Per chi e’ la meditazione?

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Per chi e’ la meditazione?

di Osho

(Osho:Eighty Four Thousand Poems, #14)

– “Ciò che faccio è molto semplice, comune; non c’è nulla di
spirituale o di sacro. Non voglio fare di voi dei santi, voglio solo
che siate persone sane, normali, intelligenti, che vivono con gioia,
danzando e celebrando”.

Zen: The Special Transmission, Discorso 1

– La meditazione va bene per chi è serio?

La meditazione dev’essere un’attività gioiosa, dev’essere una
canzone. Non devi farla come se fosse un dovere, devi divertirti,
giocare. Se mediti come se fosse un dovere sei completamente fuori
strada. In questo caso non può accadere. Può accadere solo se sei di
un umore molto leggero, assolutamente non serio. La serietà è pesante,
e tutto ciò che è pesante ti trascina in basso. Devi essere leggero
come un bambino che gioca sulla spiaggia, che raccoglie conchiglie,
pietruzze colorate, che corre di qua e di là, quasi come se fosse
parte del vento e del mare e della sabbia e del sole. Quando c’è
questa leggerezza, acquisti le ali per volare in alto. E meditazione
vuol dire un movimento verso l’alto della tua energia.

Osho: The Imprisoned Splendor, Chapter 14 (Diary)

– Non voglio che siate seri. Sono assolutamente contrario alla
serietà: è una malattia spirituale. La risata è salute spirituale, e
ti libera dei tuoi fardelli. Quando ridi, puoi mettere da parte la
mente con grande facilità. Per una persona che non sa ridere, le porte
del buddha sono chiuse. Per me ridere è uno dei valori più alti.
Nessuna religione è mai stata di quest’idea. Tutte hanno insistito
sulla serietà, ed è a causa di questa pretesa che il mondo è malato a
livello psicologico.

The Language of Existence, Discorso 5

– La meditazione va bene solo per chi sa tutto sulla filosofia “New Age”?

Il movimento della New Age è solo una moda che scomparirà molto
presto, come sono scomparsi tutti gli altri movimenti. Adesso non vedi
più gli hippies. È un grosso fenomeno che tanti hippies siano
scomparsi all’improvviso. Che è accaduto alla loro rivoluzione? Era un
movimento rivoluzionario; era un uscire dalla società. Perché ora sono
rientrati nella società? Tutti questi movimenti hanno vita breve.
Hanno nomi bellissimi – questo non è importante – ma non hanno una
filosofia radicale in grado di cambiare gli esseri umani.

Il movimento della New Age non ha nulla di unico, di originale, per
trasformare gli individui. È una moda che morirà presto, solo una fase
di passaggio. Io non faccio parte di alcun movimento. Ciò che faccio è
eterno. È accaduto da quando il primo uomo è apparso sulla terra, e
continuerà fino a che vivrà l’ultimo uomo. Non è un movimento, è il
nucleo stesso dell’evoluzione. Quindi hai ragione quando non mi conti
come parte del movimento della New Age. Non lo sono: sono parte
dell’evoluzione eterna dell’uomo. La ricerca della verità non è né
vecchia né nuova. La ricerca del tuo essere non ha nulla a che fare
con il tempo. È un fenomeno non temporale. Io me ne andrò, ma ciò che
faccio continuerà. Lo farà qualcun altro. Quando io non c’ero, lo
faceva qualcun altro. Nessuno ne è il fondatore, nessuno ne è il
leader. È un fenomeno molto vasto: tante persone illuminate sono
apparse, sono state di aiuto e poi sono scomparse. Ma il loro aiuto ha
portato l’umanità un po’ più in alto, ha reso l’umanità un po’
migliore, un po’ più umana. Si sono lasciati dietro un mondo più bello
di quello che avevano trovato.

Osho: Socrates Poisoned Again After 25 Centuries, #11

– Per poter meditare devi prima avere una particolare religione o filosofia?

“La fede è il nemico della fiducia. Fidati della vita! Non avere
nessuna fede, evitale tutte! Evita qualsiasi fede, che sia induista,
mussulmana o cristiana. La ricerca devi farla di persona. Forse
arriverai alla stessa verità, perché la verità è una sola. Quando
l’avrai trovata, potrai dire che sì, la Bibbia è vera, ma non prima.
Se non l’hai sperimentata di persona, se non sei diventato un
osservatore diretto, tutti i Veda e le Bibbie sono inutili. Saranno
solo un peso per te, non potranno renderti più libero…

La ricerca è difficile perché la verità è sconosciuta. La ricerca è
difficile perché la verità non è solo sconosciuta, ma anche
inconoscibile. La ricerca è difficile perché il ricercatore deve
mettere a rischio la sua vita per essa.

….Se segui le scritture, stai seguendo un fiume cha ha già un nome.
Se segui una religione, una setta, una chiesa, allora hai una mappa, e
non esistono mappe della verità. Non ci sono perché la verità è un
fatto privato e non pubblico. Una mappa è pubblica in modo che anche
altri possano seguirla. Sulla mappa sono segnate le autostrade, non i
sentieri, e la religione è un sentiero, non un’autostrada. Non puoi
arrivare a dio da cristiano o da indù o da mussulmano. Arrivi solo se
sei te stesso, se sei autentico: non puoi seguire il sentiero di
qualcun altro”.

The Search, Discorso 1

– Chi è scettico può essere un meditatore?

La mente scettica è uno dei fenomeni più belli del mondo. È stata
condannata da tutte le religioni perché queste non erano in grado di
dare una risposta alle domande degli scettici; volevano solo credenti.
E la mente scettica è proprio l’opposto del credente.

Io sono assolutamente favorevole alla mente scettica. Non credere a
nulla se non l’hai sperimentato di persona. Non credere a nulla,
continua a indagare, per tutto il tempo necessario. La verità non è a
buon mercato. Il credente non può arrivarci; è disponibile solo per lo
scettico. Ricorda solo una cosa: non essere scettico con poca
convinzione. Sii uno scettico totale. Quando dico uno scettico totale,
voglio dire che anche le tue idee scettiche dovrebbero essere messe
alla prova, proprio come ogni altra cosa in cui credi. Lo scetticismo,
quando è totale, finisce per consumarsi, perché devi mettere in dubbio
anche quello. Non puoi lasciare lo scetticismo al di fuori del dubbio,
altrimenti assumi la posizione del credente.

Se riesci anche a mettere in dubbio lo scettico dentro di te, allora
il mistico non è così distante. Che cos’è un mistico? Uno che non
conosce alcuna risposta, uno che ha fatto tutte le domande possibili e
ha scoperto che nessuna domanda ha una risposta. Quando scopre questo,
smette di fare domande. Non perché abbia trovato la risposta – ma
perché ha scoperto una cosa, e cioè che non c’è risposta da nessuna
parte.

La vita è un mistero, non una domanda. Non è un indovinello da
risolvere, non è una domanda a cui trovare risposta, ma un mistero da
vivere, un mistero da amare, un mistero da danzare.

Una mente totalmente scettica diventa alla fine per forza di cose
mistica; per questo le mie porte sono aperte a tutti. Io accetto lo
scettico perché so come trasformarlo in mistico. Invito il teista
perché so come distruggere il suo teismo. Invito l’ateo perché so come
portargli via il suo ateismo. Le mie porte non impediscono l’accesso a
nessuno, perché io non vi sto dando alcun credo. Vi do solo un metodo,
una meditazione perché possiate scoprire da soli come stanno veramente
le cose.

Ho scoperto che non c’è alcuna risposta. Tutte le domande sono futili,
e le risposte sono ancora più futili. Le domande sono state fatte da
persone stupide, e da quelle domande sono nate grandi filosofie.
Queste filosofie vengono create dai furbi, dagli astuti. Ma se vuoi
avere un rapporto con la realtà, non devi essere né stupido né furbo.
Devi essere innocente.

Quindi qualsiasi cosa porti con te – scetticismo, ateismo, comunismo,
fascismo, qualsiasi tipo di sciocchezza porti qui – la mia medicina è
la stessa.

Non importa di quali sciocchezze hai piena la tua testa quando arrivi
qui. Ti taglierò la testa, senza fare distinzioni. Non importa chi hai
seduto sulla testa – ciò che mi interessa è tagliare! Sono solo un
taglialegna.

Osho: Beyond Enlightenment, #17

– La meditazione va bene per chi non sa nulla?

“Per un persona ignorante non è arduo riconoscere di essere
ignorante: non ha nulla da perdere; ma la persona istruita non può
ammettere di essere ignorante: ha moltissimo da perdere. Il vero
sciocco è la persona che sa tante cose. La persona ignorante è
innocente; sa di non sapere e, proprio perché sa di non sapere, sa di
essere ignorante, ha già fatto il primo passo verso la saggezza.

Sapendo di non sapere, può iniziare a investigare, e la sua ricerca
sarà pura, senza preconcetti. La sua ricerca non avrà conclusioni
precostituite; non dipenderà dal suo essere cristiano, mussulmano o
indù. Egli sarà solo un ricercatore, puro. La sua ricerca non nascerà
da risposte preconfezionate, ma direttamente dal cuore.

La sua ricerca non sarà un risultato di ciò che conosce già; sarà una
ricerca esistenziale, intrapresa perché per lui è una questione di
vita o di morte. Vuole sapere, ecco perché va alla ricerca. Sa di non
sapere, ecco il motivo della sua indagine che acquista per questo una
sua bellezza. Non è uno sciocco, è solo ignorante. Il vero sciocco è
colui che pensa di sapere quando invece non sa nulla”.

Dhammapada: The Way of the Buddha, Volume 2, Nr. 7

– Un filosofo può essere un meditatore?

Una vecchia definizione di filosofo è quella che un filosofo è un
cieco che in una notte scura cerca in una casa buia un gatto nero che
non c’è. Ma questo non è tutto: il fatto è che riesce a trovarlo! E
poi scrive grandi trattati, crea sistemi, per provare con la logica
l’esistenza del gatto nero.
Guardati dalla mente: è cieca. Non sa nulla, non ha mai saputo nulla,
ma è bravissima a fingere. Pretende di sapere tutto.

Socrate ha diviso l’umanità in due classi. La prima è quella degli
ignoranti istruiti: quelli che pensano di sapere, ma fondamentalmente
sono ignoranti. Questo è il lavoro della mente. E la seconda categoria
è di quelli che chiama gli ignoranti che sanno: sono le persone che
pensano di non sapere. Nella loro umiltà e innocenza, arriva la
saggezza.
Quindi ci sono quelli che fingono di sapere – questa è la funzione
della mente – e ci sono gli umili che dicono: “Non sappiamo”. In
questa innocenza risiede il sapere, e questo è il lavoro della
meditazione e della consapevolezza.

Tratto da: From Medication to Meditation

– Un uomo d’affari può essere un meditatore?

Bisogna pure fare qualcosa nella vita. Qualcuno è un falegname e
qualcuno è un re, qualcuno è un uomo d’affari e qualcuno è un
guerriero. Sono tutti modi di guadagnarsi la vita, di procacciarsi il
pane, un tetto. Non possono cambiare il tuo essere interiore. Che tu
sia un guerriero o un uomo d’affari non fa differenza: uno ha scelto
un modo di guadagnarsi da vivere e l’altro ne ha scelto uno diverso.

La meditazione è vita, non sopravvivenza. Non ha nulla a che fare con
ciò che fai; ha tutto a che fare con chi sei. È vero però che il
business non dovrebbe entrare all’interno del tuo essere. Se anche il
tuo essere pensa agli affari, ti sarà difficile meditare e impossibile
essere un sannyasin… perché se il tuo essere pensa agli affari, sei
troppo calcolatore. E una persona calcolatrice è una persona
vigliacca: pensa troppo, quindi non può mai decidersi a fare il salto.
Non è possibile usare l’astuzia a livello dell’essere.

In realtà, l’astuzia non è vera intelligenza, ne è anzi un sostituto
molto povero. Le persone che non sono intelligenti, imparano a essere
furbe. Chi è intelligente non ha bisogno di essere furbo; è innocente,
non deve essere astuto. Opera a partire da uno stato di non-sapere. Se
sei un uomo d’affari, va benissimo. Se Gesù è riuscito a diventare un
meditatore e un sannyasin, e alla fine un cristo, un buddha… ed era
il figlio di un falegname, aiutava suo padre a portare la legna, a
tagliare la legna. Se il figlio di un falegname può diventare un
buddha, perché tu no?

Osho: The Dhammapada: The Way of the Buddha, Vol 6, #4

– La meditazione è utile anche per i giovani?

La giovinezza è il periodo migliore per la trasformazione interiore
perché è il periodo in cui sei più flessibile. I bambini sono ancora
più flessibili dei giovani, ma non hanno la stessa comprensione.
Occorre un po’ d’esperienza. La giovinezza è esattamente nel mezzo;
non sei più un bambino, non sei più ignorante della vita e delle sue
modalità, ma non sei ancora così strutturato come lo è un vecchio. Sei
in uno stato di transizione, e lo stato di transizione è il momento
migliore per saltare fuori dalla ruota della vita e della morte. La
giovinezza è il momento più significativo per fare il salto, perché
saltare richiede coraggio, richiede energia; devi rischiare, osare.

Osho: The Dhammapada: The Way of the Buddha, Vol. 8, #5

La vera virtù nasce dalla meditazione, la virtù falsa viene coltivata.
La virtù falsa è parte del carattere, la virtù autentica è parte della
consapevolezza. Tutte le società vivono in base alla falsa virtù
perché è più facile da imporre ai bambini; è difficile farli diventare
dei meditatori. Questo è ciò che la gente ha pensato finora. Ma non è
vero: si può insegnare ai bambini a essere meditativi, ed è più facile
che insegnarlo agli adulti.

Ma per secoli quest’idea è rimasta: sono bambini, come possono
meditare? Certo, non possono star seduti tranquilli come vecchi, ma
non occorre star seduti come vecchi. Si possono escogitare delle
meditazioni proprio per loro: possono danzare, saltare e correre, e la
meditazione accadrà lo stesso. La loro meditazione dev’essere molto
attiva, non può essere inattiva.

Se i bambini vengono introdotti alla meditazione fin dall’inizio, la
loro virtù sarà di tipo completamente diverso. Allora non occorrerà
dir loro cosa è giusto e cosa è sbagliato; lo sapranno da soli.

Questo è il mio lavoro qui: aiutarti a comprendere da solo ciò che è
giusto e ciò che è sbagliato. Io non affermo mai che questo è giusto e
questo è sbagliato. Non ho comandamenti, nessun ‘devi’ o ‘non devi’.
Voglio solo che tu sia capace di vedere, di essere limpido come uno
specchio, in modo da riflettere la realtà.

Qualsiasi azione che nasca da questa chiarezza è virtuosa.

Osho: The Imprisoned Splendor, #5

– Anche gli anziani possono meditare?

Il punto fondamentale è riuscire a tornare alla sorgente da cui
provieni. Questo è esattamente il significato della meditazione: il
ritorno alla sorgente e l’immergersi di nuovo in essa. Sei un buddha,
sei sempre stato un buddha e rimarrai sempre un buddha, ma esistono
tre stadi. Il primo è l’infanzia del buddha, ma poi la perdi. Inizi a
cercare: è la gioventù del buddha. Poi la vecchiaia: la realizzazione.

Ogni bambino è un buddha, ogni giovane è un ricercatore, e ogni
vecchio sarebbe – se tutto andasse per il verso giusto – uno che ha
realizzato. Ecco perché in Oriente rispettiamo e onoriamo i vecchi. Se
tutto va bene, un saggio è uno che è tornato alla sorgente.

Yoga, the Alpha and the Omega, Volume 5, Nr. 4

– La meditazione va bene per chi ha senso dell’umorismo?

Tutto il mio lavoro qui è quello di tenervi meno seri possibile, per
la semplice ragione che la meditazione, tutti i tipi di meditazione,
vi possono rendere troppo seri, e la serietà può produrre solo una
malattia dello spirito, niente di più.

