che Egli stesso ha creato?” Perché no? Il creatore di tutte le leggi
certamente non vuole infrangere le leggi della sua stessa creazione.
Naturalmente, dobbiamo ricordare che, sebbene Dio sia contattabile
attraverso la legge di causa ed effetto, ha il diritto di rispondere o meno
ad una preghiera meccanica. Dio è qualcosa di più di ciò che può essere
dimostrato in un laboratorio. La solitudine è il prezzo del contratto
divino. È necessaria la conoscenza delle leggi di sintonizzazione
radiofonica del corpo, della mente e dell’anima per contattare Dio.
Finché Dio è al di sopra della legge, è necessaria la devozione per
richiamare la Sua attenzione. La chiamata del devoto, se sincera, profonda e
continua e se è integrata da sinceri sforzi nella meditazione profonda,
porterà la risposta divina. La domanda del devoto è più grande della legge,
per questo tocca il cuore di Dio e lo induce a rispondere parimenti ai figli
cattivi come a quelli buoni. La legge è fondata su una precisione
matematica, ma la devozione è basata sul reclamare Dio come nostro unico
amore; non ci ha forse fatti a propria immagine? La Legge è esattamente in
questa domanda, mentre l’amore induce Dio ad arrendersi al devoto. Dio non
potrà mai nascondersi alla persona che esercita la devozione, l’amore, la
legge della meditazione ed il richiamo con l’anima.
Non siate come il bimbo che smette di piangere non appena la madre gli dà un
giocattolo, ma piangete incessantemente, lacerando il cuore della Madre
Divina come un divino discolo, gettando via tutte le lusinghe ed i
giocattoli della reputazione, della fama, del potere e del possesso; allora
troverete la risposta alle vostre preghiere. Pregate sino a che non siate
assolutamente certi del contatto divino, quindi reclamate dall’Altissimo le
vostre necessità materiali, mentali e spirituali come vi spetta per diritto
di nascita.
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