Perché il rock tira fuori l’animale che è in noi

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Perché il rock tira fuori l’animale che è in noi

Alcune dissonanze, come quelle sfruttate in alcuni famosi brani di Jimi Hendrix, hanno
caratteristiche sonore comuni alle vocalizzazioni di animali in difficoltà, che richiamano
l’attenzione ed evocano sensazioni di allerta. Il meccanismo funziona però solo se la musica non è
affiancata da altri segnali, per esempio visivi, che permettono di depotenziare l’allarme (red)

Perché un brano musicale può letteralmente far venire un brivido alla schiena? Perché contiene
dissonanze che evocano la paura, in particolare dissonanze che condividono diverse caratteristiche
con le vocalizzazioni di animali in difficoltà. La reazione, tuttavia, dipende però dal contesto in cui viene ascoltata la musica.

La scoperta è di Daniel Blumstein, del Dipartimento di ecologia e biologia evoluzionistica
dellUniversità della California a Los Angeles, che firma in proposito un articolo pubblicato sulla
rivista Biology Letters insieme a Greg Bryant, docente di scienze della comunicazione allUCLA e al compositore musicale Peter Kaye.

“I compositori hanno una conoscenza intuitiva di ciò che viene percepito come paura”, ha osservato
Bryant. “Ma in genere non sanno che stanno sfruttando la nostra predisposizione evolutiva ad agitarci e provare emozioni negative quando ascoltiamo certi suoni.”

Questo studio è la naturale conclusione di una precedente ricerca di Blumstein, che aveva analizzato
le colonne sonore di 102 film appartententi a quattro generi – avventura, drammatico, horror e
guerra – rilevando che la tipica colonna sonora di ciascun genere ha caratteristiche tecniche
specifiche, destinate a sollecitare le emozioni corrispondenti. I film di genere drammatico, per
esempio, prediligono bruschi cambiamenti nella frequenza, in su e in giù. I film dellorrore hanno, oltre a un buon numero di grida femminili, molti suoni distorti.

Utilizzando dei sintetizzatori, i ricercatori hanno composto una serie di brani musicali originali
sulla base di differenti parametri musicali, per poi proporli a un gruppo di volontari in differenti
condizioni: Abbiamo voluto vedere se era possibile aumentare o sopprimere i sentimenti di chi
ascolta in base a ciò che sta succedendo in contemporanea alla musica”, ha detto Blumstein.

Nella condizione di controllo, la musica era generica ed emotivamente neutra. In un’altra condizione
la musica iniziava in modo normale, per poi scatenarsi allimprovviso in una distorsione, un po’ come Jimi Hendrix a Woodstock.

Ai volontari veniva poi chiesto di attribuire un voto agli esempi in base a due fattori: quanto si
erano sentiti coinvolti dalla musica e se il sentimento suscitato era positivo (come felicità) o
negativo (paura, tristezza). Ne è risultato che la musica caratterizzata da distorsioni era valutato come più emozionante, ma anche più carica di emozioni negative.

I ricercatori ritengono che ascoltare musica con una distorsione sia simile ad ascoltare le grida di
animali in difficoltà, una condizione che ne distorce le voci forzando lemissione rapida di una
grande quantità di aria. “Questo studio aiuta a spiegare perché la distorsione del rock eccita le persone: tira fuori l’animale in noi”, ha detto Bryant.

Tuttavia, leffetto funziona solo se non ci sono altri segnali atrettanto potenti, come quelli visivi, che blocchino lintrerpretazione del suono come segnale dallarme.

In un secondo esperimento, infatti, i ricercatori hanno abbinato le stesse composizioni musicali a
10 secondi di video clip progettati per essere ben poco suggestivi, mostrando per esempio delle
persone che camminano o bevono un caffè. I ricercatori hanno presentato questi abbinamenti a un
altro gruppo di volontari. Quando i soggetti hanno sentito i brani musicali distorti nel contesto di
quei video, non hanno trovato eccitante la musica, e lhanno valutata più negativamente.

http://rsbl.royalsocietypublishing.org/content/early/2012/06/07/rsbl.2012.0374.abstract?sid=9c57aca2 -5e6d-4d0a-8287-474639d48e61

lescienze.it

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