Se una meditazione non ti porta a ridere di più, se non ti porta a una
maggiore gioia e giocosità, evitala. Non fa per te.

Osho: The Great Pilgrimage: From Here to Here, #7

Medita come se fosse un gioco, non come se fosse una cosa seria.
Quando entri nella sala di meditazione, lascia alla porta il tuo viso
serio. Fai che la meditazione sia un divertimento. “Divertimento” è
una parola molto religiosa; “serietà” è una parola estremamente
irreligiosa. Se vuoi raggiungere la mente originaria, devi vivere una
vita che non sia affatto seria, però sincera; devi trasformare il tuo
lavoro in gioco; devi trasformare tutti i tuoi doveri in amore.
“Dovere” è una parola sporca, oscena.

Osho: Yoga: The Alpha and the Omega, Vol. 10, #3

Il segreto delle barzellette è che ti portano al punto in cui attendi,
attendi, attendi, aspettandoti la conclusione prevedibile; e questa
non accade mai. Ciò che accade è del tutto improvviso. siccome ti eri
aspettato un certo epilogo, eri entrato in una certa tensione; e poi
improvvisamente succede qualcosa di diverso, ma la tensione ha ormai
raggiunto un apice tale che esplode. Sei tutto risata. È un’enorme
liberazione, è una grande meditazione. Se sei capace di ridere con
totalità, proverai un istante di non-mente, senza tempo. La mente vive
nella logica e nelle aspettative; la risata è qualcosa che viene da
un’altra dimensione. La mente fa sempre congetture su ciò che deve
verificarsi, va a tentoni. E poi accade qualcosa che è del tutto
contrario alle sue aspettative: allora, per un momento, si blocca.

E in quel momento in cui la mente si ferma, la risata viene su dalla
pancia, è una risata di pancia. Tutto il corpo viene attraversato da
uno spasmo, diventa orgasmico.

Una buona risata è straordinariamente meditativa.

Osho:The Book of Wisdom, #28

Qualche volta, quando sei nella tua stanza, chiudi la porta e fatti
un’ora solo di risate.
Ridi di te stesso.
Impara a ridere.
La serietà è un crimine e una malattia.
La risata ha un’incredibile bellezza, ha leggerezza. Ti porterà
leggerezza, e ti darà ali per volare.
La vita è piena di occasioni, devi solo avere la sensibilità per
notarle. Crea occasioni perché anche altri possano ridere. La risata
dovrebbe essere una delle qualità maggiormente considerate, e
apprezzate, dagli esseri umani – perché solo l’uomo può ridere, nessun
animale ne è capace.
Poiché è una prerogativa umana, il suo livello dev’essere dei più
alti. Reprimerla significa distruggere una qualità umana.

Osho:Beyond Enlightenment, #27

Cerca di comprendere: solo l’uomo, SOLO l’uomo, può ridere, e nessun
altro animale. Solo allo stadio umano può esistere la risata. Se
incontrassi un asino che ride, impazziresti. O se incontrassi un
cavallo che ride, non potresti più prendere sonno. Gli animali non
ridono. Non hanno sufficiente intelligenza. Per ridere, occorre
intelligenza – quanto maggiore l’intelligenza, tanto più profonda la
risata.

La risata simboleggia il fatto che sei davvero umano. Se non sai
ridere, sei subumano. Se sai ridere, sei diventato umano. La risata è
un segno sicuro di umanità.

Aristotele dice che l’uomo è un animale razionale. Io non lo credo,
perché ho osservato l’uomo, e non vedo in lui nessuna razionalità. La
mia definizione è: l’uomo è un animale che ride.

La risata mostra che puoi diventare consapevole dell’assurdità delle cose.

Osho:The Discipline of Transcendence, Vol. 3, #10

In realtà, la risata
È una delle più grandi qualità spirituali.
Quando si ride profondamente, l’ego scompare.
Esattamente come nella danza l’ego scompare.
Quando ridi davvero di pancia
Tu non ci sei più, c’è solo la risata
Tu non esisti più da osservatore distaccato
Sei totalmente immerso in essa.
E questo ti dà un assaggio di meditazione.

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