Perche’ e’ così difficile cambiare idea?

pubblicato in: AltroBlog 0
Perche’ e’ così difficile cambiare idea?

Psicologia

Restare sulle proprie posizioni sembra più facile che ascoltare quelle degli altri per poi, magari,
cambiare idea. Ma cosa accade nel nostro cervello?

30 marzo 2021 – Margherita Zannoni

Fateci caso: cambiare idea è difficile. Anzi, una volta presa una posizione su qualcosa o qualcuno,
tornare sui nostri passi è quasi impossibile. D’altra parte, è anche vero che per orientarci nel
mondo ci occorrono riferimenti chiari: le nostre opinioni sono la cornice entro la quale elaboriamo
facilmente le informazioni, valutando gli altri e gli eventi con rapidità e senza sforzo.
All’opposto, tener conto di punti di vista differenti significa tollerare un maggior margine di
incertezza ed è dispendioso in termini di tempo ed energie.

PREGIUDIZIO DI CONFERMA. Inoltre, abbiamo bisogno di mantenere un’immagine coerente e positiva di
noi stessi: quando le nostre opinioni si sedimentano finiscono per rappresentarci, diventando parte
della nostra identità, per cui metterle in discussione fa sentire in contraddizione, come se si
stesse tradendo se stessi. Per mantenere inalterate le nostre posizioni ci serviamo del meccanismo
cognitivo che lo psicologo inglese Peter Wason ha chiamato “pregiudizio di conferma”: la tendenza a
favorire le informazioni che convalidano le proprie idee, ignorando o sminuendo quelle che le
smentiscono.

Innanzitutto, questo errore cognitivo induce a scegliere solo le informazioni che fanno “comodo”. Si
pensi a un medico che cerca sintomi e parametri che confermano la sua ipotesi diagnostica, ignorando
quelli che potrebbero invalidarla, o a un ispettore di polizia che resta concentrato sulla raccolta
di prove a favore della colpevolezza di un sospettato trascurando ciò che può scagionarlo o piste
alternative.

UNA SCORCIATOIA MENTALE. Uno studio dell’Università del Minnesota ha mostrato che persino le domande
poste a una persona sono condizionate dall’opinione che si ha di lei, con l’effetto di confermare i
propri preconcetti. In più, spesso si prende la scorciatoia definita “esposizione selettiva”: si
evita ciò che è contrario alle proprie idee, per esempio scegliendo d’informarsi solo su giornali,
siti o programmi tv che sono in linea col proprio punto di vista.

Quando le informazioni sono complete troviamo comunque una scorciatoia mentale per volgerle a nostro
vantaggio. Lo ha dimostrato una ricerca della Stanford University in cui un campione di studenti ha
letto due falsi studi, uno a favore e l’altro contrario alla pena capitale. I favorevoli hanno
valutato i dati contrari poco convincenti e viceversa. Vale anche per gli stereotipi: se una persona
appartenente a una categoria verso cui si hanno pregiudizi non presenta i tratti tipici dello
stereotipo, anziché metterlo in discussione si invocail principio dell’eccezione che conferma la
regola.

PIGRIZIA CEREBRALE. Colpa del cervello che di fronte a un’opinione contraria si “spegne”,
impedendoci di considerarla. Ma come funziona questo meccanismo? La corteccia frontale mediale
posteriore, che è implicata nei processi decisionali, diminuisce la sua attività quando incappiamo
in un’opinione discordante dalla nostra, mentre l’aumenta se c’è accordo. I ricercatori della City
University di Londra e dell’University College London, che hanno documentato questo processo con la
risonanza magnetica funzionale, ritengono che ciò sia in relazione con il pregiudizio di conferma.
In sostanza, è come se il cervello si rifiutasse di riconoscere la bontà delle opinioni altrui.

Questo articolo di Margherita Zannoni è tratto da Focus D&R n.69 (aprile 2021)

da focus.it

Condividi:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *